Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    12/10/2015    1 recensioni
Piccola avventura del ladro gentiluomo in terra inglese. Lui e il suo inseparabile socio Jigen sono impegnati nel furto di una statua, custodita da un personaggio un po' particolare. Inoltre si scoprirà che Lupin ha un certo debole per Shakespeare...
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Koichi Zenigata, Lupin III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serie: Lupin III
Genere: Azione, Avventura
Rating: Verde
Avvisi: Nessuno
Disclaimers: Tutti i personaggi presenti, tranne uno, sono di proprietà di Monkey Punch.



Un po' di saggezza


Tutto stava procedendo come previsto, niente sembrava poter fermare la loro avanzata...
Quella notte Lupin e il suo socio Jigen si erano introdotti con successo nella villa del signor Jeremy Carroll, un noto imprenditore della zona di Manchester, per rubare una preziosa statuetta, conservata dal proprietario in una specie di bunker. L'edificio di lusso si trovava nella tranquilla e aperta campagna inglese ed era la classica dimora su più piani posseduta in passato da qualche nobile, ormai deceduto. Nonostante i vari sistemi di sicurezza, i due ladri riuscirono ad entrare nella villa senza alcun problema: una volta scavalcato il cancello in ferro battuto, Lupin prima fece impazzire i cani da guardia gettando nel giardino uno spray che conteneva l'odore della femmina in calore, poi aprì una delle finestre praticando un foro con una punta in diamante e per concludere lui e il suo socio fecero visita alla guardiola di fronte al bunker, dove misero facilmente fuorigioco le due guardie che vi erano all'interno.
Aperte le porte del bunker, Lupin si concentrò sull'ultimo ostacolo che lo divideva dalla statuetta: una massiccia cassaforte verde, posizionata su un lato della stanza. Cercando la concentrazione più alta possibile, il ladro gentiluomo si posizionò davanti la cassaforte ed iniziò a girare lentamente la rotella, alla ricerca della combinazione giusta. Fu un lavoro molto complicato, ma alla fine l'abilità da scassinatore di Lupin fu superiore alla resistenza della cassaforte e tutto contento il ladro mostrò la tanto desiderata statuetta al suo socio Jigen, che però rimase un po' deluso nel vederla.
«Non mi sembra un granché... ho visto cose più costose al mercatino delle pulci!» commentò il pistolero. La statuetta, alta poco più di trenta centimetri e a forma di falco rosso, sicuramente non aveva un grande valore intrinseco, essendo fatta in rame e argento, ma Lupin spiegò al suo socio il perché era così importante per lui.
«Questa statuetta, mio caro Jigen, ha una bella storia alle sue spalle! Apparteneva ai Tudor, storica casata inglese, che la considerava come una reliquia... si dice che addirittura la regina Elisabetta I fosse innamorata di questa statuetta!»
«Interessante... e poi come continua la storia?»
«Dopo la fine dell'epoca vittoriana, il nostro falchetto è scomparso chissà dove, ma poi all'improvviso eccolo riapparire in un'asta a Londra, qualche mese fa. Dopo un acceso testa a testa, il falchetto è finito nelle mani di Carroll, che poi ha costruito questo bel bunker su misura per la sua cassaforte!»
«Cavolo, ci teneva proprio a quella statuetta!» esclamò Jigen.
«In fondo è un piccolo capolavoro artistico! Chissà cosa avrebbe detto Shakespeare, se lo avesse visto... ci avrebbe scritto sopra un intero poema!»
«Ora non mi sembra il caso di perder tempo! E poi la letteratura straniera non è mai stata il mio forte!»
«Hai ragione, mon ami! Meglio filarcela a gambe levate!»

I ladri stavano per tornare indietro, ma all'improvviso il potente suono dell'allarme riecheggiò in tutta la stanza, spaventandoli non poco. I due si guardarono attorno e poco dopo sentirono un potente rimbombo, causato dalle porte del bunker che si erano chiuse di colpo. Lupin non riusciva a crederci, ma lui e il suo socio erano stati catturati!
Preso alla sprovvista, il ladro dalla giacca rossa provò a forzare l'unica uscita, ma questa non si spostò neanche di un millimetro. A quel punto Jigen provò a cercare qualcosa di utile nella sacca che si era portato Lupin, ma si fermò quando sentì una voce che proveniva da un altoparlante presente nel bunker, dal tono familiare e alquanto contento: dall'altra parte della porta c'era l'ispettore Zenigata, che aveva ideato quello stratagemma per fermare il famoso ladro gentiluomo.
«E' inutile provarci, Lupin! Ormai non hai più via di scampo!»
«Oh, Zazà! Pure tu qui, tra le campagne inglesi?»
«Allora Lupin, che ne pensi della mia trappola?» domandò l'ispettore, colpendo per due volte la porta con il palmo della mano. «Semplice, ma geniale!»
«Lo ammetto Zazà... migliori invecchiando, come il whisky!»
«Non è il momento di essere spiritosi, signor Lupin!» affermò una seconda voce, con tono minaccioso.
«E chi è costui?» domandò Lupin.
«Non ci siamo ancora presentati, ma io sono Jeremy Carroll, proprietario della statuetta che voleva rubarmi!»
L'imprenditore inglese era un uomo sulla quarantina d'anni e la sua figura non passava di certo inosservata: era alto più di un metro e novanta e in passato aveva certamente praticato parecchio sport, forse basket o rugby. Di carnagione chiara, Carroll aveva i capelli ricci, quasi brizzolati, e gli occhi marroni, con i quali seguiva ogni mossa dell'ispettore. Era sicuramente una persona arrogante, infatti ogni volta che si prefissava un obiettivo, era sempre sicuro di ottenerlo e alle volte si dimostrava veramente cinico.
«Piacere mio!» affermò Lupin, cercando di prendere un po' di tempo per riflettere. «Peccato che ci sia questa porta che ci divide, avrei voluto proprio conoscerla!»
«Anch'io potrei dire la stessa, ma purtroppo il nostro incontro finisce qua!» commentò Carroll, entrando nella guardiola di fianco al bunker e schiacciando un bottone su una tastiera di controllo. «Addio, signor Lupin!»
«Ehi, che sta facendo?» chiese Zenigata, raggiungendo l'imprenditore. Poco prima di entrare nella guardiola, l'ispettore sentì uno strano soffio artificiale provenire da dentro il bunker. «Ma... che cos'è quel rumore?»
«E' gas, ispettore! Nel giro di cinque minuti il bunker ne sarà pieno...»
«Ma così Lupin morirà soffocato! Lei è completamente pazzo!»
«Dovevamo prenderlo con ogni mezzo, ricorda?» affermò Carroll sghignazzando.
Nel frattempo Lupin e Jigen, mettendosi una mano davanti alla bocca per respirare meno gas possibile, cercarono un modo per fuggire dal bunker. Controllando nuovamente la sacca, Jigen trovò un pacchetto di esplosivo al plastico, che Lupin si era portato dietro nel caso la cassaforte avesse dato più noie del previsto. Il ladro dalla giacca rossa subito propose al pistolero di far saltare la parete del bunker che dava verso l'esterno, ma quest'ultimo si oppose fortemente: con tutta quella carica esplosiva, entrambi sarebbe saltati in aria! Vedendo il suo socio agitato, Lupin lo rassicurò dicendogli che aveva un piano che non poteva fallire...

All'interno della guardiola Zenigata provò disperatamente a fermare il gas che entrava nel bunker, ma fu tutto inutile: come spiegò Carroll, una volta attivato il meccanismo non poteva più fermarsi. A quel punto l'ispettore non sapeva più cosa inventarsi, ma all'improvviso una tremenda esplosione fece sussultare tutta la villa, facendo addirittura cadere Zenigata a terra. Preoccupato, Carroll schiacciò il pulsante che apriva la porta del bunker e vi corse dietro, subito seguito dall'ispettore che nel frattempo si era rialzato. Entrambi non riuscivano a credere ai loro occhi: tutto si trovava sottosopra, a parte la cassaforte in cui era custodita la statuetta, e sulla parete opposta alla porta c'era un enorme foro, largo almeno un metro. La disperazione di Carroll fu tale che rimase immobile, al centro della stanza a fissare la campagna notturna che si intravedeva dalla parete, mentre Zenigata imprecò contro Lupin, per l'ennesima volta era riuscito a sfuggirgli.
Nello stesso momento, ma qualche decina di metri più avanti, i due ladri stavano correndo come disperati nel buio della campagna inglese, lasciandosi alle spalle la villa di Carroll.
«Stavolta ce la siamo cavata per il rotto della cuffia!» commentò Jigen, ancora incredulo.
«Te lo avevo detto che avrebbe funzionato!» ribatté Lupin, stringendo in mano la statuetta. «E questo falchetto ora è nostro!»
«Non pensavo che quella cassaforte fosse così robusta, era proprio a prova di bomba! L'idea di usarla come protezione è stata geniale Lupin, anche se all'inizio mi sembrava un'idea assurda!»
«Ricordati Jigen che "il pazzo pensa d'esser saggio, mentre il saggio sa d'esser pazzo!"»
«Citi ancora Shakespeare?»
«Ovviamente!» esclamò Lupin, con un ghigno beffardo.


Fine
  
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