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Autore: Greywolf    12/10/2015    3 recensioni
“Smettetela tutti e due!” sbottai sottovoce “Siete voi quelli che ci faranno beccare se non vi date un contegno!”
“Se magari Ginga la piantasse di chiedere quando arriviamo ogni due minuti...”
“Hokuto!”ringhiò l’interpellato “Dacci un taglio!”
“Fate i bravi su,” li riprese con più calma una terza persona “cerchiamo di evitare di perdere tempo in chiacchiere e proseguiamo. Abbiamo una missione da compiere no?”
Una OS molto particolare scritta (in ritardo) per il compleanno del nostro eroe. Spiegare come è nata sarebbe complicato e non so quanti potrebbero apprezzarla. Comunque chiunque volesse intraprendere questa lettura è il benvenuto! ^^
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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“Quanto manca ancora?”

“Stupido! Parla più piano! Vuoi farci scoprire forse?”

“Smettetela tutti e due!” sbottai sottovoce “Siete voi quelli che ci faranno beccare se non vi date un contegno!”

“Se magari Ginga la piantasse di chiedere quando arriviamo ogni due minuti...”

“Hokuto!”ringhiò l’interpellato “Dacci un taglio!”

“Fate i bravi su,” li riprese con più calma una terza persona “cerchiamo di evitare di perdere tempo in chiacchiere e proseguiamo. Abbiamo una missione da compiere no?”

I due si rivolsero un’occhiataccia reciproca per poi allentare la tensione tra loro con un’alzata di spalle, tornando a guardare avanti in silenzio.

“Ti invidio sai, Dylan?” dissi “Prima che riesca a farli zittire io...”

“Basta ricordar loro le priorità,” mi rispose ridacchiando, poi si rivolse alla creatura che mi camminava accanto “non è vero, amico mio?”

“Nido-rino!” fece quello annuendo con la testa.                       

“Lo devo tenere a mente...Attenti!”

Ci fermammo all’istante proprio nel momento in cui due sentinelle si trovarono a pochi passi da noi. Trattenni il fiato e sentii gli altri fare altrettanto. Sperai che fosse sufficiente. Tranne che per i rumori non avrebbero avuto altri modo per individuarci...in teoria.

“Eppure ero convinto che ci fosse qualcuno” fece uno dei due, guardandosi intorno.

“Non c’è niente ti sarai sbagliato,” gli rispose l’altro “sarà la stanchezza... da stamattina dopotutto non abbiamo smesso un attimo di fare avanti e indietro.”

“Hai ragione, bè torniamo alla nostra postazione.”

Nel momento in cui i due sparirono dal nostro campo visivo e ricevetti un colpo che mi confermava che si erano allontanati, traemmo tutti grosse boccate d’aria. Era andata. Mi distesi sulle zampe per allentare i muscoli tesi dall’immobilità della posizione in cui mi ero bloccata. Nidorino crollò a terra riprendendo fiato.

“Non regge molto la tensione” disse Dylan, prima che potessi domandare qualsiasi cosa.

“Non lo avrei mai detto” dissi “ voi, tutto a posto?”

“Come hanno fatto a percepirci? Eppure non dovrebbero poterci riuscire!”

“Magari se ti ricordassi che è importante muoversi non dando nell’occhio...”

“Vuoi prenderle per caso?!”

“Dannazione!” imprecai quando mi salì col piede sulla zampa destra. Anche per  un lupo dalla pazienza come la mia – e dalla profonda coscienza di quelle due teste calde che litigano ma che in fondo si vogliono un bene dell’anima –quello era troppo.

“Se non fate silenzio immediatamente giuro che vi rispedisco dagli altri all’istante.”

Si voltarono a guardarmi per vedere fino a che punto ero seria e ciò che videro probabilmente li convinse che se avessero emesso ancora un fiato le mie parole si sarebbero inevitabilmente realizzate. E visto e considerato il pandemonio che avevano scatenato per dare il via a quell’operazione, non potevano permettersi di essere rispediti indietro.

“Mi sembra che ci siamo chiariti!” ripresi, notando che la minaccia era arrivata a buon fine “Prendete esempio da Kai, non voglio sentire un fiato! Adesso proseguiamo, sapete che non abbiamo tempo! Avanti!”

Ricominciarono a camminare e non ci furono più battibecchi di alcun tipo. Forse ero stata un po’ troppo dura con loro due, dopotutto erano solo agitati ed emozionati almeno quanto lo eravamo io, Dylan e anche Kai che in fondo alla fila ancora non ci aveva ancora onorato di una sola parola.

Forse dire di prendere esempio da lui non era stata una buona idea.

Sentii Dylan accarezzarmi il collo con fare rassicurante, evidentemente aveva percepito che stavo macchinando troppi pensieri inutili al momento. Gliene fui grata immensamente, come ogni volta non mancava dal dimostrare la sua abilità. La mancanza della vista era compensata da così tante qualità che era impossibile elencarle tutte. Peccato lui gli desse così poco valore.

“Di che colore è il tuo pelo, G?”

“Non mi pare il momento adatto per questo tipo di domande.”

“Eh dai! E’ un informazione che potrebbe salvarmi la vita un giorno!”

“Scemo, che dici?” risposi sorridendo  “Comunque è marrone chiaro, quasi rossiccio.”

“Ora posso morire in pace!” fece allargando le braccia.

“Allora vuoi essere tu quello che ci fa scoprire?!” domandò Hokuto mollandogli un pugno in testa. Da quel momento non parlò più.

Attraversammo le stradine buie muovendoci compatti, Hokuto e Ginga al mio fianco, Dylan in groppa e Kai dietro a coprirci le spalle. Raggiungemmo l’edificio che ci interessava e dopo essere stati attenti che non arrivasse nessuno ci infiltrammo nel corridoio. C’era moltissima gente più di quanta immaginassi di trovare.

Sarà che alla fine noi abbiamo sempre meno persone di cui occuparci...

Ci posizionammo in un punto in cui non avremmo corso il rischio di essere urtati e quindi avremmo evitato di rivelare la nostra presenza. A quel punto mi rivolsi ad Dylan.

“Tocca a te adesso, trovalo!”

Girai il collo per osservarlo e lo vidi chiudere lentamente gli occhi, per potersi concentrare meglio. Non ero l’unica, anche gli altri tre lo scrutavano in attesa. Non  fu difficile per me percepire come dal suo corpo traspirasse un sottilissimo velo di aura. Mi meravigliai di quanto fosse straordinariamente capace.

“Non è qui,” dichiarò a un certo punto “è in una stanza con un’altra persona in un piano sotterraneo dell’edificio. Ci sono solo quattro individui tra tutte le stanze e i corridoi.”

"Perchè mai dovrebbe trovarsi in un sotteraneo?" domandò confuso Ginga.

"Forse preferiscono tenerlo in un posto un pò più appartato...hai visto quanta gente c'è qui? Deve essere tutto pieno" riflettè Hokuto.

“Dylan, continua a monitorarli e controlla i loro movimenti!”

“C’è un modo per entrare?” domandò atono Kai, apparentemente molto seccato. Dopotutto la sua presenza lì era un caso veramente eccezionale...

“Da quello che vedo  sono sotto di noi di massimo una quindicina di metri ma non posso dire se ci sia o no un’entrata.”

“Questo non è un problema, possiamo procurarci un passaggio da soli” commentai “Usciamo!”

Ci avviammo verso l’uscita, rischiando di essere scoperti più di una volta. Un bambino in corsa ci venne praticamente addosso, cadendo all’indietro e domandosi contro cosa fosse andato a sbattere. Fortunatamente non si fece male e la madre non prestò attenzione alle sue parole di sorpresa. Noi ci defilammo prima che provasse a cercarci a tentoni.

Raggiungemmo il retro dell’edificio e controllato che fossimo solo, ci rendemmo nuovamente visibili.

“Mi complimento G,” mi fece Dylan, scendendo dalla mia groppa ma restando comunque a contatto con me per farsi guidare “non hai emesso un fiato quando quel bambino ci è venuto addosso!”

“Mi ha dato solo una testata” risposi storcendo il naso “mi sono dovuta mordere la lingua per impedirmi di chiedergli scusa per averlo fatto cadere.”

“Sei sempre la solita” sospirò”Comunque ragazzi, credo che dobbiamo un altro sentito ringraziamento al caro Harry . E’ stato davvero gentilissimo a prestarci il suo mantello dell’invisibilità!”

“Hai perfettamente ragione” convenne Hokuto, ripiegandolo “Ce lo ha spedito per gufo prioritario neanche un quarto d’ora dopo l’arrivo del Charizard messaggero. Quando viene a trovarci gli offriremo un doppio boccale di Burrobirra!”

“Hokuto... cos’era la Burrobirra?”

“State divagando...” il gelido commento di Kai, ci colse impreparati “...qual è il piano?”

“Ehm sì, il piano...allora Dylan, hai agganciato ancora il nostro obbiettivo?”

“Certo”  rispose “La sua aura è molto debole ma la percepisco chiaramente.”

Nonostante la calma che lo caratterizzava persino Dylan cominciava a dar segni d’impazienza. Hokuto e Ginga gi non stavano nella pelle alla partenza figurarsi ora che eravamo così vicini. Kai non diceva nulla ma se aveva deciso di venire dovrà aver avuto anche lui i suoi motivi.

“Segui i movimenti dei quattro che hai detto che sono qui sotto con lui. Dobbiamo localizzare un punto in cui possiamo accedere a questo piano sotterraneo.”

“Ho un’idea migliore” fece Hokuto. Poi diede un colpetto all’amico “Prova ad usare l’Ipervista di Leone Cerchiato.”

Ginga tirò fuori il suo Gear Commander, lo strumento con cui pilotava il gigantesco robot Dendoh e nel quale erano custodite tre delle sette Armi Elettroniche di cui lo stesso si serviva per combattere ma di cui anche il suo pilota poteva servirsi.

“Leone Cerchiato, Installazione!”pronunciò e subito una luce si irradiò dal quadrante della piccola console e una ben nota testa di leone gli si installò intorno al piede. Inspirò un paio di volte, per poi cominciare a guardare in basso spostando lo sguardo da una parte all’altra.

“Individuo anch’io quattro fonti di calore” disse il moro “ è un specie di labirinto di tunnel. Che razza di posto sarà?”

“Amico, concentrati” lo riprese l’altro “Ci serve un punto per entrare.”

“Sì giusto” annuì “Seguitemi!”

Seguì uno strano percorso a zigzag, probabilmente cercando di individuare la zona più idonea in cui aprire un varco. Mentre camminavamo tastavo il terreno con le zampe, cercando di percepire la consistenza del terreno con gli artigli. Non sarebbe stata una passeggiata scavare un passaggio.

“Qui!” esultò Ginga, saltando su un quadrato di terreno “Se non ho una sensazione sbagliato, il nostro soggetto poi è a meno di due corridoi, quattro curve e tre stanze da noi!”

“Bel lavoro” si complimentò Hokuto, battendogli il cinque. Poi tirò fuori anche il suo Gear Commander e disse  “Direi che adesso tocca a me...Unicorno Perforante, Installazione!”

Istantaneamente sul suo braccio destro si materializzò la testa di un unicorno azzurro, il cui corno prese a roteare ad una velocità tale da creare un turbine di vento.

“State indietro!”ci mise in guardia. Tempo di allontanarci che cominciò a perforare il terreno  con estrema precisione, frutto di tanti anni di utilizzo dell’Arma Elettronica. Nell’arco di pochi minuti creò un imponente massa di terra e un ampio buco sufficiente a farci entrare tutti.

Saltammo tutti dentro e finimmo su una lastra di cemento.

“Ginga?”

“Un metro e mezzo di cemento” rispose.

“Cambiamo strategia, faccio troppo rumore a trivellare il cemento. Sai che fare! Drago Infuocato, Installazione!”

“Toro Infuriato Installazione!”

Una testa di toro con due tenaglia come corna, apparvero sul braccio destro di Ginga mentre un compattato drago rosso apparve sulla medesima gamba di Hokuto.

Combinarono altre due tecniche assimilate dalle creature elettroniche. Tagliarono un blocco di cemento con il Raggio Distruttore di Drago Infuocato e impedirono che cadesse rumorosamente co l’ausilio della Mega Pressione di Toro Infuriato. Un perfetto lavoro di squadra.

Ci calammo uno per volta nell’apertura, i ragazzi aiutarono Dylan mentre io ero l’ultima.

“Su G, sbrigati!” fece Ginga incitandomi a saltare “Siamo praticamente arrivati!”

“Non è così facile” risposi tenendo gli artigli ben piantati sull’orlo del buco. Caricai le zampe a molla e alla fine seguii i miei amici. Ovviamente caddi male e trattenni un’imprecazione.

“Non sarebbe stato il caso venissi in forma umana stavolta?” mi chiese Hokuto mentre mi aiutava a rimettermi  sulle zampe “E’ tanto che non diventi un lupo, sei fuori esercizio. E poi insomma... siamo tra amici, non hai motivi per mantenere questa forma.”

“Sto bene” tagliai corto. Sapevo che lo diceva con le migliori intenzioni ma quello restava un tasto dolente “Comunque grazie...”

“Okay” commentò lui “ sbrighiamoci allora. Siamo qui già da... più di un’ora! Possibile che ci abbiamo messo così tanto?!”

“Dobbiamo fare presto! Non possiamo trattenerci a lungo! Dylan, facci strada!”

Lui e Nidorino si misero in testa al gruppo, guidandoci attraverso i corridoi debolmente illuminati da poche lampadine evitando quegli individui che giravano insistentemente per quelle stanze. Ormai  non aveva bisogno che lo accompagnassi, gli occhi di Nidorino erano i suoi. Ci vollero un’altra ventina di minuti prima di raggiungere la stanza che cercavamo. Per nostra sfortuna, due individui si erano fermati  a parlare proprio lì davanti.

“ E adesso?” mormorai, spingendo appena il capo oltre l’angolo per osservarli.

“Siamo arrivati fin qui... adesso andiamo da lui!” fece Ginga “Cinghiale Corazzato, Installazione!”

Il muso corazzato e armato di tutto punto gli comparve al centro del petto. Portò le mani in avanti e condensò una luminosa sfera verde comparì proprio davanti al capo del cinghiale.

“Arresto del tempo!”

La lanciò contro i due uomini e immediatamente quei due si immobilizzarono all’istante. Era stata scagliata tanto velocemente da essere impossibile da intercettare.

“Nidorino, saresti così gentile da tramortirli? Non troppo forte, mi raccomando!”

Il Pokèmon obbedì  e si avvicinò ai due uomini in fretta e in modo da non essere visto direttamente. Poi dal corno si sprigionarono scintille elettriche che investirono i due, i quali non appena l’effetto della tecnica di Ginga si esaurì, si accasciarono al suolo.

“Controllo d’elettricità perfetto per essere un tipo Veleno!” commentai.

“Portiamoli qui dietro, svelti!” fece Hokuto, prendendone uno sotto le braccia e cominciandolo a trascinare verso un altro corridoio. Ginga ed io ci occupammo dell’altro mentre Kai restò al fianco di Dylan.

“Tu rimani qui e tienili d’occhio” disse quest’ultimo poi all’amico “Quando vedi che cominciano a svegliarsi, raggiungici!”

Quello annuì e si sedette a sorvegliargli.

Ci spostammo tutti e cinque davanti alla porta, un po’ trepidanti un po’ nervosi. Ci guardammo reciprocamente in cerca di sostegno. Dylan sospirò e ridacchiammo tutti. Doveva aver percepito il nostro scambio di sguardi.

“Entriamo!”

Hokuto aprì lentamente la porta. Non era una stanza molto grande, c’era un letto e dietro una tendina probabilmente ce ne doveva essere un altro. Ma a noi interessava il primo che ci trovavamo davanti. Lì, abbandonato a un sonno pesante e stanco c’era il nostro amico. Collegato a diversi macchinari per monitorare le sue funzioni vitali, una flebo attaccata al braccio sinistro mentre quel che restava del destro era avvolto da un numeroso numero di bende. Respirava con calma e regolarità ma sembrava davvero stanco.

“Immaginavo fosse messo male... ma non così” ruppe il silenzio Hokuto.

“Accidenti, non riesco a credere che non ci siamo stati per impedire che si riducesse così!” ringhiò Ginga avvicinandosi.

“La mutilazione è una realtà concreta nel corso delle guerre. Poteva andargli peggio” disse apparentemente distaccato Dylan.

“Peggio?! Ti rendi conto che ha perso il braccio? Lui!”

“Ringrazia che sia vivo, Izumo” disse Kai, senza nemmeno alzare gli occhi mentre prendeva uno sgabello e lo sistemava accanto al letto, poi chiamò Dylan e lo aiutò a sedersi.

Ginga stava per ribattere ma Hokuto gli fece cenno di no. Lui strinse i pugni ma poi si lasciò contagiare da quel momento di tristezza. Si accomodarono anche loro, con sedie e sgabelli. Io saltai ai piedi del letto e mi accucciai facendomi più piccola possibile per non disturbarlo. Mi faceva una grande pena vederlo così... non era da lui riposare in quel modo, lui che difficilmente a mala pena prendeva sonno tanto era pieno di energia e di vita.

Eravamo raccolti in un momento di silenzio, nessuno di noi se la sentiva di dire o fare nulla. Poi ad un certo punto Dylan allungò la mano verso la sua, spostandola finché non riuscì a metterla in corrispondenza del polso con un dito premuto sulla vena pulsante. Gli occhi fissi si socchiusero appena e un timido sorriso fece la sua apparizione.

“Starà bene...” mormorò piano, spostando ancora la mano e portandogliela sulla fronte “...ha combattuto strenuamente, dando tutto se stesso. Ha solo bisogno di tanto riposo.”

Parlava con un tale dolcezza e nei suoi occhi c’era un affetto indescrivibile. Percepii quella sensazione dentro di me con una chiarezza tale che mi si inumidirono gli occhi. Inutile dire che Hokuto e Ginga si fecero coinvolgere da me mentre Kai se ne restava a braccia conserte e con un’espressione del tutto indifferente.

Non fa parte del club dei Musi Duri per niente dopotutto.

“A questo punto cosa facciamo?” domandò innocentemente Ginga.

“Bè” gli rispose Hokuto, strofinandosi un occhio “lasciamolo riposare. Non credo sia il caso di disturbarlo.”

“Credo che nulla in questo momento lo sveglierebbe,” commentò Dylan sfiorandogli i tratti del  viso “ il suo corpo è stremato ma il suo spirito finalmente sembra sereno.”

“Cosa intendi?” chiesi.                                                                                                                                          
                              
“Ha adempiuto al suo compito” rispose semplicemente.

“Davvero?” esclamò Ginga “Naruto allora ce l’hai fatta!”

“Non strillare, tanto non ti sente” lo rimproverò Kai, seccato.

“E chi lo dice?” domandò con un sorriso Hokuto. Gli mise la mano sulla spalla buona, stringendola piano “Sei stato grande, amico. Eravamo sicuri che ci saresti riuscito!”

“Nessuno di noi ha mai dubitato delle tue capacità” aggiunsi io, strofinando appena il muso sulla sua mano.

“Fiato sprecato” sospirò il membro dei BeyBreAkers.

“Qualcuno qui dubita che tu ci senta, Campione” fece Dylan “comunque sia, ciò che conta davvero è che da adesso in poi le cose andranno solo per il meglio. Sono certo che sarà così.”

“Direi...che almeno una canzone te la dobbiamo, bello. Che ne pensi Ginga?”

“Mi hai letto nel pensiero!”

Entrambi attivarono dai loro Watch, gli orologi da polso opportunamente modificati che ci erano stati dati in dotazione, l’applicazione per il recupero di oggetti precedentemente rinchiusi in una sorta di armadi digitali. Quale modo migliore per potersi portare dietro le chitarre senza fatica?

“Te la dedichiamo, amico. Da parte nostra e da parte degli amici che sarebbero voluti essere qui con te adesso.”

“E’ un regalo. Lo so, che schifo dirai... dopotutto è una cosa talmente insignificante. Ma sii paziente, okay?”

Accordarono gli strumenti a dovere, poi come sempre, una strofa per uno cominciarono a cantare:

https://youtu.be/PS2W6bGn6xY

Another turning point, a fork stuck in the road
Time grabs you by the wrist, directs you where to go
So make the best of this test, and don't ask why
It's not a question, but a lesson learned in time

It's something unpredictable, but in the end is right.
I hope you had the time of your life.

So take the photographs, and still frames in your mind
Hang it on a shelf in good health and good time
Tattoos of memories and dead skin on trial
For what it's worth it was worth all the while

It's something unpredictable, but in the end is right.
I hope you had the time of your life.

It's something unpredictable, but in the end is right.
I hope you had the time of your life.

It's something unpredictable, but in the end is right.
I hope you had the time of your life

 
 
Abbandonarsi alla musicalità di quelle parole e al suono delle chitarre fu semplicemente splendido. Non c’erano parole da aggiungere, quel momento era perfetto così com’era.
 
“Nidooo!”
 
Il piccolo Pokèmon ci raggiunse come se ne andasse della sua vita, saltando in braccio a Dylan e continuando ad emettere versi disperatamente.
 
“Amico mio, se parli così velocemente sai che non capisco quello che dici” gli disse, accarezzandolo per farlo calmare.
 
“Dubito serva una traduzione” dissi alzandomi e scendendo dal letto “E’ ora di andare.”
 
“Accidenti siamo stati qui così poco!”
 
“Stiamo facendo una cosa pericolosissima amici. Ci siamo spinti molto oltre il limite, dovremmo farcelo bastare” spiegai tristemente. Non potevamo rischiare il Chaos. Elementi di mondi diversi non dovrebbero mai entrare in contatto. Per una volta avevamo uno strappo ad una regola pressoché sacra... ma non potevamo rischiare di essere beccati.
 
“Oh oh”
 
Quel verso mi fece drizzare le orecchie.
 
“Dylan, ma cosa...?” Le parole mi morirono in bocca.
Due limpidi occhi azzurri si stavano lentamente aprendo, uno sguardo dolcissimo fece la sua comparsa, un’espressione che tutti conoscevamo molto bene.
 
“Ti sei svegliato eh, dormiglione?” lo riprese bonariamente il nostro amico cieco, a cui bastava l’aura per capire che Naruto era cosciente.
 
“T-tu? Ma come...?” sussurrò lui con un filo di voce.
 
“Non affaticarti,” lo ammonì “non ha importanza come sono arrivato. L’importante è che sono qui, anzi...siamo qui.”
 
Io mi tirai su sulle zampe posteriore appoggiandomi al letto mentre anche Hokuto e Ginga mi si affiancarono.
 
“R-ragazzi...”
 
“Ehi bello, quanto tempo eh?”
 
“Cerca di non parlare, sarai stanchissimo. Noi siamo venuti solo per una visita.”
 
“Hanno ragione,” convenni “siamo di passaggio, non c’è bisogno di agitarsi”.
 
“M-ma è proibito...” cercò di dire lui,troppo incredulo per riuscire a razionalizzare.
 
“Per una volta anch’io me ne sono infischiata delle regole,” spiegai “siamo venuti a vedere come stavi dopo la grande vittoria.”
 
“Esatto!” esclamò Ginga “Sei un eroe, sono sicuro che hai fatto il culo a tutti!”
 
“Non che sia una novità” ammise Hokuto.
 
“C-come lo a-avete saputo?” ci chiese.
 
“Ragazzi dobbiamo muoverci!” gridò d’un tratto Kai. Un istante dopo sentimmo un vociare dal corridoio e ci ricordammo dei due individui che avevamo tramortito e che sicuramente avevano dato l’allarme.
 
Se fino a quel momento non aveva fatto nulla, Kai in quel momento prese il controllo della situazione chiudendo la porta e barricandola come poteva. Nidorino saltò giù dalle gambe di Dylan e corse a dargli una mano.
 
“Non abbiamo più tempo, mi dispiace Naruto adesso dobbiamo andare” affermò Dylan, alzandosi in piedi.
 
“A-aspettate...glielo s-spiegherò io...”
 
“Grazie amico...ma non potrebbero mai capire. Lasciaci andare...”
 
“Ci rivedremo, è una promessa!” esclamò Ginga, prendendogli la mano “Ci rivedremo tutti alla Base! Quella è la nostra casa quindi quando l’emergenza qui sarà finita potrai tornare! Vero?”
 
“Per una volta ha detto una cosa giusta questo stupido,” convenne Hokuto e mise la mano sulle loro “l’invito è sempre valido. Quando vuoi, quella è anche casa tua.”
 
“Non ci muoviamo di lì!” e dopo un paio di tentativi sbagliati, anche la mano di Dylan si aggiunse.
 
“I ragazzi ti aspettano!” stavolta fu Kai a parlare mentre teneva le mani premute sulla porta in previsione del poco tempo che era rimasto prima che venissero raggiunti “Si stanno allenando come matti per renderti fiero di loro! Ti conviene tornare se non vuoi deluderli!”
 
Non riuscivo a credere che Kai avesse davvero detto quelle cose. Non era da lui, eppure era venuto fin lì, aveva rischiato con noi solo per portare quel messaggio. Anche Naruto sembrava senza parole.
 
A quel punto mi allungai un po’ e portai la zampa a culminare quell’intreccio di mani.
 
“Ti vogliamo bene per non vederti per troppo tempo. Ti aspettiamo a casa.”
 
La presa si fece più forte. A Naruto scivolò una lacrima senza riuscire a trattenerla.
 
“Siamo deboli di cuore, se fai così ci commuovi tutti eh” lo avvertì Dylan con un sorriso.
 
“Scusate...” cercò di dire ma non riusciva a recuperare il controllo “Lo giuro...tornerò.”
 
“Ti prendiamo sulla parola allora!”
 
“Andiamo ragazzi, sono qui fuori!”
 
Sciogliemmo la presa e ci radunammo come all’inizio, compatti e uniti per entrare tutti sotto il mantello dell’invisibilità che Hokuto si stava sbrigando a spiegare e ad allungare sopra tutti.
 
Prima che la porta venisse forzata e quindi prima che sparissimo del tutto, pronti a tornare a casa mi venne in mente un’ultima cosa da dire. Del resto il vero motivo per cui eravamo venuti lì.
 
“A proposito Campione...buon compleanno.”
 
Non appena gli uomini penetrarono nella stanza, noi uscimmo alla stessa velocità. Ci voltammo un’ultima volta a guardare verso il nostro amico che guardava nella nostra stessa direzione. Nel casino non avremmo comunque sentito niente ma ci bastò vedere quel “grazie” mimato con le labbra per non rimpiangere nemmeno per un istante quello che avevamo fatto.
 
Sparimmo in silenzio così come eravamo arrivati. Tornavamo a casa nostra, in attesa di un ritorno promesso. Non vedevamo l’ora.


//////////////////


Rientrata l'emergenza e assodato che nessuno sconosciuto si trovava nella sua stanza, gli uomini della squadra speciale si ritirarono per lasciarlo riposare. Come se prendere sonno dopo quella sorpresa inaspettata fosse così facile. Naruto ancora faticava a crederci... a realizzare che i suoi amici avessero sfidato le leggi che ordinano l'equilibrio tra i mondi solo per sincerarsi delle sue condizioni e per fargli gli auguri.

Come se quel giorno avesse avuto il tempo di pensare come si deve al suo compleanno.

Trasse qualche profondo respiro cercando di staccare la mente e rimettersi a dormire. Per una volta ne aveva estremamente bisogno. Un fugace pensiero si insinuò nella sua mente. Cercò di non darci peso, di rimandare le riflessioni a un momento in cui sarebbe stato più lucido. No, non sarebbe riuscito a dormire se non fosse venuto a capo a quella questione.

"Dylan con l'aura non ha percepito la tua presenza, Sasuke" disse con il tono più alto che potesse permettersi "Solo per me sei rimasto sempre lo stesso?"

Attese una risposta, calcolò venti, trenta secondi. Niente. Forse dormiva. Perchè non ci aveva pensato?

Troppo stanco per resistere ancora, trasse un lunghissimo sospiro. Chiuse gli occhi a in silenzio attese di perdere di nuovo coscienza.

"Auguri, Usuratonkachi."

Non ebbe mai la certezza se quelle due parole fossero solo un'illusione oppure la realtà. Era il suo compleanno, la guerra era finita, il suo migliore amico era livido, stanco e martoriato nel letto accanto come lui. Persone che non credeva di poter rivedere in una circostanza simile erano apparsi come per magia.

Gli piaceva di più la seconda. Decisamente.








Note d'autore: Un applauso agli intrepidi che sono arrivati fin qui! Penserete che Greywolf si sia completamente impazzita vero? Chi lo sa ma le fanfiction di compleanno per Naruto come per l'anno scorso, mi è venuta così. Stavolta un pò più esplicita. Comunque non vi avrò fatto capire nulla immagino :3 Sorry ><

Allora Hokuto e Ginga appartengono Gear Fighter Dendoh, che dopo Naruto è la mia serie preferita.

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Kai, appartiene invece a Beyblade (che ci azzecchi in un gruppo con i piloti di Dendoh chissà).

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Poi ci sono io, in sembianze animalesche che mi stanno più a pennello credo anche per poter star insieme a loro.

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E infine Dylan è mio personaggio. Con un nome noto, che semplicemente mi piaceva ma niente, è saltato fuori dalla mia testa ^^

Spero comunque di non avervi annoiato ^^ Nota di servizio, il capitolo di "Guardare avanti" arriva nel fine settimana! Grazie a tutti e alla prossima! :D

Ah sì, e ancora tanti auguri a Naruto da sempre la miglior fonte di ispirazione che potrei desiderare! :')
  
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