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Autore: rosatornavolja    12/10/2015    1 recensioni
Maria non ha più l'età, eppure l'amore lo sente eccome. Maria ormai è una rispettabile ed anziana signora, eppure il suo struggente amore la porta lontano, le regala fantasie che nemmeno quando era adolescente le erano mai state regalate.
Una passione struggente, un racconto breve dal finale inaspettato, una storia d'amore fuori dal comune, un amante segreto, un'amica custode della sua segreta passione...
Genere: Introspettivo, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maria si trovava in quel punto della sua vita nel quale il cuore, ormai consunto dall'esperienza, serve solo a far circolare il sangue nelle vene.

Come ogni anziana e rispettabile signora aveva sempre svolto diligentemente i suoi compiti: nutriva suo marito, sistemava con attenzione tutti gli oggetti in modo che fossero ben nascosti negli armadi e nei cassetti stipati di cianfrusaglie, curava la sua cagnolina, la sua più grande amica. 

Ma qualcosa, negli ultimi tempi, era cambiato. Maria ormai sapeva di non avere più l'età per le passioni, l'età per il coinvolgimento emotivo... Ma non riusciva a scrollarsi di dosso le stranezze che le capitavano in quel periodo.

Era diventata distratta, smemorata, confusa e troppo spesso si era ritrovata a sognare ad occhi aperti come un'adolescente. Inizialmente si era spaventata, era corsa dal medico per delle visite di controllo... Ma il dottore non le aveva diagnosticato nulla, se non uno strano rinvigorimento fisico.

Non riuscendo a capire la natura del suo problema, era diventata cupa, pensierosa, inquieta: persino il suo taciturno marito, Rodrigo, si era accorto del mutamento di Maria e glielo aveva fatto notare.

Per molti mesi Maria si era trastullata nella sua indecisione, nella burrasca di sentimenti, senza riuscire ad uscirne. Ma quella sera, seduta sulla poltrona sotto alla luce violenta del lampadario, affiancata da Onda, Maria finalmente capì. Soltanto una malattia potentissima avrebbe potuto destabilizzare il suo corpo fortissimo: l'Amore. Nella sua solitudine inquieta, rinchiusa in quella stanzina per sfuggire ai colpi di mitragliatore del film di guerra che Rodrigo guardava disteso sul divano, Maria si dichiarò, a se stessa e alla sua fedele amica.

"Io lo amo", disse, non urlando nè bisbigliando. lo disse e basta, con quel timore delle novelle innamorate, con quella fredda consapevolezza del suo grosso problema.

"Ma io non lo amo così e basta. Io non lo amo semplicemente. Io lo amo più di ogni mio respiro ed ogni mio confortevole ricordo. Lo amo come una donna che non può più placare l'angoscia del suo navigare verso di lui con il pensiero, lo amo come le gemme amano i rami da cui sono generate."

Onda, la cagnolina, abbassò le orecchie, mesta, compatendo la povera anziana. Con il suo naso da tartufo le fece capire quanto le fosse vicina, quanto capisse i suoi dolori... Ma a Maria non bastava. Il suo amore la struggeva, le succhiava ogni energia di quelle poche rimaste. Non poteva credere di poter ancora provare amore alla sua età... Eppure era così. Il dolore, inoltre, era ancora maggiore di quello che aveva provato in passato, i sospiri di ineffabilità amorosa le toglievano il respiro.

Doveva prendere una decisione: l'amore non sarebbe mai svanito. Le rimanevano pochi anni, forse un decennio, abbastanza tempo da rovinare tutta la vita che aveva vissuto fino ad allora. C'era solo una soluzione.

"Onda, io parto. Me ne vado, torno da lui, non ce la faccio più a restare qui, isolata, sofferente."

La pelosa cagnolina scosse la coda. “Vengo anche io”, sembrava implorare. “Hai bisogno di un'amica, avrete bisogno di un custode del vostro amore segreto”. Maria le sorrise, le passò le dita rugose tra le orecchie pelose, la abbracciò. Il patto era siglato, la decisione era presa: dopo mesi di tormenti, finalmente Maria voleva liberarsi e concedersi al suo segreto amore.

Rodrigo entrò in camera, muovendo il più silenziosamente possibile i suoi passi pesanti. Maria dormiva, con quello strano viso da bambino che da un po' le riempiva lo spazio tra le rughe. Emise un rassegnato sospiro, non sapeva cosa fare: capiva che nella sua silenziosa moglie qualcosa stava andando storto, non si ricordava più dove metteva le cose, macchiava gli abiti, trascorreva ore seduta a guardare le macchie sul muro.

Rodrigo, nonostante sapesse di non essere molto ferrato nella decodifica delle emozioni altrui, quella volta era sicuro. Maria doveva avere un altro uomo: l'amore ha dei segni così inconfondibili che nemmeno uno come lui riusciva a farsi sfuggire.

Che sua moglie fosse innamorata lo turbava non tanto in termini di gelosia, quanto per il fatto che gli sembrava impossibile che una donna della sua età fosse ancora capace di un sentimento del genere; l'uomo doveva essere davvero eccezionale, decise quindi di indagare, rimandando tutto all'indomani. Così posò la testa sul cuscino e la notte finalmente fece calare il suo velo di sogni su quella città della costa tirrenica.

L'alba brillava di uno strano colore quella mattina e si rifletteva nelle iridi del vibrante castano negli occhi di Maria. La casa respirava ancora gli umori umidi della notte ma lei non aprì le finestre, quel mattino. Si alzò con vigore dal letto, sperando di non svegliare Rodrigo. Da sotto il mobile scuro estrasse con cautela la borsa che aveva preparato di nascosto la sera prima, si fece strada al buio e giunse in silenzio in sala. Onda l'aveva sentita e la aspettava in piedi: era emozionata, muoveva la coda agitata. Il loro momento stava arrivando. 

Si vestì in fretta e furia, senza nemmeno coprire la pelle di trucco. Si guardò allo specchio prima di uscire dal bagno: un sorriso le illuminava il volto e una nuova melodia sembrava crogiolarsi nei suoi pensieri visibilissimi dai suoi occhi limpidi. Mangiò qualcosa, buttando giù tutto senza staccare i suoi pensieri dall'immagine meravigliosa del suo amore. Passionale, bello, incredibilmente vigoroso e possente, nonostante l'età avanzata... Era così dolce il pensiero delle ore che avrebbe trascorso con lui, cullata dalle sue braccia, lasciandosi baciare il volto segnato dal tempo, senza aver paura di non essere apprezzata. Onda trotterellava al suo fianco, il sole cominciava a scaldarsi e coccolare la terra con più tenerezza; niente avrebbe fermato Maria.

Zaino in spalla, pulì le poche cose che aveva sporcato per mangiare in modo da non insospettire Rodrigo. Quasi automaticamente, per la forza dell'abitudine, passò uno straccio sul tavolo già pulito e se ne andò lasciandosi dietro quell'ordine che dentro di sé non aveva.

"Andiamo, Onda. Le ore passano in fretta, la vita deve ricominciare."

Le due, cariche di entusiasmo, piene di una nuova femminilità, si incamminarono verso la strada piena di buche, mentre il sole si stiracchiava e mentre il cancello di casa loro sbatteva, non senza un po' di insolenza. 

Rodrigo si infilò la maglia. Si era svegliato presto quella mattina, c'era qualcosa nell'aria che lo aveva agitato. Un tramestio sommesso? Una nuova e frizzante aria che si scioglieva nell'alba? Chissà...

Senza indagare troppo, si infilò imprecando la maglia e i pantaloni. Si poggiò al letto di Maria per alzarsi, ma qualcosa colse la sua attenzione. Il letto era vuoto e sfatto. Dov'era Maria? Che si fosse alzata prima per l'insonnia? Il letto era ancora caldo per il suo corpo, perciò si era svegliata da poco. Senza fare troppo trambusto uscì dalla camera. Fece in tempo ad intravvedere il corpo, solitamente mesto e poco ingombrante di sua moglie, sgattaiolare fiero e dritto come mai lo aveva visto dalla porta d'ingresso. Dove stava andando?

Nonostante il sonno gli annebbiasse i pensieri, Rodrigo comprese subito che in quella uscita c'era qualcosa che non andava. Doveva essere successo qualcosa di davvero importante... 

Forse Maria stava andando a trovare il suo amante? Non lo sapeva, ma decise che lo avrebbe scoperto. Così si infilò la giacca e delle scarpe comode, ingoiò alla svelta un biscotto e si diresse in cortile. Fece in tempo ad intravvedere la mano di Maria che chiudeva con vigore il cancello, mentre afferrava la bicicletta.

La strada che porta al mare in quella città è ancora oggi costellata di buche, ferite nell'asfalto, come se fosse stata presa a strattoni. Quel giorno poi le buche erano piene di acqua piovana: erano diventate piscine di sporcizia, ma l'anziana signora non ci fece caso. Gli oleandri che seguivano il viale sembravano leggermente agitati, come se intuissero l'arrivo di una tempesta, come se fossero in grado di leggere nei suoi pensieri. Da lontano, chiunque avrebbe pensato che quella camminata fosse un semplice allenamento mattutino della signora Maria, accompagnata dalla piccola cagnetta. Ma non era così. Quanto desiderava rivederlo, accarezzarlo, lasciarsi al suo profumo inebriante... La pineta scorreva sotto i suoi piedi impolverandoli.

Nell'incalzante profumo di una primavera che non c'era e che solo Maria vedeva, le due “giovani” attraversarono tutta la pineta.

Rodrigo scansò per poco il bimbo che gli aveva tagliato la strada. Non doveva farsi notare, ma al tempo stesso cercava di non perdere sua moglie di vista. Seguendola, era giunto sul viale a mare, a pochi metri dalla spiaggia. Dunque era lì che si incontravano Maria ed il suo amante. Vicino al mare. Che banalità, che spreco di dolcezza. Con delle pedalate caute ma sostenute pedinò Maria per un bel pezzo, finché lei non si tolse le scarpe e si infilò in spiaggia, sgusciando tra i tavoli vuoti degli stabilimenti balneari fuori stagione. A quel punto fu costretto a fermarsi e a rinunciare.

Legò i lacci delle scarpe tra loro e le appese al suo zaino equipaggiato. Da dietro, chiunque avrebbe potuto scambiarla per una sentimentale ed avventurosa studentessa che amava vedere l'alba autunnale in riva al mare. “Finalmente”, pensò Maria. 

Avanzò qualche passo e lo vide.

Si lasciò sprofondare nella meraviglia di quel potente sguardo cobalto, si lasciò lisciare il capo dalle sue frenetiche e sciolte carezze, il suo alito le sfiorò tutto il volto mentre gocce di baci le coprivano gli occhi. Sopra di loro, un'alba ormai sfatta. Dietro di loro, la piccola Onda, la quale assisteva estasiata alla felicità della padrona.

Maria, con le lacrime agli occhi, finalmente libera, si incamminò al fianco del suo unico vero amore. Camminarono per ore, senza incontrare nessuno. Riempirono l'aria di parole segrete d'amore, scrissero con i loro passi nuove e stupende storie su quella sabbia fresca ancora di notte. Ed infine giunsero al loro piccolo talamo: il Lido.

Tutto era pronto, nessuno stava alla guardia di quella piccola e malmessa barca. Maria sfilò lo zaino dalle braccia, lo scaraventò sulla barcollante imbarcazione. Si assicurò di avere tutto, fece salire Onda, saltò su pure lei e mollò gli ormeggi. Prese il remo che pendeva, inutilizzato, da un lato della barca. Si guardò attorno; nessuno poteva vederla, nessuno l'avrebbe vista. Se ne sarebbe andata in un sospiro, senza che nessuno potesse rendersene conto o soffrire. Infilò un remo nell'acqua e guardò lontano, spingendo con tutto l'entusiasmo che continuava a crescere in lei: l'orizzonte si mescolava con delle nuvole grigie ed autunnali. Il mare oscillava pericolosamente, Onda pareva un tantino sconcertata e perplessa. Ma Maria non si voltò nemmeno un secondo; davanti a lei stava l'increspata immensità del suo futuro, del suo domani, del suo più grande amore, del suo amante. E così Maria sorrise, lasciandosi baciare ancora una volta dai meravigliosi riflessi che, interminabile, il ballo del suo blu amante produceva.

Nessuno mai aveva badato a lei, eppure finì sul giornale.

"Anziana signora scomparsa", diceva l'articolo. Il pomposo giornalista riportava le testimonianze di un pescatore che l'aveva vista allontanarsi su una vecchia barca e quelle di suo marito, che parlava di amante, fuga, tradimento. Rimase un caso irrisolto per un po', nessuno poi se ne curò più.

Restò sempre il ricordo di quella taciturna anziana signora con la sua cagnetta, ma nessuno più la disturbò nella sua eterna ed infinita luna di miele con quel suo forte, antico, irrefrenabile amante...il mare.
   
 
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