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Autore: Anle    16/02/2009    7 recensioni
<< Avanti, ammettetelo >> seguitò invece il mago, forte del fatto che la pazienza del Pendragon stesse cedendo, << io vi piaccio >>.
[ArthurxMerlin][Dedicated to Tinebrella]
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Val, aka Tinebrella,

per il suo compleanno anche se in ritardo di otto giorni.

Lo’ ya, tesoro(L).

 

 

 

I’ll bet you have got a list

[MerlinxArthur]

 

 

 

<< Io dico di sì >>.

Arthur incrociò le braccia, accavallando le gambe sul tavolo con fare sornione.

<< Cosa? >> la fronte del mago si corrugò, << Siete forse uscito di senno? >>.

Il principe dischiuse le labbra, facendo schioccare la lingua. << Oh, andiamo >> lo incoraggiò, mentre il suo sguardo saettava sul viso del giovane servitore, soffermandosi sugli zigomi pronunciati, ora arrossiti.

<< Non è una buona idea >> si affrettò ad aggiungere, sperando che il tono perentorio riuscisse a frenare la lingua decisamente sciolta del Pendragon.

<< Non mi pare di aver chiesto un tuo parere >> replicò lui, in risposta.

<< Quindi >> Merlin deglutì sonoramente, << questo sarebbe un ordine? >>.

<< Esattamente >>.

<< Be’, allora credo non rientri fra i miei incarichi >>.

Arthur gli rivolse uno sguardo eloquente. << Merlin >>.

<< No, davvero, non potete costringermi a-! >>.

<< Che c’è?, vuoi ripetere l’esperienza? >>.

Merlin sbatté le palpebre, con la bocca semiaperta tra lo sbigottito e l’offeso.  << Prego? >>.

Arthur, d’altro canto, sollevò gli angoli della bocca, capendo di aver colto nel segno.

<< Dammi retta >> fece poi, alzandosi, << finiscila, o comincerai col dar noia anche al popolo >>.

Il mago aggrottò le sopracciglia, ancora più confuso di prima.

<< Non è da tutti concedere la gogna ai piantagrane come te >> seguitò il principe, avvicinandoglisi; e Merlin fu tentato di indietreggiare. << Vedi di non usufruire troppo dei privilegi di corte >> lo schernì, battendogli una mano sulla spalla ossuta, per poi scomparire dietro la porta.

 

 

 

<< Credo sappia qualcosa >> proruppe, mentre tentava – afflitto – di ordinare i vari libri sparsi per la casa.

Gaius, nel frattempo, controllava dei funghi ammassati in un cestino di vimini. << Chi, il principe? >> domandò, con fare assorto.

<< Per l’esattezza >> replicò il mago, << quell’ arrogante, presuntuoso, intrattabile, pieno di sé principe  >>.

Il maestro inarcò le sopracciglia. << Pensavo ti piacesse >>. A quelle parole, per poco Merlin non rovesciò i volumi appena raccolti fra le braccia.

Gaius si voltò appena in tempo per vedere l’allievo eseguire una rocambolesca acrobazia, nel vano tentativo di non cadere. << Insomma >> proseguì, facendo finta di nulla, << vi credevo amici >>.

<< Già >> gli riuscì di dire, dopo che si rimise in piedi, frastornato. << Solo che non credo abbia afferrato bene la cosa del dare e ricevere, in un’amicizia >>.

Il medico passò ad un altro fungo, sembrando man mano più accigliato.

<< Mi sfrutta come un asino, quasi lo fossi! >> continuò a lamentarsi, mentre – dopo aver accantonato i libri in un angolo – si sedeva accanto al maestro.

<< Sei un servitore, dopotutto >> gli ricordò l’altro, pazientemente.

<< Alcuni compiti non mi spetterebbero… >> bofonchiò, a mezza bocca.

<< Che tipo di compiti? >>.

Le orecchie di Merlin andarono in fiamme. << Nulla, era per dire >>.

Gaius sembrò non dargli importanza, troppo preso ad esaminare i miceti. E dopo una terza occhiata, il medico storse la bocca, contrariato. << Hai ragione >> proruppe, d’un tratto, guardandolo severo in volto.

<< Lo dico anch’io: qualcuno dovrebbe dargli un bel- >>.

<< Sei davvero un asino >> disse, e prendendo il cesto, lo porse al mago. << Buttali, a meno che questo non sia un tuo – quanto mai ottimistico – tentativo di liberarti del principe >>.

 

 

 

Quando una testa arruffata fece capolino dalla porta, il sole si era già nascosto dietro le colline, e la stanza si presentava quasi ormai completamente in penombra.

Sinceratosi che non ci fosse nessuno, entrò, poggiando la candela, prima in mano, sul tavolo; con l’altra, dispose piatto e forchette.

Soddisfatto, fece quindi per uscire, quando una figura fin troppo familiare lo sovrastò.

<< Ben tornato, sire >> disse, cercando di essere il più naturale possibile, nonostante si stesse mordendo la lingua.

Arthur sorrise, con l’aria di chi la sa lunga. << Cos’è, mi eviti? >>.

<< No, figuratevi, io… devo andare >> disse, in un suo inespresso desiderio di trovarsi il più presto possibile lontano da quella stanza. Ma il principe non sembrava pensarla allo stesso modo.

<< Voglio che tu mi faccia compagnia >>.

<< Oh, sarebbe un onore, ma ho promesso a Gwen di aiutar- >>.

<< Seduto >> replicò, perentorio, scostando una sedia e facendogli cenno di sedersi.

Merlin, anche se non del tutto convinto, prese posto. << Se proprio insistete… >>.

Il Pendragon lo imitò, prendendo a scrutarlo con insistenza; il servo, invece, cominciò a sentirsi inspiegabilmente a disagio. << Manca l’acqua >> commentò d’un tratto il primo, del tutto fuori luogo.

Il mago si diede mentalmente dello stupido, ticchettando le dita sul tavolo con frenesia.

<< Vado a prenderla >> disse, e fece per alzarsi.

<< Non ho comunque appetito >> replicò fermo, seguitando a rivolgergli uno sguardo indagatore; Merlin si risedette, ubbidiente.

<< Non hai intenzione di farlo, vero? >> lo colse impreparato il principe, sempre guardingo.

<< Sapete come la penso al riguardo >> ribatté l’altro, prontamente, cosa che non impedì lo stesso alle proprie guance di arrossire.

Arthur inarcò un sopracciglio, incredulo. << Hai paura di una ragazza? >>.

<< Vostra sorella non è una ragazza >>.

<< Ti facevo più uomo, Merlin >> lo provocò, senza freni.

<< Be’, anch’io di voi pensavo foste più intelligente, ma questo non vuol- >>.

<< Credi sia un gioco, eh? >>.

Il mago tacque all’istante, avendo il vago sospetto che le cose cominciassero a mettersi male. Decisamente.

Il principe si alzò bruscamente dalla sedia, che traballò risentita. << Quando ti chiedo di fare una cosa, la devi fare e basta >>.

<< Ma non ha alcun senso! >> gli sfuggì maldestramente dalla bocca, e il danno ormai era fatto. Arthur si rabbuiò.

<< Insomma, la vostra è solo una stupida ripicca >> tentò Merlin di rimediare, cosa che non gli riuscì fin troppo bene.

<< Ti avverto, Merlin, non una parola di più >>.

<< Avanti, ammettetelo >> seguitò invece, forte del fatto che la pazienza del Pendragon stesse cedendo, << io vi piaccio >>.

Arthur rimase con la bocca socchiusa, incapace di replicare ad una cosa talmente assurda. Ridicola, davvero.

<< Altrimenti per quale motivo mi ordinereste di baciarvi, usando come scusa quella di voler far ingelosire Morgana? >>.

<< Farnetichi >>.

<< Allora ponete fine a questa farsa >>. Ora Merlin era in piedi, lo sguardo deciso, di chi non ammette repliche; quindi aggirò il tavolo e raggiunse il principe, che nel frattempo non aveva osato fare un passo.

Il mago gli era ormai di fronte, sudando freddo: ecco, pensò riluttante, ci siamo. E mentre gettava un occhio alla porta socchiusa della camera, fece per avvicinare il proprio viso a quello del cavaliere.

Un paio di passi concitati in lontananza venne in soccorso del moro, che guardò Arthur con intesa. << S-se n’è andata? >> sussurrò, la voce che gli tremava.

Il Pendragon accennò ad un segno di assenso, che fu sufficiente al servitore per ritrarsi e rimanere finalmente ad una certa distanza dal proprio signore.

<< Che ne dite? >>.

<< Ottima interpretazione >> accondiscese, soddisfatto. << Ci è sicuramente cascata >>.

Merlin tirò un sospiro di sollievo, nonostante gli risultasse ancora difficile articolare le parole.

<< Voi e vostri stupidi scherzi! >> lo accusò il servitore, imbronciato. << Mi spiegate a cosa è servita tutta questa messinscena? >>.

Arthur fece spallucce. << Niente di personale, Merlin; volevo solo prenderla un po’ in giro >>.

<< Avreste potuto usare chiunque, chiunque dico >> sottolineò. << Perché proprio me? >>.

Il principe alzò gli occhi al cielo. << Oh, andiamo >> ribatté con insofferenza, << smettila di cercare una spiegazione per tutto >>.

<< Diamine, eravamo sul punto di… di… fare quello >> gli ricordò il servitore, incapace di pronunciare un verbo che contemplasse loro due in maniera  c o s ì  intima.

Il biondo, in risposta, accennò maliziosamente ad un sorriso.

<< Dunque, mi devi un bacio >>.

<< Come no >> replicò il mago, con ironia, << ce l’ho nella lista delle cose da fare >>.

<< Sicuramente, uno dei compiti meno difficili che ti abbia mai assegnato >>.

<< Oh, sì, uno dei più- >>. Ma Merlin d’improvviso sbiancò, e il balbettio nella voce mise in evidenza il forte stato di nervosismo. << State prendendovi gioco di me, non è vero? >>.

<< Tu che ne pensi? >> ribadì l’altro, sfacciatamente.

Capendo come giravano le acque, il servitore distolse frettolosamente lo sguardo da quello del principe, per poi posarlo sul piatto di fronte a sé, tentando un’ultima, disperata manovra difensiva.

<< Funghi? >>.

 

 

 

Fine.

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

 

Per te Val, che è da quasi un anno che slashiamo fluffamente assieme. xD

Spero ti sia piaciuta abbastanza da rivolgermi ancora la parola. *crossing fingers*

 

Okay, guys, mia prima Arthur/Merlin, yay! *W* Mi auguro ne sia uscito un qualcosa di decente. ò_ò

Fatemi sapere. :3

 

 

 

Anle

 

 

 

 

  
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