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Autore: Seekerofdreams_    13/10/2015    1 recensioni
L'amore arriva all'improvviso, quando meno te l'aspetti e questo Liam lo sa bene.
Un viaggio attraverso la quotidianità di uno dei componenti della boyband più famosa del mondo.
E se fosse uno di loro ad innamorarsi di una fan?
Una storia romantica, a tratti emozionante, a tratti drammatica che smuoverà la vostra parte più intima.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.Chapter XXII.

 

Sembra sempre impossibile fino a quando non viene fatto.
(Nelson Mandela)

 

*

 

Londra mi ha sempre affascinato nei racconti delle persone che ci sono state, nelle descrizioni di un libro o nelle scene di un film ma Londra dal vivo è tutta un'altra storia, si respira una magia che non può essere raccontata, può essere solo vissuta in prima persona.

Cammino a passo spedito facendo risuonare il piccolo tacco degli stivaletti sull'asfalto bagnato mentre il cielo minaccia un temporale imminente. Sento le prime gocce infrangersi contro la stoffa del mio cappotto e faccio giusto in tempo ad attraversare le porte del Pan Peninsula prima che la pioggia rinfreschi ancora una volta la città.

Richiamo l'ascensore e sorrido quando alcuni uomini escono per lasciarmi il posto. Mi sistemo i capelli guardandomi allo specchio e aggiusto la sciarpa distrattamente arrotolata intorno al collo.

Non mi sembra vero di essere in questo posto, di aver preso in mano la mia vita e averla stravolta in questo modo, di essere a Londra, di gestire una delle librerie più in voga della città e di vivere in un posto del genere.

Se chiudo gli occhi mi sembra che questo anno sia volato, tra discussioni con i miei genitori, traslochi, nuove amicizie e Liam. Costantemente e solo Liam. Liam appena sveglio, prima di mangiare, in un abbraccio, in una telefonata, a letto, prima di dormire. Sempre Liam.

Alcune volte cambiare fa paura, spaventa così tanto che fino all'ultimo minuto siamo indecisi su cosa fare ma i cambiamenti spesso sono la cosa migliore che può capitarci nella vita perché ci insegnano che siamo forti abbastanza per affrontarli.

Recupero la scheda che funge da chiave per il mio, il nostro, appartamento ed esco dall'ascensore con il sorriso in volto.

– Amore? – chiamo chiudendomi la porta alle spalle. Poggio la borsa sul mobile all'entrata e lascio il cappotto nel guardaroba.

– Sono in cucina – sento la suo voce arrivarmi ovattata e cammino a passo spedito attraversando il salotto, butto un'occhiata alla vetrata che dà su una Londra grigia ma sempre viva e sorrido scorgendolo tra i fornelli. Tira fuori dal forno una teglia rischiando quasi di bruciare e io sorrido avvicinandomi con cautela – La prossima volta metti due guanti da cucina, così non rischi di bruciarti – dico lasciandogli un bacio sulle labbra.

– Lo farò capo! – dice facendomi ridere e ordinandomi di sedermi a tavola. Ubbidisco senza protestare e poggio lo sguardo sul tavolo rettangolare, troppo grande per due, accuratamente preparato in uno dei due lati corti.

Aspetto che finisca di preparare il pranzo e intanto mi perdo ad osservare il panorama.

 

Ti ha chiesto di trasferirti a Londra e gestire una nuova libreria? – la voce di Liam arriva incredula e felice alle mie orecchie. Seduta a gambe incrociate sul letto con una felpa rubata dalla sua valigia annuisco prima di “Si, io... non me l'aspettavo proprio!” confesso mordendomi le unghie.

E cosa hai risposto? – chiede ansioso.

Devo parlarne con i miei ancora ma sarebbe bello, no? – rispondo un po' titubante. L'idea che lui non mi voglia a Londra si fa strada per un attimo nel mio cervello spazzata via dal suo sorriso dolcissimo sullo schermo del computer.

Bello? Io direi straordinario, sai che ci fermeremo per un po' e l'idea di passare del tempo con te tutti i giorni mi sta già facendo battere forte il cuore – dice allegro e io mi lascio contagiare dalla sua felicità.

 

E' passato tanto tempo da quella video chiamata che mi sembra quasi di vivere in un'altra dimensione, lasciare il piccolo appartamento a Dublino è stato più difficile di quello che avevo previsto, nonostante tutto era diventata una piccola casa e racchiudeva mille ricordi ma Liam non lascia mai niente al caso, mi giro verso il salotto e riesco ad intravedere la parete accanto al divano, le nostre cartoline riempiono il muro in un ordine ben preciso.

– Oggi sei pensierosa – dice poggiando il pranzo sul tavolo. Si sporge in avanti fino a catturare le mie labbra in un bacio e mi sorride – Tutto bene? – chiede.

Annuisco e gli scompiglio i capelli facendolo brontolare, è una cosa che ho scoperto amare tantissimo, sentirlo protestare amorevolmente.

– Si tutto bene, è solo una di quelle giornate in cui penso a come sono andate le cose – dico sorridendo e lui annuisce comprensivo.

– Anche io alcune volte non riesco a credere di essere qui, di svegliarmi e trovarti dall'altra parte del letto, di vederti uscire per andare a lavoro ogni giorno con i tuoi occhiali troppo grandi e un libro nella borsa. Mi fermo e dico: Cavolo, quanto sono stato fortunato nella vita? – dice perdendosi anche lui ad osservare dalle finestre il panorama. Ama farlo, iniziare a riflettere su qualcosa, perdersi a fissare l'orizzonte e poi scrivere una canzone. Prima di partire per Londra ricordo ancora che qualcuno mi disse: “Vivere con un'altra persona è complicato”. E allora perché per me vivere con Liam è così facile? Così naturale?

 

Hai preso tutto? Sei sicura? –.

Annuisco per l'ennesima volta e finisco di imballare l'ultimo scatolone prima che venga stipato insieme agli altri nel camion dei trasporti. E' passato un mese da quando Zayn mi ha proposto il trasferimento e mi sembra tutto assurdo mentre mi guardo attorno e osservo il monolocale vuoto, c'è solo il necessario per restare un altro giorno e poi nient'altro. I muri sono spogli come i mobili. Non c'è vita eppure io la sento lo stesso, la sento perché si può non avere niente di materiale ma si può essere pieni dentro. Liam mi abbraccia da dietro baciandomi il collo dolcemente e rimaniamo fermi ad osservare una parete spoglia per diversi minuti.

Vieni a stare da me – dice interrompendo il silenzio.

Mi giro per fronteggiarlo e sorrido – Lee ti ricordo che starò da te fino a quando non troverò un appartamento abbordabile – rispondo ridendo ma lui scuote la testa.

No, intendo vieni a vivere con me Liz – parla con voce seria, accarezzandomi dolcemente e io lo guardo con un misto di paura e sorpresa.

Vivere insieme? Per quanto la mia parte innamorata vorrebbe urlare un si immediato, la mia parte razionale ha già iniziato a stilare le possibili conseguenze, non stiamo insieme da tanto e questo è un passo importante.

Ascolta – dice prendendomi il viso tra le mani – Lo so che non ci conosciamo nemmeno da un anno e che stiamo insieme da ancora meno ma è un passo che possiamo fare noi due, forse rimarrò scottato o forse ho incontrato l'amore della mia vita, semplicemente so che voglio svegliarmi e trovarti accanto a me, tutti i giorni – dice dolcemente e io semplicemente gli bacio le labbra.

 

Mangiamo continuando a raccontarci la nostra giornata e iniziando a guardare una puntata dell'ennesima serie tv che Liam ha iniziato, da quando sono in pausa ha recuperato stagioni su stagioni di telefilm che non conosceva nemmeno. Gli sorrido perché alcune volte mi sembra incredibile pensare che per lui alcune cose non sono normali come lo sono per me, per alcuni la sua vita può sembrare fatta solo di soldi, viaggi e divertimenti ma c'è molto di più dietro. Essere un esempio, dormire pochissimo, cambiare città o nazione ogni due giorni se tutto va bene e un forte stress che la maggior parte delle persone non vuole vedere. Sono contenta che si stia godendo una meritata pausa anche se continua a fare musica con i ragazzi, ad andare in studio e registrare con altri artisti ma torna a casa la sera e questo lo fa sentire più rilassato.

– Ha chiamato Emma prima – dice dopo un po' e io lo guardo in attesa – Cos'ha detto? – chiedo invitandolo a parlare.

Mi sorride e io scuoto la testa. Trasferirmi a Londra è stata una bella novità anche per mia sorella, l'università dista solo poche ore e spesso e volentieri è venuta a trovarci alcuni weekend, ho iniziato a sospettare che non lo facesse per venire a visitare me quando una sera di metà marzo, quasi sei mesi fa, si è presentata a cena seguita da Harry. Non avevo indagato oltre, ma le occhiate eloquenti tra Liam e il riccio parlavano chiaro.

– E' da Harry? – chiedo sorridendo.

– Si, domani vengono a cena! – dice sorridendo a sua volta.

– Com'è che alla fine sono sempre loro a venire a mangiare da noi e mai il contrario? – chiedo fingendomi scocciata ma Liam ben sa quanto amo mia sorella e quanto adoro poterla vedere molto di più adesso che sono in Inghilterra. E' stato strano all'inizio abituarmi all'idea che lei ed Harry si frequentassero, partita un po' per divertimento piano piano stanno creando qualcosa di più solido e duraturo, si vedono almeno una volta a settimana e anche se per ora è tutto un segreto si può vedere nei loro volti la felicità di stare insieme.

– Louis l'hai sentito? – chiedo mentre ci alziamo per mettere tutto in ordine.

– Si, domani dobbiamo vederci per finire una canzone – sorride soddisfatto e io mi tendo verso destra per dargli un bacio dolce – Bravo amore –.

Lo vedo armeggiare con il televisore sintonizzandolo su un canale di musica per poi continuare ad aiutarmi, sistemiamo la cucina sorridendoci complici e innamorati.

Appoggio l'ultimo piatto nella lavastoviglie e faccio per asciugarmi le mani quando dalla televisione arriva distintamente “Ci siamo finalmente, a gran richiesta I Won't Mind! Il primo singolo del nostro Zayn tutto per voi”. Ci giriamo entrambi nello stesso istante, Liam e fermo accanto al tavolo e fissa attento le immagini susseguirsi sullo schermo, mi faccio più vicina a lui e gli circondo il busto con le mani.

Zayn ha lo sguardo serio, le immagini sono in bianco e nero e la sua voce arriva forte nelle nostre menti, mi sfugge un sorriso mentre canticchio a bassa voce quelle parole che gli ho sentito cantare mille sere in questa casa.

– E' venuta bene – dice Liam osservando con una punta d'orgoglio il suo amico, leggendo dentro il testo parole che lui stesso ha scritto con lui.

 

Devi aiutarmi –.

Zayn entra in casa con addosso una felpa rossa e l'inseparabile zaino nero sulle spalle. Si fa largo in quella che è ormai diventata anche casa mia da cinque mesi superandomi senza guardarmi, dirigendosi subito verso Liam. Si siede davanti a lui posizionandosi tra il televisore, su cui campeggia una partita a FIFA e il divano.

Ciao anche a te Zayn – mormora Liam poggiando il joystick sul tavolo basso.

Che succede? – chiede mentre il nostro amico prende dallo zaino quella che ho imparato a riconoscere come la sua agenda delle idee. La sfoglia velocemente poi si ferma su una pagina e la gira verso Liam in modo che lui possa leggere.

Mi aiuti a finire questa canzone? – chiede abbassando le spalle.

Liam guarda prima me, poi lui e poi poggia di nuovo lo sguardo sulle parole scritte con l'inchiostro nero – 'Cause we are who we are when no one's watching – .

 

 

Liam's POV

 

Sposto la mano fino ad afferrare quella di Liz sul mio fianco, la stringo e chiudo gli occhi. Non riesco a capire come fa ma mi sento già meglio, il senso di nostalgia nel vedere Zayn affrontare tutto questo da solo si dissolve standole accanto. Fin da piccolo ho sempre ricercato in qualche modo l'attenzione di qualcuno, di mia madre, delle mie sorelle, di un amico perché non mi sentivo mai abbastanza. Liz scherzando dice che non ho la cognizione di spazio personale e forse è vero ma da quando sto insieme a lei mi sento ogni giorno una persona migliore, alcune volte penso mi veda in un modo troppo bello rispetto a quello che sono realmente eppure sapere di essere così per lei mi fa svegliare con la voglia di mettermi in gioco.

La canzone volge al termine portandomi la stessa amarezza della prima volta in cui l'ho ascoltata dal computer dopo che Zayn ha terminato di inciderla, l'idea di essere parte del suo lavoro in un modo o nell'altro mi fa realmente piacere e questo lo sa benissimo anche lui come lo sa Elisabeth.

– Dovremmo chiamarlo o mandargli un messaggio – mormora Liz lasciandomi un bacio sulla spalla.

Annuisco e sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans, sullo schermo campeggia una foto di Elisabeth con i miei guantoni da box, ha la faccia buffa e non riesco a non ridere ogni volta. Mi lascia un pizzicotto sul fianco e – Dopo ti faccio vedere io se continui a ridere – dice fingendosi offesa mentre scorro la rubrica fino a fermarmi sul nome di Zayn. Rifletto qualche secondo su cosa scrivere poi velocemente digito qualche parola.

 

Abbiamo visto il video in tv, niente male eh?!”

 

E' un messaggio stupido eppure non abbiamo mai avuto bisogno di tante parole. Mi giro vero Liz e le chiedo se va bene, annuisce e si sporge in avanti per inviarlo.

– Ti va se guardiamo un film? – chiede lasciando qualche bacio sul collo e sul petto con l'innocenza di una bambina e l'eleganza di una donna. Chiudo gli occhi e la stringo al petto, le bacio i capelli prima di prenderla in braccio facendola ridere e camminare verso il divano.

Stringe la stoffa della mia maglia e continua a ridere mentre la poggio sulla stoffa morbida della nostra coperta di Batman e le faccio il solletico – Lee, basta! – protesta arpionando i miei fianchi mentre si muove come un anguilla sotto le mie dita. Rido anche io fino a quando riesco a bloccarla sotto il mio corpo e catturo le sue labbra in un piccolo bacio. Mi lascio cadere dietro di lei poggiando la schiena al divano per tenerla tra le braccia. Si sporge in avanti per cambiare canale finendo poi per spulciare tra i mille film della mia collezione, affondo la testa tra i suoi capelli e scoppio a ridere sapendo già come andrà a finire.

– Che hai da ridere? – chiede rifilandomi una gomitata sulla pancia.

– Tanto lo sai che alla fine non guarderemo niente perché sei perennemente indecisa – dico sfuggendo per un soffio all'ennesimo schiaffetto sul braccio.

– Oh guarda, il concerto dei One Direction, li conosci? Ora lo guardiamo – dice felice e non riesco nemmeno a dirle qualcosa che ha già avviato il film.

– L'hai visto tipo mille volte, non lo conosci già a memoria? – le chiedo mentre già l'ho persa, guarda la televisione assorta e io mi limito a stringerla tra le braccia e a godermi i suoi sorrisi ogni volta che tocca a me cantare perché ho imparato che le piace guardarmi su un palco almeno quanto le piace quando le sussurro le canzoni nell'orecchio. E' il suo modo per dirmi che crede in quello che faccio non solo perché è la mia compagna ma perché per lei valgo veramente qualcosa.

 

Apro la porta di casa sentendo già dal corridoio le note di Right Now aleggiare nell'aria, mi chiudo la porta dietro e – Principessa? – chiamo.

Non ottengo nessuna risposta ma dubito che l'avrei sentita comunque, la musica è ad un volume sostenuto e quando arrivo in salotto rimango fermo per qualche secondo sulla porta. La televisione passa le immagini del concerto registrato a Milano ed Elisabeth è seduta con le gambe incrociate sul divano, con le lacrime agli occhi canta quella che lei ha sempre definito una delle nostre canzoni più belle. Vedo la sua bocca tendersi in un sorriso quando inquadrano me e sento un'emozione strana farsi largo nel petto. Un'emozione che non so definire, un misto di gratitudine e orgoglio.

Liz? – cerco di farmi sentire per non spaventarla ma la vedo saltare e scattare in avanti per abbassare l'audio in meno di cinque secondi.

Ciao Lee – dice voltandosi. Tira la manica della felpa fino a coprirsi la mano e si asciuga le lacrime dal viso imbarazzata.

Lascio le chiavi dell'auto sul ripiano e mi avvicino a lei, faccio leva sui talloni arrivando a guardarla in viso – Ehi, perché piangi? – chiedo passando una mano tra i suoi capelli.

Scusa, mi sono solo emozionata riguardando il concerto, non lo vedevo da tanto tempo e pensavo saresti tornato più tardi – dice catturando un'altra lacrima dal suo viso.

Sembra così piccola dentro la mia felpa che non posso non intenerirmi nel vederla così, ho così tante cose da imparare ancora su di lei e ho intenzione di scoprirle tutte.

 

– Ma a te non manca stare sul palco? – chiede ad un certo punto girandosi tra le mie braccia fino a guardarmi. Sorrido e chiudo gli occhi, sento la gente urlare i nostri nomi in attesa di vederci calcare il palcoscenico, il backstage è un via vai di ultimi ritocchi, ultime annotazioni, abbracci e “spaccate tutto” e poi c'è l'attimo prima di salire sul palco, quel misto di adrenalina, stanchezza e gioia che non può essere descritta.

– Certo che mi manca – rispondo serio e sincero prima di riaprire gli occhi. Mi accarezza dolcemente il viso passando poi la mano tra i miei capelli corti.

– Non vedo l'ora di rivederti lì sopra insieme agli altri, è il tuo posto quello! – dice poggiando la fronte sulla mia.

– Per ora il mio posto è dove sei tu – rispondo di getto.

Tutto quello che sento in risposta è il suo corpo rabbrividire contro il mio.

 

 

__________________________________________

Nda.

Questo capitolo è un po' particolare e spero di non avervi mandato in confusione tra il presente e i flashback. Ovviamente ci troviamo un anno dopo la proposta di Zayn a Liz, lei ha accettato il lavoro e vive ormai con Liam. Ho cercato di inserire quei ricordi importanti per non farvi mancare nulla della loro storia e se c'è qualcosa che non è chiaro scrivetemi pure che cercherò in ogni modo di rispondere alle curiosità. Vi starete chiedendo il perché di questo salto... posso solo dirvi che nulla è al caso e capirete presto tutto questo modo strano di costruire la storia tra lettere e salti nel tempo.

Comunque, spero sia piaciuto... è ormai passata la mezzanotte e tra un giorno esatto sarà il mio compleanno e tra poche ore potrò riabbracciare Sara *-* Non vedo l'ora!

Oggi però questo capitolo lo dedico a Madi per il suo di compleanno, tanti auguri tesoro, goditi questi vent'anni e grazie per esserci dall'inizio!

A presto,

Serena.

   
 
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