Corro.
Non so quando ho cominciato, non mi ricordo di essere uscita di casa, so solo che sto correndo.
Sento la pioggia su di me, i vestiti bagnati che si incollano al mio corpo.
Non so dove sto andando. I miei piedi si muovono da soli. Vedo le case passarmi accanto mentre sento i battiti del mio cuore pulsarmi nelle orecchie. Continuo a correre, sento la stanchezza su di me ma non posso fermarmi.
Ho bisogno di sapere che non è vero.
Le mie gambe si bloccano. Mi fermo in mezzo alla strada. Le lacrime scendono copiose e si mescolano alla pioggia.
Chiudo gli occhi e vedo il tuo volto; i tuoi occhi che sembrano scrutarmi l’anima ogni volta che mi guardi; vedo le tue labbra che si piegano in un sorriso, quel sorriso che io tanto amo e che riservi solo a me; vedo le tue braccia che mi stringono come se io fossi il più prezioso dei tesori; vedo le tue labbra che si avvicinano alle mie per regalarmi un bacio.
All’improvviso apro gli occhi e so dove devo andare.
Corro più velocemente che posso, il fiato che si spezza ad ogni passo, ma devo resistere.
Arrivo sotto casa tua, il portone è chiuso ma so dove sono le chiavi. Entro e salgo le scale fino al tuo appartamento.
Apro la porta. Vedo tua madre seduta sul divano del tuo salotto, lo sguardo perso nel vuoto e il viso rigato dalle lacrime.
Allora capisco.
Capisco che te ne sei andato e che non potrai mai più tornare da me. Che la mia ancora di salvezza non c’è più. Mi cedono le ginocchia e cado a terra. Piango. Piango e con le poche forze rimaste urlo il tuo nome.