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Autore: Ele_Cullen    17/02/2009    5 recensioni
“- Grazie Alice -, e senza pensare a quello che stavo facendo l’abbracciai. Sentii la sua felicità crescere assieme alla mia, e assieme a quella anche un sentimento nuovo che non avevo mai sentito. Affetto. No era molto più grande, quello era amore. E non so perché ma anche io provavo io suoi stessi sentimenti. Non potevo abbandonarla e lei non poteva abbandonare me. Sciolsi il mio abbraccio, la guardai negli occhi. Mi persi in quell’oro fuso. Se avessi avuto un cuore a quest’ora sarebbe già esploso per tutte quell’amore che stavo provando al momento. Quell’amore che era solo per lei.” Questa è una song-fic, riguarda l'incontro tra alice e jasper come lo vedo io. Spero tanto che la leggiate e che lasciate qualche recensione.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON LASCIARMI MAI

NON LASCIARMI MAI

 

 

Un vagabondo, ecco cos’ero. Non avevo una casa non avevo un posto dove stare. Sapevo soltanto camminare e correre. Mi fermavo in qualche posto solo quando dovevo cibarmi. È così che avevo intenzione di passare la mia intera esistenza?? Solo, senza un posto dove andare, vagabondando e cibandomi senza alcun ritegno? Ed era solo per la fame che ora mi trovavo in questa città??

Si, era solo per la fame, mi rispose una vocina nella mia testa.

La gola mi bruciava. Erano settimane che non mangiavo. Avevo sete. Tanta sete. Dovevo trovare al più presto un umano che mi dissetasse con il suo dolcissimo sangue.

Mi guardai intorno e davanti a me trovai una piccola locanda.

Di sicuro in quel posto ci sarà qualcuno di appetitoso.

Mi diressi lì senza pensarci.  Appena aprì la porta pensai di svenire. Gli odori di quel posto erano dolcissimi. Sentivo il sangue caldo delle persone pulsare velocemente nelle loro vene. Subito la bocca mi si riempii di veleno e la gola prese a bruciarmi come non mai. Mi stavo avvicinando alla preda più vicino, quando lo sentii. Era un odore buonissimo e irresistibile. Se fosse stato umano sarebbe stato il più dolcissimo e provocante dentro quella locanda.

Mi girai verso quell’odore e mi trovai davanti una ragazza dai capelli neri e gli occhi dorati. La sua pelle era pallidissima come la mia. Appena i miei occhi incontrarono i suoi si alzò dal suo posto e s’incammino verso di me. All’inizio, nonostante il suo odore non fosse umano, pensai che fosse una strana creatura mitologica, sembrava un folletto sbucato da chissà quale fiaba. Neanche la vampira più bella del mondo poteva competere con lei.

Quando la nostra distanza si ridusse a un centimetro, mi prese le mani e mi sorrise. Appena le sue mani toccarono le mie, una scarica elettrica mi attraversò il corpo.

- Mi hai fatto aspettare parecchio -.

 

 

Non so chi sei,

che cosa vuoi,

ma c’è qualcosa tra di noi,

una leggera sintonia,

lo sento mi trascina via.

 

- Mi scusi signorina -.

- Fa nulla Jasper Whitlock -.

La guardai con aria stralunata. Come faceva a sapere il mio nome??

- Non sarebbe meglio parlarne da un’altra parte lontano da occhi e orecchie indiscrete? -, mi chiese quasi leggendomi nel pensiero.

Annuì.

Si mise al mio fianco e uscimmo da quel piccolo bar.

 

 

Così i pensieri nascono,

nella mia mente giocano,

mi sembra d’impazzire,

ma mi lascio trasportare da questa realtà,

che mi cattura,

e tu cammini qui di fianco a me

mi sfiori e poi mi dici che

è tempo del decollo ma io non capisco che mi fai..

 

 

Non so perché ma quella vampira, che in realtà mi pareva un folletto, mi affascinava, soprattutto il colore dei suoi occhi. Di solito gli occhi dei vampiri avevano un bellissimo color rubino. Invece i suoi erano dorati.  

- Scusami, ma posso sapere chi sei? -, le chiesi il più gentilmente possibile.

- Dalla mia vita umana so soltanto che mi chiamo Alice. Mi sono risvegliata sola e con uno strano bruciore alla gola. Solo dopo un bel po’ di tempo capii che avevo voglia di sangue. Mi cibai, e subito dopo ebbi una visione, anzi per dirla tutta ne ebbi due. La prima riguardava te. -

La guardai incredulo. Non capivo quello che stava dicendo. - Come scusa? -.

- Da quando sono diventata una vampira ho capito che ho delle visioni. Diciamo che vedo le decisioni che prendono le persone. Non sapevo cosa c’entravi tu in me, non sapevo nemmeno della tua esistenza, ma ho capito che stavi cercando una svolta, che eri stufo di questa vita, che cercavi il modo di non sentirti un mostro e che… -.

- Che? - gli chiesi io sbalordito sempre di più. Sapeva tutto quello che pensavo e provavo.

- E che senza di te non sarei potuta andare avanti -.

Non so perché, ma in quel momento capì che non potevo già fare a meno di lei.

 

 

Stand by

Stand by

Tu non scappare

Stand by

Stand by

Non andare

Stand by

Stand by

Tu non scappare

 

 

 

Lei non poteva andare avanti senza di me. Ma perché proprio io? Perché aveva visto proprio la mia decisione? Proprio io che sono un mostro. Lei, una piccola e fragile creatura, anche se una vampira come me, non era un mostro. Non era un demone. Non potevo credere che lei, con il suo bellissimo volto angelico potesse aver fatto le cose mostruose che ho fatto io in passato.

Io che uccido persone innocenti per dissetarmi. Io che sento il loro terrore, la loro paura, il loro chiedere pietà e lo provo a mia volta, non mi fermo lo stesso. Lei non può essere come me.

Ti prego piccola Alice, scappa da me finchè sei in tempo. Scappa dal mostro che ero e che sono. Fuggi dal mio passato, dal mio presente e dal mio futuro.

 

Stand by

Stand by

Ricordati che mai mai mai non devi scappare

Mai mai mai non mi lasciare

Mai mai mai non devi scappare

Prendi tutto e resta qui con me.

 

 

So che non voglio che te ne vai mia piccola stella, ma è per il tuo bene.

- Posso restare con te? Posso aiutarti a stare meglio -.

- È impossibile -, la risposi con aria rassegnata.

- Nulla è impossibile se non ci provi -.

- Non credo che vorrai ancora aiutarmi se sapessi che mostro sono -.

- Diciamo che siamo tutti dei mostri per quello che facciamo, ma c’è un’alternativa -.

Non c’è nessuna alternativa, piccola Alice. Nessuna. Soprattutto per me, per tutto quello che ho fatto. Anche il diavolo in persona scapperebbe davanti a me. Io sono il male in persona, anzi.. forse sono anche peggio del male.

- Non c’è nessuno peggio di me, Alice. Io sono il peggiore dei mostri esistenti in questa terra -.

- Non credo -.

- Non lo puoi sapere fino a quando non sai tutto quello che sono stato capace di fare -.

- Un angelo come te non può aver fatto nulla che non può essere perdonato -, mi disse sorridendo e prendendomi un’altra volta le mani.

 

Si ferma tutto attorno a noi

s’abbassano le luci e poi parte una strana melodia

lo sento mi trascina via.

E l’emozioni scorrono,

mentre le mani tremano

mi sembra d’impazzire ma mi lascio trasportare da questa realtà,

 

 che mi cattura

e tu cammini qui di fianco a me

mi sfiori e poi mi dici che

è tempo di atterrare

ma non voglio che finisca qua.

 

 

Un angelo. Mi potevo definire in tutti i sinonimi possibili di mostro, ma di certo non del suo contrario. Lei mi vedeva un angelo. Il suo angelo. L’angelo che avrebbe sempre vissuto con lei per l’eternità, che voleva il meglio per lei, che la salvasse da ogni pericolo. L’angelo che lei in cambio avrebbe aiutato.

Sentivo in lei la felicità che provava nell’avermi incontrato, e cresceva sempre di più. Il suo desiderio forse si stava avverando, forse non sarebbe più stata sola.

- Non esserne tanto sicura -, risposi guardandola negli occhi, - non sai quasi niente di me e del mio passato. Se lo sapessi, se te lo raccontassi, anche se sei un vampiro come me, scapperesti a gambe levate -.

- Allora raccontami tutto, voglio sapere tutto su di te -.

- Ok -. Non volevo dirle la verità. Non volevo che anche lei, come me, mi considerasse un mostro.

Ti prego piccola, non scappare…

 

Stand by

Stand by

Tu non scappare

Stand by

Stand by

Non andare

Stand by

Stand by

Tu non scappare

 

Stand by

Stand by

Ricordati che mai mai mai non devi scappare

Mai mai mai non mi lasciare

Mai mai mai non devi scappare prendi tutto e resta qui con me.

 

 

- Mi dispiace piccola, ma non sono l’angelo che credi. Sono un mostro, il peggiore di tutti. Ero un soldato e vivevo a Houston, in Texas, quando fui trasformato. Era nel 1861, ero stato incaricato di evacuare le donne e i bambini dalla città non appena le navi da guerra avessero raggiunto il porto.

Una notte incontrai tre magnifiche donne, una di loro mi trasformò. Passai tre giorni in cui soffrii moltissimo. Sentivo il fuoco scorrermi nelle vene e il cuore che aumentava sempre di più il suo ritmo, come se sapeva già che quelli erano i suoi ultimi battiti. Credevo di morire, di risvegliarmi all’inferno, invece appena il mio cuore esalò il suo ultimo battito non sentì più quel fuoco bruciarmi nelle vene, ma solo in gola. Questa volta però il bruciore era diverso, non era doloroso come l’altro. Avevo sete. Aprì gli occhi e davanti mi ritrovai Maria, la vampira che mi aveva trasformato. Mi diede subito il via libera. Ammazzai fino a saziarmene. Con lei creammo un esercito di neonati per conquistare più territori possibili. Trasformai moltissime persone per avere il maggior numero di “soldati” possibile e ammazzai moltissimi vampiri.

Alla fine abbandonai Maria e le sue guerre grazie a miei due amici: Peter e Charlotte. Vagabondai con loro per un certo periodo, ma il senso di colpa non mi abbandonò mai. Non mi abbandona tutt’ora. -.

- E allora perché non sei mai tornato da lei? -.

- Da chi? -.

- Da Maria -.

- No Alice. Il mio senso di colpa non è per aver abbandonato Maria… -.

- E allora per quale motivo? -.

Perché è tutto così difficile? Perché non posso essere come te piccola?

Sentivo in lei la curiosità crescere, ma non provava neanche un briciolo di disprezzo per me. Perché sei così buona con me Alice? Dio ti ha forse mandato per salvare quest’anima ormai persa e distrutta dall’orrore?

- Sai, io sono capace di sentire le sensazioni altrui. Io sento quello che provano le mie vittime quando le assalgo. Le loro emozioni le sento dentro di me, come se le stessi provando io in prima persona, ma alla fine il mostro dentro di me prevale, e le attacco lo stesso. Mi cibo del loro sangue fino a saziarmene. Sono un mostro senza limiti -.

Se avessi potuto piangere, mi sarei inginocchiato davanti a lei a piangere tutte le lacrime possibili, a chiederle pietà per un povero vampiro che non vivrebbe senza quel sangue umano, a chiederle perdono per tutto quello che aveva fatto in passato, quel perdono che solo un angelo che come lei poteva dargli.

Salvami Alice! Salvami, ti prego. Sei l’unica che può farlo.

- Mi dispiace Jasper -.

“Ma hai qualche rotella fuori posto??” gli avrei voluto urlare.

Stava sicuramente mentendo. Era impossibile che dopo le mostruosità che gli avevo detto sul mio conto lei ne fosse veramente dispiaciuta. Cercai di capire cosa stesse provando in quel momento e non riuscii a crederci. Compassione, tristezza, dispiacere, pietà. Tutto questo per me.

Non riuscii più a parlare. Non la capivo e non sapevo più cosa dirle. Ci fissammo negli occhi restando in silenzio. Era veramente bella. Ad un tratto una nuova emozione si stava facendo viva su di lei.

- Se vuoi posso aiutarti -, mi disse con il sorriso sulle labbra.

- E come? Con cos’altro posso sopravvivere se non con il sangue? Lo sai benissimo anche tu che non possiamo vivere cibandoci con la stessa roba che mangiano gli umani -.

- Dai, Jasper. Non dirmi che non te ne sei ancora accorto -.

- Di cosa? -, le domandai in preda alla disperazione. Era assolutamente impossibile che questa piccola e bellissima vampira potesse aiutarmi.

- Non hai notato che tra me e te c’è una piccola differenza fisica? -.

Subito mi ricordai la prima cosa che avevo notato in lei. I suoi occhi!

- Non ti ho ancora raccontato la mia seconda visione o sbaglio? -.

Annuì.

- In quest’ultima visione ho visto che esiste una famiglia. La famiglia Cullen -.

- Famiglia?! Non esistono famiglie, ma clan -.

- No, Jasper. Loro sono una famiglia vera e propria. Il loro legame è fortissimo. Il loro è affetto -.

La guardai incredulo. Non avevo mai sentito una cosa del genere.

- Loro stanno a contatto con gli esseri umani. Edward, Rosalie e Emmett, che sarebbero i “figli adottivi” di Esme e Carlisle, vanno a scuola, mentre Carlisle fa il medico. Cura persone umane. Riesce a controllarsi -.

Non la risposi. Se prima ero incredulo ora lo sono ancora di più.

- Loro amano definirsi “vegetariani” -.

- Vegetariani? -.

- Si nutrono di sangue animale. Da quando ho avuto questa visione anche io ho provato la loro dieta e devo dire che non è poi così male. Non ti disseta come il sangue umano, ma sopravvivi. È per questo che i miei occhi hanno questo colore dorato -.

Sentii rinascermi la speranza.

Alice era veramente un angelo mandato da Dio per me. Per curare la mia povera anima straziata, per farmi compagnia, per aiutarmi.

- Grazie Alice -, e senza pensare a quello che stavo facendo l’abbracciai. Sentii la sua felicità crescere assieme alla mia, e assieme a quella anche un sentimento nuovo che non avevo mai sentito. Affetto. No era molto più grande, quello era amore.

E non so perché ma anche io provavo io suoi stessi sentimenti. Non potevo abbandonarla e lei non poteva abbandonare me. Sciolsi il mio abbraccio, la guardai negli occhi. Mi persi in quell’oro fuso. Se avessi avuto un cuore a quest’ora sarebbe già esploso per tutte quell’amore che stavo provando al momento. Quell’amore che era solo per lei.

- Non so come e perché, ma sento già di amarti - mi disse guardandomi negli occhi.

- E ci credi se ti dico che ti amo anche io Alice? -, le chiese sorridendo per davvero per la prima volta, - mi hai salvato l’anima, mi hai ridato la speranza, mi hai fatto provare un sentimento che non avevo mai e poi mai provato. Tu mi hai ridato un cuore -.

Le sue labbra si posarono sulle mie e una scarica elettrica più potente di quella di prima mi attraversò il corpo. Non ero mai stato così bene, non mi sono mai sentito così… così… libero.

 

Ricordati che mai mai mai non devi scappare

Mai mai mai non mi lasciare

Mai mai mai non devi scappare prendi tutto e resta qui con me

 

- Allora mi seguirai? -, mi chiese staccandosi appena da me.

- Per sempre e dovunque amore. Ti prego non lasciarmi mai -.

- Non ti lascerò mai. Starò sempre con te -.

E infine le sue labbra già dischiuse si posarono un’altra volta su le mie iniziando un bacio ancor più bello, dolce e passionale.

Ti amo Alice. Grazie a te ora posso dire che sono un uomo. Un vampiro giusto che grazie a te ha scoperto l’amore.

 

 

  
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