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Autore: FigliadiDurin    14/10/2015    0 recensioni
Taluyan era immenso, una gigantesca sfera ghiacciata che dominava un angolo della galassia di Efestix. Una leggenda narrava che fosse costituito da solo ghiaccio anche nelle profondità. Ghiaccio e neve che non si scioglievano mai.
Taluyan appariva dai sistemi audio-visivi della Lady Black come un pianeta tranquillo ricoperto da un candido manto di neve, ma quando la nave atterrò si mostrò com'era realmente.
Il pianeta però era giunto al termine del suo ciclo evolutivo. Sarebbe esploso per alcuni, altri pensavano che un grande terremoto lo avrebbe spazzato via per sempre.
~
Comandate, che cosa accadrà se non basterà il tempo?
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Quarta classificata al contest "Verso l'infinito e oltre!" di Najara87 sul forum di Efp
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terra, 25 aprile 3215

Il comandante John Simmons, appoggiato ad un pilastro della stanza, guardava passivamente gli ultimi preparativi in vista della spedizione su Taluyan. Per contro, la dottoressa era seduta su una panchina, attenta a non mostrare troppo la sua crescente preoccupazione. Simmons sorrise sotto i baffi folti e grigi: conosceva bene il proprio equipaggio, così come il valore di ognuno dei suoi membri. Due soldati parlavano invece vicino alla nave e dai loro volti freschi si poteva leggere la spavalderia tipica della gioventù. Avevano giurato di proteggere l'equipaggio, la nave e il tesoro che presto avrebbe riempito le loro tasche senza rifletterci poi molto. Simmons conosceva pure questo particolare. Avventatezza, paura, coraggio, arroganza, superbia, intelligenza o stupidità. Il comandante sapeva a chi appartenessero quelle qualità ed a chi no ed aveva rivolto questi fattori a suo vantaggio.
<< Commandante è ora di partire >> lo chiamò l'ingegnere di volo Alfie Williams. Lui era il membro più giovane dell'equipaggio ed era l'unico che John aveva scelto di persona. Con una punta di invidia e disappunto aveva dovuto ammettere senza mezzi termini di essere rimasto ammirato dalle eccellenti doti del giovane ingegnere.
Salì sulla Lady Black, una maestosa astronave dalla forma cilindrica completamente nera e relativamente ridotta in altezza. Dotata di cannoni nascosti e altri armi militari, si presentava come una nave da guerra ormai adibita a viaggi diplomatici. John prese il posto di comando quando già tutto il personale a bordo era alla propria postazione. Nessuno osò fiatare durante la partenza, poiché il comandante richiedeva massimo silenzio e compostezza.
Il conto alla rovescia arrivò allo zero quando Simmons tolse il freno a mano e premette sull'acceleratore. La nave percorse la rampa di lancio della stazione per poi tagliare in due il cielo ed arrivare infine nella desolazione dello spazio. John sentì le esclamazioni di stupore, meraviglia e sbigottimento dell'equipaggio e con la coda dell'occhio misurò la reazione di ciascun membro. Notò che i soldati e un' assistente si erano avvicinati ai finestrini per osservare meglio la magnificenza dell'esterno, mentre la dottoressa era rimasta seduta con la cintura stretta in vita ed i pugni chiusi. Pur non essendo il suo primo viaggio, notò il comandante, sembrava che la fobia di volare non la abbandonasse mai. Si soffermò poi sull'ingegnere che era rimasto seduto nella sua postazione, i lineamenti duri non lasciavano trasparire alcuno stupore e la posa composta non sottolineava nessun timore. Si meravigliò.
Dal canto suo, Simmons, era così avvezzo ai viaggi interstellari che la convinzione d'essere in grado di riconoscere ogni stella, ogni pianeta, ogni angolo dell'universo era ormai radicata nel suo inconscio, così come la certezza di essere stato un pioniere di terre fino ad allora sconosciute lo poneva in una posizione di superiorità rispetto ad ogni altra persona presente sulla nave in quel momento.
<< Comandante, la incuriosisce lo scopo della missione? >> fece il soldato Collins appoggiando il braccio sullo schienale della poltrona.
<< Perché non dovrebbe? Sono queste le missioni che preferisco, quelle che hanno uno scopo ben preciso e sono vantaggiose per tutti >> rispose con calma Simmons.
<< Sì signore, ma non ha quel timore che qualcosa possa andare storto? Che magari non abbiamo calcolato bene il tempo o che forse quel posto non sarà così come pensiamo che sia? >>.
Il viso del comandante si accigliò; se quel soldato avesse utilizzato il suo tempo per imparare qualcosa sulle missioni nello spazio anziché parlare con quella sfrontatezza, magari in quel momento non avrebbe di certo azzardato domande tanto superflue.
<< Collins, le pare possibile che in una spedizione spaziale si possa sbagliare a calcolare il tempo? Secondo lei stiamo partendo per una gita al mare, ah? >> Simmons alzò il tono della voce. << Secondo lei non ho pensato ad ogni cosa possa aspettarci lassù? Ad ogni eventuale rischio o pericolo, ad ogni elemento indesiderato? Secondo lei non ho pensato a cosa fare nel caso in cui non bastasse il tempo? >>
Il soldato si ritirò nella sua postazione, evidentemente infastidito dal tono severo di Simmons e sbuffò quando fu sufficientemente lontano.
<< Che cosa accadrà se non basterà il tempo? >> chiese l'ingegnere con lo stesso tono di voce calmo tipico del comandante.
<< Moriremo >>.








Angolo autrice!
Salve! Nonostante io sia una grande fan della fantascienza non ho mai scritto su questo genere, ma un contest mi ha dato la giusta ispirazione per poterlo fare! La long partecipa quindi al contest "Verso l'infinito e oltre" indetto da Najara87 sul forum di Efp.
Spero che la mia storia possa piacervi e chiedo scusa per ogni genere di errore presente nella long. A questo proposito non posso che non ringraziare la beta che pazientemente ha revisionato Distruzione Rossa. Grazie davvero Luana!
Un abbraccio.
Fra
   
 
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