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Autore: SSJD    13/10/2015    7 recensioni
...ti amavo con una passione rossa,
ma ora é diventata blu...
e tu hai chiesto scusa come un angelo,
nonostante il cielo non sia adatto a te,
ma ho paura che sia...
Troppo tardi per scusarsi...
...O forse no...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baba, Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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APOLOGIZE 
 
 


"Ciao, Bulma."
La donna impallidí all'istante.
Sgranó gli occhi che solo fino a qualche ora prima erano pieni di una cristallinea vitalitá e si portó una mano fatta d'aria davanti alla bocca priva di respiro.
La voce fin troppo sensuale che le era giunta alle spalle non poteva essere la sua. 
Non si voltó, Bulma. 
Le domande iniziarono a inseguire pensieri troppo sconfusionati, nella sua testa, per potersi voltare e mostrare un'espressione che racchiudesse tutti i sentimenti che sentiva in quel momento.
Rabbia?
No.
Odio?
Men che meno...
Gioia?
Maledizione, NO!
E allora?
Stupore.
Sconcerto.
Incredulitá.
Sí, incredulitá. Era questo che provava, Bulma.
Com'era possibile?
Cosa ci faceva LUI, lí?
Chi aveva corrotto con le sue abili doti di manipolatore per aver ottenuto un pass per quel luogo eletto?
Quando mai aveva chiesto scusa o un qualsivoglia perdono, per tutti i crimini, gli assassinii, le vendette e tutte le malefatte commesse in una vita votata all'odio verso tutto e tutti?
Quando si era pentito di averla ferita, abbandonandola con un 'addio per sempre' che non sarebbe potuto durare indefinitamente, ma che a lei era apparso come tale?
Quando e come era riuscito a salvare la sua anima compromessa da una vita passata a gongolarsi dei troppi misfatti compiuti?
Troppe domande.
Zero risposte.
Bulma si voltó, con la ferma intenzione di andargli di fronte e sputargli in faccia tutto il suo disgustosamente disprezzante stupore, ma quando finalmente lo vide tra la folla di anime, appoggiato con le braccia al petto al tronco di un salice piangente con le comiche fronde rosate, non poté fare a meno che abbassare i finti pugni lungo i fianchi inesistenti, aggrottare le sopracciglia in un'espressione tristissima e lasciare libero sfogo alle lacrime che, copiosamente, iniziarono a scenderle sulle guance pallide.
Vegeta le si avvicinó.
Nel suo petto muscoloso batteva ancora un cuore evidentemente molto meno di pietra di quanto tutti potessero pensare.
Di quanto LEI, potesse pensare...
Il suo corpo statuario ancora caldo di un calore che aveva abbandonato una sola volta un letto non ancora coniugale, ma tanto era bastata per farle ricordare che lui non era 'domabile' o 'addomesticabile', come dir si voglia.
Il suo ciuffo di capelli ondeggianti in quell'aria tersa, fresca, incredibilmente paradisiaca, indorati solo dalla fioca luce di un'aureola, unica cosa che faceva intuire quello che fosse il suo reale stato.
E il suo sorriso.
Un sorriso malinconicamente triste le si avvicinó e le sussurró:
"Bulma, perché piangi?"
Lei smise all'istante e sospiró, piú per abitudine, che per la reale necessitá di fornire aria a polmoni inesistenti.
Incroció il suo sguardo con quello di lui e severamente domandó:
"Perché? Perché sei qui, Vegeta? Non sono io a doverti giudicare, non l'ho mai fatto, ma com'é possibile che tu sia qui, assieme a queste anime pure? Hai ucciso tutte quelle persone innocenti, allo stadio. Non credevo nemmeno fossi piú tu..."
"Non lo ero, infatti."
"Non ti credo, Vegeta. Orgoglioso come sei sempre stato, come hai potuto permettere a quel mago da strapazzo di soggiogare la tua mente facendoti commettere un gesto cosí raccapricciante?" chiese la donna con un tono misto tra stupore e rabbia.
"Ero furioso. Volevo combattere con Kaaroth, a tutti i costi. L'ho fatto, disinteressandomi completamente di Majin Bu e della sua rinascita." confessó l'uomo.
"Ecco, bravo! Sarai soddisfatto ora! E cosí adesso siamo tutti morti, contento? Ma forse mi sfugge qualcosa, visto che ti é stato concesso addirittura di tenerti il tuo meraviglioso corpo! Vero, Principe dei sayan?" lo aggredí lei con quella voce cosí irritante che lui aveva imparato ad adorare.
Sul volto di lui comparve un sorrisetto malizioso e con una voce sensualissima le spiegó:
"Sai? Pare che chi sacrifica la propria vita per salvarne altre, meriti il Paradiso... o almeno, cosí mi é stato detto, ma, nonostante questa regola, io sono venuto lo stesso qui a cercarti. Volevo... dovevo... dirti che...
Vegeta si interruppe e, per la prima volta in tutta la sua esistenza da vivo e da morto, abbassó lo sguardo.
"Che?" lo spronó lei interrogativa.
"Mi dispiace. Ti chiedo perdono perché ho cercato di distruggere quel mostro, ma non ci sono riuscito. Ho fallito e ora, per colpa mia, tu sei qui. Non posso stringerti fra le mie braccia, non posso baciare le tue labbra e soprattutto, non posso piú vedere nei tuoi occhi tutto ció che hai sempre provato... per me. Questo é un Inferno, Bulma, non il Paradiso che tu credi io mi stia godendo."
La donna gli si avvicinó ulteriormente e appoggió la testa al suo petto. Tentó di stringerlo in un abbraccio, ma i suoi arti fatti di puro spirito gli passarono attraverso.
Alzó lo sguardo e gli fece un sorriso.
"Ti perdono, Vegeta, ma ti sbagli. Io non ho mai smesso di amarti."
"Grazie." le sussurró lui all'orecchio.
"Per cosa? Perché ti amo o perché ti ho perdonato?" chiese lei con fare malizioso.
"Vegeta! Vegetaaaa!" la voce di Baba giunse da non molto distante.
Il sayan si voltó e si vide la simpatica vecchietta, fluttuante sulla sua palla di cristallo, a pochi passi di distanza.
"Cosa c'é?" chiese innervosito.
"Avanti, vieni, devi tornare sulla Terra e tentare di salvarla. Quel Majin Bu sta creando un sacco di problemi. Muoviti, che c'é Goku che ti aspetta!" lo informó la vecchina voltandosi e facendo per allontanarsi.
"Hey! Ma come ti permetti di darmi ordini?" la minacció il principe con un tono decisamente incazzoso.
"Senti, o ti muovi, oppure Goku sará costrettto a fare la fusione con Mr. Satan. E tu non vuoi che diventi piú debole di quel vecchio rammollito di mio fratello, vero, Vegeta?" lo provocó la vecchina, tornando sui suoi passi.
"Come? La-La fusione? C-con Kaaroth hai detto? NO! Non ci penso neanche. Preferisco mor...
Il Principe non poté finire la frase.
Si voltó leggermente e i suoi occhi neri come le tenebre andarono ad incrociare quelli ora severissimi di lei.
Come avrebbe potuto avere il coraggio di terminarla, quella frase?
Certo, non poteva.
Non dopo che gli era stato miracolosamente concesso di finire in quel luogo che lui era certo di non meritarsi.
Non dopo che, oltretutto, gli era stato fatto l'onore di mantenere il suo corpo di combattente. Cosa che all'inizio lo aveva reso infinitamente felice, gongolandosi nella possibilitá di potersi ancora allenare, salvo poi avere il risvolto terribile di sentirsi il cuore cadere a pezzi, dopo aver visto LEI nell'immensa fila di anime.
Di certo non poteva portare a termine, quella frase, dopo averle chiesto scusa per aver fatto sí che il suo stupido orgoglio prevalicasse la ragione e i sentimenti, gli stessi che, sicuramente, avevano salvato la sua anima, altrimenti destinata a ben altra meta.
E indubbiamente, non l'avrebbe mai conclusa, Vegeta, quella frase. Non dopo che lei, il perdono richiesto, glielo aveva concesso senza esitazioni e soprattutto, non dopo che gli era stata concordata una seconda opportunitá di riscatto.
"Vegetaaaa! Ti muovi? Guarda che ti é stato concesso di tenere il corpo perché tu possa ancora combattere, sai?" irruppe nei suoi pensieri Baba, richiamandolo alla realtá.
Lui non la degnó nemmeno di uno sguardo e, senza spostare i suoi occhi di tenebra da quelli ancora corrucciati di sua moglie, le sussurró:
"Non me ne faccio niente, di questo corpo, se non posso avere il tuo al mio fianco."
Lei aprí un sorriso malizioso, dopo essersi completamente sciolta, grazie a quella che doveva essere una sorta di dichiarazione d'amore e gli rispose semplicemente:
"Non avevi un conto in sospeso con quel mostro? Non devi permettergli di distruggere la Terra. Senza le Sfere del Drago non potremo mai piú baciarci... sayan"
Lui la guardó per qualche secondo con uno sguardo indecifrabile per poi avvicinarsi di nuovo al suo orecchio e sussurrarle:
"Non ti deluderó, questa volta, Bulma."
"Non lo hai mai fatto, principe dei sayan." sussurró lei fra i denti, solo quando lui non la poteva ormai piú sentire.
 
 
 
 
Fine
 
   
 
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