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Autore: screaming_underneath    11/10/2015    3 recensioni
Non sai spiegarlo. Non sei abbastanza bravo in questo genere di cose.
“Ho sognato di essere donna. Avevo le tette ― grosse, e
cazzo, pesano, come fate a correre con quegli affari, è un mistero, io poi starei tutto il giorno a fissarmele ― e la pancia. La pancia, sì, Rach, ero fottutamente incinto, niente sbagli. E c'era Jake e il resto del branco che erano tutte donne. Te lo giuro [..]"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Paul Lahote, Rachel Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Note (in)utili: La Meyer scrive genderswap sulle sue stesse storie e a me partono le fanfiction. 
La prima cosa cui ho pensato leggendo la notizia è stata "Ma quindi, adesso tutti i Lupi diventano Lupe?" e ammetto di aver riso. Pesantemente. Perché mi sono visualizzata fem!Jacob ed Edward. Capitemi. LOL
Il pensiero dopo invece è andato al Branco: se prima Leah era un po' l'emarginata e passava il suo tempo (giustamente) incazzata, pensatelO unico maschio in un branco di lupE mestruate. Un incubo.
In tutto ciò, ho unito vari scleri che il mio cervello stava avendo e ci ho infilato dentro i due personaggi che più amo scrivere in questo fandom. Il risultato è una boiata, ma ho riso scrivendola, e non mi succedeva da un po'. Le magie che entrando nella testa di Paul Lahote succedono.




 

Fourth Wall



«Come viene definito? “Rompere la quarta parete”?»
Rachel ti da' le spalle. Armeggia con il frullatore; questa è la settimana del frullato di banane. Indossa un maglione verde bottiglia, largo e lungo fino alle ginocchia, spessi calzettoni di spugna e nient'altro. È di nuovo una di quelle giornate in cui non sopporta portare i pantaloni. Anche di schiena, la rotondità della pancia è ormai ben visibile. Lei non ti crede ― non ti ha mai creduto, neppure prima, ma adesso non sopporta neanche che tu provi a pensare ad una cosa del genere ―, ma non è mai stata più bella. “Tieni tu un Alien nove mesi nella pancia e dopo dimmi se hai ancora voglia di sentirti sexy”, è quello che ti dice parlandoti col solo ausilio d'un sopracciglio alzato. “Cammina tu con un pallone da basket troppo gonfiato che ti preme costantamente la vescica e lo stomaco e tutto il resto e poi vediamo che ne è del tuo sex appeal”… e 'fanculo, Paul, il tuo parere di maschio della coppia non è contemplato. Anche quando l'unica cosa che vorresti dirle è che non serve niente di più di una felpa sformata e un paio di boxer rubati dal tuo cassetto per fartela desiderare follemente, imprinting o no, pancione e smagliature o meno.
«Cosa?» Rachel si volta, parlando forte per sovrastare il rumore del frullatore in azione.
Non l'hai ancora vista in faccia, dal tuo ingresso in cucina, a malapena ti ha detto buongiorno; comunque, non sembra di malumore, solo molto stanca. L'ennesima notte di poco riposo ha aggiunto nuove sfumature di ombre alla pelle sotto i suoi occhi. Ha raccolto i capelli in una coda, per non sentirli sul collo ― questa fissazione è ormai al quarto mese di vita e vince a mani basse contro i mutevoli bisogni di specifiche marche di biscotti e il settimanale cambio di gusti in quanto a frutta. Nel complesso, da' l'impressione di essere contemporaneamente molto più giovane e molto più vecchia di quanto sia in realtà. Boom, le magie della gravidanza!, pensi, e un sottile senso di colpa ti striscia dentro, aggiungendosi a quel groviglio strano che ti si è piazzato come una palla (ah-ah) nel mezzo dello stomaco da quando ti sei svegliato.
Tua moglie ti guarda, incuriosita, le braccia incrociate al petto, sopra la piccola luna dove la vostra Alien ― che ufficialmente avrà nome Melinda ― riposa, godendosi le ultime settimane nel grembo materno. Apri la bocca, prendi fiato; la richiudi. Alla fine, decidi che giocherellare coi cereali, ormai diventati una pappa rigonfia di latte nella scodella, è la scelta migliore. Ti si è troncato l'appetito, un evento che non ricordi esserti mai accaduto. Men che mai da quando il Lupo ha fame-fame-fame.


Non sai spiegarlo. Non sei abbastanza bravo in questo genere di cose.
“Ho sognato di essere donna. Avevo le tette ― grosse, e cazzo, pesano, come fate a correre con quegli affari, è un mistero, io poi starei tutto il giorno a fissarmele ― e la pancia. La pancia, sì, Rach, ero fottutamente incinto, niente sbagli. E c'era Jake e il resto del branco che erano tutte donne. Te lo giuro. E la cosa più inquietante di tutto questo era che sapevo, sapevo che qualcuno stava pasticciando con noi. Ci incasinava di proposito, si divertiva a vederci lì, un circolo di donne nude dopo la trasformazione che non capiscono un cazzo di quel che sta succedendo e sì, dai, facciamo che Paul è incinto e Rachel in realtà è un modello alto due metri che pare uscito da Abercrombie & Fitch, sarà divertente. Era come uno di quei libri di King, Rach, quelli che ti piacciono tanto, coi protagonisti che sanno di essere dei personaggi di un libro e conoscono il loro scrittore e tutte quelle porcate, solo che noi stavamo lì, parlavamo di ragazzi e assorbenti e trucco e io avevo la pancia, cazzo, la pancia ed ero incinta e c'era questa tizia, questa scrittrice che non aveva niente di meglio da fare che pasticciare col nostro sesso e farci venire le crisi d'identità di genere solo perché poteva farlo, era un suo diritto, ci aveva creato lei e in fin dei conti potremmo essere tutti dei personaggi di un libro in balia di una scrittrice coi cinque minuti che scrive e ricancella e riscrive la stessa storia tutte le volte in modo diverso, e potremmo essere donne uomini oppure persino un cane o un tappeto, che ne sai, è lei che manda avanti la baracca anche se non mi dispiacerebbe chiederle quanti soldi ci fa, lucrando sopra la vita di qualche dozzina di poveri, indifesi personaggi che tutto si aspettano nella loro vita tranne essere manomessi a questo modo, magari un giorno ti svegli e scopri che adesso devi pisciare da seduto, hai una squadra di calcio di bambini e il marito ti ha mollato perché sei un cesso ambulante e lui è un cazzo di modello di Abercrombie, figurati se vuole vivere con te e...”


«Paul?»
Il frullatore tace; la voce di Rachel cade dall'alto, proprio sopra la tua testa. Devi essere stato via per un po'.
«Era solo un brutto sogno, Rach. Lascia perdere» minimizzi, con una alzata di spalle.
«Sicuro?»
Pensi a Jake, Jacob Black, Jacob il fratello di tua moglie versione donna, coi capelli più lunghi di quando era nel suo momento di ribellione e infatuamento per Bella Swan, con le tette. Pensi alla sensazione di avere non solo un grembo, cazzo, ma addirittura una vita sospesa sotto il tuo ombelico, una sensazione che non capisci come sia possibile che il tuo cervello abbia potuto creare, visto che sei totalmente, definitivamente uomo ― un uomo con una moglie incinta al suo fianco, sì, e forse, ma no, di certo sarà quello, non è vero, Paul? Pensi alla donna seduta alla scrivania che scrive e scrive, quella che ti pilota come un pupazzo e decide la tua vita al posto tuo, e ti incazzi un po'. Pensi che dovresti bere meno il venerdì sera, non hai più l'età per reggere l'alcool.
Pensi che sono tutte stronzate.
«Sicuro».
Mentre abbracci Rachel, posando la testa sulla sua pancia per sentire Melinda tirare calcetti, scoppi a ridere.
Magari le racconterai soltanto la parte in cui un Jacob tettuto flirta in modo disperato con Edward. Quella è una bella storia.

   
 
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