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Autore: Ink Voice    13/10/2015    1 recensioni
Lennon centric | P.I.D., non so neanche io il perché | linguaggio talvolta colorito, 1507 parole e tanta tristezza | non è McLennon, ma se qualcuno vuole proprio vederci amore tra i due…
Se fosse morto qualcun altro al posto tuo, probabilmente non sarebbero crollati molti mondi. Se tu fossi morto e la cosa fosse trapelata, milioni di mondi si sarebbero sfranti, sarebbero divenuti cenere, perché il potere dei Beatles è diventato fin troppo grande in questi anni. Ma sei morto e nessuno lo sa, Paul, nessuno a parte pochi di noi. Non sono crollati molti mondi, ma sai a me che me ne frega? […] Non vivevo più in questo mondo di merda quando c’eri tu, Paul, che con la tua amicizia così profonda riuscivi a farmi dimenticare tutti i dilemmi che avevo per la testa. Bastava poco per farmi star meglio, veramente poco, un solo scambio di sguardi a volte. Ora non riesco nemmeno a guardare l’uomo che si spaccia per te da alcuni giorni a questa parte, e cazzo se recita bene; proprio ai Beatles doveva toccare questa disgrazia?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiedo sempre più spesso da dove io prenda la forza per guardare negli occhi questo perfetto sconosciuto. Non voglio sapere il suo nome, chi sia veramente o quale sia la ragione per cui sia stato messo al mondo. L’unica cosa che mi interessa è capire perché i Beatles - e chi per noi - abbiano dovuto mettere in piedi questo ridicolo teatrino. Per salvaguardare la nostra immagine? Ma per favore. Tutti lo chiamano un colpo di fortuna, ma io, George e Ringo siamo i soli a capire che tutto ciò è spaventosamente terribile.
Perché proprio il tuo sosia ci è capitato tra le mani? È una delle cose di cui più mi vergogno, essere costretto a mettere a tacere pensieri turbolenti ed emozioni violente, con il solo fine di fare un piacere al resto del mondo. Non me ne fotte più niente, ormai: ho perso un amico - abbiamo perso un amico e tutti ci vogliono impedire di piangerlo decentemente, solo perché fa comodo a più persone di noi tre. Non so più cosa fare, perché odiare l’uomo con cui condivido anche ora l’aria nella sala di registrazione non è la risposta che cerco.
Questo amico sei tu, Paul, e lo sai. La mia vita è sempre stata piena di merda e tu eri uno dei pochi in grado di non farmici pensare in ogni momento, perché la tua sola presenza era sufficiente per farmi stare a posto con me stesso. Penso tu lo abbia sempre saputo - non era una cosa da poco e sono certo che fossi conscio anche di questo.
Chi cazzo sei, tu, per prendere il suo posto?!” vorrei strillare nell’orecchio di quest’uomo ogni volta che i suoi occhi incontrano i miei. E a pensare che quelle orecchie e quegli occhi non sono i tuoi mi viene da strillare con ancora più veemenza, ma da quando te ne sei andato mi sento totalmente svuotato e non riesco a volere davvero il male per quella persona. Mi sono proprio rammollito, vero, Paul? Se ci fossi ancora preferirei mille volte prendermi a pugni con te, gridarci ogni stronzata che ci passa per la testa con lo scopo di ferirci reciprocamente, litigare nel modo peggiore che due come noi possano concepire… ma almeno ci saresti ancora, insieme alla mia voglia di lottare.
Un fottuto incidente, un fottuto incidente che poteva capitare a chiunque e non a te. Eppure qualcuno ha voluto mandarmi un’altra disgrazia, non contento di avermi già fatto perdere più d’una persona a cui ho tenuto in vita mia, e dire che mi affeziono difficilmente è un eufemismo: quel qualcuno deve proprio avercela con me. Non poter sfogare tutto l’egocentrismo e la frustrazione che sto provando è logorante, non avendo più la forza di accanirmi contro chiunque io possa ritenere responsabile di questa perdita. Non so cosa fare. Sto male.
Se fosse morto qualcun altro al posto tuo, probabilmente non sarebbero crollati molti mondi. Se tu fossi morto e la cosa fosse trapelata, milioni di mondi si sarebbero sfranti, sarebbero divenuti cenere, perché il potere dei Beatles è diventato fin troppo grande in questi anni. Ma sei morto e nessuno lo sa, Paul, nessuno a parte pochi di noi. Non sono crollati molti mondi, ma sai a me che me ne frega? Vorrei strillare come una ragazzina, amico, mettermi a piangere e fare la figura dell’idiota se necessario; ma se ci fosse una possibilità di riaverti, di poter mandare via a calci in culo questo stronzo che fa finta di essere te, allora lo farei. Ritroverei la mia forza, la voglia di combattere per qualcosa - per qualcuno. Forse mi toccherà prendere la via del pacifismo e predicare l’amore per difendermi. Pensa che stronzata sarebbe ridursi in questo modo per una persona che è morta.
Ma non riesco a capacitarmene, Paul. Sei morto, porca puttana! Sei morto! Sei morto e non so dove ti abbiano seppellito, o anche solo se qualcuno si sia preso la briga di sistemarti in un luogo decente. Se volessi incontrarti di nuovo non potrei farlo, e lo voglio, cazzo, voglio sapere dove sei e perché in quell’incidente sei stato proprio tu a rimetterci la vita. Chissà dove ti hanno messo, Paul. Ho il diritto di saperlo! Non mi darò pace fin quando non mi sarà data una risposta; mi va bene pure sentirmi dire che ti hanno bruciato e hanno buttato le tue ceneri nel vento, sicuramente perderò la testa per questo - come possono aver osato non darti una degna sepoltura? - ma devo sapere, ne devo essere a conoscenza esattamente come so di chiamarmi John Winston Lennon.
Probabilmente sto impazzendo già da ora a parlare con un morto, ma finché rimane tutto nella mia testa il problema non si presenta, non è vero? Finché sono solo io a sapere, insieme a pochissimi altri, che Paul McCartney ha perso la vita in un incidente e che un fottuto sosia, considerato una manna dal cielo da qualche cretino, ha preso il suo posto quando non è degno neanche di pronunciare il nome dei Beatles… allora va bene. Finché nessun altro si accorgerà che qualcosa non va, che quegli occhi e quelle orecchie non sono di Paul McCartney, che non è sua la voce e che quelle mani appartengono a qualcun altro, allora va tutto bene. Chi trae benefici da questa situazione naviga nell’oro, amico, sai cosa vuol dire lavorare con i Beatles o per conto loro? Siamo una miniera d’oro - e non ho mai desiderato più di così di sbattere alle mie spalle la porta dello studio di registrazione, mandare a fanculo il sosia e tutti i soldi che il mio solo nome richiama e gridare al mondo che può anche crollare, visto che lui è morto, ma a me non me ne frega proprio niente se questa Terra piange, perché la mia realtà è già stata distrutta.
Non vivevo più in questo mondo di merda quando c’eri tu, Paul, che con la tua amicizia così profonda riuscivi a farmi dimenticare tutti i dilemmi che avevo per la testa. Bastava poco per farmi star meglio, veramente poco, un solo scambio di sguardi a volte. Ora non riesco nemmeno a guardare l’uomo che si spaccia per te da alcuni giorni a questa parte, e cazzo se recita bene; proprio ai Beatles doveva toccare questa disgrazia?
Sto diventando tanto lunatico da essere patetico, Paul, penso che me ne andrò a fumare qualcosa, anche solo per non dover tollerare un secondo di più quella presenza estranea. Non riesco a dare la colpa a te di niente. In un momento vorrei fare a pezzi tutti gli studi e nell’altro l’unica cosa che desidero è avere una tomba su cui piangere, magari fino a morire, una tomba per James Paul McCartney.
Ma quello che vuole una singola persona è irrilevante al cospetto di ciò che conviene al resto del mondo, vero? Non so cosa avrebbero da dire George e Ringo, non ce l’ho fatta a parlarne con loro, che sicuramente si sono confidati parecchie cose per sfogarsi, ma io non ce la faccio, eri tu il mio preferito, porca miseria, era… è evidente! Ma non ho più un briciolo di forza né di arroganza per mettere i miei problemi in mano a qualcun altro, magari proprio a quelli che me li hanno causati, questi problemi, quindi l’unica persona che mi rimane per sfogarmi è quello stronzo del sottoscritto. Mi odio, perché senza di te mi sento vuoto, solo; non riesco a odiare te per questo, quindi me la prendo con me stesso, la persona che ti era più vicina. Bel colpo, Lennon, davvero un bel colpo.
È vero che chiudendo gli occhi vivere è più facile, ma io non ce la farò mai a rassegnarmi. O meglio, non mi rassegnerò mai con me stesso e continuerò a farmi del male e a straziarmi con il pensiero della tua morte; con gli altri ho già mostrato più volte una logora bandiera bianca, troppo sconvolto per cercare di reagire. L’ho già detto, Paul, che non ho più la forza di prendermela con nessuno, ma che se ci fossi ancora tu mi spaccherei le nocche di entrambe le mani a forza di tirare pugni contro una realtà che non ho alcuna intenzione di accettare. Vai, Lennon, continua così: sii un fottuto cagnolino nei confronti di quelli che hanno distrutto l’equilibrio precario della tua vita e poi ringhia come un rottweiler contro te stesso. Proprio un bel colpo.
Ma va bene, facciamo finta che vada bene così, facciamo finta che prima o poi mi abituerò a questa situazione - sempre che non muoia prima, s’intende. Intanto me ne sto zitto e faccio il favore al mondo di non essere scomodo, non so se qualcun altro ha la forza di strillare pure per conto mio; di sicuro non sono l’unico che si è rassegnato, almeno con gli altri. Finché Paul McCartney continua a vivere per il resto del mondo, finché posso firmare le mie canzoni con entrambi i nostri nomi, finché posso dire di avere ancora qualcuno con cui condividere tutto ciò che mi appartiene, dalla mia vita alla mia musica… allora recitiamo anche noi in questo spettacolo, Paul. Tu non sei morto e il mio migliore amico è ancora qua. Facciamo buon viso a cattivo gioco. Andremo avanti così.



 
Because two can keep a secret…

If one of them is dead.







Angolo ottuso di un'autrice ottusa che si dilunga su cose dalla dubbia utilità come al solito
Sinceramente non so come abbia fatto ad iniziare questa one shot. Ma ieri sera ho guardato la lista - a dir poco lunga - di tutte le storie che mi piacerebbe scrivere, prima o poi, e gettando l'occhio sul titolo di questa mi sono detta: "Perché no?", e le frasi si sono composte una dopo l'altra con pochissimo sforzo, tant'è che anche io mi sono sorpresa, perché prima di cominciare la ritenevo un'impresa impossibile.
Mi stupisco di essere riuscita a scriverla tutta in un'oretta, ieri sera, e di ritrovarmi qui a pubblicare. Dio solo sa quanti film mentali io mi faccia prima di pubblicare, quanto abbia paura mentre inserisco una nuova storia... però eccomi qui, per la seconda volta nella sezione dei Beatles. Il mio esordio, con un'altra one shot, non mi era piaciuto particolarmente. Questa storia, invece, l'ho scritta con molta sincerità e per questo ho deciso di pubblicarla, anche se probabilmente non è il massimo. Non so nemmeno dove io abbia trovato il coraggio di impersonare Lennon, ce ne vuole di coraggio ahahah
Ma fatto sta che non mi dispiace come è venuta, non volevo farla troppo lunga e penso che vada bene anche così; o almeno lo spero, saranno i numeri e i colori delle bandierine, se arriveranno, a confermare il tutto.
Ora, due cose importanti: non credo nel P.I.D. e nemmeno nella McLennon, ma da geniaccia quale sono ho probabilmente scritto qualcosa su tutte e due. Io considero Lennon e McCartney amici e basta, ma vedo che nel fandom c'è parecchia gente che li shippa e io non posso far altro che sventolare una bandiera bianca (?). Voi lettori vi starete chiedendo quale malattia mentale ti ha ispirato una one shot sulla teoria del "Paul is dead" se tu per prima non ci credi?; ebbene, non ne ho idea ahahahaha mi sparo
No, tornando seri. Il titolo della os è preso da "Secret" delle sorelle Pierces, se non erro si tratta di loro. Questa frase mi ha ispirato molte situazioni e questa è stata la prima. In particolare ho elaborato la frase "Se volessi incontrarti di nuovo non potrei farlo, e lo voglio, cazzo, voglio sapere dove sei e perché in quell’incidente sei stato proprio tu a rimetterci la vita. Chissà dove ti hanno messo, Paul."; avrei voluto dare più rilevanza a questa figura ma alla fine non mi ci sono concentrata più di tanto; spero vada bene anche così.
Una parte che non convince neanche me è "Forse mi toccherà prendere la via del pacifismo e predicare l’amore per difendermi. Pensa che stronzata sarebbe ridursi in questo modo per una persona che è morta." perché temo di aver scritto una grossa idiozia, ma allo stesso tempo non mi sembrava male l'idea che Lennon, nel pieno del suo egocentrismo, formulasse un pensiero del genere - senza dargli neanche peso, alla fine. Ho deciso di mettere parolacce, cosa che non faccio praticamente mai e che vorrei evitare il più spesso possibile; ma nel fingermi Lennon ho pensato che un linguaggio più duro gli si addicesse, ma sono pronta a sentire pareri contrari per questa cosa.
Ho un'altra one shot sui Beatles in cantiere e ho meno dubbi su quando e come la scriverò, dopo l'esempio di questa, che tanto facilmente sono riuscita a stendere. Quindi chissà, magari tra non troppo tempo pubblicherò l'ultima storia su questo gruppo che ho in mente, e poi aspettare perché arrivino altre idee! Fino ad allora vi saluto, ringrazio chi ha letto e chi, eventualmente, recensirà o inserirà questa storia tra le preferite/ricordate/seguite - anche se è bizzarro assai inserire una one shot tra le seguite :P
Ink Voice
  
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