Noticine
utili alla storia: Ancora non ho capito perché
Hina non parli in terza
persona nell’edizione italiana. Boh. A me l’idea
piaceva – anche perché si
scontra con i suoi modi di fare, il che è epico –
per cui l’ho mantenuta in
questa shot. Buona lettura.
Si infrange
e rifrange, ma non è un’onda
«Buongiorno,
capitano Tashigi.»
Tashigi
si voltò, ripiegando il
foglio che la dottoressa le aveva dato dopo la visita.
«Buongiorno, capitano
Hina.» Rispose, abbassando la testa in un cenno di saluto. Il
più delle volte
le veniva naturale salutare rigidamente, ma poi si ricordava di essere
capitano
di vascello e non un sergente, perciò si fermava a
metà saluto e cominciava a
sbattere le palpebre velocemente.
Hina
le si avvicinò, muovendo una
mano davanti alla faccia della giovane. Come al solito, quella stava
guardando
dalla parte sbagliata – stava cercando di fare conversazione
con un armadietto,
praticamente! «Hai già finito la tua visita. Tutto
bene?»
«Sì,
signora. È tempo che io ritorni
sulla nave, o il vice ammiraglio mi griderà addosso di nuovo
perché sono in
ritardo.»
Hina
trovava Tashigi molto
divertente, a suo modo: la giovane si sentiva sempre in bisogno di
spiegare
tutto, quando era in imbarazzo.
Poi
Tashigi le parve indecisa. Hina
sapeva che si stava chiedendo se darle del lei o
del tu: il
dubbio le stava facendo scendere gli occhiali sulla punta del naso. Era
proprio
una ragazza buffa, visto che prima di riuscire a tirar fuori le parole
giuste
balbettò un poco.
«Tu,
capitano? Sei già stata
visitata?» Domandò quindi Tashigi.
«No,
Hina è ancora in attesa,»
rispose la donna, «ma non crede di essere ammalata. Hina ha
sempre fatto come
le è stato insegnato, ed è molto attenta al
proprio corpo. Non ha mai trovato
noduli né cisti. Hina è tranquilla.»
Tashigi
le sorrise. Quel suo modo di
parlare era sempre piuttosto buffo – ma mai
dirglielo! Soprattutto
quando Hina aveva quella faccia così seria mentre parlava.
«Se avrai problemi,
vorrei saperlo. No—non per farmi gli affari tuoi.
È perchè—sarei—saremmo
preoccupati.»
Sì,
Tashigi era proprio una brava
ragazza – magari un po’ goffa, ma una brava
ragazza. E non era tutto merito del
suo mentore, Hina lo sapeva benissimo! Tashigi era cresciuta bene non
solo
perché era il braccio destro di Smoker, ma anche
perché era una ragazza
diligente e gentile da prima di entrare in Marina.
Ogni
tanto (soprattutto quando
pensava a Jango e Fullbody) Hina invidiava Smoker. Ma mai
dirglielo!
«Certo.
Hina ti farà sapere,
capitano.» Rispose Hina. «Ora ti conviene andare.
Smoker diventa intrattabile
troppo in fretta e con l’età non fa che
peggiorare.»
«Ah,
lo so bene!» Esclamò Tashigi,
sorridendo sotto i baffi. Poi, rendendosi conto di non si sa bene che
cosa,
arrossì per l’imbarazzo, raccolse i suoi effetti
personali e praticamente
scappò fuori dallo spogliatoio dell’ambulatorio.
⁂
«Buongiorno,
vice ammiraglio.»
«’Giorno,
Hina.» Smoker guardò
l’amica dall’alto in basso: Hina lo vide corrugare
le sopracciglia e immaginò
che cosa avesse intenzione di chiederle.
«Hina
ha avuto un problema con il
proprio corpo, ma non è nulla di grave. Hina sta
bene.»
«Che
cosa vuoi dire con Nulla di
grave?»
«Che
il problema è stato risolto
alla radice.» Evitò di far presente a Smoker che
Tashigi ne era al corrente –
non appena Hina aveva avuto conferme della propria malattia, aveva
mandato una
lettera al capitano di vascello senza pensarci due volte. Dopotutto,
glielo
aveva promesso: se Hina avesse avuto quel problema, Tashigi avrebbe
dovuto (e
voluto) saperlo.
«Da
quanto tempo ti è stato
asportato, questo problema?»
«Un
mese.» Rispose Hina, buttando la
cicca di sigaretta nel portacenere. Non avrebbe dovuto fumare, a dire il vero. «Fortunatamente, il cancro di Hina è
stato rilevato quando era
ancora in uno stadio iniziale. Non ci sono state complicazioni di
nessun genere
e la riabilitazione sta andando bene.»
«Quanti
lo sanno?»
«Hina
non sa dirtelo.»
Smoker
la guardò di nuovo negli
occhi. Erano amici da anni, e nonostante lui fosse perfettamente in
grado di
leggere le persone come libri aperti, lei proprio gli sfuggiva. Forse
per
questo erano diventati amici – non è bello capire
tutto quello che gli amici
pensano, non è piacevole capirli in ogni singola situazione,
perché gli amici
vanno capiti, non costretti ad aprirsi agli altri. Per cui, se Hina non
voleva
farsi capire, Smoker non avrebbe insistito.
«Sono
felice di sapere che sei
ancora tra noi, Hina.» Disse Smoker, a voce bassa. Per lui
era stato un enorme
sforzo pronunciare quelle parole – era troppo burbero
perché gli venisse
spontaneo esporsi in quella maniera.
Ognuno
a proprio modo, sia Tashigi
che Smoker erano caratteri difficili.
«Anche
Hina è felice di essere
ancora tra voi,» rispose la donna, facendogli il verso.
Smoker sbuffò, poi lei
riprese a parlare. «Non volevo farti preoccupare, razza di
idiota.»
«Lo
so. Voi donne avete una vostra
logica incomprensibile.»
Rimasero
in silenzio per qualche
minuto.
«Sapevi
che Tashigi ne era a
conoscenza, eh, Smoker?»
«Ho
detto che avete una logica
incomprensibile, non che io non sappia fare due più
due.»
Hina
sorrise. «Tu e Tashigi siete
proprio due brave persone, a vostro modo. Soprattutto tu,
a tuo modo.»
E
con questo, Smoker sbuffò più
forte, si alzò e uscì dalla stanza –
avrebbe lasciato a Hina l’ultima parola
solo perché era ancora in convalescenza e i malati non vanno
mai
contraddetti – solo per quello.
Note
Autrice:
Ottobre
è il mese della prevenzione
del tumore al seno: questo è il mio modo per dire che ci
sono cose che vanno
fatte per prevenirlo. Certo, a vent’anni magari non
c’è bisogno delle
mammografie, ma per esperienza indiretta so che il cancro colpisce a
ogni età,
e che quindi bisogna prendersi cura di sè.
Cerco
sempre di essere delicata
quando scrivo di certi argomenti. Spero di non aver urtato i sentimenti
di
qualcuno, perché il mio scopo non era quello in nessun modo.
Poi
io amo Tashigi, adoro Hina e
adoro anche Smoker, quindi pace. Spero non vi sembrino fuori dalle loro
personalità – anche se, purtroppo, non si sa
granché di loro. Però sono i miei
preferiti lo stesso, lol. (Per me Tash e Hina che si lamentano
di Smoker è
un topos della letteratura.
Lasciate
perdere i miei svarioni.)
(Vi
giuro che Tash è la figlia,
Smokie il padre e Hina la zia. Giuro! Ma Hina che parla in terza
persona non è
adorabile?! E Tashigi non è adorabile di suo?! E Smoker-no,
ok, Smoker no. lol)
Ok,
il titolo. Infrangersi e
rifrangersi, riferiti alle onde del mare, sono sinonimi. Ma rifrangere
vuol
dire anche fare in modo che ci sia rifrazione di un raggio luminoso.
Avete
presente la mitica cannuccia nel bicchiere che sembra spezzata? Il
fenomeno
scientifico è quello della rifrazione. In questo caso
specifico, è il rapporto
che Hina ha con Smoker e, in minor parte, con Tashigi: non si riesce a
capire
cosa Hina pensi esattamente. Non si vede la cannuccia
com’è nella realtà, la si
vede spezzata. Oddeo, non so se si capisce, io non sono capace di
spiegare
niente! Vi consiglio di dare un’occhiata a Wikipedia, che
sicuramente è più
brava di me.
In
sostanza, Hina si infrange come
le onde del mare sulla sabbia quando scopre la malattia, ma poi si
ristabilisce
(ecco perché non è un’onda!); e
rifrange perché lascia che le persone capiscano
di lei quello che lei vuole. (Ho finito con le note, giuro.
Sono
logorroica.)
Spero
vi sia piaciuta, o vi sia
tornata utile, in qualche modo.
claws_Jo
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.