Sorrido verso il fratello
di Kris. Sì, credo che in fondo la gente potrebbe definire
Rob un “bravo
ragazzo”.
Vedo con la coda
dell’occhio
gli occhi di Kristen, so che lei sa più degli altri.
Conosce Rob davvero molto
bene, ma ci sono aspetti del suo carattere che ancora non comprende.
Sono cresciuta con lui, e
a volte ancora fatico a capirlo.
Mentre la osservo mi dico
che forse dovrei odiare questa ragazza dal sorriso timido e dallo
sguardo
sfuggevole, forse dovrei odiarla per quello che Rob prova per lei, ma
proprio
non ci riesco.
In fondo la capisco.
La vedo triste, vorrei
abbracciarla ma mi trattengo. So che quello che ho detto poco fa le ha
fatto
male, ma so anche che ciò che sta provando ora è
ciò che è giusto che provi. Ogni
azione ha un suo effetto, ed è giusto così.
Io ho detto solo la
verità.
“Signorina
Pattinson! Una domanda.”
Mi fermo e sorrido
all’uomo grassoccio e basso che
mi rincorre affannato. Ecco cosa significa essere la sorella del
vampiro, penso
tra me e me.
“Ci dica, chi
è davvero Robert Pattinson”
Sento il peso che il
giornalista imprime sulla
parola davvero.
Gran bella domanda.
Rimango zitta per un
po’. Potrei inventare una
risposta vaga… O potrei buttarla sullo scherzo…
Mentre cerco una soluzione per
aggirare
cortesemente la domanda poso lo sguardo su quella miriade di ragazzine
che urlano
per Rob.
Penso a loro per qualche
secondo, poi riporto lo
sguardo negli occhi attenti e concentrati del tipo davanti a me.
Non hanno il diritto di sapere
perché sono qui? Non
hanno il diritto di sapere per chi hanno dormito nei sacchi a pelo
stanotte? Non
hanno il diritto di sapere chi stanno aspettando da ore? Non hanno il
diritto
di sapere per chi stanno urlando?
E’ un gesto
avventato, lo so. Non dovrei farlo… E’
la vita di mio fratello, non la mia…
Ma non posso più
sopportare la bontà assoluta di Robert.
Non posso più sopportare la sua recita. Gli voglio troppo
bene per lasciarlo
cadere nella fossa che si sta scavando da solo.
Ok, chi è davvero
Robert Pattinson?
“La notte del suo
compleanno, 18 anni fa, Rob è
entrato in camera mia, si è seduto sul letto vicino a me e
mi ha sussurrato “non sono adatto”.
I suoi occhi erano
così lucidi e scuri
che sembrava un uomo di cinquant’anni che valuta la sua vita
e vede solo un
lavoro che non gli piace e donne che non ha mai amato. Non
sono adatto…”
sorrido mentre ripenso a
quella strana notte
“Mi fa strano
pensare che a 5 anni avesse già
capito tutto…
Non sono adatto.
E’ quello che pensa
tutt’ora.
Lui non
è adatto alla vita. Non
è adatto al lavoro. Non
è adatto all’amore. Non
è adatto e basta.
Qualcuno pensa che sia
perfetto.
Tutte queste ragazzine urlanti
lo adorano e lo
vedono come una specie di Dio.
Robert è
ciò che di più lontano a un Dio io possa
immaginare.
Ha avuto un’infanzia
difficile, come tutti in
famiglia. Ha iniziato a cadere per vari motivi, ma ha continuato ad
andare
sempre più in basso sostanzialmente per colpa sua. Non aveva
il coraggio di
risalire. Non aveva il coraggio di aggrapparsi alla vita.
Lo ricordo bene quel bambino
cresciuto troppo in
fretta, che parlava con la disillusione di un vecchio e con la rabbia
di un adolescente.
Ho avuto paura di lui, per un po’. Poi ho capito che era
l’essere più indifeso
e docile del mondo. Ho capito che era sempre il nostro Rob.
Fragile dentro, ma non fuori.
Robert è,
assolutamente, un grande attore. Ma non
per il lavoro che fa.
Credo che le sue scene
migliori, in effetti, siano
grandiose soprattutto per il fatto che lui non sa recitare. Lui prova
emozioni.
Sul lavoro non recita mai.
Lui recita la sua parte ogni
giorno.
Robert Pattison è
questo: un personaggio uscito da
un copione ben scritto, messo in scena giorno per giorno da un
grandissimo
attore. Ogni dettaglio è curato con precisione maniacale,
tanto che quasi
nessuno si accorge che quella non è la realtà.
Ma Rob non è quello
che appare.
Io conosco un Robert diverso.
Il mio Robert piange ogni
notte, sotto il cuscino.
Il mio Robert prende la
chitarra e scrive la sua
vita, e nessuno ha l’onore di poterlo ascoltare, in questi
momenti di intimità
quasi erotica che lui crea con se stesso.
Il mio Robert crede
nell’amore delle favole. Quello
del principe azzurro e della sua bella principessa. E l’ha
trovato quell’amore.
Un giorno ha scoperto di
amare, ed è stato un
giorno bellissimo.
La notte ha scoperto di non
poter essere amato, ed
è stata una notte come tante altre: una notte di pianto.
Non è adatto. E’ questa la verità.
Lui continuerà ad
amare sempre, e non si
accontenterà di nessun’altra donna che non sia
quella che un giorno ha scoperto
di amare. E sa che non l’avrà mai. Per questo non è adatto. Non
è adatto per vivere in un mondo in
cui se non hai, crei. Se non puoi avere il
meglio, ti accontenti di altro.
Non è adatto per un mondo in cui l’amore è
quella cosa
che trovi nei film per ragazzini. Non è adatto per un mondo di gente che alla domanda
“hai mai amato?” ti risponde
con tutti quei “non so…”,
“forse…” o “
credo…”.
Ammiro la sua tenacia come si
ammira la forza di un
malato terminale che sorride ai suoi parenti, e che sul letto di morte
ha il
coraggio di non piangere e rassicurare.
Il mio Rob ha la stessa
tenacia.
Il sorriso che gli vedi sulla
bocca ogni giorno è
lo stesso tipo di sorriso.
Il coraggio che lo porta a
ridere sempre è lo
stesso tipo di coraggio.
Quando la tua vita serve a
qualcun altro, impari a
piangere ridendo.
Penso alla forza che ha per
dirmi che l’ama e che
se è felice con uno che non è lui, in fondo va
bene ed è giusto così.
E io lo guardo stupita,
consapevole che non
riuscirei mai ad amare così profondamente.
La gente non si fida di Rob.
Le ragazze
soprattutto.
Lo guardi in faccia e non ti
sembra il bravo
ragazzo con cui potrai sposarti e costruire una famiglia, no?
Lo guardi in faccia e al
massimo vedi qualche notte
di sesso in un hotel e due bottiglie di vodka al pub dietro
l’angolo.
Io stessa forse non sceglierei
lui.
Ma sono sua sorella. Lo
conosco come nessun altro
al mondo.
E so che sbaglierei.
Sceglierei il bravo ragazzo,
il tipico “miglior
amico”, il papà perfetto.
E sbaglierei.
Rob non regala notti di sesso,
né bottiglie di
vodka al pub.
Rob ama, oppure niente.
Per lui l’amore
è come la musica: è la ragione per
cui è nato, per cui qualcuno ha scelto di farlo vivere su
questa terra.
Rob potrebbe togliere tutti
quei “non so…” e tutti
quei “forse”.
E’ crudele che il
mondo sia così bastardo con mio
fratello, non trova?
Perché non puoi
neanche lamentarti… Insomma chi mai
ti ascolterebbe?! E’ uno degli attori più famosi
del momento, guadagna quanto
guadagna una star, viene paparazzato fuori dai pub con un sacco di
ragazze. E ride
e scherza sempre.
Già.
Le notti che passa a piangere
sono solo sue. Le sue
canzoni alla chitarra sono qualcosa che il mondo è destinato
a perdersi. I suoi
occhi mentre suona il pianoforte sono una di quelle cose che solo chi
è davvero
fortunato può ammirare.
Io ho avuto la fortuna di
nascere sotto il suo
stesso tetto. E quegli occhi li ho visti.
Mentre le sue dita toccavano
lievi quei tasti
bianchi, ho visto gli occhi del Robert Pattison che conoscete voi
svanire, ho
visto sciogliersi la maschera di cera, ho visto crollare il teatro e
cancellarsi il copione.
Ho visto il vampiro tornare il
bambino che 18 anni
fa è venuto nel mio letto, il giorno del suo compleanno, per
rivelarmi di non essere adatto.
Ho rivisto quegli occhi
profondi, lucidi e tristi
da far male.
Solo chi ha visto quegli
occhi, almeno una volta,
può capire davvero chi è Robert Pattinson.
Che tutti gli altri continuino
a immaginare. Ad
amarlo per ciò che non è, a giudicarlo per
ciò che non è mai stato.
Che tutti gli altri continuino
a pensare al
Vampiro, come è giusto che sia.
Ma chi come me ha avuto
l’onore di vedere quegli
occhi, non rimanga indifferente.
Robert o lo odi o lo ami.
E se lo hai guardato negli
occhi mentre suonava il
piano, è difficile odiarlo.”
E ora sono qui. A sentirmi
dire che mio fratello è “un bravo
ragazzo”. E non posso che sorridere. Come ho
già detto, non tutti hanno la fortuna di riuscire a capire
chi è Robert
Pattinson.
Ma tu
lo sai.
Ti guardo negli occhi: sono
profondi e chiari, complementari ai Suoi.
Tu hai
visto i Suoi occhi mentre suonava il piano. Tu
hai visto quel bambino indifeso e triste.
Lo capisco da come mi
guardi. Lo capisco dalla luce che si riflette troppo chiara nei tuoi
occhi:
stai piangendo dentro.
Perché so che hai
capito
tutto.
Mentre mi volto a guardare
la macchina nera che si avvicina al tappeto rosso continuo a seguire il
tuo
sguardo.
Forse siamo le uniche a
capirlo davvero.
Di sicuro però, tu
sei la
sola a poterlo rendere felice.
Forse non lo farai mai, e
le mie parole verranno portate via dal tempo.
Ma so che non ho parlato
invano. Perché hai capito ciò che fai ogni volta
che ti allontani da Lui.
Ed è giusto che tu
sappia
il male che gli fai. Ma è giusto che tu sappia che Lui
è pronto ad accettare
tutto.
La folla impazzisce.
E’
arrivato.
Eccoti, Rob.
Ti vedo scendere dalla
macchina e passarti imbarazzato la mano tra i capelli. E’ il
gesto con cui
ricordi a te stesso che non sei adatto neppure
in questa occasione.
Incontro i tuoi occhi, e
li vedo coperti da una patina trasparente.
La tua maschera.
E
sorridi.
Sorridi
sempre Tu.
E
non credere che non l’abbia vista, Kristen.
Non
credere che mi sia sfuggita la lacrima che veloce e solitaria ha
solcato il tuo
viso etereo, per poi perdersi veloce nell’incavo tra le tue
spalle.
Non
ho bisogno di pensare per capirti: anche tu, come me, hai visto i Suoi
occhi
finti. Anche tu, come me, hai visto il Suo sorriso.