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Autore: DanShade98    13/10/2015    1 recensioni
La mia storia riprende l'anime dei pokèmon, che più del gioco mi ha fatto emozionare con i suoi personaggi meravigliosi e le sue eccezionali avventure. Con pokèmon D-Burning mostrerò il mondo dei pokèmon visto con i miei occhi e con gli occhi dei miei personaggi
Dan Foster, il protagonista, si troverà immerso nelle avventure che ogni allenatore deve affrontare nel suo viaggio di crescita incontrando nuovi amici, nuovi rivali, nemici terribili e sopratutto tanti pokèmon.
Che l'avventura cominci!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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[In questa storia potreste imbattervi in riferimenti ad altre opere sotto forma di citazioni. La mia è solo una forma di ammirazione verso tali opere e non intendo prendermi meriti per frasi o situazioni non mie, il mio unico merito è quello di essere riuscito (spero) a contestualizzarle dentro il mio racconto.]

 

 

Tutti abbiamo un giorno che aspettiamo assiduamente! Che sia la data del nostro compleanno o l'ultimo giorno di scuola viviamo tutti i momenti che lo precedono con ansia e euforia. Ma nel mondo dei pokèmon uno e uno solo è il giorno che tutti i ragazzi attendono da una vita, un giorno così speciale che non è possibile dimenticarlo mai, un giorno così atteso che difficilmente se ne vivrà un altro simile... Un giorno che con un piccolo passo e con un grande sogno segna da sempre l'inizio di una grande avventura.

 

IL GIORNO PIU' ATTESO

 

 

Se con un grande sogno inizia una grande avventura, con una grande colazione inizia una grande giornata. Almeno questa era la filosofia di Dan visto come si abbuffava quella mattina.
«Ehi, vacci piano o scoppierai prima di arrivare dal prof. Oak!»
«Non ti preoccupare per questo mamma, il mio stomaco non scoppierà certo per un paio di toast alla marmellata.»
«Ma se è l’ottavo che ti mangi nel giro di cinque minuti!» disse una donna sulla trentina, con i capelli a caschetto neri, gli occhi arancioni e un sorriso in volto.
«E fidati che non sarà l’ultimo, Clefable riesce sempre a tostarli al punto giusto!»
Un pokèmon rosa con due orecchie a punta seduto vicino al tavolo sembrò fiero dei complimenti fatti sui suoi toast.
La signora Foster sembrò un po’ delusa invece a sentire quel commento: «Uffa, vai matto dei toast di Clefable mentre i miei non li guardi nemmeno. Potresti anche provare a mangiare ciò che preparo io!» balbettò la donna con un tono un po’ seccato ma mantenendo sempre il suo caratteristico sorriso.
Appena sua madre finì di parlare Dan scoppiò a ridere di gusto.
«Aahahahah! Il fatto è che qualunque cibo tu pensi solo di provare a cucinare si incenerisce a tal punto che la Carbonella a confronto sembra una Pietraidrica!»
A quella battuta sia Clefable che Vulpix , che era seduto vicino a Dan, cominciarono a ridere come matti.
Ma Dan continuò «E’ incredibile pensare che questo pokèmon sia stato il tuo Partner nel tuo viaggio da allenatore pokèmon, mamma, potevi imparare qualcosa sulla cucina da lui Aahahah!»
«Assì?» domandò sua mamma con un espressione imbarazzata e leggermente arrabbiata «Ah, Dan sono le nove e mezza e se non sbaglio tu devi essere al laboratorio per le dieci … è meglio se ti sbrighi invece di criticare la mia cucina»
« Oh no! Grazie per avermi avvisato mamma! Forza Vulpix!» gridò abbandonando il nono toast sul tavolo.
Il pokèmon lo seguì a ruota fino in strada dove vennero fermati dalla voce della signora Foster:
«Ehi, tesoro, dopo torna subito a casa che voglio conoscere il tuo nuovo amico, Ok?»
Il ragazzo annuì mentre partì a correre contento per le strade di Biancavilla. La città si presentava come un paesotto di campagna con ampie strade sterrate e molti campi coltivati. Le abitazioni non si trovavano quasi mai una accanto all'altra per via dei maestosi e coloratissimi giardini che le circondavano. Non si poteva certo dire che fosse un paese sviluppato o che fosse un centro d'attrazione, ma in quanto purezza e genuinità della natura, che lì viveva in simbiosi con i fortunati abitanti, Biancavilla non era seconda a nessuno. Le colline che la circondavano la proteggevano dalle intemperie, insomma a Biancavilla il tempo era soleggiato e sereno tutto l'anno.
«Allora Vulpix secondo te quale pokèmon dovrei scegliere? Avendo già te che sei un tipo fuoco forse dovrei orientarmi sul tipo acqua, o forse al tipo erba? Ahhh, non so decidermi!! Tu che ne pensi?»
Il pokèmon rispose con il suo verso tipico sottolineando che per lui era importante solo avere un nuovo amico, non era importante il tipo di appartenenza perché si sarebbe adeguato a tutto.
Dopo una corsetta di qualche minuto, arrivato al cancello della dimora del professore a Dan non restava che attraversare un vialetto costeggiato di alberi e una porta in legno per diventare finalmente Allenatore.
Ma appena sfiorata la maniglia Dan si girò verso Vulpix: «Ehi, amico per il momento è meglio se stai dentro la Sfera Pokè, ti chiamo quando avrò preso il nuovo componente del team! Promesso!» . Il pokèmon a malincuore ritornò nella sua sfera, ma aveva grosse speranze per quando sarebbe uscito.
“TOC TOC”
« C’è nessuno? Prof. Oak, sono Dan! Lei oggi mi dovrebbe dare la qualifica di allenatore, si ricorda?» chiese il ragazzo entrando in una stanza piena dei apparecchiature per lo studio dei pokèmon. Era uno stanzone ambio e capiente quello che si presentò per primo alla sua vista, non c'era angolo che non fosse stato coperto da qualche apparecchiatura fantascientifica. A dispetto delle enormi risorse scientifiche stipate all'interno, di persona nell'edificio ce n'era solo una: un simpatico signore con un camice da laboratorio e dei bei capelli grigio scuro. Aveva un sorriso rassicurante e simpatico, sembrava davvero un nonno della porta accanto. Vicino a lui stava una struttura cilindrica con una cupola di vetro come coperchio, il ragazzo ipotizzò subito che si dovesse trattare del contenitore per le pokèball.
« Oh ragazzo, certo entra pure!!» rispose una voce dal lato opposto della stanza.
« Ok, grazie!» disse addentrandosi nella sala. Dan si avvicinò al signore ad al piedistallo con le tre pokèball messe a formate un triangolo sopra.
Ma appena le vide sentì qualcosa dentro di lui, una strana energia, uno strano calore… questo calore proveniva dalla sfera messa sulla punta destra del triangolo. Chiuse gli occhi e appena gli riapri c’erano fiamme immense che lo circondavano, all’improvviso tali fiamme presero la forma di una bestia alata, simile ad un drago, che cominciò a volare in direzione di Dan!
« Ahhhhhhhhh!»





« Dan? Dan? Ehi, svegliati!» quando Dan aprì gli occhi c’era il prof. Oak che lo stava scuotendo «Sei crollato come un sacco di patate, stai bene?» chiese l'uomo con i capelli grigi.
«Davvero? Non ricordo altro che delle fiamme e una strana figura infuocata che veniva verso me.»
« Avrai avuto un’allucinazione figliolo, ma, dimmi, ora sei pronto per diventare un allenatore a tutti gli effetti?»
«Certo!! Professor Oak, sono prontissimo!» il giovane si rialzò in piedi con forza ed energia lasciandosi alle spalle la sensazioni e le visioni vissute un attimo prima.
«Perfetto!!! Allora sono felicissimo di consegnarti il tuo Pokèdex!» disse porgendo un apparecchio rosso a Dan «Questa è un enciclopedia di pokèmon tascabile, tutti gli allenatori ne possiedono una.»
«Fantastico! Wow, e qui dentro ci sono i dati di tutti i pokèmon del mondo?» chiese Dan.
«No, purtroppo io ho la qualifica di dare il pokèdex solo con informazioni sul pokèmon di Kanto, per avere dati sui pokèmon delle altre regioni dovrai recarti dai miei colleghi professori nativi di quelle regioni.» rispose con professionalità il Prof. Oak
« Capisco. Ma non importa, anzi meglio, così ora ho un motivo in più per viaggiare!... Ora potrei vedere i pokèmon iniziali che spettano agli allenatori principianti?» gli occhi di Dan si erano illuminati mentre pronunciava questa frase, prova che ci teneva molto.
« Certo! Allora, vediamo se ti piacciono i miei tre amichetti!» il prof. si voltò verso le tre sfere posizionate a triangolo «Primo! Bulbasaur, un pokèmon d’erba!» e dicendo questo aprì la sfera cha faceva da vertice sinistro.
Un fascio di luce si propagò per la stanza e quando scomparve al suo posto c’era un piccolo esserino con una pianta sulla schiena. "Bulba… Bulbasarrr!!"
« Che forte!!! Mi dica prof. questo è un tipo d’erba?»
«Si figliolo, oltre a questo è anche un forte pokèmon di tipo veleno e il più fedele degli amici!»
«Promette bene! E gli altri due?»
Il professore prese in mano la pokèball messa al centro e la lanciò in aria « Ecco il secondo pokèmon: Squirtle!» E detto questo sempre lo stesso bagliore uscì dalla pokèmon per poi lasciare il posto a un pokèmon, questa volta blu e circondato da un guscio all’apparenza solidissimo. "Squirt.. Squirtlee!"
« Mi faccia indovinare Professore! Lui è il tipo d’acqua, vero?»
« Verissimo, è il pokèmon tartaruga ma non fidarti del suo aspetto carino e indifeso, al momento gusto sa tirare fuori le unghie! Non resta che l’ultimo pokèmon »
Dan deglutì “GULP”, il professore stava per aprire la sfera posta a destra, quella da qui si era sprigionato il calore.
« Ecco la ciliegina sulla torta! Il pokèmon Charmander!!»
Dal fascio di luce questa volta apparve una lucertolina rossa con una fiammella posta sulla punta della coda. Questo pokèmon guardò subito Dan negli occhi, occhi speranzosi quanto quelli di Vulpix. "Char… Charmander"
Dan nel vedere quegli occhi rossi, sentì dentro di lui ancora quel calore, questa volta proveniva dal cuore. Cerco di non badarci troppo e decise invece di porre la domanda che più aveva desiderato fare in vita sua.
« Prof. ora credo che dovrei scegliere il mio pokèmon, giusto?»
Il professore chiuse gli occhi per quante istante per poi cambiare completamente espressione.
«No, mi dispiace ma tu non puoi scegliere nessuno!» rispose serio.
« COSA???» chiese allibito Dan «Perché? Perché non posso?»
« Il motivo sta nella tua cintura, si, quella pokeball che hai là contiene un pokèmon giusto? Un Vulpix se non sbaglio, quindi tu possiedi già un pokèmon partner, non hai bisogno di sceglierne un altro. E poi ho sentito che ti alleni tutti i giorni con il tuo amico, questo ti fa partire avvantaggiato rispetto agli altri allenatori in quanto il tuo pokèmon ha già esperienza nelle lotte e nel controllo dei suoi poteri. Quindi mi dispiace ma il pokèdex e le cinque sfere sono le uniche cose che posso darti. Non avrei dovuto nemmeno farti vedere questi tre, ma tu ci tenevi tanto.»
Dan non poteva crederci, ma allo stesso tempo capiva le ragioni del professore, a lui era sempre piaciuto combattere e vincere lealmente quindi se il professore la pensava così non restava che attenersi.
« Sono molto triste per questo, ma in cuor mio capisco le sue ragioni e le accetto. Anche Vulpix sarà triste ma quando cattureremo insieme il nostro primo pokèmon gli tornerà sicuramente l’allegria! Grazie per il pokèdex e per le sfere. Ciao Amici pokèmon, spero troviate un buon allenatore!»
Lanciò un’ultima occhiata a Charmander che sembrava molto triste e deluso, questo fece salire la malinconia di Dan.
«Arrivederci!» salutò uscendo dalla porta.
« Mi dispiace ragazzo. Ma sono sicuro che te la caverai egregiamente anche senza uno dei tre pokèmon iniziali!» disse sorridendo il professore.
Charmander però non sembrava pensarla così a vedere la sua espressione triste.

«Ohh, Dan mi dispiace! Non avrei mai pensato che non ti avrebbe lasciato prendere un pokèmon.»
« Non preoccuparti mamma, il professore mi ha spiegato le sue ragioni e non posso dargli torto, io possiedo già un pokèmon!» guardò Vulpix « Un OTTIMO pokèmon!» .
Il pokèmon volpe gli saltò in braccio e cominciò a leccargli la guancia come segno d’affetto.
« Non importa se non abbiamo guadagnato nessun pokèmon, perché io e te Vulpix c’è la faremo da soli! Vero amico?»
"Vulpix!!!" il suo grido di risposta si sentì per tutta la casa.
« Ok, campione ora vatti a cambiare! Oggi inizia il tuo viaggio!» disse fiera sua madre.
« Certo! Mamma, come potrai stare senza di me?»
« Scherzi? Sarà un favola: non dovrò più lavare camionate di vestiti o lavare 30 piatti al giorno, sarà una magnifica vacanza… però stai attento e torna qualche volta, ok?»
«Ci puoi contare Mamma» i due si abbracciarono forte «Poi c’è Vulpix che veglia su di me!» .
Dan uscì dalla camera con dei vestiti nuovi di zecca: una felpa rossa con il cappuccio che copriva una maglietta gialla con la scritta arancione -Fire Force-. I pantaloni erano neri con dei motivi rossi sui fianchi, le scarpe uguale. « Ti stanno benissimo tesoro! E anche tu stammi bene!»
« Mamma, sei la migliore! Ciao, avrai mie notizie molto presto!» detto questo si diresse verso il corridoio d’uscita con Vulpix sulla spalla.
« Ah, Dan rendimi fiera di te!!»
Dan aprì la porta e …
Davanti casa lo aspettava una sorpresa che non si sarebbe mai aspettato!


Dan fu molto sorpreso nel vedere cosa lo aspettava fuori casa.
Un piccolo pokèmon arancione dall’aria famigliare stava lì al limite delle scale con una collanina alla quale era appesa una pokèball.
« Ma tu… sei Charmander! C-Cosa ci fai qui?» domandò incredulo Dan.
La piccola lucertola fiammeggiante gli santo il braccio e con un “Char-Char” indicò la sfera che aveva al collo.
«Cosa ci fa una pokèball appesa al tuo collo? Vuoi vedere che è la tua!» Dan ci penso un po’, poi ricordò dove aveva già visto questo esemplare.
« Non ci credo, tu sei Il pokèmon del laboratorio! Ma… ma perché sei qui?»
Il pokèmon indico nuovamente la pokèball e subito dopo puntò il dito verso Dan.
« Cosa? Io? Cioè tu vuoi che io mi tenga questa pokèball e di conseguenza anche te?» Dan non ci poteva credere, gli era stata negata la possibilità di avere un pokèmon e ora era proprio il pokèmon stesso a dargliene un’altra.
“Char- Charmander!” il pokèmon annuì.
In quel momento una voce interruppe quello scambio di sguardi, era la voce della signora Foster: « Dan, ma sei ancora qu…? E lui chi è?»
« Ahh, mamma lui è Charmander! Era uno dei pokèmon del laboratorio. Sembra mi abbia seguito.» le spiegò.
« E’ carino! Ricordo che io volevo un Bulbasaur ma mio padre mi regalò Clefairy prima che io compissi 10 anni, ehm!... Comunque dovresti riportarlo al laboratorio, questo pokèmon è ancora sotto la responsabilità del prof. Oak!» .
Il ragazzo era d’accordo, confidava che il professore sarebbe stato pronto a dargli Charmander se avesse saputo del fatto che il pokèmon fiamma lo adorava.
« Farò così! Charmander, io vorrei tenerti ma purtroppo non ne ho l’autorizzazione, dovremo lasciare la decisione al prof. Oak!» Dan sembrava un po’ triste ma mai quanto Charmander che aveva quasi le lacrime agli occhi.
« Decidere cosa?» una voce risuonò dal vialetto.
Dan si girò di scatto come anche la signora Foster e Charmander.
« Pro-Prof. Oak, cosa ci fa qua?» chiese la madre del ragazzo
«Buongiorno signora, sono qui perché stavo cercando il mio amico Charmander, e come pensavo eccoti qua, birbante!» con un tono molto tranquillo e amichevole il professore si avvicino al pokèmon «Dimmi, ti piace tanto questo ragazzo?»
Il pokèmon annuì con un’ innata felicità, tanto che il prof. sorrise e mettendo la sua mano sulla spalla di Dan disse: « Io ti avevo detto che non potevi scegliere nessun pokèmon, ma non ho mai detto a Charmander che non potesse scegliere il suo allenatore. Dan, vorresti essere la sua scelta e quindi il suo allenatore?»
Dan non ci credeva, per un attimo preso dall’emozione esitò ma appena si ricompose guardò la lucertolina e accetto con gran entusiasmo.
« Si, certo! Charmander, io e te saremo amici da ora in poi! Grandissimi amici!»
Anche il pokèmon non stava più nella pelle e cominciò a saltare sul posto.
«Mi prometti che avrai cura di lui?» chiese molto serenamente il professore.
Dan fece si con la testa «Ci può contare Professore! E scusi ancora per il disturbo.»
« Ma quale disturbo? Ora vai, hai tutte le carte in regola per essere il migliore! Ora però devo salutarvi, fai buon viaggio Figliolo. Arrivederci signora.» Cosi il prof. Oak si congedò dai presenti andando verso il laboratorio sulla collina.
« Arrivederci e grazie ancora. Che uomo simpatico, bene, ora credo che sia tutto pronto per la tua partenza Dan. Buona fortuna!»
«Grazie mamma, e ora and… oh, che sbadato devo presentarti a Vulpix! Vieni fuori amico!»
Dalla pokèball lanciata in aria da Dan sbucò Vulpix, un po’ assonnato il piccolo pokèmon rosso guardò prima Dan e poi il nuovo arrivato Charmander.
“Vul-Vulpix?”
« Si, esatto lui è il nostro nuovo amico! Vulpix ti presento Charmander, Charmander lui è Vulpix! Sono sicuro che insieme faremo faville!»
Il pokèmon volpe sembrava felice di conoscere il suo nuovo compagno ma lo stesso non si poteva dire di Charmander che sembrava totalmente sconvolto nel sapere che l’altro pokèmon di Dan fosse anch’esso un tipo fuoco, tanto che rifiutò il saluto colpendo la zampa di Vulpix con la coda.
«Ma che fai Charmander? Sei in squadra da dieci minuti e già litighi con Vulpix? Non va affatto bene così!» lo rimproverò Dan.
« Ma guarda, anche tra pokèmon esiste la gelosia!» commentò divertita la sig.a Foster
« Cosa? Gelosia?» chiese suo figlio un po’ disorientato.
«Ma si, è chiaro che Charmander ti voleva tutto per lui e quando a scoperto che tu avevi già un Pokemon per di più di tipo fuoco ci deve essere rimasto molto male!» spiegò la mamma.
«Oh, caspita. Mi dispiace Charmander ma non posso lasciare Vulpix a casa e dolente o nolente dovrai farci amicizia. Dai, vedrai che conoscendolo ti piacerà!» lo incoraggiò Dan.
Per non deludere fin da subito il suo neo allenatore il piccolo pokèmon rettile tese la mano, anche se con un po’ di riluttanza, a il pokèmon con il ciuffo.
I due si scambiarono il saluto e subito dopo salirono sulle spalle di Dan e questa volta fu Vulpix a sparare saette dagl’occhi. Quello era il suo posto e non lo avrebbe abbandonato facilmente, ma si trattenne per non essere sgridato da Dan.
«Bene ragazzi, il nostro viaggio ha inizio!»
E detto questo Dan si precipitò per la strada che portava fuori città.
Biancavilla, un luogo ancora incontaminato dove i pokèmon e gli esseri umani vivevano in pace e armonia, prati fioriti e ruscelli si scorgevano a vista d’occhio liberi e senza macchia di inquinamento.
Per Dan lasciare quel posto da sogno non era facile ma con un grande sforzo mentale e tanta determinazione uscì dal suo luogo natio per sfidare il mondo!
« Avventura, stiamo arrivando!!!»
   
 
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