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Autore: xzslaugh    10/10/2015    6 recensioni
L'amore è come la materia: nè lo crei, nè lo distruggi. L'amore sceglie, ma non viene scelto. E' una forza impersonale, che agisce secondo propri schemi. Non ha regole, ma solo punti di partenza. Non ha limiti, se non quelli che gli vengono imposti. Nessuno può fuggire, nessuno può sopravvivere. Con l'amore puoi solo lottare. I perdenti amano, i vincitori fingono di non amare. Non sai ciò che l'amore ha in serbo per te, ma sai ciò che vuoi. E beh, ciò che voglio io, è lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Olicity.

 

L'amore è come la materia: nè lo crei, nè lo distruggi.
L'amore sceglie, ma non viene scelto. E' una forza impersonale, che agisce secondo propri schemi.
Non ha regole, ma solo punti di partenza. Non ha limiti, se non quelli che gli vengono imposti.
Nessuno può fuggire, nessuno può sopravvivere. Con l'amore puoi solo lottare. I perdenti amano, i vincitori fingono di non amare.

Non sai ciò che l'amore ha in serbo per te, ma sai ciò che vuoi. E beh, ciò che voglio io, è lei. 

«Felicity!» E' la seconda volta, nell'arco di mezz'ora, che mi vedo costretto a richiamarla, come se fosse una bambina all'asilo.
E' distratta, maldestra più del solito e insolitamente silenziosa. «Stai bene?» 
Felicity annuisce, appoggiando gli occhiali sul tavolo. Esercita una lieve pressione a ridosso del naso con le dita, accavallando le gambe.
Inevitabilmente, lo sguardo, assuefatto, mi cade su quel pezzo di pelle, lasciato scoperto dal tessuto. 
''Maledizione'' impreco tra me e me. Se vado avanti così, non arriverò a fine giornata. 
«Ascolta..» sussurro, appoggiando entrambe le mani sul tavolo, nel tentativo di avvicinarmi.

Una ventata di aria fresca mi invade le narici, stregandomi i sensi. Ancora non riesco a capirne il motivo, ma Felicity è la primavera. 
Custodisce la speranza negli occhi, la dolcezza in un sorriso e la felicità nel cuore.
«Oliver, ti prego» mormora, scuotendo leggermente il viso. 
I capelli, legati in una coda di cavallo, le svolazzano da una parte all'altra, arrivando a sfiorarmi il naso. 
Solo allora, mi rendo conto di essermi avvicinato troppo. 
Le mie labbra fremono per entrare in contatto con le sue, le mie mani si chiudono a pugno, impazienti di toccarla.
«E' per Ray?» Insisto, schiarendomi la voce. Una parte di me, spera in una risposta affermativa. 
Ho odiato poche persone, nel corso degli anni e lui, sebbene innocuo, è una di queste.
Felicity si volta, bagnandosi il labbro inferiore con la punta della lingua, prima di afferrarlo tra i denti. 
«No» sussurra, «o meglio, sì» 
«Cosa è successo?» Fingo noncuranza, mentre appoggio il fianco sul bordo del tavolo metallizzato, incrociando entrambe le braccia al petto. 
«L'ho lasciato» deglutisce, facendo ruotare la sedia di quaranta gradi. «Ma non è questo il punto» 
Se potessi, in questo momento, alzerei un pugno in aria. 
Cerco, invano, di nascondere il sorriso che, impertinente, sta affiorando sulle mie labbra. Infondo, non sarebbe appropriato. 
«E qual è?» Domando, angolando il viso. 
«Noi» Felicity abbassa lo sguardo, rivolgendolo alle sue mani intrecciate. 
Di solito, quando è nervosa, mangiucchia qualsiasi oggetto trovi a sua disposizione, ma, questa volta, è diverso. 
Felicity non è nervosa. Felicity è agitata. Completamente agitata. 
«Noi?» 
«Oliver, io..» 
Il mio cuore batte impazzito nella cassa toracica, quasi a volerla rompere. 
Le mani cominciano a sudare e la bocca ad asciugarsi. 
«Felicity» la interrompo, accarezzandole delicatamente i capelli. 
''Ora, o mai più'' ripeto questa frase come un mantra, mentre impunto i suoi occhi nei miei.
Appoggio una mano dietro la sua nuca, attirandola verso di me. 
Il suo profumo, adesso chiaro e distinto, mi annebbia la mente, costringendomi a chinarmi di più, come se il mio corpo, in un certo senso, fosse calamitato dal
suo. 

Non appena le nostre labbra si incontrano, il mondo esplode. 
Non sento più nulla, se non il suo respiro. Non ho più nulla, se non la volontà di amarla. 
Io non sono Oliver Queen e lei non è Felicity Smoak. Non esistono due persone con un solo cuore. Ne esiste una. Una soltanto. 

Un anno dopo

«Oliver, ti vuoi muovere?» Mi domanda Felicity, esasperata dal mio comportamento.
«Ho quasi finito» sorrido all'immagine riflessa nello specchio, consapevole di essere nei guai.
In fin dei conti, me la sono andata a cercare. E' da circa tre quarti d'ora che, nonostante i suoi continui rimproveri, sono chiuso in bagno. 
«Me la sto facendo addosso!» Protesta, colpendo la porta.
Sghignazzo, passandomi una mano sul mento e sulle guance.
Poso il rasoio sul lavabo e mi tampono il viso con l'unico asciugamano a mia dispozione. 
«Ora esco» sentenzio, mentre metto via la schiuma e il dopobarba. 
«Ti conviene» 
Alzo gli occhi al cielo, sinceramente divertito. Non sa che, non appena metterò piede fuori da quella porta, le chiederò di sposarmi.
In realtà, farla incazzare era il mio obbiettivo.
Mi congratulo con me stesso, quando sento la porta tremare sotto i suoi colpi insistenti, consapevole di aver vinto.
 
Frugo nella tasca dei pantaloni della tuta, afferrando l'anello tra l'indice e il medio. 
Lo rigiro per qualche secondo tra le dita, osservando il piccolo diamante che, se dobbiamo essere proprio sinceri, mi ha prosciugato il conto in banca. 
«Oliver, mi stai prendendo in giro?» 
Prendo un respiro profondo, chiudendo per un attimo gli occhi. 
L'immagine di una Felicity sorridende mi si para dinnanzi, scombussolando i miei buoni propositi per uscire di lì.
Non posso farne a meno. 
Schopenhauer diceva che il mondo era una rappresentazione e, in quanto tale, esisteva grazie al rapporto che vi era tra oggetto e soggetto. L'uno non poteva esistere senza l'altro. Ed è così, che io non posso esistere senza di lei.  
La voce di Felicity mi riscuote dai miei pensieri.
«Oliver, se non esci di lì subito, giuro che butto giù la porta!» 
«Arrivo» biascico, in parte terrorizzato. 
Dopo una manciata di secondi e una presa di coscienza in più, apro la porta, trovandomi davanti agli occhi una Felicity furente.
«Finalmente..» allarga le braccia, picchiettando il piede contro il pavimento.
Passo in rassegna i lineamenti del suo viso, quasi a volerli imprimere nella mia mente, per poi passare al busto, alla vita e alle gambe, fasciate dal pigiama.
Un sorriso spontaneo mi incornicia le labbra, mentre mi schiarisco la voce e mi inginocchio. 
«Felicity Megan Smoak» proruppo, cogliendola di sorpresa. «Ti amo dal giorno in cui sono capitato nel tuo ufficio. Sei la donna che ha portato la luce infondo al tunnel, rivoluzionando la mia vita come mai nessuno era riuscito prima» una lacrima le scivola lungo la guancia, chiazzandole il viso già arrossato. «Sei la parte migliore di me. L'altra faccia di una medaglia che, da troppo tempo, non si sentiva così viva, se non da quando sei arrivata tu» continuo a fatica, sopraffatto da emozioni, che non so decifrare. «Voglio passare il resto dei miei giorni, sapendoti al mio fianco. Al sicuro» 
«Oliver..» 
Scuoto il viso, il groppo in gola che diventa sempre più grande.
«Ogni volta che ti guardo è come se fosse la prima volta. E solo Dio sa quante altre prime volte voglio vivere, con te» esalo un sospiro, porgendole l'anello. «Mi vuoi sposare?» 


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Spazio autrice: 

Allora, premetto di non aver messo la risposta di lei, perchè, fin da subito, il mio obbiettivo era quello di lasciare libera interpretazione. 
Per quanto riguarda il resto, spero che vi piaccia e che recensiate in tanti. Amo gli olicity più di me stessa, se possibile, ragion per cui tengo particolarmente a questa os. 
Secondo voi, cosa dirà Felicity, in merito alla proposta di Oliver?
Fatemi sapere.
Un bacio.

-A
   
 
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