A Val, aka Tinebrella,
per il suo
compleanno anche se in ritardo di
otto giorni.
Lo’ ya, tesoro(L).
I’ll
bet you have got a list
[MerlinxArthur]
<<
Io dico di sì >>.
Arthur
incrociò le braccia, accavallando le gambe sul tavolo con fare
sornione.
<<
Cosa? >> la fronte del mago si
corrugò, << Siete forse uscito di senno?
>>.
Il
principe dischiuse le labbra, facendo schioccare la lingua. << Oh, andiamo
>> lo incoraggiò, mentre il suo sguardo saettava sul viso del giovane
servitore, soffermandosi sugli zigomi pronunciati, ora
arrossiti.
<<
Non è una buona idea >> si affrettò ad aggiungere, sperando che il tono
perentorio riuscisse a frenare la lingua decisamente sciolta del
Pendragon.
<<
Non mi pare di aver chiesto un tuo parere >> replicò lui, in
risposta.
<<
Quindi >> Merlin deglutì sonoramente, << questo sarebbe un ordine?
>>.
<<
Esattamente >>.
<<
Be’, allora credo non rientri fra i miei incarichi
>>.
Arthur
gli rivolse uno sguardo eloquente. << Merlin
>>.
<<
No, davvero, non potete costringermi a-! >>.
<<
Che c’è?, vuoi ripetere l’esperienza? >>.
Merlin
sbatté le palpebre, con la bocca semiaperta tra lo sbigottito e l’offeso. << Prego?
>>.
Arthur,
d’altro canto, sollevò gli angoli della bocca, capendo di aver colto nel segno.
<<
Dammi retta >> fece poi, alzandosi, << finiscila, o comincerai col
dar noia anche al popolo >>.
Il mago
aggrottò le sopracciglia, ancora più confuso di
prima.
<<
Non è da tutti concedere la gogna ai piantagrane come te >> seguitò il
principe, avvicinandoglisi; e Merlin fu tentato di indietreggiare. << Vedi
di non usufruire troppo dei privilegi di corte >> lo schernì, battendogli
una mano sulla spalla ossuta, per poi scomparire dietro la
porta.
<<
Credo sappia qualcosa >> proruppe, mentre tentava – afflitto – di ordinare
i vari libri sparsi per la casa.
Gaius,
nel frattempo, controllava dei funghi ammassati in un cestino di vimini.
<< Chi, il principe? >> domandò, con fare
assorto.
<<
Per l’esattezza >> replicò il mago, << quell’ arrogante,
presuntuoso, intrattabile, pieno di sé principe >>.
Il
maestro inarcò le sopracciglia. << Pensavo ti piacesse >>. A quelle
parole, per poco Merlin non rovesciò i volumi appena raccolti fra le
braccia.
Gaius si
voltò appena in tempo per vedere l’allievo eseguire una rocambolesca acrobazia,
nel vano tentativo di non cadere. << Insomma >> proseguì, facendo
finta di nulla, << vi credevo amici >>.
<<
Già >> gli riuscì di dire, dopo che si rimise in piedi, frastornato.
<< Solo che non credo abbia afferrato bene la cosa del dare e ricevere, in
un’amicizia >>.
Il
medico passò ad un altro fungo, sembrando man mano più accigliato.
<<
Mi sfrutta come un asino, quasi lo fossi! >> continuò a lamentarsi, mentre
– dopo aver accantonato i libri in un angolo – si sedeva accanto al
maestro.
<<
Sei un servitore, dopotutto >> gli ricordò l’altro,
pazientemente.
<<
Alcuni compiti non mi spetterebbero… >> bofonchiò, a mezza
bocca.
<<
Che tipo di compiti? >>.
Le
orecchie di Merlin andarono in fiamme. << Nulla, era per dire
>>.
Gaius
sembrò non dargli importanza, troppo preso ad esaminare i miceti. E dopo una terza occhiata, il
medico storse la bocca, contrariato. << Hai ragione >> proruppe,
d’un tratto, guardandolo severo in volto.
<<
Lo dico anch’io: qualcuno dovrebbe dargli un bel-
>>.
<<
Sei davvero un asino >> disse,
e prendendo il cesto, lo porse al mago. << Buttali, a meno che questo non
sia un tuo – quanto mai ottimistico – tentativo di liberarti del principe
>>.
Quando
una testa arruffata fece capolino dalla porta, il sole si era già nascosto
dietro le colline, e la stanza si presentava quasi ormai completamente in
penombra.
Sinceratosi che non ci fosse nessuno, entrò, poggiando la candela, prima
in mano, sul tavolo; con l’altra, dispose piatto e
forchette.
Soddisfatto, fece quindi per uscire, quando una figura fin troppo
familiare lo sovrastò.
<<
Ben tornato, sire >> disse, cercando di essere il più naturale possibile,
nonostante si stesse mordendo la lingua.
Arthur
sorrise, con l’aria di chi la sa lunga. << Cos’è, mi eviti?
>>.
<<
No, figuratevi, io… devo andare >> disse, in un suo inespresso desiderio
di trovarsi il più presto possibile lontano da quella stanza. Ma il principe non
sembrava pensarla allo stesso modo.
<<
Voglio che tu mi faccia compagnia >>.
<<
Oh, sarebbe un onore, ma ho promesso a Gwen di aiutar-
>>.
<<
Seduto >> replicò, perentorio, scostando una sedia e facendogli cenno di
sedersi.
Merlin,
anche se non del tutto convinto, prese posto. << Se proprio insistete…
>>.
Il
Pendragon lo imitò, prendendo a scrutarlo con insistenza; il servo, invece,
cominciò a sentirsi inspiegabilmente a disagio. << Manca l’acqua >>
commentò d’un tratto il primo, del tutto fuori
luogo.
Il mago
si diede mentalmente dello stupido, ticchettando le dita sul tavolo con
frenesia.
<<
Vado a prenderla >> disse, e fece per
alzarsi.
<<
Non ho comunque appetito >> replicò fermo, seguitando a rivolgergli uno
sguardo indagatore; Merlin si risedette,
ubbidiente.
<<
Non hai intenzione di farlo, vero? >> lo colse impreparato il principe,
sempre guardingo.
<<
Sapete come la penso al riguardo >> ribatté l’altro, prontamente, cosa che
non impedì lo stesso alle proprie guance di
arrossire.
Arthur
inarcò un sopracciglio, incredulo. << Hai paura di una ragazza?
>>.
<<
Vostra sorella non è una ragazza
>>.
<<
Ti facevo più uomo, Merlin >> lo provocò, senza
freni.
<<
Be’, anch’io di voi pensavo foste più intelligente, ma questo non vuol-
>>.
<<
Credi sia un gioco, eh? >>.
Il mago
tacque all’istante, avendo il vago sospetto che le cose cominciassero a mettersi
male. Decisamente.
Il
principe si alzò bruscamente dalla sedia, che traballò risentita. <<
Quando ti chiedo di fare una cosa, la devi fare e basta >>.
<<
Ma non ha alcun senso! >> gli
sfuggì maldestramente dalla bocca, e il danno ormai era fatto. Arthur si
rabbuiò.
<<
Insomma, la vostra è solo una stupida ripicca >> tentò Merlin di
rimediare, cosa che non gli riuscì fin troppo bene.
<<
Ti avverto, Merlin, non una parola di più >>.
<<
Avanti, ammettetelo >> seguitò invece, forte del fatto che la pazienza del
Pendragon stesse cedendo, << io vi piaccio
>>.
Arthur
rimase con la bocca socchiusa, incapace di replicare ad una cosa talmente
assurda. Ridicola, davvero.
<<
Altrimenti per quale motivo mi ordinereste di baciarvi, usando come scusa quella
di voler far ingelosire Morgana? >>.
<<
Farnetichi >>.
<<
Allora ponete fine a questa farsa >>. Ora Merlin era in piedi, lo sguardo
deciso, di chi non ammette repliche; quindi aggirò il tavolo e raggiunse il
principe, che nel frattempo non aveva osato fare un
passo.
Il mago
gli era ormai di fronte, sudando freddo: ecco, pensò riluttante, ci siamo. E
mentre gettava un occhio alla porta socchiusa della camera, fece per avvicinare
il proprio viso a quello del cavaliere.
Un paio
di passi concitati in lontananza venne in soccorso del moro, che guardò Arthur
con intesa. << S-se n’è andata? >> sussurrò, la voce che gli
tremava.
Il
Pendragon accennò ad un segno di assenso, che fu sufficiente al servitore per
ritrarsi e rimanere finalmente ad una certa distanza dal proprio
signore.
<<
Che ne dite? >>.
<<
Ottima interpretazione >> accondiscese, soddisfatto. << Ci è
sicuramente cascata >>.
Merlin
tirò un sospiro di sollievo, nonostante gli risultasse ancora difficile
articolare le parole.
<<
Voi e vostri stupidi scherzi! >> lo accusò il servitore, imbronciato.
<< Mi spiegate a cosa è servita tutta questa messinscena?
>>.
Arthur
fece spallucce. << Niente di personale, Merlin; volevo solo prenderla un
po’ in giro >>.
<<
Avreste potuto usare chiunque, chiunque dico >> sottolineò.
<< Perché proprio me? >>.
Il
principe alzò gli occhi al cielo. << Oh, andiamo >> ribatté con
insofferenza, << smettila di cercare una spiegazione per tutto
>>.
<<
Diamine, eravamo sul punto di… di… fare quello >> gli ricordò il
servitore, incapace di pronunciare un verbo che contemplasse loro due in maniera
c o s ì intima.
Il
biondo, in risposta, accennò maliziosamente ad un sorriso.
<<
Dunque, mi devi un bacio >>.
<<
Come no >> replicò il mago, con ironia, << ce l’ho nella lista delle
cose da fare >>.
<<
Sicuramente, uno dei compiti meno difficili che ti abbia mai assegnato
>>.
<<
Oh, sì, uno dei più- >>. Ma Merlin d’improvviso sbiancò, e il balbettio
nella voce mise in evidenza il forte stato di nervosismo. << State
prendendovi gioco di me, non è vero? >>.
<<
Tu che ne pensi? >> ribadì l’altro,
sfacciatamente.
Capendo
come giravano le acque, il servitore distolse frettolosamente lo sguardo da
quello del principe, per poi posarlo sul piatto di fronte a sé, tentando
un’ultima, disperata manovra difensiva.
<<
Funghi? >>.
Fine.
Note dell’autrice:
Per te
Val, che è da quasi un anno che slashiamo fluffamente assieme.
xD
Spero ti
sia piaciuta abbastanza da rivolgermi ancora la parola. *crossing
fingers*
Okay,
guys, mia prima Arthur/Merlin, yay! *W* Mi auguro ne sia uscito un qualcosa di
decente. ò_ò
Fatemi
sapere. :3
Anle