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Autore: Dragana    13/10/2015    7 recensioni
-Lo sai cosa succede nel Piccolo Principe?
-Ma che… No. Non lo sopportavo, quel cazzo di libro.
-Succede che il Principe addomestica la volpe. E il principe ha i capelli biondi come il grano, e la volpe amerà il rumore del vento nel grano…
-E Clarisse vomita nel grano.
-Avrei detto che sarebbe passata con la mietitrebbia.
-Quello dopo aver vomitato.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarisse La Rue, Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PRINCIPE, LA VOLPE E LA MIETITREBBIA

Di solito, Clarisse era sempre la prima ad arrivare al campo degli allenamenti. A volte c’era già suo fratello Sherman, ma quella notte suo fratello Sherman era sgattaiolato fuori dalla finestra pensando che non se ne sarebbe accorto nessuno, e quando Clarisse era uscita dormiva ancora, con dei tagli sul braccio e un’espressione serena sulla faccia. Mark si stava consultando con gli altri fratelli su quale canzone metal sparargli a palla nelle orecchie per svegliarlo, ma Clarisse non era rimasta ad assistere. Voleva menare qualche colpo in santa pace.
E invece c’era Will Solace.
Will Solace si svegliava sempre col canto del gallo (se si fossero stati galli, ovviamente), ma di solito non andava al campo degli allenamenti. Clarisse notò che aveva una tecnica schifosa, ma era artistico da vedere. Sembrava quei guerrieri che vengono dipinti nei quadri, che nella realtà verrebbero affettati in cinque secondi, ma in posa plastica.
-Bravo, Will, per una foto sei splendido. Se invece vuoi uccidere qualche mostro, tieni presente che la spada non si sventola, si usa per colpire.
Lui la fissò. Era l’unica persona che Clarisse conoscesse che, anche se sudava, sembrava solo più bello. A parte Chris, ovviamente. Ma in un senso diverso.
-Non la sto sventolando.
-Invece sì, fai un sacco di movimenti inutili. Vedi?-. Gli si era avvicinata e l’aveva disarmato, quasi pigramente.
Will non era uno che si arrabbiava. Era uno sempre calmo, abituato a prendere il meglio dalle situazioni. Così si era limitato ad assumere un’espressione concentrata e allenarsi con lei, cercando di applicare i suoi consigli. Alla fine le aveva anche detto grazie.
-Come mai questa improvvisa voglia di combattere?
Will si strinse nelle spalle. –Avevo bisogno di sfogarmi e pensare meno.
-Pensare meno a cosa?
-A Nico.
Clarisse si meravigliava sempre di come fosse schietto e tranquillo Will. Lei non aveva mai ammesso di pensare a Chris, nemmeno a Silena, anzi, nemmeno a se stessa. Lui non si faceva problemi a dirlo così; semplicemente, rispondeva a una domanda.
-Vi vedo spesso insieme, però. Siete una roba tipo luce e ombra.
Will sorrise. –Un po’devo controllarlo, con la sua salute è peggio di te, fa tutto quello che non deve fare. Poi tende a isolarsi troppo e non va bene, se non lo staniamo io o Jason Grace se ne sta da solo in silenzio per ore. E poi mi sto facendo insegnare l’italiano.
-Ah. Non lo avrei detto uno che ha la pazienza di insegnare qualcosa a qualcuno.
-Infatti, mi dice una frase ogni tanto e basta. L’importante è ricordarsele.
-E tu lo ascolti perché ti interessa imparare le lingue, giusto?
-Ovviamente. Al giorno d’oggi le lingue sono fondamentali. Che è poi il motivo per cui tu ti fai parlare in spagnolo da Chris, suppongo.
-Certo. Ho imparato a dire hijo de puta, pendejo, vete a la verga…
-E anche te quiero.
-E anche “vuoi le botte, maricòn?”.
-Sempre a risolverla in violenza. Comunque, ecco… penso di piacergli, a Nico. Solo che lui è tipo congelato. Penso che questa cosa gli faccia paurissima.
-E a te secca, perché ti piace molto.
Will sorrise. Clarisse gli invidiava quell’aplomb, lei ancora adesso aveva difficoltà se doveva dire a voce alta quanto le piaceva Chris, lui non diventava nemmeno rosso.
-Si vede così tanto?
-Tra quelli di Hermes e quelli di Afrodite c’è un giro di scommesse che Las Vegas al confronto è un asilo. Direi che si vede.
Lui rise di nuovo. Come fa a non imbarazzarsi, maledetto, come fa, pensò di nuovo Clarisse.
-Potrei sempre barare: mi metto d’accordo con Connor e Travis, dividiamo, e divento ricco.
-È una buona idea, almeno ricaveresti qualcosa da tutta questa storia.
Will si strinse nelle spalle. -È che lui non sa che pesci pigliare, Clarisse. È nato nell’Italia fascista degli anni ’30, e adesso è in un mondo in cui sente dire “ehi, amico, ti piacciono i ragazzi, e allora? Che c’è di male?” e non ci capisce più niente.
Lei sbuffò. –Che casino. Non dev’essere stato facile per lui, no? In Italia non c’era Mussolini?
-Sì, esatto. Comunque Nico era un bambino, non è che abbia vissuto dei drammi, non lo sapeva nemmeno, di essere omosessuale. È solo che per quel che ne sa l’omosessualità è una roba da gondolieri che si prostituiscono per i ricchi stranieri pederasti. Me l’ha raccontato lui.
-Non sono sicura di che cazzo voglia dire pederasti, ma…
-Ma cosa pensi che voglia dire, Clarisse? Mi turba il fatto che tu sappia Mussolini e non il significato della parola “pederastia”, comunque. O guerra o ignoranza.
-Occhio, Will, che le prendi. Immaginavo una cosa del genere, comunque-. Sospirò. –Non so cosa dirti, ci vorrebbe Silena. Lei avrebbe saputo cosa fare.
Rimasero in silenzio, senza guardarsi in faccia. Avevano paura di scoppiare in lacrime, se si fossero guardati in faccia. Silena era sempre un argomento che apriva voragini: arrivava sempre assieme a Michael, Lee, Charlie e un sacco di altri fantasmi.
Fu lei a rompere il silenzio per prima. –Potresti fare come la volpe-, disse.
-Come la volpe… cosa intendi?
-Cioè, se tu devi cacciare una volpe, no, è difficile, perché lei scappa e si nasconde. Allora studi le sue abitudini, ti avvicini sottovento, intercetti i suoi percorsi, e piazzi le trappole. Ed è fatta.
-…E io che pensavo stessi per citarmi “Il piccolo principe”.
-Che principe?
-Lascia stare. Comunque la volpe non si caccia sguinzagliandole dietro una muta di cani e seguendo i cani a cavallo, suonando trombette? Almeno, in Mary Poppins fanno così.
-Ma che ne so. Mai cacciate volpi. Comunque, se preferisci così, monta Blackjack e insegui Nico con la Signora O’Leary suonando trombette, vedrai che lo conquisti.
Will rise. -È una scena bellissima. Ma mi convince di più la tua versione. Molta pazienza, e avvicinarsi sottovento.
-Soprattutto se ti è crollata l’ascella.
-Ha ha ha. Guarda che io sono californiano e figlio di Apollo, a noi le ascelle non crollano perché abbiamo il sole dentro. Mica come voi di Ares che puzzate di bestia.
-Che cazzata. E comunque noi odoriamo di virilità. Siete voi che siete…
Will completò la frase con lei. –Tutti froci-, dissero in coro. Poi scoppiarono a ridere.
-Grazie, Clarisse-. Will le accarezzò una guancia. –Magari Silena la volpe me l’avrebbe messa giù col Piccolo Principe, ma è un buon consiglio.
Lei arrossì, sbuffò, e scrollò le spalle. Bofonchiò qualcosa, poi venne salvata in corner.
-Guarda, parli del diavolo…
Nico si stava dirigendo verso di loro, con la sua solita camminata un po’ingobbita e le mani in tasca. Sollevò una mano per salutarli, e Will agitò il braccio e gli fece segno di avvicinarsi.
-Datti un contegno, Will, fai luce!-, gli sibilò Clarisse. Per tutta risposta, lui sorrise ancora di più.
Clarisse e Nico non si erano mai presi più di tanto. A lei inquietava uno capace di trasformare gente in spettro, e a lui impauriva la minaccia di prendersi un treno di botte. Così di solito si fiutavano da lontano, tipo i gatti.
-Ciao ‘more, come semo?
Persino Clarisse si accorse che la pronuncia di Will era terrificante. Nico fece un lieve sorriso.
-Semo ben. Interrompo qualcosa?
Nico aveva il tono di voce basso e un po’roco, che innervosiva Clarisse. Che motivo c’è di bisbigliare sempre, diceva. Will gli rivolse il suo sorriso diretto, così, senza filtro solare. -Niente di importante, parlavamo di principi e volpi.
Nico li guardò un po’perplesso. –Che volpi?
Clarisse alzò gli occhi al cielo. –Volpi figurate. Hai mica visto Chris? Sai, Chris Rodriguez, il mio ragazzo.
Lui la fissò di sotto in su, le sopracciglia corrugate. –So chi è Chris. Era vicino al campo da basket. Parlavano di tatuaggi.
-Allora vado a cercarlo, prima che i suoi fratelli lo convincano che il cuore con la scritta “perdoname madre por mi vida loca” sia una buona idea. Ci si vede in giro!
Salutò Will con una pacca sul braccio, e si allontanò.
-Si può sapere perché urla sempre?
A Will venne da ridere. –Perché devono sentirla quando da gli ordini. Lei è da prima linea, mica come noi che siamo dei fenomeni nello stealth.
-Tu non sei un fenomeno nello stealth. Sei troppo biondo.
-Oh, e dai. Nel campo romano…
-C’era Lou Ellen. Lei è stealth.
-E va bene, come dici tu.
Nico corrugò le sopracciglia. –Mi stai dando la ragione?
Will scoppiò a ridere. –Sì, lo sto facendo!-. Anche Nico fece una mezza risata. Ogni volta sembrava che dovesse ricordarsi come si faceva.
-Senti, per le mie lezioni di italiano…
-Non ti sto dando lezioni di italiano. Non sono mica un maestro.
-È lo stesso. Mi tradurresti una frase?
Nico fece un mezzo sorriso. –la cosa buffa è che tu poi te le ricordi sul serio, le frasi che ti dico.
-Allora, la frase è… sei pronto?
-Devo tradurre “sei pronto”, o è una domanda?
-È una domanda.
-Ok, sono pronto.
-Sabato andiamo a prendere un gelato sul lungomare?
-Sabo andemo a torse… Eh?
-O al McDonald, se ti va di più il McDonald. Come preferisci.
Nico arrossì. Fece saettare le pupille di qua e di là, come a cercare una via di fuga. Will rimase rilassato.
-È solo un gelato. O un McDonald. E basta. È che ho davvero bisogno di staccare un po’dall’infermeria.
-Ah, se è per quello, va bene. Magari un giretto veloce.
Aveva affondato le mani nelle tasche e si era stretto nelle spalle. Will fece un sorriso smagliante.
-Certo, veloce, sicuro. Allora è fatta.
-Fatta.
-Grazie. Ti devo un favore.
-Uh… ok, non c’è di che. Figurati. Allora ci si vede.
Will non lo trattenne. Aspettò di non vederlo più, poi si fiondò da Clarisse.
La trovò che rideva come una matta mentre Chris le descriveva un ipotetico tatuaggio che doveva coprirgli tutta la schiena, una cosa che comprendeva mariachi, madonne di Guadalupe e teschi di coyote. -Ehi, Will! Vuoi sentire come mi faccio il tatuaggio?
-No guarda, mi fido, sono certo che sarà veramente bello. Ti posso rubare la ragazza?
-Sicuro, da adesso la ragazza è la tua. Però mi sento di doverti mettere in guardia: lei quando è in imbarazzo, per non sbagliare, picchia.
Come per non contraddirlo, Clarisse gli mollò un cazzotto sul braccio. Però non troppo forte. –Vai avanti, Chris, ti raggiungo tra poco.
Poi si girò verso Will. –Beh?
-Trappola per le volpi piazzata. Avvicinato sottovento. Tagliola scattata. Sabato usciamo.
-E vai! Guarda chi lo doveva dire, che sarei diventata una consulente per le faccende di cuore!
-Oddio, in realtà non è che usciamo… mi fa il favore di accompagnarmi a fare una passeggiata, dato che sai, devo proprio staccare dall’infermeria…
-Questa è una cazzo di strategia militare. Bravo Will. Sono fiera di te.
Gli battè il cinque.
-Lo sai cosa succede nel Piccolo Principe?
-Ma che… No. Non lo sopportavo, quel cazzo di libro.
-Succede che il Principe addomestica la volpe. E il principe ha i capelli biondi come il grano, e la volpe amerà il rumore del vento nel grano…
-E Clarisse vomita nel grano.
-Avrei detto che sarebbe passata con la mietitrebbia.
-Quello dopo aver vomitato.
Will ridacchiò, poi si fece serio. –Comunque mi sa che sarà una faccenda lunga. Non che la cosa mi spaventi, eh. Avrò più soddisfazione dopo.
-Lo sai come dice il proverbio: con tanta pazienza e tanta vaselina, l’elefante si incula la sua formichina.
-Sei pessima.
-Ma se ti sto incoraggiando!
-Tu mi incoraggi esistendo, Clarisse.
-In che senso?
-Beh, che se Chris c’è riuscito con te, niente è impossibile!
-Ha ha.
-Pensare che io avevo scommesso su Michael Yew…
-Ma che cazzo avevate tutti con Michael Yew? Non era evidente che non ci potevamo sopportare?
-Era per quello. E poi volevo bene a entrambi, sarebbe stato bello.
Clarisse cercò di rispondere qualcosa, ma non ci riuscì. Le veniva in mente solo come fa a dire queste cose così apertamente, come fa. Fece una specie di grugnito.
-Adesso vado a scommettere su Jason Grace, così impari. Che è anche lui biondo con gli occhi azzurri, quindi è il suo tipo. Mica come…
Non finì la frase. A Clarisse faceva troppo ridere quella cosa. Annabeth le aveva raccontato la scena con le lacrime agli occhi, e Clarisse avrebbe ucciso per vedere la faccia di Percy in quel momento.
-Jason Grace è etero. Percy anche. Peccato, hai già perso in partenza.
-Come fai a dirlo. Magari è indeciso. Grace, dico.
-Non è indeciso, ho il radar, come la zia Bree.
-La zia Bree?
-Lascia stare, un amico di mia mamma.
Clarisse lo fissò. –Perché gli amici di mia mamma fanno i motociclisti o i tatuatori e gli amici della tua si fanno chiamare “zia Bree”?
-Deve avere qualcosa a che vedere col fatto che tua madre è piaciuta ad Ares e la mia ad Apollo, sai. Comunque la zia Bree è un cecchino, è stato lui a presentare Apollo a mia madre.
-Raccontalo a Nico di Angelo. Magari si sente più tranquillo, a uscire con uno che chiama “zia” un uomo.
-Dici?
-…No. Meglio se taci, in effetti.
-Vedrò come comportarmi momento per momento. Non sarà facile, ma ho fiducia.
-Ok, bravo. Adesso non ti aspettare che ti incoraggi troppo, abbiamo parlato abbastanza di cazzate, per oggi. Quando vuoi fare due tiri con la spada, fischia. Non in quel modo fastidioso, se non vuoi che ti annodi la lingua.
-Grazie dell’offerta.
Lei si voltò verso la direzione in cui era andato Chris.
-In bocca al lupo per sabato, eh.
-Non fare troppa pubblicità alla cosa, che mi spaventi la volpe.
-Sarò muta come una tomba. Che parlando del figlio di Ade…
Risero.
-Arriverà il momento in cui Nico non avrà più problemi con quello che è, e allora lo sapranno tutti.- Will fece un sorriso. –Anca el can del strassaro.















Note: La PJShipWeeksITALIA è finita, ma non potevo non scrivere anche una Nico/Will, e così ho scritto delle mie tre coppie preferite della saga. Poi ci si è infilata Clarisse di prepotenza perché ormai non so più come arginarla, vuole apparire e sgomita, e se la voglio fermare mi picchia.
Spiegazioni sparse: non so se sia canon che Will si alza presto, ma nelle storie di kuma_cla lo fa e ormai è così anche per me (consiglio di lettura: leggete le sue storie). Invece è canon che non sia un fenomeno con l’arco, quindi deduco che non lo sia nemmeno nel corpo a corpo, anche se non è che sia scarsissimo, è Clarisse ad essere una macchina da guerra. Headcanon che nessuno mi toglierà mai dalla testa: Nico non parla italiano. Non propriamente italiano. A Venezia parlano dialetto ancora oggi, Anno del Signore 2015, ricchi, poveri, ignoranti e professori: figuriamoci se con la mamma e la sorella sto fio parlava italiàn. Lo studiava a scuola, sicuramente lo capisce, ma se parla, parla venessian. Quindi Will è tutto convinto di imparare l’italiano, e invece sta imparando il dialetto, in pratica. Significato delle frasi: “ciao ‘more, come semo?” “Semo ben”: “Ciao amore, come siamo (come stai)?” “Siamo bene (tutto bene)”. Sì, gente, i veneziani si chiamano “amore” l’un l’altro. Sì, anche tra maschi etero, vecchi e giovani. Non è bellissima, questa cosa? “Anca el can del strassaro”: “anche il cane dello straccivendolo”, ossia proprio chiunque. Avviso: abito a Venezia, ma non sono veneziana. Per cui, se qualche veneziano passa da qui e nota errori nelle frasi, me le corregga pure e mi dica anche dove ci vediamo, che avansa spriss. Altro headcanon a metà, che nei libri è una cosa che un po’lascia intendere: nel Campo Mezzosangue shippano la gente. E se nella realtà c’è la Jason/Nico, vuoi che non ci sia anche lì? La zia Bree è un personaggio rubato a vannagio (che mi ha anche betata e che ringrazio perché si è sciroppata tutta la prima saga solo per sfinimento); qui l’ho infilato ("e infilato è proprio la parola giusta", direbbe lui) perché nei libri Will sembra molto a proprio agio con la sua sessualità, pur essendo giovane, quindi (ennesimo headcanon) per me è cresciuto in un ambiente molto gay friendly, nessuna delle persone a lui care l’ha mai fatto sentire diverso, sbagliato o non accettato.
Ma ora passiamo alle cose importanti: non siete tutti interessatissimi alle vicende notturne di Sherman?
Grazie a tutti quelli che leggono!




   
 
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