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Autore: Speedlink    06/03/2005    7 recensioni
Nessuno di voi conosce Satomi? Possibile? Eppure è popolarissima, famosissima. Lei fa...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – Satomi, sei troppo bassa

Capitolo 1 – Satomi, sei troppo bassa!

 

 

 

Chi non conosce Satomi Sooto?

 

Noooo! Non ditemi che non avete MAI sentito parlare di lei! Ma in che mondo vivete?

Chiedete a chiunque, qui, e vi saprà dire: Satomi ormai è famosa, Satomi è una grande! Satomi è incredibile, Satomi è…terribile!

Siete fortunati, eccola che passa di qua. Osservatela bene, all’ apparenza non sembra niente di speciale: viso sorridente normale, capelli corti scuri normali, uniforme scolastica normale…carina? Sì, leggermente sopra la media, forse, ma non più di tanto.

Come dite? E’ bassa? Sì, effettivamente questa è una sua caratteristica: è piuttosto bassina di statura per la sua età, forse è tra le più “tappe” di tutta la scuola.

NO, NO, NO!

Non azzardatevi mai a darle della “tappa”! Se lo fate, tirerà fuori quella che è la sua arma segreta!

LA VOCE! Amici miei, quando Satomi alza la voce c’ è poco da scherzare! Nei momenti in cui lei grida, i vetri delle finestre tremano. Pensate che fior di testimoni sono pronti a giurare di aver udito distintamente la sua voce dal piano terra: la classe di Satomi è al terzo piano!

Non ha una gola, ha una sirena!  Starle vicini quando urla significa perdere il senso dell’ udito per tre o quattro minuti almeno! E’ per questo che noi, scherzando, la chiamiamo “Satomi sotto”*(1)!

 

Ma che fa in giro per i corridoi, digrignando i denti come un’ indemoniata? Eccola che si dirige verso di noi! Ricordate, meglio non provocarla! Ascoltatela e basta!

 

 

Satomi afferrò il braccio della sua migliore amica:

            -“Moe-Moe, vieni con me, è urgente!”

(In realtà sarebbe Moemi…ma quando Satomi decide un soprannome non c’ è niente da fare, sei condannato a vita!)

            -“Che altro è successo? E’ da stamattina che sembri posseduta dal diavolo!”

            -“Per spiegartelo devo fartelo vedere! Muoviti!”

-“Non posso lasciarti libera dieci minuti che…ma almeno mi fai finire di mangiare in pace il mio tramezzino?”

Satomi alzò la voce, come suo solito:

-“MOE-MOE! Non capisci? Stavolta è veramente grave! Ne va della mia dignità, dei miei affetti, del mio cuore, del mio futuro come essere umano….se fallisco, sarà la fine dei miei sogni giovanili, di tutti gli ideali per i quali ho sempre lottato con tutte le mie forze…”

-“…i tuoi ideali? Cioè…i ragazzi?”

-“Cosa-cosa? Ti sembro una che pensa sempre ai ragazzi, io? Come puoi tu, amica del cuore, parlarmi in modo così crudele? Come puoi ridurre tutta la mia esistenza in quanto persona ad una semplice, ignobile, indiscriminata caccia ai ragazzi più carini?”

-“Chi credi di prendere in giro? Ti conosco troppo bene, ormai! Ma se non pensi ad altro per tutto il giorno!”

Satomi rimase muta ed interdetta per qualche secondo, sembrava volesse scoppiare a piangere.

            -“………………………………”

            -“Beh, hai perso la lingua?”

-“MA QUESTA VOLTA E’ DAVVERO CARINO, MOE-MOE! E’ IL PIU’ FANTASTICO DELLA SCUOLA, DI TUTTA LA CITTA’, DI TUTTO IL MONDO! NON POSSO LASCIARMELO SCAPPARE!”

            -“Ecco, appunto…ci avrei scommesso, dici sempre così…”

-“E’…FANTASTICO, INCREDIBILE..IMPERDIBILE! YOU’RE SIMPLY THE BEEEEEEEEST….”

            -“Va bene, va bene, andiamo ma smettila di gridare!”

            -“Yeeeeeeee! Avanti!”

            -“…ancora non so chi mi spinge a continuare ad essere tua amica…”

 

Moe-Moe sapeva che, quando ci si metteva, Satomi era inarrestabile! L’unica maniera per cercare di non essere travolti era evitare il più possibile di ostacolarla.

Uscirono dall’ edificio, dopodiché si acquattarono sotto un muretto vicino ai campi di calcio.

 

-“Goro Takashi? Ah, sì, ora ricordo! Quello del concerto dell’ aprile scorso! Beh, sì, effettivamente era niente male…”

-“Sssst! Sta’ zitta o ci farai scoprire!”

-“Mi spieghi perché dobbiamo nasconderci come due ladre?”

            -“Perché lui….è insidiato!”

            -“Come, insidiato?”

-“In questo momento, stiamo correndo un grave pericolo!”

-“Eeeeehhh??”

-“Vicino a lui è situata una potentissima bomba ad orologeria che non esiterà ad esplodere se ci faremo scoprire! Per la tua e la mia salvezza, rimani nascosta…”

Ma Moe-Moe, che ormai era abituata alle stravaganze dell’ amica, aveva già tirato su la testa per osservare. Dopo qualche secondo, tornò giù:

            -“Sta parlando con una ragazza…”

            -“Ti ho detto di stare giù! Hai tanta voglia di morire?”

            -“…è quella ragazza la bomba letale?”

            -“Esattamente!”

            -“aahhh…poveri noi…”

 

-“Perché non vuoi capire? Quella non è una ragazza normale! Quella è Inoue Moruki, una cacciatrice di uomini! Lo sta assalendo! Lo sta conquistando! ME LO STA RUBANDO!”

            -“Piantala di agitarti o ti trascino a forza via da qui!”

-“Gggggrrrrr……quella brutta, lurida, schifosa….gggrrrrrrrrrrrr..”, Satomi per la rabbia addentò la prima cosa a portata di bocca.

            -“Smettila di spaccare il cemento con i denti! Rovini il muro e non risolvi il problema!”

            -“…ggggrrrr…sono solo pezzi piccoli, piccolissimi, non c’ è problemaaaaaa..ggggrrrr….”

            -“Ma ti vuoi calmare? Che razza di figura ci faresti, se ti vedess…”

 

In quel momento, Inoue affacciava la testa dall’ altra parte del muretto.

            -“Cosa fate? Spiate?”

La reazione di Satomi fu disastrosa.

-“AAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!! CI HA SCOPERTE!! COSA FACCIAMO??? COSA FACCIAMO???”

            -“ABBASSA QUELLA VOCE, SATO…”

Comparve anche la testa di Goro Takashi.

           

-“Cosa succede? Qualcuno sta male?”

 

 

FFFFFFFFIUUUUUUUUUUUU……(folata di vento)

 

Satomi era pietrificata…

            -“ah..ah…mi ha scoperto…che figuraccia….”

Il ragazzo continuò, rivolto a lei:

            -“Ehi, ti senti male? Ti serve aiuto?”

            -“….figuraccia….come faccio ora? Ho perso tutte le speranze…”

            -“Ehi, sto parlando con te! Cosa c’ è che non va?”

            -“…non potrò più neanche guardarlo in faccia…non potrò neanche salutarlo da lontano…”

Moe-Moe intervenne, rivolta a lui:

-“Scusala, quando entra in crisi il mondo intorno scompare! So io come fare a farla tornare in sé. Con permesso…”

 

Cominciò il suo rituale: stese Satomi per terra. Poi tirò fuori un fazzolettino di carta.

-“Fortuna che ne porto sempre qualcuno per le emergenze…ah, che cosa mi tocca fare…”, sospirò.

Con gesti abituali, strappò due pezzi di carta, avvolgendoli come bastoncini e poi glieli infilò nelle narici. Satomi continuava a mormorare parole sconnesse.

            -“Ma…cosa fai? Perché le tappi il naso?” chiese Inoue, stupita.

            -“E’ semplice…per impedirle di respirare…”

 

Goro saltò all’ indietro per lo spavento:

            -“CO-CO-COSA LE VUOI FARE? Vuoi soffocarla?”

            -“Ci sei…andato vicino. Farle mancare l’ aria è l’ unico modo per farla tornare in sé.”

            -“Ma-ma…che razza di malattia ha?”

            -“Non chiedermelo…sono anni che sono sua amica e ancora non l’ ho capito!”

Le sollevò da terra una gamba, poi le tolse la scarpa e la calza. Cominciò a spiegare:

-“Siccome limitarsi ad ostruirle bocca e naso non servirebbe a niente, dato che ha un controllo del respiro a dir poco eccezionale, ho bisogno di indurla a spingere fuori l’ aria controvoglia. Il sistema che ho trovato più efficace negli anni è quello di provocarle delle contrazioni muscolari involontarie nell’ addome, congiunte ad un forte richiamo vocale che scuota il suo subconscio più remoto riportandola così allo stato di totale coscienza! Mi ci è voluto tempo per perfezionare questa tecnica, ma ormai posso dirmi pienamente soddisfatta dei risultati!”

 

Inoue ebbe la pelle d’ oca:

-“Che…che cosa stai facendo? Non ci ho capito niente! Non è pericoloso, vero? Non è che ci muore qui, davanti agli occhi, vero?”

            -“No, non preoccuparti, dammi solo un minuto e te la riporto come nuova!” rispose Moe-Moe, con la tranquillità e la sapienza dei gesti di una rianimatrice professionista.

 

            -“Ci siamo!” esclamò infine, “Ora indietreggiate e, mi raccomando, non spaventatevi!”

Le afferrò saldamente la caviglia, poi le tappò la bocca con la mano e le torse il collo, in modo che l’ orecchio destro fosse ben esposto. Infine:

-“Va bene, Satomi, adesso basta!”

Cominciò con l’ altra mano a solleticarle la pianta del piede. Satomi prese ad agitarsi in tutte le direzioni, nell’ inutile tentativo di liberarsi, ma la posa assunta da Moe-Moe, studiata in ogni particolare e costata anni e anni di pratica, non le lasciava scampo.

Mancava soltanto l’ ultimo elemento. La voce che risvegliasse il suo subconscio.

Mentre ancora la teneva stretta e le faceva il solletico, Moe-Moe prese a gridarle nell’ orecchio:

-“Svegliati, Satomi! Guarda come la natura ti sorride e la vita ti risplende! La tua giovinezza è nel fiore! Coraggio, pensa agli uccellini che cantano sugli alberi, sono lì per salutarti! Pensa ai fiori nei campi che tu calpesti, riflettono la tua bellezza e la tua purezza d’ animo! CORAGGIO, PENSA A TUTTI I RAGAZZI AFFASCINANTI CHE ASPETTANO SOLO UN TUO CENNO PER SCIOGLIERSI COME GELATI!”

E poi, arrivò la frase finale:

            -“ECCO, NE STA ARRIVANDO UNO PROPRIO ORA! SVEEEEEEEEGLIAAA!!”

 

L’ indescrivibile agitarsi di Satomi cessò all’ istante. Moe-Moe mollò la presa, aiutandola a rialzarsi.

            -“Come ti senti, ora?”

            -“Non ricordo…cosa è successo esattamente?”

-“Ehm…ti spiego…” bisbigliò, non avendo il coraggio di alzare lo sguardo verso i due spettatori di quell’ insolita esibizione.

 

Gli occhi di Goro Takashi si erano fatti piccoli come puntini per lo stupore, mentre Inoue si era lasciata cadere a terra senza forze. Solo qualche attimo di silenzio, poi Goro balbettò, lentamente:

            -“Ma-ma-ma…cosa sei tu, una sua amica o un’ esorcista??”

Moe-Moe  non poté fare altro che sospirare. Doveva essere abituata a quel genere di reazioni.

 

Non appena Inoue si fu rialzata da terra, esclamò:

-“Che razza di matti! Io non ci resto con gente del genere!”, poi, rivolta al ragazzo, “Goro, andiamo!”

Girò la testa dall’ altra parte, con fare altezzoso, e si allontanò. Goro rimase ancora qualche secondo a fissare la scena, incontrando lo sguardo sconsolato della povera rianimatrice. Poi:

            -“Ehi, Inoue! Aspettami!”

E scomparve dietro l’angolo.

 

            -“Ma hai visto come se lo tira dietro, come un cagnolino?”

 

            -“Moe-Moe, mi stai ascoltando?”

 

            -“Ma che hai, ti sei bloccata?”

 

La ragazza si riprese dalla trance, voltandosi verso Satomi.

            -“Non ho sentito, cosa stavi dicend……eeeeekk!”

 

Satomi stava nuovamente addentando il muro, strappandone grossi pezzi.

-“Quella lurida…brutta…schifosa…maledetta…lo ha insidiato…e io non ho fatto niente per impedirlo…”

-“Ma che diavolo…! Non rientrare in crisi proprio dopo che ti ho resuscitata davanti ad estranei! Ti rendi conto che è imbarazzante?”

Ma Satomi non la stava ad ascoltare, immersa nei suoi foschi pensieri:

-“Hunter ha rapito il povero Guu…povero Guu, Hunter ti ha fatto suo schiavo…ma io ti libererò, povero Guu, io ti libererò!!”

            -“Hunter? Guu? Ma di che diavolo stai parlando?”

 

Satomi si voltò verso di lei, grossi pezzi di cemento sbriciolato cadevano dalla sua bocca mentre parlava. In corrispondenza, il muro mostrava profondi segni di morso, come fosse una mela.

 

            -“Sono i loro soprannomi…lei è la cacciatrice, Hunter, mentre Goro è il povero Guu!”

            -“Ma che stai combinando? Lo stai azzannando davvero? Ti farai male!”

-“Sono solo pezzi piccoli, non c’ è problema…volevo portarmi un souvenir di questa bella giornata…questo muro è morbido, si mangia che è un piacere…”

-“S-Smettila di guardarmi con quegli occhi! Sembri posseduta dal demonio! Ma chi me lo fa fare??”

 

Qualche ora più tardi, il cellulare di Moe-Moe squillò. La ragazza si alzò da letto e si diresse alla scrivania.

 

-“MOE-MOE!! HO SCOPERTO IL SEGRETO DEL POVERO GUU!!! HUNTER NON CE LA FARA’ MAI CONTRO DI ME!!!”

            -“COSA DIAVOLO MI GRIDI AL TELEFONO??? PARLA CON CALMA!!!”

            -“Ascolta, ascolta!! Ho scoperto che il povero Guu…”

            -“Si chiama Goro!!! Non puoi affibiargli un soprannome così, di punto in bianco!”

            -“……………………..”

            -“…..cosa c’ è ora? Rispondi!”

            -“……………………….!!”

            -“Satomi! Che hai? Ti decidi a parlare???

            -“…………………….!!!!!”

            -“Uffa…….allora, qual’ è il punto debole del povero Guu?”

-“E’ presto detto! Ho scoperto che il povero Guu suona il violino! Studia musica nell’ istituto vicino alla scuola!!”

-“E allora?”

-“Eh eh eh…ho fatto le mie ricerche…a quanto pare, sembra che tantissime ragazze gli abbiano chiesto quale sia la sua fidanzata ideale, e lui ha risposto….tieniti forte….che dovrebbe essere una ragazza dolce, sensibile, intelligente e che dovrebbe suonare uno strumento musicale! Eh? Che ne dici?”

-“Beh…e allora???

-“!!! Come –allora-? Ti rendi conto, Moe-Moe, che è il MIO ritratto spiccicato???”

 

Moe-Moe per poco non cadde sul pavimento:

-“Da quando tu sei dolce e sensibile? Se non fai altro che urlare in testa alla gente e sbriciolare cemento coi denti?”

-“IO SONO SENSIBILISSIMA E ANCHE MOLTO DOLCE, TU LO SAI BENE!! CHE RAZZA DI AMICA SEI SE NON MI SUPPORTI???

Come al solito, non era il caso di contraddirla. L’ avrebbe capito da sola anche stavolta.

            -“…in ogni caso, ti manca un requisito: tu non sai suonare nessuno strumento!”

            -“Esattamente! E’ per questo che da domani mi iscrivo alla scuola di musica!”

            -“Che cosa?? Ma sei pazza? Vuoi imparare la musica così, all’ improvviso??”

-“Eh eh eh…è un piano perfetto…studiando lì non solo imparerò a suonare, ma potrò anche stare vicinissima al povero Guu!! Non è un’ idea geniale?”

-“Lo compatisco, poverino…”

-“Cosa dici?”

-“Niente, niente…secondo me comunque è una delle tue solite pensate assurde!”

-“………………………………”

-“Che fai, non rispondi??”

-“……………………………….!!”

-“Satomi, ancora con questa storia?? Ma hai il cervello di una bambina di quattro anni?”

-“………………………………………..!!”

-“Ok, ok, mi arrendo! Fai pure quello che caspita ti pare!”

-“Grazie! Sapevo di poter contare su di te, Moe-Moe!”

 

Alla ragazza si gelò il sangue nelle vene:

 

-“Un momento…..come sarebbe a dire –contare su di me-?”

-“Ci andremo insieme alla scuola di musica, vero? Allora a domani, grazie amica mia! Ciaaaaoooo!!!”

-“Aspetta….! Che stai dicend….”

 

Ma Satomi aveva già riattaccato.

 

 

Ve l’ ho detto, quando Satomi si mette in testa una cosa, il mondo interno non riuscirebbe a smuoverla di un passo.

 

 

Ecco, Satomi, per poter conquistare

s’ è messa in testa di imparare a suonare,

ma come farà, piccola com’è,

a trovar lo strumento più adatto a sé?

Se non arriva nemmeno alla grancassa!

Satomi, Satomi, sei troppo bassa!

 

 

 

 

 

Note:

 

(1): “Sooto” è il cognome di Satomi, ma “sotto” in giapponese significa “senza far rumore, sottovoce”: proprio tutto il contrario di lei!

  
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