11/10/2015
1 recensioni
Polvere di marmo
“Poi si
gira, se ne va, scompare e mi lascia solo.
Purtroppo quello che mi ha suscitato non se lo porta via.
Resta dentro di me a scavare e a nutrirsi di fiato”.
Giorgio Faletti, Appunti di un venditore di donne
Purtroppo quello che mi ha suscitato non se lo porta via.
Resta dentro di me a scavare e a nutrirsi di fiato”.
Giorgio Faletti, Appunti di un venditore di donne
«Jack!»
Varcò la soglia di quella porta velocemente, spalancandola, per poi fuggire via.
Era stato avventato, forse stupido, ma in cuor suo sentiva di aver fatto la cosa giusta.
Non sarebbe rimasto lì un istante di più.
Non si voltava indietro, il suo nome pronunciato da Aliena gli risuonava in testa; quel grido disperato della giovane non faceva altro che riaprire delle ferite da sempre sanguinanti.
Aveva creduto che quella notte così meravigliosa sarebbe stata la prima di tante passate assieme a lei, al suo fianco, tra le sue braccia, beandosi del calore di lei, del suo sentimento.
Aveva creduto che si sarebbe sentito meglio, che il suo folle delirio sarebbe finito – ormai fuggito da quella prigione dello spirito qual era il monastero – giacché non avrebbe più pensato ad Aliena come una di quelle meravigliose e nobili creature cantate dai trovatori, da sempre irraggiungibili.
Da sempre destinate a dividere la loro vita con chi non amavano.
Aveva creduto che finalmente gli aveva teso la mano per non lasciarlo andare via, vivendo così un amore da troppo tempo cercato e finalmente consapevole, ricambiato.
Aveva creduto che lei...
Lei, l'unico balsamo del suo cuore, l'unica a cui aveva donato tutto se stesso, la sua fonte di ispirazione, la dama delle sue storie inventate al momento.
La donna di cui si era perdutamente innamorato.
Le case in quel momento gli apparivano tutte uguali, mentre barcollava, senza sapere effettivamente dove dirigersi, la vista annebbiata dalle lacrime.
«Sei un idiota, Jack, un vero idiota!» si disse, non trattenendo il pianto.
Ellen gli aveva sempre detto che non è affatto sbagliato mostrare – e dimostrare – i propri sentimenti, eppure in quel momento, sentiva che quei singhiozzi lo rendevano ancora più fragile, vulnerabile.
Sua madre lo aveva persino aiutato a evadere, rammentò, ma non pensava che aveva fallito.
Perché Ellen conosce l'amore e sa quanto sia importante, quanto valga la pena rischiare per esso.
E suo figlio lo aveva imparato da lei.
Si era esposto, aveva deciso di tentare fino alla fine di farle cambiare idea, offrendole il suo amore più incondizionato, ma Aliena aveva comunque detto che avrebbe sposato Alfred.
Perché lei aveva deciso di mettere da parte l'amore, soffocandolo, per riottenere ciò che aveva perduto.
Adesso era lui che con gli occhi spenti e vitrei – gli stessi occhi che Aliena trovava bellissimi – sentiva di aver perduto l'unica ragione di vita, mentre il suo spirito veniva svuotato di ogni gioia.
Un animo ormai cavo che si nutre ancora, per inerzia, di un amore che sa essere pungente e amaro come la polvere del marmo che cade quando il blocco viene scolpito.
Varcò la soglia di quella porta velocemente, spalancandola, per poi fuggire via.
Era stato avventato, forse stupido, ma in cuor suo sentiva di aver fatto la cosa giusta.
Non sarebbe rimasto lì un istante di più.
Non si voltava indietro, il suo nome pronunciato da Aliena gli risuonava in testa; quel grido disperato della giovane non faceva altro che riaprire delle ferite da sempre sanguinanti.
Aveva creduto che quella notte così meravigliosa sarebbe stata la prima di tante passate assieme a lei, al suo fianco, tra le sue braccia, beandosi del calore di lei, del suo sentimento.
Aveva creduto che si sarebbe sentito meglio, che il suo folle delirio sarebbe finito – ormai fuggito da quella prigione dello spirito qual era il monastero – giacché non avrebbe più pensato ad Aliena come una di quelle meravigliose e nobili creature cantate dai trovatori, da sempre irraggiungibili.
Da sempre destinate a dividere la loro vita con chi non amavano.
Aveva creduto che finalmente gli aveva teso la mano per non lasciarlo andare via, vivendo così un amore da troppo tempo cercato e finalmente consapevole, ricambiato.
Aveva creduto che lei...
Lei, l'unico balsamo del suo cuore, l'unica a cui aveva donato tutto se stesso, la sua fonte di ispirazione, la dama delle sue storie inventate al momento.
La donna di cui si era perdutamente innamorato.
Le case in quel momento gli apparivano tutte uguali, mentre barcollava, senza sapere effettivamente dove dirigersi, la vista annebbiata dalle lacrime.
«Sei un idiota, Jack, un vero idiota!» si disse, non trattenendo il pianto.
Ellen gli aveva sempre detto che non è affatto sbagliato mostrare – e dimostrare – i propri sentimenti, eppure in quel momento, sentiva che quei singhiozzi lo rendevano ancora più fragile, vulnerabile.
Sua madre lo aveva persino aiutato a evadere, rammentò, ma non pensava che aveva fallito.
Perché Ellen conosce l'amore e sa quanto sia importante, quanto valga la pena rischiare per esso.
E suo figlio lo aveva imparato da lei.
Si era esposto, aveva deciso di tentare fino alla fine di farle cambiare idea, offrendole il suo amore più incondizionato, ma Aliena aveva comunque detto che avrebbe sposato Alfred.
Perché lei aveva deciso di mettere da parte l'amore, soffocandolo, per riottenere ciò che aveva perduto.
Adesso era lui che con gli occhi spenti e vitrei – gli stessi occhi che Aliena trovava bellissimi – sentiva di aver perduto l'unica ragione di vita, mentre il suo spirito veniva svuotato di ogni gioia.
Un animo ormai cavo che si nutre ancora, per inerzia, di un amore che sa essere pungente e amaro come la polvere del marmo che cade quando il blocco viene scolpito.
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Angolino
autrice.
Buongiorno!
Non credo ci sia molto da dire, credo sia nota la scena (forse una delle scene in cui ho pianto di più, devo ammetterlo) e, complice il prompt per La corsa delle 48 ore, ecco che mi sono messa a scrivere.
Ho pensato subito a Jack leggendo quella citazione e questo è il risultato, sperando possa essere apprezzato e gradito.
Ho tre appunti da fare: so bene che le donne celebrate dai poeti potevano comunque sposarsi per amore, cosa rara, ma non impossibile tra le persone di alto lignaggio. In questo caso, essendo dal punto di vista di Jack, per come è tristo e disperato al momento, ho reso l'iperbole, perché il dolore può portare a esagerare le cose.
La seconda cosa è che non ricordo se effettivamente Aliena trova belli gli occhi di Jack, credo di sì, ma correggetemi se mi sono sbagliata.
La terza è l'aroma della polvere del marmo che viene lavorato: mi è capitato di inalarlo andando una volta in un marmificio e l'ho trovato a dir poco pungente, orribile, amaro, e ho provato a renderlo metaforicamente qui, dato che Jack scolpisce.
Bene, ho detto tutto e grazie se siete arrivati fino a qui.
Un bacione,
Barbara
Buongiorno!
Non credo ci sia molto da dire, credo sia nota la scena (forse una delle scene in cui ho pianto di più, devo ammetterlo) e, complice il prompt per La corsa delle 48 ore, ecco che mi sono messa a scrivere.
Ho pensato subito a Jack leggendo quella citazione e questo è il risultato, sperando possa essere apprezzato e gradito.
Ho tre appunti da fare: so bene che le donne celebrate dai poeti potevano comunque sposarsi per amore, cosa rara, ma non impossibile tra le persone di alto lignaggio. In questo caso, essendo dal punto di vista di Jack, per come è tristo e disperato al momento, ho reso l'iperbole, perché il dolore può portare a esagerare le cose.
La seconda cosa è che non ricordo se effettivamente Aliena trova belli gli occhi di Jack, credo di sì, ma correggetemi se mi sono sbagliata.
La terza è l'aroma della polvere del marmo che viene lavorato: mi è capitato di inalarlo andando una volta in un marmificio e l'ho trovato a dir poco pungente, orribile, amaro, e ho provato a renderlo metaforicamente qui, dato che Jack scolpisce.
Bene, ho detto tutto e grazie se siete arrivati fino a qui.
Un bacione,
Barbara