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Autore: Fantasma del Profumo    13/10/2015    2 recensioni
Pagine di calendario strappate e riposte in un luogo sicuro, piene di noi e di tutto ciò che abbiamo fatto,
del tuo fumo di sigaretta asfissiante, del tuo malumore dimenticato dopo qualche risata, dei tuoi baci portati avidamente sul mio corpo. Segni viola che imprimono i momenti sognati. Guardare il cielo mentre torno a casa con le migliori melodie cantate nella mia mente. Immaginarmi te, che suoni e canti in una tempesta di novembre, per poi dormire insieme dopo aver fatto l’amore.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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13 ottobre
 
Già, 13 ottobre e ancora mi custodisci nei tuoi spazi e nelle tue mura.
Innumerevoli notti umide passate insieme a te nel buio più sconfinato della città.
Serate con il sorriso, serate con la costante voglia di baciarti addosso, serate con te vicino a me, e qualche pensiero che ci fa sobbalzare.
Serate … e se ci rifletto anche qualche mattina.
Monotonia dei giorni strappata dall’attesa di un tuo messaggio incombente.
Discussioni inutili, discussioni serie, bocche riempite e silenzi rubati. Abituarsi all’idea che senza di te non riesco a farne nulla di me.
Ascoltarti e ascoltarmi per farci guarire i segni di una vita che non lascia spazio alle pause, e che va avanti, mentre noi ci fermiamo.
Fermi il tempo ogni volta che ci sediamo, ci guardiamo e lo facciamo. E mi va bene così, perché d’altro canto mi basterebbe vivere per quegli attimi.
Appoggiare la testa sul collo dell’altro, proprio in quel punto in cui si riesce a sentire il respiro di entrambi e ci si appannano le labbra nel gelo di mezzanotte, all’angolo del saluto, un po’ prima di casa tua. Lì, dove stringersi significherebbe rimanere attaccati ancora per poco, non curandosi delle sgridate non appena si arrivi a destinazione.
Dormire con un pensiero fisso nella mente e svegliarsi con l’odore del caffè sul comodino che mi ricorda tanto te. 
Incontrarti con il trucco sulle labbra e salutarti con le impronta delle mie dita sulla tua pelle e sul tuo corpo, sbavando il rosso di cui ti eri munita. Incontrarti con il reggiseno preciso e salutarti con le bretelle fuori posto.
Incontrarti asciutta e lasciarti bagnata.
Cambiare qualche volta posto per vedere che effetto fa, per uscire dai disegni già completati e farne di nuovi. 
Dipingere il nostro amore ovunque, panchine di legno, gradini, marciapiedi e perché no, un paio di volte anche su delle lenzuola.
Maledizione, la mia casa è vuota ora, occupala tu.
Stringersi come fanno tutte le sere le nostre dita, dopo essersi scambiati qualche chiacchiera, iniziano a ballare. I tuoi anelli stretti come le mie braccia, che ti tengono chiusa al caldo. Lasciati andare, sei tu che mi dai la forza di proseguire dritto.
Dita piccole incontrano dita grandi, tanti anelli, un unico anello. Il tuo.
Cambiamenti qua e là, colori che cambiano e altri che rimangono gli stessi, indecisioni e certezze. Un mondo di cui non riesco a farne a meno.
Capelli prima naturali e poi del tuo colore preferito, ma con gli occhi di sempre.
Profumi amari e dolci assaporati dalla mia lingua e mischiati sul tuo collo, deformati dai miei baci portati ben oltre il bottone.
Giorni di sfide, rinunce e nuove esperienze. Migliorarsi l’un l’altro cerchiando gli errori per poi farteli ripetere nuovamente.
Continui scambi di sorrisi, quelli veri, quelli spontanei. Imparare ad apprezzare tutto e iniziare ad abituarsi a questa gratificante routine.
Aspettare la sera con ansia per vederti di nuovo.
Risentire dentro di me la tua risata così contagiosa che se ci penso tutt’ora mi vien da sorridere.
Schiarirsi le idee dopo ogni bacio e capire ogni volta che non c’è niente di più giusto oltre a me e te.
Cancellare le paure che costruiscono mura, e rimpiazzarle con parole del passato e del presente.
Ritornare sui vecchi passi e vedere cosa è cambiato fino ad ora. Molto, ma non il mio cuore.
Uscire fuori dal balcone e osservare le stelle che sono spente se non sono condivise con te. Chissà dove sei ora, cosa fai, a cosa pensi.
Non so se tu hai continuato a contare il tempo, siamo oltre il doppio dal punto in cui ti eri fermata.
Cento.
Sono cento giorni della tua presenza e della mia pienezza.
Pagine di calendario strappate e riposte in un luogo sicuro, piene di noi e di tutto ciò che abbiamo fatto, del tuo fumo di sigaretta asfissiante, del tuo malumore dimenticato dopo qualche risata, dei tuoi baci portati avidamente sul mio corpo. Segni viola che imprimono i momenti sognati.
Immagini e canzoni nuove, ricollegate tra loro. Frasi che vanno alla ricerca di parole altrettanto significative.
Guardare il cielo mentre torno a casa con le migliori melodie cantate nella mia mente per poi immaginarmi come sarebbe stato stare tutta la sera con te, che suoni e canti in una tempesta di pioggia, per poi dormire insieme dopo aver fatto l’amore.
Riempire i buchi allo stomaco provocati dalle macchie nere. Mettere da parte tutto quando son con te per vivere al meglio i momenti.
Questi sono stati i cento giorni più densi e marchiati per me, perché sapere che affianco a me ho una persona come te che riesce a capirmi e sa toccarmi è il massimo che si potrebbe chiedere.
Nient’altro da raccontare agli occhi della luna di questa sera, se non continuare a volere altri infiniti giorni come questi, giusti e veri.

Tenere più a te che a me stesso...
...Per amarti con non ho mai amato nessun’altro in vita mia.
   
 
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