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«Dai, non puoi avercela con me per quello!»
Lo sperava, anche se non ci credeva fino in fondo,
conoscendola.
«Non è assolutamente il modo per dire ai tuoi zii che aspetti
un bambino!»
Come volevasi dimostrare.
Se l’era presa troppo. In fondo, la notizia era arrivata, non
avevano mentito.
Cosa voleva ancora, quella Racchia?
«Non è forse vero che per i prossimi mesi mangerai cose
strane, piangerai e riderai per nessun motivo logico, cambierai umore come una
banderuola e nel mentre raggiungerai il peso di una balena?»
Lo sapeva: i maschi – e in particolare Suigetsu
– non capivano niente. E, in certe occasioni, non avevano proprio tatto.
«Non era così che me l’ero immaginato.»
Era da giorni – da quando aveva scoperto la lieta notizia –
che pensava a come riferirlo a zia Kushina e zio
Minato.
Non sapeva perché, ma le risultava più difficoltoso di quanto
non lo era stato rivelarlo al suo fidanzato.
Si era preparata un bel discorso, cercando le giuste parole e
quell’idiota del suo compagno che faceva? Le rovinava tutto il suo ottimo
piano.
C’era stato un attimo di imbarazzante silenzio. Davvero
pesante. Poi avevano brindato ai futuri genitori.
E, prima di andare via, Minato aveva commentato, sorridente,
quanto fosse stato originale il loro
modo di annunciarlo.
Un vero disastro,
pensava lei.
E ora, a casa, il caro
fidanzato ne avrebbe fatto i conti.
«Vedi qual è il tuo problema? Pensi troppo! Vuoi controllare
tutto! Dovresti lasciarti andare un po’, prendere quello che viene!»
Era esasperato dalla sua mania del controllo. Voleva che
tutto fosse perfetto e in quegli ultimi giorni era diventato un vero inferno
starle accanto.
Doveva rilassarsi un po’, assolutamente.
Ah, così stavano le cose?
Gliela avrebbe fatta vedere lei!
«E sai cosa prenderai tu?»
La sua era una minaccia velata. Se fosse stato intelligente, Suigetsu non avrebbe avuto l’ardire di controbattere.
«Cosa?» domandò, invece, impavido, incurante del pericolo.
Una furia rossa gli si scaraventò addosso, malmenandolo.
I toni si erano accesi – perché nessuno dei due avrebbe
lasciato vincere l’altro –, ma non credeva che lei sarebbe arrivata a tanto.
Lo stupì che, in quel momento, si trovò a impersonare la voce
della ragione: la violenza non era la risposta.
Dovevano essere gli ormoni che la facevano comportare così,
anche se lei di norma aveva un certo caratterino.
Ciò non giustificava il fatto che si fosse spinta troppo in
là.
Cercò di calmarla, mentre schivava i suoi colpi ben piazzati.
Ma la ragazza non sembrava intenzionata a demordere tanto
facilmente, nella loro lotta si era beccato anche qualche graffio.
Osservò i suoi occhi fiammeggianti, rossi e gonfi di lacrime
di rabbia trattenute, le labbra piene e tremolanti, che richiedevano le loro
attenzioni e si sentì in dovere di adempiere alla loro volontà.
Con urgenza, intrappolò le sue labbra in un bacio pieno di
passione.
La ragazza ebbe giusto il tempo di domandarsi come da una
lite erano passati a rotolarsi sul tappeto, avvinghiati l’uno all’altra.
Adorava fare sesso quando era arrabbiata, perché le
sensazioni che provava erano più vivide. E poi, una volta finito, nessuno dei
due aveva la forza di dire alcunché; non importava più il motivo per cui si erano
azzannati poco prima.
Anche a Suigetsu piaceva,
sogghignò, mentre gli mordeva una spalla.
[540 parole]
Ehilà! ^^
Ecco qui la mia seconda flash per la Corsa delle 48 ore. Non so
perché, ma nella mia testa era molto più carina; il risultato non mi soddisfa
pienamente, tralasciando i soliti dubbi sull’IC, eccetera. :D
Questa è una AU, in cui Karin è stata cresciuta dagli zii,
Minato e Kushina, e vive già da un po’ con Suigetsu.
Non sono sicura che il prompt sia
stato svolto in modo consono e accettabile.
Ad ogni modo, c’ho provato. E, questa sì, che è una
situazione cucita per questi due. XD
Che altro posso dire?
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. C:
Grazie per l’attenzione. ^^
Alla prossima! ;)
Selly