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Autore: DarkRose86    17/02/2009    8 recensioni
“ Ehi, si usa chiedere scusa, in questi casi. ”
ricordò l'Hoshigaki alla sconosciuta, che pero' scostò lo sguardo e si allontanò, senza proferire parola.
“ Ehi! ” insistette l'uomo, osservando i capelli corvini ondeggiare al vento,
e le gambe un poco scoperte muoversi velocemente.
Ma ella non rispose; fuggì via, confondendosi fra la folla,
e ben presto uscì fuori dal suo campo visivo.
Kisame sospirò rumorosamente, proseguendo per la sua strada,
pensando che di gente scortese ce n'era un bel po', in giro.
Pero' era proprio bella... chissà se l'avrebbe mai rivista.
.KisameItachi.
[ Alternative Universe, Cross Dressing! ]
4^ classificata alla 5^ edizione del Contest 2Weeks, indetto da Kurenai88
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Kisame Hoshigaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Allora... la seguente fanfiction si è classificata QUARTA alla 5^ edizione del Contest 2Weeks , indetto da Kurenai88 sul Forum di EFP, e si è addirittura aggiudicata il PREMIO DELLA GIURIA. *___*
Non so... non trovo le parole adatte per esprimere la mia gioia; e dire che si tratta della mia primissima Kisame/Itachi. xD 
Ringrazio infinitamente Kurenai, che si è data da fare nello scrivere i giudizi perfino mentre era ammalata: grazie Miki, davvero, sei un tesoro! *__* E complimenti a tutte le altre partecipanti, in particolar modo alle podiste!

Attendo le vostre impressioni, buona lettura. ^_^

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Hana Yori Dango!

[ Meglio i Dango che i Fiori ]


San Valentino... che stupidaggine! ” sbuffò Kisame, calciando una lattina vuota abbandonata sull'asfalto. Attorno a lui, tutto era in subbuglio: code interminabili ostruivano le entrate dei negozi, presi d'assalto a causa di quella festa inutile. La festa degli innamorati... per lui non aveva alcun senso, niente altro che un'insulsa trovata atta a far spendere soldi senza un valido motivo. Lui non ne aveva bisogno; stava bene da solo, e non intendeva per nessun motivo alterare quella condizione di benessere. O almeno, questo era ciò che pensava...

Stonk!

Avvertì un improvviso dolore allo stomaco, così abbassò lo sguardo, specchiandosi in un paio di occhi dal colore indefinibile; lo scrutavano attenti, così profondi da dare i brividi.
Ehi, si usa chiedere scusa, in questi casi. ” ricordò l'Hoshigaki alla sconosciuta, che pero' scostò lo sguardo e si allontanò, senza proferire parola. “ Ehi! ” insistette l'uomo, osservando i capelli corvini ondeggiare al vento, e le gambe un poco scoperte muoversi velocemente. Ma ella non rispose; fuggì via, confondendosi fra la folla, e ben presto uscì fuori dal suo campo visivo.
Kisame sospirò rumorosamente, proseguendo per la sua strada, pensando che di gente scortese ce n'era un bel po', in giro. Pero' era proprio bella... chissà se l'avrebbe mai rivista.

Il destino è beffardo, e lui se ne accorse qualche giorno dopo, più precisamente il 14 febbraio; proprio in occasione di quella stramaledetta festa.
Ma... sei tu! ” esclamò, correndo incontro all'affascinante sconosciuta, seduta tranquillamente su una panchina, intenta a mangiare dango. [*]
Lei, strano ma vero, non degnò di uno sguardo il povero interlocutore, che borbottò qualcosa d'incomprensibile, probabilmente qualche parola non propriamente gentile.

Sai... mi irritano le persone come te. ” asserì, stavolta freddamente; non intendeva dargliela vinta, sebbene si sentisse attratto come da una calamita.
Allora vattene. ” sibilò la creatura senza nome, lanciandogli un'occhiataccia.
L'uomo non rispose, si limitò a sedersi anche lui, mangiandosi con gli occhi quella paradisiaca visione: le labbra, abbellite dal rossetto color rosso fuoco, chiuse attorno a quel cibo così... particolare; le mani curate dalle lunghe dita affusolate, e le gambe accavallate, “coperte”da una graziosa gonna in stile gothic lolita, e da un paio di calze a rete. Stava maledettamente bene con quei vestiti addosso. Notò, pero', che c'era qualcosa di strano: il suo fisico non era come quello di tutte le altre donne. Era... diverso. E anche la sua voce, per quel poco che l'aveva sentita, non lo convinceva.

Come ti chiami? ”
Silenzio.
Ok, ora mi sto innervosendo. ”
Kami, che tipo dannatamente loquace, pensò, mentre addentava quella prelibatezza che tanto adorava. Si alzò, facendo per andarsene, ma l'altro l'afferrò per un braccio, attirandola verso di sé; questo bastò a farli cadere entrambi, goffamente, sull'asfalto.

Scusa... ” mormorò Kisame, ritrovandosi disteso sopra di lei, mentre i passanti li guardavano incuriositi, ridacchiando indicandoli.
Dannazione... sei proprio un fottuto idiota. ” bofonchiò, cercando di scrollarselo di dosso.
Quel tono di voce...
Quel petto sotto di lui, così... piatto?
Ma... sei un uomo? ” domandò l'Hoshigaki, spalancando gli occhi per la sorpresa.
La cosa t'infastidisce? Togliti, sei pesante. ” disse l'altro, scostante anche in quel frangente; i due si alzarono, scuotendo i vestiti impolverati.
Certo che sei strano, tu! Allora, vuoi dirmi il tuo nome? ” insistette; alla fin fine, il fatto che si trattasse di un uomo – un uomo molto particolare, indubbiamente - , lo incuriosiva e affascinava.
Uff... ” sbuffò il ragazzo, “ ...Itachi. Itachi Uchiha. Ora piantala di infastidirmi. ”
E con quelle parole si allontanò, lasciandolo lì sul quel viale, in balia di emozioni che mai prima di allora aveva provato; cos'era quella strana sensazione?
Beh, qualsiasi cosa fosse, non poteva restargli indifferente. Attrazione? Eccitazione? Amore? Non sapeva spiegarlo. L'unica cosa di cui era certo, era che quel tizio vestito da donna lo intrigava, per qualche oscuro motivo.
E corse. Corse a perdifiato, nel tentativo di raggiungerlo. Voleva saperne di più, esigeva risposte a quelle domande che gli affollavano la mente. Una su tutte: perché?

La determinazione premia. Lo scorse, stava girando la chiave nella serratura della porta di quella che evidentemente era casa sua: una palazzina anonima, spoglia. Le mura, di un grigio spento, mettevano quasi tristezza.
Col fiatone, mosse gli ultimi passi verso Itachi, che lo guardò stranito.
Ma che vuoi da me? ” gli domandò, allontanandosi di qualche metro, incerto sul da farsi.
Sapere perché. ”
Perché... cosa? ”
Non capiva, il moro. Non capiva perché quell'assurdo tipo dai capelli tinti di blu lo stesse seguendo, né il motivo di quella domanda.
Perché ti vesti così... e perché mi attrai così tanto. ” gli lanciò un'occhiata che voleva essere seducente, ma in risposta ricevette... niente. L'espressione dell'Uchiha non cambiò di una virgola. Come poteva restare così impassibile, di fronte a quella sorta di dichiarazione?
Ok, adesso mi sono stufato. Ciao. ” disse poi, irritato, dandogli le spalle. Si allontanò a passo svelto, profondamente deluso da tutto ciò; perché doveva sentirsi attratto proprio da un tipo asociale come quello? E per giunta, erano passati solo pochi giorni, da quando lo aveva incontrato per la prima volta. Non aveva senso, non poteva averne. Eppure quelle sensazioni lo confondevano, al punto da farlo tornare indietro.
Non ti eri stufato? ” lo schernì il moro, ancora sulla porta, quasi divertito dal suo comportamento totalmente incostante. E Kisame, incredibilmente, poté scorgere un timido sorriso, sul suo volto.
Allora sei capace di sorridere. ” constatò, avvicinandoglisi.
Io non credo. ” disse l'altro, alzando gli occhi al cielo.
Perché? ”
Basta con tutte queste domande. ”
Il suo sguardo si fece scuro, come pochi minuti prima; non sopportava che gli venisse chiesto il motivo delle sue azioni, perché gli tornava in mente il passato che desiderava con tutto sé stesso cancellare. Il giorno in cui aveva messo fine alla vita dei suoi genitori con la freddezza di un assassino seriale, e quello in cui aveva abbandonato per sempre suo fratello Sasuke; colui che lo considerava un eroe, prima di scoprire che i due fiori che lo avevano dato alla luce erano stati recisi proprio da chi ammirava di più. Già, i fiori... quelli
che aveva visto sbocciare quando per giorni e giorni si era rifugiato in quella sudicia capanna, in cui aveva dormito assieme al suo otouto, ormai freddo, pallido, inerme. E quelli che decoravano la città in cui era andato ad abitare, dopo che un povero diavolo era stato accusato di omicidio al posto suo. Aveva finito per odiarli, sebbene fossero belli e profumati. Glieli regalavano di continuo, anonimi ammiratori, certi della sua identità femminile; ma si sbagliavano. Itachi aveva deciso di vivere nei panni di una donna così, forse, coloro che lo conoscevano si sarebbero infine dimenticati di lui; da giorno in cui per la prima volta macchiò di sangue le sue belle mani, aveva cessato di esistere.
Neanche lui era mai riuscito a capire il perché di tanta efferatezza. Follia? Esasperazione? Mania di protagonismo?

Itachi era pazzo.
Ma anche Kisame, probabilmente, lo era.

Mi fai entrare? ”
Ho detto basta domande. ”
Itachi lo guardò negli occhi, neri come la notte più buia; stranamente, nonostante tutto, gli ispiravano fiducia. Aveva capito, anche se di egli non sapeva nulla, che Kisame era incredibilmente simile a lui. Quest'ultimo gli si avvicinò ancora di più, senza staccare gli occhi dai suoi; e l'Uchiha gli rivolse uno sguardo tra l'eccitato e il divertito, e dopo averlo fatto si domandò che cosa diavolo gli passasse per la testa. Oramai, pero', era tardi per i ripensamenti.

Erano pazzi, sì, ma comunque umani.

E quello fu il San Valentino migliore di tutti, per entrambi.
Il letto di Itachi era piccolo, ma confortevole; e il suo corpo, sotto gli abiti femminili, era quello di un uomo virile e più bello di quanto Kisame potesse immaginare. Quel giorno lo strinse a sé spasmodicamente, non gli importava chi fosse, o da dove venisse. E il moro si sentì nuovamente vivo, grazie a quelle attenzioni che mai prima di allora gli erano state riservate: baci, carezze audaci ma allo stesso tempo dolci, sguardi complici.
Attrazione? Amore? Chissà.
Certo è che Kisame non se ne andò, al mattino dopo. Anzi, lo abbracciò, facendolo suo ancora una volta.

~ ~ ~

Principessa, vorrei regalarle un mazzo di fiori; regalo di San Valentino in ritardo! ” esclamò l'Hoshigaki, porgendogli un mazzolino di margherite raccolte in un'aiuola lì vicino.
Io odio i fiori... ” disse Itachi, rattristandosi.
L'altro, preso alla sprovvista, non sapeva che dire ; voleva solamente scherzare.
...preferisco i dango. ”
Kisame sorrise, cingendogli il collo con le braccia.
Andiamo a comprare una fornitura di dango, allora! ”

Forse, la festa di San Valentino non era proprio così inutile.


The End


Note:

[*] Dango: è una sorta di gnocco giapponese ricavato dal mochiko (farina di riso). Viene spesso servito con tè verde.
I dango vengono mangiati tutto l'anno, ma le differenti varietà sono tradizionalmente mangiate in date stagioni. Da tre a quattro dango sono spesso serviti in uno
spiedo.
Hana Yori Dango!: Un comune proverbio giapponese " Hana yori dango" ( che è traducibile come "meglio i dango che i fiori" ), si riferisce più alla preferenza delle cose pratiche che estetiche.

Source of information: wikipedia





  
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