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Autore: sarasuskind    11/10/2015    0 recensioni
la scrittura ha un potere allucinante: denuda l'autore e fa riflettere il lettore
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Alcune emozioni devono essere raccontate; ma comprendo e condivido la paura del poeta e di colui che prova l'emozione nel raccontare ciò che sente. Mai più la sensazione percepita tornerà, ed è per questo che si nota l'impossibilità umana nel descrivere concetti astratti ormai passati. Ma al contrario se il poeta dovesse mai ritrovarsi in quello stato d'animo ancora una volta, deve tentare di scriverne. Ma deve anche sapere che non potrà mai lontanamente avvicinarsi alla sensazione reale. Perciò il poeta vedrà davanti a sè il limite, un confine non superabile a parole. Tutti i poeti sono formati da creatività, passione e infinita tristezza, perchè a differenza delle persone normali,vedono quel limite nel trasmettere il flusso di universi nella loro testa.
Il poeta non è più sensibile di altri, ma al contrario se fosse per lui parlerebbe del mondo in una maniera volgare, sporca e cruda. Ma vuole ammaliarci con dolci parole, metafore argute e descrizioni così vivide. Lui ci inganna. Il poeta è davvero coraggioso, lui conosce bene il suo muro-limite: parecchie volte a tentato di scavalcarlo,senza mai riuscirci.
Io in questo momento ho una paura folle di scrivere. Alcuni la definiscono la tortura peggiore per l'anima e la mente. scrivere consuma le dita, spreme la mente, aumenta il flusso di sangue al cuore, inganna gli occhi, mortifica e fa innamorare l'anima.
la penna fa l'amore con il foglio.
l'inchiostro penetra la carta.
creano vita.
Nessuno conosce ancora quella vita, apparte il poeta. Egli da un lato, vuole condividere tutto, ma davvero tutto. Ma se poi agli altri non potesse piacere? Se non potessero capire le sue parole? Egli ne morirebbe. Peggio ancora se ne rimanessero indifferenti. Ciò lo condurebbe a una vita di catene. Catene che solo lui potrà un giorno togliersi.
Ma ciò che più lo spaventa è il racconto di un sogno, andare a scavare nel proprio subconscio, che lo lascia senza fiato, parole e inchiostro. Si ritrovano a ripercorrere le notti senza tempo nere senza luna. Molte volte ricorda sprazzi di altre realtà, nella quale è stato solo ospite nelle ore precedenti.
proprio quelle ore l'anima compie la sua trasmigrazione fuori dal corpo, si siede cauta e osserva cosa il corpo compie senza di lei. E quello che vede è agghiacciante. L'anima del poeta, che è essa stessa il poeta, si disgusta. il poeta è bestialmente furioso con se stesso. Si vede ammaliare le puttane, bere quel vino che da sveglio disprezza. Si osserva giocare i soldi che nel giorno, da intendere come periodo di lucidità, ha guadagnato scrivendo.
Il poeta ha due anime perciò: nel giorno sente, percepisce le emozioni, ne scrive, audace e coraggioso, accarezza le guance della moglie e annusa i capelli profumati del proprio figlio, vivendo una vita invidiabile. Ma nella notte la sua bestiale crudeltà, della volgarità che risparmia alla penna e al foglio, esce sotto forma di scellerattezze e crimini indicibili. E violenta le donne. Affoga la sua gola nell'alcol. Impreca.
ll sogno finisce, il poeta piange.
E' forse questa la dura vita di chi scrive: non si denuda davanti agli altri, bensì davanti a se stesso. E si fa davvero schifo.
   
 
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