Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: just_that_girl    15/10/2015    1 recensioni
-Margot trovava la nudità di quegli alberi destabilizzante. Com’era possibile che un albero, così, da un giorno all’altro, perdesse le sue foglie fino a rimanerne del tutto privo? Tutto considerato, riusciva ad impersonarsi in quei alberi.
-Ricordava il freddo di quella neve così divertente per lei e ricordava come il nonno si toglieva i guanti per metterli a lei e come le sue mani, rimanendo nude diventavano piano piano sempre più rosse violacee, tanto da fargli male a tratti
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
UN RICORDO CALDO DEL FREDDO
 
L’inverno era tornato da poco ma quella mattina faceva abbastanza freddo da pensare di essere in piena stagione.
Quel giorno, Margot osservava il mondo attraverso la finestra piccola della sua stanza: il vialetto di casa era pieno di fango e pozzanghere, per colpa della pioggia portata dalla notte e gli alberi erano spogli, le foglie se ne erano andate assieme all’autunno.
Margot trovava la nudità di quegli alberi destabilizzante.
Com’era possibile che un albero, così, da un giorno all’altro, perdesse le sue foglie fino a rimanerne del tutto privo?
Tutto considerato, riusciva ad impersonarsi in quei alberi: l’anno precedente aveva fatto domanda per studiare lontano da casa che, con suo stupore, era stata accettata.
Non riusciva a capire se ne fosse entusiasta o meno ma sapeva di covare un senso di vuoto, quel vuoto che ti prende quando non sai ciò che devi fare o come farlo.
Aveva lasciato casa sua ormai da tre settimane eppure non era riuscita a disfarsi del tutto di quella sensazione di vuoto.
Proprio come l’albero perde le foglie, lei si sentiva di aver perso tutto: le sue abitudini, le sue cose, le persone, i luoghi, tutti andati.
Sia chiaro, non soffriva di nostalgia, lei amava stare in una città in cui nessuno la conosceva, si sentiva come un ago in un pagliaio e questa la rendeva serena, ma allo stesso tempo sapeva di dover costruirsi come una nuova vita.
Continuava a guardare fuori chiedendosi se l’inverno avrebbe portato neve quell’anno, la neve le piaceva molto, le ricordava suo nonno materno.
Anche lui, così come le foglie, se n’era andato assieme ad un autunno anni fa, quasi troppi per ricordarseli ad essere sinceri.
Eppure Margot aveva alcuni ricordi nitidi di suo nonno: ogni anno, da quando ne aveva memoria, passava il periodo natalizio con i nonni materni e ogni anno, come da tradizione, a casa loro si preparava l’albero quattro giorni prima del Natale.
Margot non poté far a meno di ricordarsi quei momenti, dal decorare l’albero fino al momento in cui il nonno la prendeva in braccio e l’alzava per mettere la stella in cima, quello era l’istante che preferiva ogni volta perché riusciva a toccare la cima di quell’albero così alto per lei e perché sapeva che suo nonno l’avrebbe tenuta stretta senza farla cadere.
La sua mente continuava a proiettarle immagini di quei natali, quando usciva fuori in cortile a tirare palle di neve.
Ricordava il freddo di quella neve così divertente per lei e ricordava come il nonno si toglieva i guanti per metterli a lei e come le sue mani, rimanendo nude diventavano piano piano sempre più rosse violacee, tanto da fargli male a tratti.
Non ricordava molto bene particolari come i regali ricevuti o il cibo mangiato, a dire il vero non li ricordava affatto.
L’unico regalo di cui aveva ancora memoria era il libro di favole che sua nonno le leggeva ogni volta che passava la notte da lui, lei era ormai cresciuta e suo nonno aveva pensato di regalarglielo.
In quel momento, Margot realizzò che quel libro si trovava ancora nella sua vecchia stanza, desiderava averlo con sé in quel momento.
Era sempre stata terrorizzata al pensiero di dimenticarsi cose come quel libro, quell’insieme di carta in qualche maniera racchiudeva una parte di suo nonno e della sua infanzia che per nulla al mondo era disposta a dimenticare.  
Margot aveva smesso di guardare fuori, si era messa sul divano aspettando che il tè si raffreddasse almeno da permetterle di berne un sorso senza bruciarsi la lingua.
Aveva la testa era colma di bei momenti ma per quanto facile poteva essere per lei, sapeva di non poter vivere per sempre di ricordi, doveva vivere il presente e crearne di nuovi e forse, così facendo, questa volta si sarebbe sentita come un albero in primavera: di nuovo coperto, da fiori. 
Ciao :) Mi chiamo Ilaria. Ho voluto pubblicare questo racconto, basato sulla memoria, per avere qualche consiglio e semplicemente per capire se a qualcuno può interessare la mia scrittura. Apprezzerei molto una recensione con i vostri pareri ^--^ Ciao a tutti. 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: just_that_girl