Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TheSlayer    13/10/2015    2 recensioni
Nobiltà, ricchezza sfrenata, alcool, eccessi, feste in locali privati. Questa è la vita di Freya e dei suoi amici a Londra... almeno fino a quando non scopre di dover affrontare una delle più grandi responsabilità al mondo. Chi le starà vicino? Sarà il migliore amico Louis? O il "fidanzato" Matthew? Il cugino Niall? Oppure il silenzioso, misterioso, figlio del maggiordomo e della cuoca di Niall, Harry?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 16 - Take Away
 
Come promesso, Harry arrivò dopo venti minuti con la Range Rover nera dell’autista di Niall. Io ero rimasta nascosta nel vicolo del retro del locale per tutto il tempo, perché non volevo che nessuno mi vedesse.

Salii sull’auto e salutai il ragazzo, che mi sorrise. «Ti accompagno a casa?» Mi domandò, dopo aver dato un’occhiata al mio viso.

Scossi la testa. Non l’avevo chiamato per fare il mio autista. Per quello c’era Alec e avrei potuto benissimo chiamare lui se avessi avuto bisogno solo di un passaggio. No, quello di cui avevo bisogno era proprio lui, Harry.

«Andiamo da qualche parte?» Domandai. «Un posto tranquillo, dove possiamo parlare.» Proposi.

«Qui vicino c’è uno Starbucks che rimane aperto fino alle tre e mezza del mattino, ti va?» Propose Harry, ma io scossi di nuovo la testa.

«Non voglio stare in pubblico.» Mormorai.

«D’accordo, allora andiamo al Circolo. Non c’è posto più tranquillo e sicuro del Circolo.» Disse lui, un po’ in imbarazzo.

Sembrava quasi che volesse prendermi una mano o toccarmi per rassicurarmi, ma riuscì a trattenersi e cominciò a guidare in silenzio, così cercai di concentrarmi su quello che vedevo fuori dal finestrino per provare a dimenticarmi della sua presenza, che mi rendeva nervosa.

Arrivammo al Circolo circa venti minuti dopo. Harry riuscì a trovare un parcheggio poco distante e poi camminammo fino al negozio di Sameer, che era ovviamente aperto. Il figlio dell’uomo, Ravi, stava leggendo un libro dietro il bancone (a quell’ora della notte non erano molti i clienti) e ci salutò con un cenno del capo.

«Freddino stasera, eh?» Commentò Harry, una volta arrivati nella sala principale del Circolo. «Faccio un po’ di tè, ne vuoi?» Aggiunse.

«Sì, grazie.» Risposi, sedendomi sul divano e aspettando che il ragazzo tornasse. Non avevo bevuto tanto, solo il cocktail che mi aveva offerto Liam, ma non toccavo un goccio d’alcol da quasi un anno e mezzo e il drink era molto, molto forte, così ero un po’ brilla. Mi girava la testa e non mi sentivo esattamente me stessa.
 
Harry litigò con il bollitore per qualche minuto, poi aprì varie ante degli armadietti nella zona del bar e riuscì a trovare le bustine del tè.

«Ma chi beve tutto quel caffè Jamaicano?» Mi domandò con un sorriso.

«Non dire nulla.» Replicai. «Louis ha passato un periodo in cui era diventato dipendente dalla caffeina e ha importato quei chicchi rari dalla Jamaica. E ovviamente la fase del caffè è durata solo più o meno due mesi.» Aggiunsi.

«Poi si è ricordato di essere inglese?»

Sorrisi e annuii, pensando all’ultima volta che avevo visto Harry. Eravamo andati a letto insieme e poi lui mi aveva confessato di essersi innamorato di me. Io non avevo risposto - non ero riuscita a dire nulla - e lui se n’era andato. Da quel momento non avevamo più parlato (a dire la verità non ci eravamo più nemmeno visti) e quella notte Harry stava facendo assolutamente finta che tra di noi non fosse successo nulla. Si era pentito di quello che mi aveva detto o stava cercando di fare il ‘bravo ragazzo’ e di non obbligarmi a intraprendere un discorso che non ero pronta a fare?

«Harry…» Cominciai, ma lui mi interruppe.

«Ehi, potremmo sempre vendere tutta questa roba su eBay: ‘chicchi di caffè Jamaicani acquistati e toccati personalmente da Louis Tomlinson a sole cinquecento sterline al chilo’. Le ragazzine diventerebbero pazze.» Scherzò lui.

Tornò a sedersi sul divano e decise di scegliere il posto di fianco a me, invece che di fronte. Appoggiò le due tazze di tè sul tavolino di fronte e poi si accomodò.

«Già.» Dissi, abbassando lo sguardo. «Mi dispiace.» Continuai dopo qualche minuto di silenzio imbarazzato.

«Non preoccuparti, ero ancora sveglio. Non riuscivo a dormire.» Replicò lui, scrollando le spalle. Cercai di immaginarmelo nel suo letto - rendendomi conto di aver visto la stanza degli ospiti in cui eravamo andati a letto insieme per la prima volta a casa di Niall, ma di non avere la minima idea di come fosse fatta la sua - mentre fissava il soffitto e continuava a girarsi per trovare una posizione che gli conciliasse il sonno. L’avevo fatto tanto anch’io in quei giorni, perché non riuscivo a smettere di pensare alla nostra ultima conversazione.

«No, non intendevo per quello.» Risposi. «Dicevo per tutto. Per l’altra volta, per quello che ti ho chiesto… e per quello che non sono riuscita a dirti.» Aggiunsi, prendendo la tazza di tè bollente tra le mani per scaldarmi.

«Oh, quello. Non preoccuparti, Freya. È acqua passata.» Rispose lui velocemente.

«Acqua passata? Harry, mi hai detto che ti sei innamorato di me, come fa ad essere acqua passata?» Domandai, incredula.

Lui sorrise e, per qualche istante, mi domandai se avesse completamente perso la testa. Poi cercò di dire qualcosa, ma lo interruppi.

«Perché io ho sentimenti per te da mesi e sono molto lontana dal sentirmi come se fossero acqua passata.» Mi lasciai sfuggire.

Non avevo idea di quante notti avevo passato sperando che lui fosse al mio fianco, desiderando sentire la sua mano sulla mia sotto il piumone, o le sue labbra sulle mie. Non sapevo quante volte avevo perso il filo del discorso con qualcuno perché avevo cominciato a pensare a lui, ai suoi capelli spettinati, a quel sorriso che mi faceva battere il cuore più velocemente, al tono della sua voce, così caldo e sensuale. Non avevo mai contato nemmeno le volte in cui, nel bel mezzo della giornata, avevo cominciato a desiderare disperatamente di essere abbracciata da lui, di baciarlo. Provai un brivido lungo la schiena e mi costrinsi a fissare lo sguardo sulla bustina del tè.

Harry non rispose e, invece, abbandonò la tazza che aveva in mano sul tavolino di fronte a noi e mi abbracciò. Mi rannicchiai accanto a lui, appoggiando la testa sul suo petto e lasciai che mi abbracciasse e mi stringesse a sé per quelle che mi sembrarono ore. Poi mi addormentai in quella posizione, esausta e con un mal di testa pulsante che sembrava non volermi più lasciare.

 
***

Mi svegliai con una terribile sensazione di secchezza alla gola e in stato confusionale. Perché non ero nel mio letto? Dove mi trovavo? Rimasi immobile per qualche secondo, mentre cercavo disperatamente di capire quello che stesse succedendo.

Ero al Circolo. Okay, almeno avevo scoperto dove mi trovavo. Stavo dormendo sul divano ed ero stata coperta da qualcosa di strano… non era una coperta, perché era troppo corta. Era un maglione di lana?

Mi alzai a sedere e mi guardai intorno. Ricordavo tutto: il locale, i fotografi, il cocktail di Liam… Harry. Avevo dormito su quel divano con Harry e gli avevo confessato di avere dei sentimenti per lui.

Mi coprii la bocca con una mano e scossi la testa. No, non era possibile. Non era assolutamente possibile. Non potevo… le lacrime cominciarono a scendere sulle mie guance e pochi istanti dopo, iniziai a singhiozzare.

«Freya?» Sentii la voce di Harry provenire da poco lontano e voltai lo sguardo verso di lui, cercando di asciugare gli occhi e di calmarmi. «Freya, cosa succede?» Mi domandò, raggiungendomi e sedendosi di fianco a me.

«Sono una persona terribile.» Singhiozzai. «Una madre terribile!» Esclamai, ricominciando a piangere più forte. «Non sono tornata a casa a dormire! Sono uscita, ho bevuto e mi sono addormentata sul divano. Ho abbandonato Emma per andare a divertirmi…» Aggiunsi.

«Ehi.» Replicò Harry, appoggiando una mano sulla mia gamba e facendomi sussultare. La ritrasse immediatamente, abbassando lo sguardo. «Ehi, non sei una madre terribile. Emma è di sopra con Louis e non si è accorta di niente. Lou ha detto che ha dormito tutta la notte e che non ha avuto nessun problema.» Aggiunse il ragazzo.

Harry aveva parlato con Louis e si era assicurato che mia figlia stesse bene. Era stata la prima cosa che aveva fatto appena sveglio… era quello che avrei dovuto fare io, invece ero stata distratta da mille altre cose, come al solito. Dovevo cambiare. Dovevo smettere di preoccuparmi di tutto e concentrarmi solo su Emma.

«Non avrei mai dovuto farlo a priori. Uscire, intendo.» Dissi, scuotendo la testa e alzandomi.

«Freya, non l’hai abbandonata.» Cercò di farmi ragionare Harry. «È a casa con Louis, è come se fosse rimasta con il padre. Va tutto bene.» Aggiunse.

Lo guardai e sospirai. Non sapevo come, ma era riuscito a calmarmi e a farmi capire che quello che avevo fatto non era stata una tragedia. Certo, avrei potuto benissimo tornare a dormire a casa e non rimanere al Circolo, ma Louis era stato con Emma tutta la notte e non era successo nulla. Stava bene e quella era la cosa importante.

Osservai lo sguardo di Harry, che stava saettando dal mio viso al pavimento e ripensai alla conversazione che avevamo avuto la sera prima, quando lui mi aveva detto che i suoi sentimenti per me erano ‘acqua passata’ ed io gli avevo confessato che invece provavo qualcosa per lui. Come potevo essere stata così stupida?

«Grazie.» Mormorai, senza guardarlo. «Grazie per l’aiuto e per avermi fatto compagnia questa notte. Adesso… adesso è meglio se torno su e mi scuso con Louis per non averlo avvisato che non sarei tornata.» Dissi, osservando ostinatamente il corridoio.

«Non c’è problema.» Replicò Harry. «Io… ehm, io devo andare a lavorare.» Aggiunse, arrossendo lievemente.

«Okay.» Dissi.

«Okay.» Ripeté lui.

Nessuno dei due disse più una parola per alcuni minuti, finché il ragazzo decise di cominciare a incamminarsi verso l’uscita ed io raggiunsi la porta segreta per andare a casa.

 
***

«Non provare nemmeno a scusarti, Freya.» Mi disse Louis, quando tornai nell’appartamento e lo guardai con aria colpevole.

Corsi nella stanza di Emma, che era sveglia, e la presi in braccio immediatamente. Il mio migliore amico mi seguì e mi sorrise.

«Ma non ti ho nemmeno avvisato, non sapevi dove fossi, cosa stessi facendo… So che alla fine ero al Circolo e ci separava solo una rampa di scale, ma avrei potuto essere ovunque.» Spiegai.

«Sì, ma Harry mi ha inviato un messaggio per dirmi esattamente dove ti trovavi, quindi non ti ho dato per dispersa. Se fosse successo qualcosa sarei venuto giù a chiamarti. Emma ha dormito come un angioletto e non è successo niente, rilassati.» Replicò Louis. «Inoltre non mi ha dato fastidio passare la notte con Ems, sai che io la considero in tutto e per tutto mia figlia.» Aggiunse il ragazzo, sorridendo.

Lo guardai a bocca aperta, perché non mi aveva mai detto nulla del genere. Sapevo che voleva bene ad Emma e che gli piaceva passare del tempo con lei, ma non l’avevo mai sentito dire che la considerava sua figlia a tutti gli effetti.

«Lou…» Cominciai a dire, sentendo gli occhi diventare di nuovo lucidi.

«No, mi rifiuto.» Replicò lui, cercando di ridere. In realtà sapevo che si stava per mettere a piangere anche lui. «Adesso tu vai a cambiarti e a farti una doccia, poi io andrò a comprare la colazione per tutti e inoltre ho una sorpresa per te.» Aggiunse prima di prendere Emma dalle mie braccia e uscire dalla stanza.

 
***

La sorpresa di Louis era Ingrid, che mi aspettava in cucina con un grembiule intorno ai fianchi e una tazza di tè in mano. La donna mi disse che era stata ufficialmente assunta e che da quel momento mi avrebbe aiutata a prendermi cura di Emma e che non se ne sarebbe mai più andata. La abbracciai stretta, poi raggiunsi Louis nella sua stanza e lo osservai mentre giocava con la bambina.

«Emma? Emma, guarda chi c’è! La mamma!» Esclamò il ragazzo, indicandomi. Emma mi osservò, dapprima con aria seria e poi scoppiò a ridere. Aveva imparato a farlo da pochi giorni ed era una cosa che mi scaldava sempre il cuore.

«Ma-ma!» Urlò Emma, agitando le gambe e le braccia. Era supina in mezzo al letto matrimoniale e Louis era di fianco a lei, sdraiato sulla pancia. La bambina poi spostò lo sguardo sul ragazzo, sorride felice e urlò «ba-ba!»

«Gliel’hai insegnato tu?» Domandai, stupita. Da pochi giorni aveva iniziato a dire «ma-ma» quando mi vedeva, ma non aveva mai detto «ba-ba» guardando Louis, il che mi fece immensamente piacere, ma fece anche nascere diverse paranoie nella mia mente: Emma identificava Lou come padre? Avrei dovuto spiegarle che quello non era davvero il suo papà? Matt si sarebbe mai comportato da genitore per lei?

«No.» Rispose Louis, stupito. «Non so se… non pensavo che avrei mai potuto sentirmi così felice e orgoglioso…» Aggiunse, nascondendosi per asciugarsi una lacrima.

«Oh, Lou…» Mormorai e lo raggiunsi sul letto. Lui mi strinse lievemente il braccio, mi sorrise e ricominciò a giocare con Emma, che aveva imparato da poco a rotolare su se stessa e, negli ultimi giorni, stavamo cercando di insegnarle a stare seduta senza bisogno del nostro sostegno.

«Non piangerò.» Replicò lui, annuendo e cercando di distrarsi. Appoggiò una mano dietro la schiena di Emma, che rimase seduta. Poi la rimosse e la bambina ondeggiò per qualche secondo, prima di ribaltarsi e prendersi i piedi con le mani, ridendo felice.

«Ma va, perché dovresti? In questo posto c’è pieno di polvere che si infila negli occhi. Sarà sicuramente quello.» Dissi, asciugandomi gli occhi a mia volta.

«Forza, raccontami di Harry. Non fare quella faccia, Emma è ancora troppo piccola per capire cosa vuol dire rotolarsi sul divano, avvinghiati l’uno all’altra, per tutta la notte.» Disse il mio migliore amico dopo un po’.

«Louis!» Esclamai. «Non è successo niente del genere.» Aggiunsi, abbassando lo sguardo e tenendo il braccio di Emma per sostenerla. «Anzi, mi sono accidentalmente lasciata sfuggire che provo dei sentimenti per lui, ma per lui è già tutta acqua passata.» Spiegai.

«Acqua passata?» Domandò il ragazzo. «Come può essere acqua passata in due mesi?» Aggiunse, alzando un sopracciglio.

«Non lo so. Non chiedere. Quel ragazzo è un mistero e credo che lo rimarrà sempre, a questo punto… È una situazione più grande di me. Non ho mai incontrato nessuno del genere. Sono sempre stata molto brava a capire le persone, lo sai, l’ho anche sempre usato a mio vantaggio. Lui è… non lo so, non capirò mai quello che passa nella sua testa.» Mi sfogai.

«Beh, c’è una soluzione, Danno.» Replicò Louis. «Puoi sempre provare ad avere una conversazione con lui. Intendo una vera conversazione, una in cui vi parlate entrambi, ascoltate quello che ha da dire l’altro e non vi interrompete finché non avrete finito.» Aggiunse il ragazzo, sorridendo a Emma - che in quel momento si era distratta e si stava infilando in bocca tutto il laccio della felpa di Louis.

«Sì, come no.» Risposi. «Inoltre è inutile parlare con lui, perché a questo punto sono sicura che è l’opposto di ciò di cui ho bisogno in questo momento. Mi fa sentire nervosa, mi fa dimenticare del resto del mondo… ed io ho bisogno di stabilità e di tenere la testa sulle spalle. Ho qualcun altro a cui pensare adesso.» Aggiunsi, guardando mia figlia.

«D’accordo.» Replicò Louis, alzando le spalle. «So che quando ti fissi con una cosa è impossibile farti cambiare idea, ma sai come la penso.»

«Certo che lo so, ma come faccio? Anche ammettendo che lui provi ancora qualcosa per me e che sia disposto a stare con me… come si fa a uscire con qualcuno in queste condizioni? Ho una bambina di sei mesi (non sua, tra l’altro)… non posso semplicemente prendere, uscire a cena quando mi va, passare la notte fuori come ho fatto ieri sera o cose del genere. Non posso.» Risposi.

Louis alzò un sopracciglio e scosse la testa.

«Freya… a parte che non sei da sola, perché sai che io voglio aiutarti, ma poi devi metterti in quella testolina che la tua vita non è finita solo perché hai avuto una bambina. Hai ancora il diritto di uscire, di innamorarti e di trovare qualcuno.» Disse.

«La stessa cosa vale per te, sai?» Domandai, cambiando discorso e cercando di concentrarlo su di lui. Mi faceva sentire a disagio parlare del futuro l’idea di innamorarmi e trovare un partner per il resto della vita mi faceva venire la nausea. Era tutto troppo complicato. «Quand’è l’ultima volta che sei uscito e sei stato con una ragazza negli ultimi mesi?» Chiesi, fissandolo negli occhi con aria di sfida.

«Tu non preoccuparti per me. Il fatto che io sia qui tutte le notti non vuol dire che non vedo una ragazza nuda da millenni. Ho solo cambiato orari.» Rispose lui, facendomi l’occhiolino.

«Cioè?» Domandai, incuriosita.

«Ho tre ragazze in rotazione al momento e le vedo in altri momenti della giornata. Non è un grande problema. Quando Emma sarà più grande e tu ti sentirai più sicura a passare la notte insieme a lei, da sola, allora ricomincerò ad uscire di sera.» Mi spiegò.

«Louis…» Richiamai la sua attenzione. «Sono perfettamente capace di rimanere per una notte in casa da sola con mia figlia. Al massimo posso chiedere a Ingrid di rimanere.» Aggiunsi.

Il mio migliore amico l’aveva assunta, ma la donna non poteva più fare come quando lavorava per la mia famiglia e vivere in casa, perché non c’erano più stanze disponibili. Io avevo preso la prima degli ospiti ed Emma la seconda, quindi dovevo accontentarmi di avere il suo aiuto dalle otto del mattino alle cinque di pomeriggio.

«Non penso che ce ne sarà bisogno. So che ce la puoi fare.» Disse lui, assumendo un’aria pensierosa. «Anzi, sai che c’è? Hai ragione. Questa sera esco, non aspettarmi sveglia.» Aggiunse pochi secondi dopo, alzandosi dal letto e andando a recuperare il suo telefono.

Lo sentii fare una telefonata di pochi istanti a qualcuno - presumibilmente una delle sue ‘ragazze in rotazione’ - e poi mi sorrise.

«Andata?» Domandai.

«Andata. Questa sera il vecchio Louis Tomlinson passerà una notte da ricordare.» Rispose.

«E chi sarà la fortunata?» Chiesi.

«Hai presente Cheryl, l’amica di Regina? Ecco, lei.» Replicò il ragazzo. «Ci stiamo frequentando da qualche mese, ma non lo so. Non è niente di serio. Non è mai niente di serio con nessuna, penso che la donna perfetta per me non esista ancora.» Aggiunse, pensieroso.

«La troverai, ne sono sicura.» Cercai di rassicurarlo. Ma tanto sapevo che Louis non era interessato ad avere una relazione seria. Non ancora, in ogni caso. A lui piaceva divertirsi e faceva bene. Aveva tutto il tempo del mondo per decidere di stare con una sola ragazza per il resto della vita.

 
***

Come annunciato, Louis uscì prima di cena e mi mandò un messaggio, dicendomi che non sarebbe tornato a dormire, perché avrebbe passato la notte a casa di Cheryl. Ingrid aveva già finito il suo turno alle cinque, così ero rimasta da sola con Emma.

Più o meno alle otto e venti sentii suonare il campanello e, quando andai ad aprire, mi ritrovai davanti Harry, con due borse di plastica in mano.

«Ciao?» Dissi, stupita.

«Ehi, Freya.» Replicò Harry. «Louis mi ha chiamato, mi ha invitato a cena e mi ha chiesto di passare a prendere qualcosa per tutti. Spero che per te non sia un problema.» Aggiunse, guardandosi intorno.

«Louis, eh?» Domandai tra me e me, scuotendo la testa. Non sapevo nemmeno perché mi ero stupita. Avrei dovuto immaginare che il mio migliore amico mi potesse fare uno scherzo del genere.

«Sì. Louis. Mi ha detto di passare a prendere gli hamburger e di venire qui, così mangiamo insieme a Niall e Liam.»

Aprii la porta e lo lasciai entrare. Sentii il profumo delle patatine fritte e mi resi conto di quanto fossi affamata. Non avevo ancora fatto in tempo a mangiare.

«Beh, Louis si è dimenticato di avvisarti, credo, ma è uscito con Cheryl e in casa ci siamo solo Emma ed io.» Replicai, imbarazzata.

«Oh.» Disse. Si guardò di nuovo intorno, poi posò lo sguardo prima su di me e poi sui sacchetti di cibo che aveva in mano. «In ogni caso non possiamo buttare tutta questa roba, no? Io direi che potremmo mangiarla lo stesso noi due.» Propose.

«Beh, quelle patatine hanno un profumo insistentemente invitante.» Dissi, chiudendo gli occhi e cercando di convincermi che quella fosse una buona idea. Avrei strozzato Louis il giorno successivo, dopo aver scoperto come sarebbe andata quella sera.

«Esatto.» Concluse lui, avviandosi verso la cucina e cominciando ad estrarre confezioni di cibo.
In quale strana situazione mi aveva cacciata il mio migliore amico?


 


Buongiorno! Ecco il nuovo capitolo! Oggi abbiamo una confessione da parte di Freya che crea imbarazzo tra lei e Harry, una scena decisamente tenera tra la nostra protagonista, Louis ed Emma, il ritorno di Ingrid e una cena a sorpresa. Freya sta cercando di abituarsi a questa nuova situazione e ha un disperato bisogno di aiuto. E adesso che Harry sa che anche lei prova qualcosa per lui, cosa succederà? I suoi sentimenti per lei sono davvero acqua passata oppure era solo un modo per cercare di non farla sentire in colpa? Tutte le risposte martedì prossimo :)
Grazie mille per aver letto fin qui e spero che il capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!

 

Blog | Pagina Facebook | Account personale Facebook | Twitter | Tumblr

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TheSlayer