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Autore: The Lady of His Heart 23    12/10/2015    1 recensioni
Emmett e Bay
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bay Kennish, Emmett Bledsoe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Bay devi parlare con lui. E’ molto dispiaciuto per quel che è successo”mi spiegò Daphne.
“Perché io? Perché non può scusarsi lui”protestai.
“Ma lo fa. Lo fa sempre.”disse Daphne a gesti. “Non può essere sempre lui a fare il primo passo. Adesso tocca a te”
“Non credo che sia una buona idea”
“Si che lo è. Per una volta metti da parte l’orgoglio e chiediti cos’è che vuoi davvero”
“Non ha importanza cosa voglio o no. Mi ha tradita Daphne”
“Era ubriaco Bay! Tu eri sobria quando lo hai fatto con Ty”
“Okay. Punto primo. Non sono andata a letto con Ty, ci stavamo solo baciando”
“Non …” Non avete fatto sesso? mi domandò a gesti per non farsi sentire.
“No! Ma come ti vengono in mente certe idee?”la rimproverai. “Ero sconvolta, avevo appena saputo che il mio ragazzo mi aveva tradito con la ragazza di mio fratello e secondo te avrei approfittato dell’unico amico che avevo?”
“Ma vi siete baciati! Vi hanno visto”
“Ero triste e stavamo parlando e così lui mi ha detto che chiunque mi aveva fatto soffrire non mi meritava e mi ha baciato. Ma io ho respinto subito quel bacio, perché non mi sentivo pronta ad iniziare una nuova relazione con qualcuno”gli dissi scuotendo la testa. Daphne rimase in silenzio davanti a me.
“E lui ha avuto la faccia tosta di accusarmi. Dicendo che il mio tradimento era ancora più grave del suo perché non ero ubriaca. E’ davvero squallido.”le dissi.
“Veramente il giorno dopo lui ti cercava per scusarti, ma Simone gli ha detto che tu te la facevi con Ty e che quindi non doveva preoccuparsi.”mi spiegò lei.
“Che ha fatto quella puttana?”sbraitai.
“Bay!” mi rimproverò lei facendomi segno di abbassare il tono della voce.
“Non dirmi Bay, non aveva il diritto di intromettersi”protestai.
“Ma lo ha fatto. Tieni”disse poi passandomi un fogliettino di carta.
“Cos’è?”domandai.
“Un indirizzo”mi spiegò lei.
“So cos’è, ma cosa dovrei trovarci di preciso”
“Tu vai e scoprilo. Era un regalo per te. Per far pace”
“Da parte sua?”domandai e lei annuì. Gli ripassai il fogliettino.
“Non posso andarci”dissi.
“Bay!”
“No Daph, non me la sento. Ho bisogno di stare da sola e riflettere”dissi e lei annuendo e confermandomi a gesti che aveva capito uscì dalla camera chiudendo la porta alle sue spalle. Mi gettai sul letto e afferrai il cuscino. Volevo solo piangere e lasciarmi tutto alle spalle. Lasciarmelo alle spalle. Non so per quanto tempo rimasi immobile in quella posizione a fissare il vuoto, ma quando mi chiamò Daphne era ora di cena. Scesi e la tavola era già imbandita. Le mie mamme stavano portando le ultime pietanze in tavola, le mie nonne ridacchiavano sul divano, i miei papà si consultavano sul vino migliore da scegliere e mio fratello e il suo migliore amico erano appena rientrati con in mano tutti gli strumenti adatti. C’erano tutti quelli che conoscevo.
“Tesoro che fai vestita così?”mi domandò mia madre.
“Come dovrei vestirmi?”domandai.
“Non saprei ma conciata in questo modo non ci fai una bella figura. E’ la vigilia di Natale, siamo tutti eleganti e tu sei in pantaloni della tuta e felpa” mi disse.
“E allora?Non ho niente da metterti”domandai a mia volta.
“Questo non è del tutto vero”disse Regina, l’altra mia madre “Hai l’abito rosso che ti sei comprata al centro commerciale la scorsa settimana ricordi? Ti piaceva tanto”mi disse.
“Certo, Regina ha ragione, quel vestito con le bretelline e le perline ti stava davvero bene”disse l’altra mia madre.
“Non lo so …”provai a dire, ma non riuscii a concludere la frase perché Regina mi interruppe.
“Niente scuse, va a cambiarti. Daphne tesoro?”disse rivolgendosi a mia sorella che stava tirando fuori dal forno il suo pasticcio vegetariano.
“Si?”domandò poggiando il tutto sul tavolo.
“Accompagneresti Bay su e l’aiuteresti con il vestito rosso?”le domandò.
“Certo”
“Io non voglio …”iniziai a dire scuotendo la testa ma venni subito fermata.
“Andiamo”disse Daphne togliendosi il grembiule a fiori con su ricamato La regina della cucina vegetariana e mi trascinò per un braccio su per le scale.
“Bel vestito”le dissi e lei sorrise.
“Grazie”mi rispose a gesti.
“Sul serio Daphne, non ho voglia di addobbarmi come uno zucchero candito”gli dissi.
“Adesso smettila. Questa sera devi essere perfetta”
“Per chi? Per il ragazzo che mi ha tradito?”domandai sarcastica. In cuor mio speravo davvero che non venisse.Non ero pronta ad affrontarlo. Specialmente questa sera con tutti a cena alla vigilia di natale.
“Non puoi non presentarti a cena questa sera”
“Non salterò la cena ma non mi concerò in quel modo per attrarre la sua attenzione” dissi io.
“Ma viene soprattutto per te. E poi a lui piacerai tanto con quell’abito indosso.”
“Se lo metto non è per fare un piacere a lui, ma solo alle nostre madri”dissi riferendomi ad entrambe.
“Ma impazzirà quando ti vedrà con quell’abito indosso”
“Quindi ha confermato che viene?”domandai.
“Viene sua madre quindi …”
“Fantastico. Il mio ex con tutta la mia famiglia felice nella stessa stanza, davvero grandioso”dissi esasperata.
“Andiamo dai. Non abbiamo molto tempo”disse trascinandomi in camera mia. Indossai l’abito e Daphne mi aiutò a sistemare i capelli e il trucco.
“Andiamo?”mi domandò quando ebbe finito.
“Io non so se …”
“Bay! Cammina!”mi ordinò severa. Annuii e mi diressi con lei fuori la stanza il campanello aveva suonato una prima volta quando mi stavo sistemando i capelli e adesso era suonato una seconda. Feci cenno a Daphne che avevano suonato e lei mi abbandonò correndo al piano di sotto per assicurarsi che fosse tutto perfetto. Ero in cima alle scale quando Regina andò ad aprire la porta. Sulla soglia di casa mia c’era sua madre che entrò con in mano un dolce per l’occasione. Subito dopo si presentò lui. Emmett. Bellissimo come sempre nel suo completo nero che gli donava da impazzire. Mi sentii mancare. Nonostante la bastadata che mi aveva fatto, mi sentivo ancora molto attratta da lui. Emmett si guardò attorno e una piccola parte di me esultò estasiata del fatto che mi stesse cercando. I nostri occhi si incrociarono per pochi istanti prima che io da codarda abbassai lo sguardo. Emmett però non la smetteva di fissarmi, forse a causa di come Daphne mi aveva conciata. Scesi le scale pregando di non cadere su quei trampoli e una volta a terra ringraziai Dio per non essere realmente caduta come un sacco di patate. Emmett mi salutò con un cenno in lontananza, ma io da pura deficiente quale ero non ricambiai e mi voltai dirigendomi in cucina. Subito mio fratello e quell’idiota del suo amico andarono a recuperarlo iniziando a ridere e saltellare. Salutai la madre di Emmett con un cenno del capo e mi voltai verso mia madre.
“Posso dare una mano?”domandai.
“Certo, aiuti tua sorella con le portate?”disse mia madre.
“Si, certo”confermai.
“Vino bianco o vino rosso?”mi domandò mio padre.
“Entrambi”dissi io cercando di essere più disinvolta e solare possibile.
“Ottima idea”confermò lui allontanandosi.
“Che ne dite mettiamo un po’ di musica di sottofondo?”domandò Angelo a me e Daphne.
“Si, ma niente animali”rispondemmo insieme noi e lui rise.
“Hanno suonato alla porta, vai tu Bay?”mi domandò Regina.
“Si”dissi lasciando il coltello sul tavolo e dirigendomi verso la porta.
Il campanello suonò ancora.
“Arrivo!”protestai. Passai accanto ad Emmett e lui rimase fermo. Sentivo il suo splendido profumo invadermi l’anima. Il campanello suonò altre due volte impaziente. Quando aprii fui io quella a rimanere senza parole. Ty era davanti a me, bellissimo esattamente come l’ultima volta che ci eravamo visti.
“Ty?”domandai scioccata.
“Ciao dolcezza”disse lui e senza pensarci mi gettai tra le sue braccia abbracciandolo e stringendolo forte a me.
Quando mi staccai da lui notai che Emmett si era irrigidito e aveva stretto i denti. Era geloso.
In quel momento scattò qualcosa nella mia testa, come un sentore maligno che mi suggeriva di usare Ty a mio piacimento per farlo ingelosire. Se doveva essere arrabbiato con me per qualcosa che non avevo fatto, allora forse avrei dovuto dargli un buon motivo per farlo infuriare.
“Sono felice di vederti, ma chi …”provai a chiedere ma lui mi precedette.
“Mi ha invitato Regina. Ero tornato ieri e l’ho incontrata al supermercato e lei mi ha invitato. Non voleva che passassi la vigilia di Natale da solo”
“Dove si mangia in due si può mangiare anche in tre, basta aggiungere un posto a tavola e il gioco è fatto no?”domandai io e lui sorrise. Continuai quella conversazione fatta di Come stai? E Che bello vederti … tentando il suo sistema nervoso fino a che non si allontanò.
“Prego accomodati”dissi infine. Lui si fece avanti e lo presentai a tutti. La maggior parte di loro lo conosceva ovvio, fatta eccezione per Angelo, le mie nonne e l’amico di mio fratello. Okay, tecnicamente lo conosceva già anche se solo per sentito dire, ma lo feci lo stesso anche perché li c’era Emmett e volevo farlo imbestialire a dovere.
“Ragazzi lui è Ty”dissi presentandolo ad Emmett.
“Ciao ragazzi, Heilà Emmett”disse salutando il mio ex con una pacca sulla spalla. Cavolo, avevo scordato che erano amici, ma poco importava, questo non avrebbe rovinato il mio piano di vendetta. Certo, nulla a parte mia madre.
“Bay ci aiuti o no?”strillò lei dalla cucina. Cazzo Pensai.
“Arrivo.”strillai voltandomi. “bene, io vado, divertitevi … e Ty? È un piacere averti a cena con noi”dissi e gli diedi un bacio sulla guancia prima di andare via. Emmett mi stava fulminando e io lo stavo ignorando. Tutto procedeva per il meglio.
I piatti vennero serviti l’uno dopo l’altro con piccoli intervalli di balli caraibici e risate varie. Mi sedetti accanto a Ty e di fronte a me c’era Emmett. Non so se si sia seduto davanti a me apposta perché io lo guardassi, ma non lo degnai di uno sguardo … a parte piccole sbirciatine con la coda dell’occhio. Scherzai e risi con Ty tutto il tempo e Emmett buttò giù qualche bicchiere di vino alternando il rosso al bianco. Quando a fine parto, poco prima del dolce tutti si alzarono per ballare, Ty mi chiese se potevo concedergli una canzone e accettai. Ballammo inizialmente come matti divertendoci un casino. Quei movimenti mi ricordavano Emmett e il pomeriggio in cui trovai la cassetta con le canzoni di Angelo incise sopra. Subito dopo Regina ci chiamò per il dessert e mi offrì un piatto con un dolce al cioccolato davvero delizioso.
“Oddio è fantastico, chi l’ha fatto?”domandai.
“Emmett”rispose Daphne. Emmett era davanti a me e si aspettava che gli dicessi qualcosa. Non mi sentii in grado di dirgli nient’altro se non sollevare il pollice in segno di approvazione verso di lui.
“Ha il ripieno con le fragole. … sa che a te piacciono”mi disse sua madre. Le sorrisi appena. Subito dopo ingerii il boccone e lasciai il piatto sul tavolo allontanandomi. Mi diressi fuori al freddo e poco dopo sentii dei passi dietro di lui.
“Vattene Emmett”sbottai senza voltarmi e facendogli segno con la mano di andare via.
“Non sono Emmett”mi disse. Era Ty infatti.
“hey!”mi salutò accomodandosi sui gradini delle scale fuori.
“Non devi perderti la festa a causa mia”
“E’ lui vero? E’ Emmett il tuo ex ragazzo giusto?”mi domandò ed io annuii iniziando a piangere.
“E’ un idiota.”
“Disse il soldato che prima lo abbracciava amichevolmente”risposi io e Ty mi mise la sua giacca sulle spalle per non farmi prendere freddo.
“E’ la vigilia di Natale, non potevo non abbracciarlo. E poi anche se è un mio vecchio amico ciò non toglie che sia un idiota per averti lasciata.”
“Mi ha tradita in realtà. Con Simone. E si è anche arrabbiato con me perché quella schifosa gli ha detto che io me la facevo con te”gli confessai.
“Non devi dar retta a quella vipera di Simone. E non dovrebbe neanche lui. Mi spiace se ti sta facendo soffrire.”
“Si anche a me.”dissi abbracciandomi a lui. Ad un tratto Mio fratello, il suo migliore amico ed Emmett uscirono per prendere un po’ d’aria e Ty si alzò andandogli incontro.
“Hey Emmett?”gli urlò contro e appena lui si voltò gli tirò un pugno in faccia.
“Ty!”urlai. Mio fratello e il suo amico cercavano intanto di tenerlo fermo.
“fermati!”urlai e in quel momento uscì Daphne.
“Ty! Ma che stai facendo?”urlò osservando la scena. Emmett si era già rimesso in piedi e si stava azzuffando con Ty. Riuscimmo a separarli solo con l’intervento dei miei padri. Che li rimproverarono dicendo di non rovinare la cena.
“Scusa, non so cosa mi sia preso”disse e se ne andò. Tutti gli altri si dileguarono lasciandomi sola con Emmett. Emmett si strofinò il dorso della mano sul labbro e quando lo spostò notai che sanguinava dal labbro inferiore.
“Stai sanguinando?”domandai avvicinandomi a lui. Lui scosse la testa.
“Fammi vedere”gli ordinai e lui scosse appena la mano. Gli afferrai il volto tra le mani e accarezzai le guance.
“Mi dispiace.”
“E’ quello che succede se te la fai con gente del genere”disse a gesti.
“Okay punto primo. Io non me la faccio con Ty, non sono mai andata a letto con lui”
“E questa sera? Tutto quel civettare con lui”sbraitò infuriato muovendo le mani così veloci che quasi non riuscii a leggerle.
“Io non stavo civettando! Cercavo solo di essere gentile”bentii.
“Bugiarda”disse lui.
“Ma a te che importa poi? Non stai con Simone?”
“Io non sto con Simone!”
“No? E quella volta che ci sei andato a letto allora?”
“Ero ubriaco!”
“Non hai scusanti per quello che hai fatto!”gli urlai contro io.
“Ho fatto un Errore! UNO! E vengo ucciso per questo?”
“Allora non riesci proprio a capire? Se stato tu che mi hai baciata la prima volta, sei stato tu il primo tra i due a dirmi che eri innamorato di me e dopo aver fatto in modo che io mi legassi a te mi hai tradita con quella sciacquetta.”continuai a sbraitare.
“Non mi rendevo conto di quello che facevo. Il mattino seguente a sbornia finita mi sono reso conto dell’accaduto e mi sono sentito un vero stronzo per aver tradito l’unica persona al mondo a cui tenevo. Ma forse è meglio così perché Ty tiene a te e lui ci sente e voi potete capirvi e …”
“Aspetta! Mi stai dicendo che posso fidanzarmi con Ty? Che per te non è un problema?”gli domandai.
“Si”annuì lui.
“Quindi mi stai dando la tua benedizione?”gli domandai infuriata.
“Potrai avere con lui tutto quello che non puoi avere con me”
“Ma io non volevo tutto cretino, volevo te!”e detto ciò mi allontanai in lacrime correndo verso la mia auto. Salii su e misi in moto allontanandomi da li il più velocemente possibile. Emmett provò a seguirmi, ma ero già lontana e senza la sua moto non poteva raggiungermi.
Guidai senza meta e senza un direzione specifica in particolare fino a che non svoltai in una strana via. I muri del viale erano tinti. Arrestai l’auto e scesi. Sul muro vi era dipinto il messaggio di scusa che Daphne mi aveva prima accennato. C’era il nostro primo incontro, il nostro primo bacio, il primo compleanno insieme e anche il tradimento. Svoltato l’angolo vi erano raffigurate due mani giunte che indicavano il perdono e un cuore rosso con i nostri nomi incisi sopra. Rimasi a fissare quel muro per un po’ prima di tornare.
Una volta a casa tutti erano in pensiero, ma dileguai tutti dicendo che ero stanca e che avevo fatto solo un giro. Daphne mi resse il gioco.
“Forse è meglio lasciarla riposare.”disse e poi più vicina mi chiese se volevo parlarne e io scossi al testa. Regina mi informò che Ty era partito di nuovo e mi diressi in camera mia buttandomi sul letto e chiudendo la porta a chiave. Iniziai a piangere come una matta con il viso contro il cuscino. Cercai nonostante tutto di fare il meno rumore possibile e per tutta la notte non feci che pensare a lui. Avrei voluto parlargli ma era già andato via. Mi tolsi quel ridicolo vestito e mi infilai i jeans e una semplice canotta bianca smanicata. Dovevo parlargli, stavo impazzendo. Attesi che tutte le luci di casa si spensero prima di sgattaiolare fuori. Papà aveva preso le chiavi della mia auto e non potevo mica svegliare Daphne per chiedergli un passaggio. Dovevo sbrigarmela da sola. Iniziai a camminare verso casa sua e a metà strada inizò a piovere. Mi inzuppai tutta bagnandomi dalla testa ai piedi. Quando giunsi davanti casa sua, la luce nella finestra della camera di Emmett era spenta. Mi arrampicai sull’albero senza preoccuparmi di fare rumore dato che non mi avrebbero sentito. Non dovetti forzare la finestra perché era socchiusa. Quando entrai nella sua stanza, notai che era accesa solo la lucetta rossa della sua lampada da lettura sul comodino. Lui non era li. Ad un tratto la porta della sua camera si aprì ed entrò. Rimase immobile ad osservarmi ad occhi sbarrati.
“Bay?”mi chiamò infine.
“Ho visto il murales”gli dissi e lui non rispose. “Come hai potuto? Come pensi che possa innamorarmi di qualcun altro se tu mi fai certe cose”
“Non vorrei che tu stessi con qualcun altro. Mi spiace per averti detto quelle cose. Il fatto è che io odio essere geloso. Lo odio. Ma non posso farne a me. So di essere uno stronzo per quello che ti ho fatto e mi dispiace tantissimo. Non avrei dovuto bere e credere alle menzogne di Simone. Mi dispiace davvero tanto di averti ferita. E mi dispiace per prima ma il fatto è che io sono sordo e tu no e magari staresti meglio tra la tua gente come io tra la mia. Non mi sono mai sentito a mio agio con nessun udente, ma con te è diverso. Tu osservi le cose e le comprendi. Senza paura, conformismo … vedi il mondo nuovo ogni giorno e mi aiuti a essere una persona diversa. Non posso fare a meno di te. E si, magari una Bay sorda mi farebbe comodo, ma io non la voglio”
Poi ispirando a fondo disse “Io voglio solo te”a parole.
Rimasi io senza parole e l’osservai incantata. Emmett si avvicinò a me e mi accarezzò il viso avvicinandolo al suo. Cercai di trarmi indietro, ma non ce la feci. Fremendo e rabbrividendo, probabilmente per la pioggia fredda, avanzai a mia volta. Quando le nostre labbra si toccarono fu esattamente come il nostro primo bacio. Sentii le scintille dentro di me. Presa da un’irrefrenabile voglia di averlo accanto a me e sentirlo mio, mi aggrappai al suo corpo. Lui fece lo stesso con il mio senza staccare le sue labbra dalle mie. Gli sfilai la biacca e lui la gettò con un gesto fluido a terra accanto alla sua scrivania. Poi gli afferrai il viso e sempre baciandolo feci scivolare le mie mani giù per il suo collo fino al colletto della sua camicia iniziando a sbottonare il primo bottone. Emmett mi aiutò slacciando gli altri. Mi staccai dalle sue morbidissime labbra giusto un momento per togliermi di dosso la maglia bagnata. Afferrai la sua cintura e gliela sfilai. Emmett mi prese in braccio. Lasciai scivolare le mie mani sotto le sue braccia possenti. I muscoli si contorcevano al mio contatto. Tirai indietro la testa e ansimai silenziosa, come per paura di svegliare qualcuno ed essere scoperta. Emmett iniziò a mordermi il collo. Dio quanto lo adoravo quando lasciava la sua scia di baci bollenti su di me. I sospiri divennero sempre più forti e irregolari. Iniziai a tormentare il mio labbro inferiore con continui morsi per impedirmi di urlare. Emmett non era soltanto timido e impacciato, era anche sicuro di se e imprevedibile. Con quella moto e la giacca di pelle da cattivo ragazzo mi mandava fuori di testa. Intrecciai le mie mani tra i suoi capelli sentendolo fremere a contatto con la mia pelle. Con un gesto secco mi getto sul suo letto e ricadde su di le. Dio voleva uccidermi. Il suo corpo era la perfezione più assoluta, non smettevo di fissarlo. Non potevo non fissarlo. Lui sorrise appena e mi aiutò a togliermi i pantaloni,per poi fare lo stesso con i suoi e ricadere su di me. Incurvai appena la schiena e lui ne approfittò per slacciare con un colpo secco il mio reggiseno e gettarlo a terra. Riprese a baciarmi senza un domani e io non avevo la minima intenzione di fermarlo. Quando tolsi anche l’ultimo indumento sul mio corpo e lui sul suo, lo sentii davvero per la prima volta. Entrò in me con un gesto deciso, delicato e forte allo stesso tempo. Iniziò a muoversi lento dentro di me e poi le spinte divennero sempre più forti e ritmiche.
“Emmett” urlai appena incarnando le unghie nella sua schiena. Emmett mi morse il collo e io ansimai e gemetti ancora più forte di prima. Ero in estasi. Non avrei mai voluto farlo con nessun’altro se non con lui. Mi sentivo appagata e finalmente libera di manifestare il mio amore per lui senza limiti. Le spinte divennero sempre più veloci fino a che, gemendo, non ricadde su di me. Si reggeva con le braccia per paura di non farmi male, ma a me non bastava, ne volevo ancora, ne avevo bisogno. Volevo lui. Solo lui. Ribaltai la situazione scaraventandolo sulle coperte e mettendomi a cavalcioni su di lui. Emmett non fece niente per fermarmi e iniziai a muovermi. Sentii le sue mani sui miei fianchi accarezzarmi e scivolare sulle mie cosce. Lasciai cadere la testa all’indietro e lui ne approfittò rimettendosi a cavallo. Continuammo così per tutta la notte fino a che non ne avemmo abbastanza, cosa che avvenne molto tardi. Quando finalmente avevamo finito, lui era disteso sul suo letto a pancia in su e io di fianco avevo un braccio sul suo petto e la testa sulla sua spalla. Sentii la sua mano accarezzarmi i capelli. Sollevai il capo. Emmett aveva gli occhi aperti, ma era visibilmente stanco e assonnato. Il suo respiro era regolare e il suo cuore batteva all’unisono con il mio.
“Buon Natale”mimò lui e io gli sorrisi. In tutta risposta mi chinai sul suo petto e glielo baciai. Quando sollevai lo sguardo notai che mi stava fissando. Era incredibilmente bello anche quando era mezzo assonnato. Mi sporsi per osservare la sua sveglia sul comodino. Era davvero tardi, dovevo rientrare prima che i miei si accorgessero della mia fuga e mi esiliassero da casa.
“Devo andare”gli dissi a gesti e lui annuì.
“Ti accompagno”aggiunse.
“Grazie.”dissi e mi alzai reggendomi il petto con le lenzuola bianche immerse nel suo profumo.
“perché ti copri?”mi domandò a gesti “Ho già visto tutto di te”aggiunse sfacciato con un sorriso.
“Si chiama pudore lo hai mai provato?”gli domandai e lui sorrise avvicinandosi al mio viso. Riprese a baciarmi con quel modo unico che solo lui riusciva a fare e rimasi li a lasciarlo fare. Quando notai però che non aveva nessuna intenzione a interrompere quel contatto e di lasciarmi andare, anzi tenermi li con lui per un’altra ora e ricominciare da dove ci eravamo interrotti, mi irrigidii e a malincuore mi distaccai da lui.
“Devo andare Emmett”gli dissi e lui si gettò a peso morto sulle lenzuola. Sorrisi appena e gli diedi un colpetto sulla pancia. Lui si rimise in piedi.
“Pace?”mi domandò.
“Pace”dissi io afferrando il suo mignolo e baciandolo. Questa volta fui io a cadergli letteralmente addosso e questa volta fu lui a staccarsi da me. Mi voltai dal mio lato ed Emmett dal suo e veloci ci rivestimmo. Scendesi al piano di sotto ci avviammo verso la porta.
“Hai fame?”mi domandò.
“No, sono solo stanca”gli dissi e lui sorrise abbracciandomi. Poi mi prese la mano e mi diresse nel garage di casa sua dove la sua splendida moto ci aspettava. Montai dietro di lui con il casco personalizzato apposta per me in testa e mi strinsi alle sue spalle. Il viaggio fu più breve del previsto e in un lampo giungemmo davanti al cancello di casa mia. Mi fece scendere dalla moto e mi slacciai il caschetto ridandoglielo. Lui lo prese, lo mise nella custodia e scese. Non aspettai che fosse lui a fare la prima mossa, ma mi gettai al suo collo e lo baciai. Non volevo che andasse via o che arrivasse domani, volevo solo restare con lui adesso e per sempre.
“La notte più bella della mia esistenza”disse lui.
“Anche la mia.”risposi “E riguardo a prima. Troveremo un modo per far funzionare la cosa. Insieme. Perché io ti amo. Non ho mai smesso”gli confessai. Lui mi baciò.
“Senti ti va di venire su da me?Nascondiamo la moto e domani torni a casa … se la cosa ti crea problemi con tua madre non fa niente …”
“Nessun problema. Resto”disse e il mio cuore si riempì di gioia.
Finalmente in camera chiusi a chiave la porta e ricominciammo dove ci eravamo interrotti a casa sua.
   
 
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