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Autore: LadyElizabeth    17/02/2009    3 recensioni
Basta. Basta, basta, basta. Se solo ne avessi la forza urlerei a squarciagola. Oppure uscirei di casa e incomincerei a correre. Non so per dove. Vorrei solo andarmene. [...] E a quel punto una lacrima mi riga la guancia. “Mas una” sussurro come nel film Spanglish. Solo una. Per le altre c’è tempo dopo. O domani.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo Una

Basta.

Basta, basta, basta.

Se solo ne avessi la forza urlerei a squarciagola.

Oppure uscirei di casa e incomincerei a correre.

Non so per dove.

Vorrei solo andarmene.

Dio, che periodo orribile.

Sono costretta dalla febbre a stare chiusa in casa, e quindi l’unica cosa che riesco a fare è a pensare a lui, a lui che non ho e che molto probabilmente non avrò mai.

Per stasera al diavolo l’ottimismo.

Stasera è tutto nero.

Poi domani…domani è un altro giorno.

E domani magari sarà tutto rosa.

Quindi, a parte il farmi male da sola, riesco solo a ottenere notizie dalle mie amiche…

Tra queste il 5 di matematica.

L’ennesimo.

Ero certa che il compito fosse andato meglio stavolta.

E invece no.

Mamma non ha detto nulla di particolare, crede che prenderò il debito a giugno.

In effetti comincio a pensarlo anche io.

Però non ci ho pensato più di tanto.

Ero ancora ottimista poche ore fa.

Poi però l’aprirsi della porta.

Lui.

L’uomo che da piccola amavo talmente tanto che volevo solo lui e nessun’altro.

E che ora non so cosa darei per poter evitare.

Mio padre.

Come mia madre gli dice del 5, inizia a urlarmi contro.

Che non è possibile, che non gli sembra così difficile prendere un 6, che non me ne frega niente della matematica e della scuola, che ho fatto male a scegliere quella sezione, a che cosa cavolo pensavo io quando l’ho scelta e perché lui lo ha permesso…

Sempre le solite cose.

Le sento ripetere da settembre.

E nonostante in un qualche modo ci abbia fatto il callo, non riesco ad ignorare le sue parole.

Però sono migliorata.

Mi aggrappo con le unghie e con i denti a tutto l’orgoglio che ho per non piangere.

Non avrà più questa soddisfazione.

Si, adesso incasso tutto e non dico niente a nessuno.

Incasso come un pugile suonato.

Con la faccia di chi se ne frega.

O di chi cerca di fregarsene.

Non lo so, perché non la vedo la mia faccia in quei momenti.

Poi arriva la cena.

Non ho fame ma mi sforzo lo stesso.

Il groppo in gola vuole evitarmi di ingoiare qualunque cosa.

Bella cena.

Tutta in silenzio.

Si sente solo il rumore delle posate contro i piatti.

Non ho la forza di alzare lo sguardo dal mio piatto.

Sbatto le palpebre per far andare via il velo di lacrime.

Non posso crollare adesso.

Non voglio permettermelo.

Potrò aspettare un paio d’ore per piangere no?

Solo che lo farò nel buio della mia cameretta.

E appena mi siedo in camera mia lo sento che inizia a parlare con mia madre.

So che stanno parlando di me.

Eppure ancora preferiscono farlo alle spalle, come se fossi una bimba di 6 anni che ha combinato una qualche marachella.

Specie mio padre poi.

Lui o mi urla dietro o sta zitto.

Non parla mai in maniera calma o tranquilla.

Non ci riesce.

Forse siamo troppo simili io e lui.

“Too much love will kill you” dice Freddy dalla radio.

Chissà se si riferiva anche a questo.

All’amore dei genitori.

Che troppo spesso ti vogliono perfetti e se ne fregano di quello che provi tu, continuamente sotto pressione per colpa loro.

E adesso ogni volta che sento i passi di mio padre prego che non sia diretto qui.

Perché sono troppo vicina alle lacrime ma non voglio dargliela vinta.

E invece no, lui arriva.

Con una calma che non gli ho mai visto dice che “poi parleremo”.

E poi aggiunge, tornando a urlare, che internet e pc saranno spenti per giorni e giorni fino a quando non prenderò un voto “serio” in matematica.

Come se potesse davvero cambiare qualcosa.

E incomincio a pensare davvero che abbiano ragione loro.

Che dovrei cambiare sezione e quant’altro.

Ma non voglio dire addio ai miei amici

Ma nemmeno prendere il debito.

Mio padre risbuca dalla porta per dirmi che prenderò ripetizioni, bisogna solo decidere con chi.

E a quel punto una lacrima mi riga la guancia.

“Mas una” sussurro come nel film Spanglish.

Solo una.

Per le altre c’è tempo dopo.

O domani.

Tanto sono chiusa qui.

E domani non posso nemmeno andare a tennis per sfogarmi un po’ e per vedere lui.

Chissà se si interesserà di come sto.

Ma no che non lo farà.

Cosa vuoi che gliene freghi.

Di come sto io non gliene è mai fregato nulla a nessuno…

Perché qualcosa dovrebbe cambiare proprio adesso?

E menomale che ho il raffreddore come scusa se mi soffio il naso in continuazione.

Perdonate lo sfogo.
Non era mia intenzione tornare a scrivere così.
Ma sto impazzendo.
Vuoi che sia la febbre, vuoi che sia mio padre ma mi sembra di stare sul punto di esplodere.
E in un qualche modo devo impedire che questo accada.
Perciò ecco il mio ultimo folle delirio.
Parole amare.
Ma non c'è nulla di dolce per me in questi giorni.
Nemmeno il sapore delle medicine.
Vi voglio bene.
Liz.
  
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