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Autore: Ele_MiXD    14/10/2015    3 recensioni
"Ti poso il fiore di Ibisco che avevo in mano tutto il giorno sopra la lapide, e lo bagno con un po’ d’acqua.
'Papà… perché non c’è giorno che non sei fuori città in cui non porti un fiore di Ibisco alla mamma?' mi chiede curiosa della mia abitudine giornaliera. Prima o poi questa domanda me la sarei aspettata.
'Era il suo fiore preferito, non ti piace?'
'Si, è bellissimo, e so che le piaceva tanto tanto, ma non capisco perché ogni giorno gliene devi portare uno nuovo'
'Ai… hai mai notato che ogni fiore di Ibisco che le porto, il giorno dopo è già appassito?'"
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come un fiore di Ibisco

“Papà!!!” urla il mio Amore venendomi in contro e trovando sistemazione tra le mie braccia.
“Ciao Ai” le dico con dolcezza baciandole quelle guanciotte paffute.
“Finalmente è finita la scuola, non ne potevo più…”
“Se ti lamenti adesso che hai solo 5 anni, non oso immaginare quando sarai più grande!” la prendo un po’ in giro.
“Ma che hai capito papà! Io non ne potevo più di aspettare per rivederti! Mi sei mancato tanto!” mi dice abbracciandomi più forte di prima.
“Oggi ho fatto solo un allenamento, mica sono tornato da una trasferta di Champions League!”
“Lo so, però mi sei mancato lo stesso!” mi fa la linguaccia con la sua solita espressione da furbetta.
“Ti capisco, anche tu mi manchi ogni momento che passo lontano da te…” dicendole questo, le do un bacio sulla fronte coperta da dei deliziosi ciuffetti biondi che non posso non amare.

La poso a terra, le prendo lo zainetto e la sua delicata manina e ci incamminiamo per le strade di Monaco.

“Anche oggi sei venuto senza  la macchina?” mi domanda guardandomi dal basso verso l’alto.
“Già, mi piace l’aria fresca primaverile, e me la volevo gustare per bene con il mio Amorino” le sorrido, un sorriso che dono solo a lei da quando non ci sei tu.
“Dici la stessa cosa di tutte le stagioni! Dì solo che ti piace camminare!!” mi dice con un espressione spazientita da bambina qual è. Non posso far altro che ridere alla sua predica. D’altronde è vero, non la vado quasi mai a prendere a scuola con l’auto, così posso allungare i momenti mano nella mano con mia figlia.
“Hai ragione, che ci posso fare, sono sempre uno sportivo! Perché… ti lamenti?” le dico aspettando la sua reazione.
“No, per niente… così passo più tempo con il mio papino!” mi dice incollandosi al mio braccio.

Allora vedi, mia piccola Ai, che abbiamo lo stesso fine?

Come faccio a non amarla? E’ l’unica persona che mi faccia sorridere ancora da quando tu non ci sei più. Ma d’altronde tu lo sapevi, e hai resistito fino all’ultimo per permetterle di vivere insieme a me… Però è anche in momenti come questi che non faccio che ricordare te, i momenti felici passati con te, e appunto per questo, il mio cuore si dilania ancora di più, perché quello a cui penso sono solo ricordi, lontani ricordi.

“Papà..?” mi risveglia dai miei pensieri la nostra amata bambina.
“Sì Ai?”
“Stavi pensando di nuovo alla mamma vero?” ecco, la cosa brutta è che quando vago nei ricordi non riesco a nasconderlo ad Ai, e questo non fa male solo a me, ma anche a lei… e mi dispiace tanto.
“Già… scusami Tesoro, davvero… scusami se ti faccio preoccupare sempre, non è mia intenzione, ma non riesco a non pensarla”
“Lo so… allora, andiamo da mamma?”
“Sì, certo” le dico e continuiamo la nostra passeggiata, fino a raggiungere il posto a noi più importante.

Siamo davanti alla tua lapide, la nostra piccolina in piedi e io piegato sulle gambe per stare alla sua altezza, e come al solito la puliamo per bene e ci soffermiamo a guardare il tuo sorriso smagliante ritratto nella foto che ti accompagna.
Mi ricordo quando te l’ho scattata, è stata la sera in cui ci siamo amati più di qualsiasi altra volta, dando inizio alla vita della nostra bambina. In quel momento era come se tu già sapessi che c’era una vita in te che stava per crescere, e che sarebbe nata contrastando ogni difficoltà che il tuo corpo debilitato ti dava.

Eri magnificamente felice, solare… Esatto, solare è la parola giusta. Tu eri il mio Sole, io invece la Luna, che per brillare e farsi notare ha sempre avuto bisogno della luce del Sole… Quando te ne sei andata non emanavo più la luce di prima, non avevo più vita, perché il mio Sole non c’era più, ma aveva presto ripreso a brillare dal sorriso di Ai, il mio piccolo nuovo Sole che non fa altro che illuminare le mie giornate.

Ti poso il fiore di Ibisco che avevo in mano tutto il giorno sopra la lapide, e lo bagno con un po’ d’acqua.

“Papà… perché non c’è giorno che non sei fuori città in cui non porti un fiore di Ibisco alla mamma?” mi chiede curiosa della mia abitudine giornaliera. Prima o poi questa domanda me la sarei aspettata.
“Era il suo fiore preferito, non ti piace?”
“Si, è bellissimo, e so che le piaceva tanto tanto, ma non capisco perché ogni giorno gliene devi portare uno nuovo”
“Ai… hai mai notato che ogni fiore di Ibisco che le porto, il giorno dopo è già appassito?
“E’ vero!!! Non l’avevo mai notato… Ma se è così allora faresti meglio a portarle dei fiori che durano di più o metterle direttamente una pianta di Ibisco!”
“Hai ragione, come sempre… però questo è un pretesto per venire ogni giorno qua senza mani vuote, e poi, anche se le piacevano tutti i fiori, non saranno mai un Ibisco, e una pianta di Ibisco fiorirebbe solo quando il tempo glielo permetterebbe, e così la tua bella mamma rimarrebbe senza fiori”
“Uffiii quanto sei tirchio papà!” mi fa il broncio la mia piccolina.
“Ai, ma almeno sai cosa vuol dire tirchio?” le chiedo con un sopracciglio alzato.
“Ehm… no” mi dice con un sorrisetto vergognato “Volevo solo dire che vuoi che le cose siano come decidi…”
“Cioè pignolo… sono due cose diverse, e sì, lo sono tanto” le dico passandole una mano tra i suoi fini capelli.
“Papiii… c’era qualche motivo per cui era il suo fiore preferito?” mi chiede dopo un po’ con la sua voce dolce.
“No, non un motivo preciso, però le rende giustizia…”
“Cosa vuol dire che le rende giustizia?”
“Che le somiglia, e tanto…”
“Ma come fa una persona ad assomigliare a un fiore?!?!?” mi chiede perplessa... mamma mia quanto è dolce quando si confonde, mi fa sorridere.
“Il significato dell’Ibisco è ciò che le rende giustizia, non il fiore vero e proprio” le comincio a spiegare.
“E quale sarebbe il suo significato?” mi domanda ormai al culmine della curiosità.
“Beh, ha più significati… il fiore di Ibisco significa eleganza e delicatezza, ma anche vita breve e fulminea, per questo simboleggia la bellezza delicata e fugace, cioè una bellezza indiscutibile che non può mai essere apprezzata per più di un giorno, in quanto questa è fugace e va via presto, infatti, questo fiore non fa in tempo a sbocciare del tutto che già muore nel giro di un giorno…”
“Quindi, la somiglianza che ha con mamma è…”
“Sì, lei era una persona elegante e delicata, era di una bellezza sovrumana, che non si stancava mai di ammirare… ma anche lei ha avuto una vita breve e fulminea… Non ha fatto in tempo a viverla pienamente che già se n’era andata… Io non ho mai saputo soddisfarmi della sua bellezza che già se n’era andata” le spiego con voce sofferta e tremante.

Ho sempre saputo ciò che significava questo fiore, ma adesso che ti metto a confronto con esso ad alta voce è doloroso, molto doloroso.

Ai si avvicina a me e mi abbraccia, stringe le sue piccole braccia intorno al mio collo… e io mi aggrappo a lei. Sfogo il mio dolore in un pianto disperato, ma appena mi accorgo che anche lei sta per scoppiare in lacrime, mi asciugo il viso e la base dei suoi occhi, che sembravano un fiume in piena pronto a sfociare.

Mamma mia che vergogna, IO, SUO PADRE, devo essere consolato da lei quando sono il primo a non doversi dimostrare così debole davanti ai suoi occhi e il primo a dover consolare, non ad essere consolato…
Perché non riesco ad essere abbastanza forte? Perché mi devi mancare così tanto?!?

“Scusami Ai, scusami davvero tanto…” le dico stringendola al mio petto.
“Papà, non ti preoccupare, ti capisco… perché anche io se perdessi il mio Principe Azzurro sarei tanto tanto triste” mi dice cercando di tranquillizzarmi.
“Principe Azzurro eh? E chi sarebbe questo fantomatico Principe Azzurro? Spero che sia più bruttino di me, sennò non avrei competizione per conquistare tale bellezza, Fräulein Price”
“Non ti preoccupare, ancora non ce n’è uno. E poi... il mio primo amore sei e sarai sempre tu, Papà” mi dice guardando a fondo nella mia anima con quei smeraldini grandi e amorevoli. Non posso far altro che sorridere a questa sua dichiarazione. Solo tu sai quanto io la possa amare.
“Ti amo anche io mio piccola Ai” le dico baciandola e tenendola ancora più stretta a me.

Prometto che non ti succederà niente di male, mio piccolo Sole, mio piccolo Amore, te lo prometto, e come padre, forse l’unica cosa che so veramente di poter fare bene è proteggerti a costo della mia vita.




*NOTE DELL'AUTRICE*

Ciao a tutti!!
Sono tornata con una nuova Fanfiction autoconclusiva.. spero che vi piaccia.
I protagonisti sono gli stessi della mia FF precedente, e anche la storia è collegata... Quindi per capirla di più sarebbe meglio andare a leggere anche l'altra.

Il significato dell'Ibisco l'ho trovato su vari siti facendo una ricerca su Google, e che dire, già mi piace da impazzire questo fiore, e in più si adatta benissimo alla mia storia.
Spero che vi piaccia tanto, e spero che vi abbia trasmesso l'amore che c'è tra loro due.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno questa storia
Un saluto,
Ele_MiXD

PS: Ai in giapponese significa Amore.


 
  
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