Davanti
a me bruciano gli ultimi resti di ciò che, per anni, è stato parte
della mia vita. Il luogo che, per anni, ho chiamato casa.
Il
calore delle fiamme mi riscalda, la notte è fredda.
Dove
andrò adesso? Dove potrò rifugiarmi?
Non mi sono mai sentita
sola come in questo momento.
I miei?
No,
tornare da loro sarebbe ammettere che hanno sempre avuto ragione.
Ammettere che ero troppo piccola per andar via di casa.
E non
posso dargliela vinta.
Festeggerebbero per Il Figliol Prodigo
ritornato. Mi userebbero come oggetto di vanto.
E non è quello
che voglio.
Nel mio zaino le poche cose che ho ritenuto vitale
salvare.
Mi avvio all'aeroporto.
Prenderò il primo aereo che parte.
Qualunque sia la
destinazione, lì ricomincerò la mia vita.
Daccapo.
Sarò
chiunque vorrò essere.
Senza essere soffocata dal giudizio di
coloro che ti hanno vista crescere. Che ti hanno visto giocare per le
strade.
E che credono tu sia ancora quella bambina allegra e
spensierata.
Ma la verità è che loro credono di
conoscerti.
...You Don't Know A Thing About My
Sins...*
Chi li assicura che
io sia ancora un anima del Paradiso?
Potrei essere diventata la
peggior reietta dell'Inferno, e nessuno lo noterebbe.
Troppo
accecati dall'idea che hanno di me. Toppo accecati dai
preconcetti.
Ma si cambia.
Le esperienze della vita ci
plasmano, magari facendoci diventare chiunque non volevamo essere.
Chiunque avremmo pensato di non divenire mai.
“I passeggeri del
volo 257 con direzione Los Angeles sono pregati di recarsi
all'imbarco 11”
Così la mia nuova metà sarà la
California.
Corro a prendere il biglietto, e salgo sull'areo.
Solo
io, ed un piccolo bagaglio a mano che contiene tutto quello che mi
resta.
L'atterraggio, due ore dopo.
Entro in un bagno, mi
do una sciacquata veloce al viso e indosso una delle magliette nel
mio zaino.
Misfits, per l'esattezza. Non ho idea del perchè. So
che è quella giusta.
La prima cosa che vedo, uscita
dall'aeroporto è un pullman.
Destinazione Huntington
Beach.
Salgo. Mi siedo in un posto accanto al finestrino e aspetto
che parta.
Mezz'ora di viaggio.
Neanche un ora dopo, sono
sulla spiaggia.
Seduta.
Osservo le onde infrangersi sugli
scogli.
Osservo le persone.
Osservo il loro modo di stare
insieme.
L'arrivo di un ragazzo mi distrae dai miei pensieri.
Capelli neri, davvero inusuali per un californiano.
Occhi
azzurri.
Pelle bianchissima.
Pircing ai due lati delle
labbra.
Maglietta degli Iron Maiden.
-Hey...ehm...io.. Avrei
perso una scommessa con i miei amici- mi indica un gruppetto di
ragazzi che ci stanno osservando -e dovevo venire qui a
dirti...ecco... dovevo farti i complimenti per la maglietta!
-Oh,
beh grazie... Anche la tua non è male, ma i migliori restano
comunque i Metallica.
Mi sorride. Ha un bel sorriso.
-Mh,
teoria interessante, ma non sono sicuro di essere d'accordo. Perché
non vieni lì con noi? Ti offriamo una birra e ne discutiamo con
calma.
-Potrei accettare... Sia chiaro, solo per la birra!
Si.
Qui
potrò ricominciare daccapo.
E chi dice che non sarà proprio
grazie questo ragazzo dagli occhi azzurri?
*Heaven Help Us –
My Chemical Romance
~*~
Allooora!
Comincio con il dire che i personaggi non mi appartengono, che non
scrivo a scopo di lucro e tutte quelle cose lì!
Continuo dicendo
che non ho idea da quale recondido anfratto del mio cervello sia
uscita questa one-shot!
E continuano ancora dicendo che mi
pressano per scrivere un seguito (vero Sara? xD) ma non sono sicura
ci sarà...o forse si. Davvero, non ne ho idea per ora!
In ogni
caso, spero vi sia piaciuta e che vi abbia fatto passare questi pochi
minuti in modo gradevole.
Ringrazio sin da subito chi leggerà, e
chi lascerà un commento.
E in ogni caso fatemi sapere se volete
il seguito o no, in caso di grande richiesta potrei anche decidermi a
scriverlo!
Ok, ho finito di sproloquiare!
See
You,