Sei un dio. Un dio mortale, caduto per sbaglio sulla terra. Hai vissuto fra gli esseri umani, e solo la tua bellezza e i tuoi occhi lasciano trapelare la tua natura divina. I tuoi occhi…crepuscolo e mare profondo hanno dato origine alle tue iridi…in quei tunnel d’un azzurro puro ci si può perdere, così come lo sguardo sul mare cerca invano di sondarlo in tutta la sua profondità. Hai vissuto da mortale, e il tuo cuore e la tua anima sono stati feriti e segnati indelebilmente dalle vicende terrene; ma rimani pur sempre un dio, nei tuoi occhi che celano saggezza e conoscenza, nei tuoi sentimenti profondi, nelle tue azioni piene al tempo stesso di razionalità e di pazzia. E io ti amo. Ti amo. Il mio cuore, giovane, fresco, intatto, inesperto, si strugge ogni secondo per te, così lontano…anni e spazio ci dividono, eppure non posso non amarti. Mi confronto con qualcosa di grande, troppo grande per me che giorno dopo giorno si intensifica e rafforza. Ci sono momenti in cui quasi mi sembra di poterti toccare, abbracciare, baciare…solo in quegli attimi intensi il mio cuore si dà pace. E allora sento il calore del tuo cuore saggio e antico premere contro il mio; sento le mie dita che scorrono sul tuo volto perfetto, e che si soffermano sulle tue labbra… ma un momento dopo il dolore torna a opprimermi… la consapevolezza che mai potrò averti, torna a pesare sul mio cuore, fardello insostenibile. Ma nonostante questo dolore, non potrei mai rinunciare a te, perché mi fai provare sentimenti intensi, tali che il mio cuore e la mia anima sono pieni di questo Tutto…ma al Tutto si alterna il Nulla…eppure sento che mai potrei impormi di non rivederti, di non perdermi nei tuoi occhi, di piangere per te e esserne felice…ti amo quanto ti odio. Ti amo senza sapere perché, e ti odio perché mi fai soffrire…sei il mio sole che tramonta all’orizzonte, potrei correre per sempre e non raggiungerti mai.