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Autore: floflo    09/10/2015    5 recensioni
Ciao, mi chiamo Victoria – Vicky per gli amici – ma una volta il mio nome era Nike.
Vi state domandando per quale motivo ho deciso di cambiare nome?
No, non è semplice vezzo, è stata proprio una necessità: per gli antichi greci, infatti, rappresentavo la dea della Vittoria e Nike non mi sembrava più appropriato di Victoria.
Da qualche decina d’anni ho smesso i panni fluttuanti della dea della vittoria per vestire quelli più succinti e aderenti della ragazza immagine.
Avete presente quella bella figliola, il più delle volte scosciata, che nelle competizioni sportive porge la coppa, la medaglia, la corona d’alloro al vincitore, rigorosamente maschio? Ecco, quella sono proprio io.

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Prima classificata al contest "ADA Associazione Divinità Anonime - III edizione" indetto da Delirious Rose sul forum di Efp.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ragazza Immagine


Ciao, mi chiamo Victoria – Vicky per gli amici – ma una volta il mio nome era Nike.
Vi state domandando per quale motivo ho deciso di cambiare nome?
No, non è un semplice vezzo, è stata proprio una necessità: per gli antichi greci, infatti, rappresentavo la dea della Vittoria e Nike non mi sembrava più appropriato di Victoria...
Del resto, se avessi mantenuto il mio nome originario avrei corso il rischio di essere scambiata per la figlia di un’attrice italiana… Io, l’unica, la sola Dea della Vittoria, ma ci pensate? Inoltre, con la mania che avete voi umani moderni dei nomi esotici e originali a tutti i costi, Nike non sarebbe sembrato troppo diverso da tutti quei Beyonce, Caitlyn, Khaleesi… Molto meglio Victoria, è decisamente più evocativo, classico, se vogliamo.
Da qualche decina d’anni ho smesso i panni fluttuanti della dea della vittoria per vestire quelli più succinti e aderenti della ragazza immagine.
Avete presente quella bella figliola, il più delle volte scosciata, che nelle competizioni sportive porge la coppa, la medaglia, la corona d’alloro al vincitore, rigorosamente maschio? Ecco, quella sono proprio io.
Spero non stiate pensando che non ho più l’età per fare queste cose... D’accordo, ho un millennio per gamba, ma non lo dimostro affatto!
Essere una dea ha i suoi vantaggi, non posso negarlo: rimango giovane e bella in eterno, posso cambiare il mio aspetto in continuazione, secondo le necessità del momento.
Volete una ragazza bionda sul podio accanto al vincitore?
Voilà!
Avete bisogno di una bellezza atletica?
Una ragazza afroamericana che salga sul podio a premiare la stella dell’atletica Usain Bolt?
Non c’è problema!
Ho una mise pronta per ogni occasione.
Certo, se avessi ancora le mie ali sarebbe tutto un altro paio di maniche, non dovrei sottopormi a quei noiosissimi casting, ma che ci posso fare: gli ateniesi hanno avuto la splendida idea di tagliarmele quattrocentoventicinque anni prima di Cristo, perché non abbandonassi più la loro città.
Bellissima idea, veramente!
Peccato che io abbia trovato il modo di andarmene ugualmente, del resto, mica potevo rimanere a vegliare un cumulo di vecchie pietre in eterno…
Sull’Olimpo non ce la passavamo male, anche se ultimi gli ultimi venti secoli sono stati di una noia mortale…
Con l’avvento di questi nuovi dei, Denaro e Potere, noi antiche divinità siamo cadute in disgrazia, non possiamo offrire più molto a voi comuni mortali, e quasi nessuno ci cerca più – escludendo le rievocazioni storiche, per cui non siamo nemmeno pagati –.
Come sono finita a fare la ragazza immagine?
È stata un’idea di mia madre Stige – prototipo di madre-maneger dell’antichità –, ovviamente. Per i suoi figli desiderava qualcosa di meglio di quello che aveva avuto lei… Certo, all’epoca aveva sposato uno dei titani – e non era cosa da poco – ma attualmente se ti accontenti di essere la moglie di un titano qualunque rischi di fare la fame!
Mamma era stufa di vedermi languire, da secoli, in attesa di trovare un’occupazione stabile, anche perché sono una ragazza sveglia e carina.
Ho provato a partecipare a una infinità di talent show e concorsi di bellezza, ma la concorrenza è davvero spietata e le ragazze sponsorizzate da Afrodite hanno sempre la meglio – non vorrei fare certe supposizioni ma, secondo me, sono tutti concorsi truccati –.
Dunque, mia madre un bel giorno mi ha portato da quel vecchio marpione di Zeus, che è pur sempre il padre degli dei, anche se ormai conta poco o niente, perché mi trovasse un’occupazione degna del nome che porto.
Ho un curriculum di tutto rispetto io: un tempo conducevo il carro della vittoria del divino Zeus, vanto un sacco di rappresentazioni plastiche su statue, bassorilievi, monete, inoltre, unica fra le antiche divinità antiche, la mia immagine è rappresentata sui trofei di sport molto famosi sin dal 1928, nonché sulle medaglie dei moderni giochi olimpici. Insomma, sono tutt’altro che una divinità decaduta – anche se nessuno al mondo sospetta della mia esistenza in carne e ossa –.
E quel vecchio mollicone di Zeus cosa mi ha proposto? Di fare la ragazza immagine!
“Devo ricollocare un sacco di altre divinità… Cerca di essere paziente, Nike… “ mi ha detto.
Sottovoce poi, perché mia madre non sentisse, mi ha anche sussurrato che se fossi stata “gentile” con lui avrebbe avuto un occhio di riguardo per me… È proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio, è rimasto tale e quale ai bei tempi che furono: un vecchio porco!
Beh, naturalmente io ho acconsentito a fargli qualche servizietto – ma vi prego di non dire niente a mia madre! –, del resto le cose funzionano così al giorno d’oggi, e tanti umani fanno cose peggiori e si accontentano di molto meno.
Zeus è stato clemente con me: potevo finire dentro un’enoteca come Dionisio, o a fare il saldatore come Efesto…
La fregatura è stata la clausola scritta a caratteri minuscoli alla fine del contratto che ho firmato…
Zeus ha una figlia, Atena, per cui stravede.
Una bravissima ragazza, per carità: intelligente, colta, ottima tessitrice, lineamenti marcati, mascella volitiva, di aspetto, come dire, leggermente… marziale; insomma un po’ racchia, ecco.
Beh, sul contratto che ho firmato obbligatoriamente – e sottolineo obbligatoriamente – a ogni manifestazione a cui presenzio, Atena deve essere accanto a me.
Qualcuno, nell’ambiente, ci ha ribattezzate la bella e la bestia.
Io faccio parte della coreografia, mentre lei si atteggia a saputella e recita aneddoti all’uopo.
Da bambine abbiamo anche giocato insieme, ma chi avrebbe mai immaginato che suo padre si ricordasse dei nostri trascorsi infantili e decidesse di appiopparmela “a tradimento” a distanza di secoli?
Certo, lei è la figlia del patron, del titolare, una raccomandata d’eccezione per farla breve, nessuno avrà mai il coraggio di obiettare sulla sua presenza – anche perché Atena ha un pessimo carattere e se penso alla sorte che è toccata alla povera Aracne, oserei dire che è anche vendicativa –.
E per ribadire il concetto, Zeus mi ha pure fatto un solenne pistolotto:
“Ricorda Nike, non esisterebbe Vittoria senza impegno, senza sacrificio.”
Ha cercato di indorarmi la pillola ma, ovunque vado, devo avere quella bruttona di Atena attaccata alle costole: lei rappresenta il sacrificio e io la Vittoria; in pratica, sopportare la sua presenza è il mio sacrificio per ottenere ciò che mi spetta: la Vittoria, appunto.
Del resto, voi umani lo sapete bene per ottenere qualcosa, devi essere “amico di”, “simpatico a”, “parente di” e, alla fine, anche noi dei dell’Olimpo ci siamo adattati ai tempi che corrono.
A parte questo piccolo particolare, non mi lamento: faccio un lavoro onesto, per cui sono regolarmente remunerata, senza contare la gloria e l’aspetto, come dite voi umani, glamour – Atena permettendo –.
Fortunatamente, com’ è giusto che sia, gli atleti con cui ho a che fare sono tutti giovani, belli e aitanti.
Avvinghiarmi al giovanotto di turno, per le foto di rito per la stampa internazione e le televisioni mondiali, è tutt’altro che una seccatura.
Adesso è tutto molto più immediato, veloce, spontaneo: una foto e sei già nella storia, negli annali sportivi.
Secoli fa per avere la rappresentazione di qualche vittoria, lo scultore impiegava mesi, per non dire anni, prima di completare l’opera, senza contare il fatto di essere costretti a posare ore e ore…
Non nascondo che qualche volta – a riflettori spenti – con qualcuno di questi giovanotti c’è stato anche qualcosa di più che un semplice bacetto sulla guancia; si sa come vanno queste cose, l’euforia della vittoria, i festeggiamenti sfrenati, lo champagne che scorre a fiumi…
Giovani, belli e famosi, hanno tutti una fidanzata-arpia-pseudomanager alle calcagna, che rimane loro appiccicata come una cozza allo scoglio tutto il tempo, ma io ho dalla mia il fascino irresistibile della Vittoria, e non c’è paragone tra il fascino di una semplice umana e quello di una dea!
Mi basta uno sguardo e… Zac!
Cadono tutti ai miei piedi.
Atena, invece, dice di non essere interessata a queste cose: fa la sostenuta e proclama a destra che ha fatto voto di castità, ma del resto racchia com’è non viene considerata da nessuno.
Il mio unico mio cruccio è che mi devo accontentare del ruolo marginale di premiare il vincitore in ambito sportivo…
Sì, perché se fossi ancora in auge come nell’età imperiale, sarei chiamata in causa anche in caso di vittorie militari; una volta sì che queste cose contavano… Non si combattono più quelle belle battaglie campestri, che decretavano l’unico, il vero vincitore a cui venivano tributati onore e gloria.
Oggigiorno le vittorie militari non importano più a nessuno, oppure fanno finta che non interessino a nessuno e sono sempre celebrate sottotono: quel genere di onore e gloria sembrano diventati démodé!
Peccato, mi vedrei proprio bene mentre arrivo nella sede dell’ONU con il mio carro del vincitore…
Certo, i capi di stato non sono giovani e aitanti come gli sportivi, ma credo che me ne farò una ragione…
Ora devo correre a prepararmi, devo passare a prendere Atena e poi di corsa all’aeroporto: Ermes ci ha appena taggate a un evento che si terrà questo fine settimana a Suzuka, in Giappone.
Adoro il sushi e mi diverto sempre un sacco alla premiazione delle gare di Formula Uno: i piloti sono proprio dei bei ragazzi, e soprattutto sono ricchi! Il parterre è composto dal jet-set internazionale, miliardari, magnati, celebrità assortite, un sacco di gente interessante, insomma.
Magari finisce che mi sistemo pure io con qualcuno che conta veramente… Dopotutto io rappresento onore e gloria, io sono La Vittoria.



N.d.A. : Questa storia partecipa al contest "A.D.A. Associazione Divinità Anonime - III edizione" indetto da Delirious Rose sul forum di EFP.

Per chi fosse interessato queste sono le fonti originali da cui ho rielaborato il personaggio di Nike:

http://mitologia.dossier.net/ninfe.html,
https://it.wikipedia.org/wiki/Nike_(mitologia),
http://mitologia-mythos.blogspot.it/2012/05/nike.html


 
   
 
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