The teacher - Il professore

Non è facile fare il professore. 
Lui è la tipica figura su cui vengono scaricate le frustrazioni altrui, uno di quelli che la gente ritiene un esaltato solo perchè ha il dovere di spiegare agli altri determinate cose.
Il professore è colui che è incaricato dell'apprendimento altrui, per questo ha passato la sua vita sui libri, a capo chino, a ripetere per la milionesima volta nozioni che già conosce per il solo fine di riproporre ai suoi studenti un prodotto di prima qualità. La sua è una responsabilità abnorme: deve formare nel corpo e nella coscienza un'intera classe di alunni, che ogni anno mutano e cambiano. Lui è l'unico che rimane veramente sé stesso. 
C'è un momento, nella vita di un professore, in cui il tempo pare immobile. Gente che va e che viene, ragazzi sempre diversi, ma alla fine con gli stessi problemi che si susseguono di anno in anno. Giovani che si scambiano di ruolo, che il minuto prima sono i più piccoli e quello dopo sono sottoposti all'esame di maturità. Li osserva cambiare, crescere, formarsi nel carattere e nella mente, e poi spariscono di colpo, da un giorno all'altro, sostituiti da altri con gli stessi problemi, gli stessi dubbi ed ignoranze culturali.
Infine una mattina, svegliandosi, ci si guarda allo specchio, e ci si rende conto che il tempo è davvero passato, nonostante tutto. 
Non sei più quel giovane ragazzo pieno d'entusiasmo che aveva iniziato vent'anni fa la carriera di professore come ripiego a un sogno irrealizzato. I tuoi folti capelli biondi si sono schiariti sino a diventare bianchi, come i nastri d'argento che si usano per decorare l'abete a Natale; la fronte ormai si è allargata, contribuendo alla desertificazione del tuo capo.     Il volto, una volta giovale ed espressivo, appare stanco e sfibrato, riempito di canyon profondi come gallerie. I denti ormai ingialliti dal tempo e dalle sigarette non hanno più la minima possibilità di tornare bianchi e splendenti come una volta. Infine, ormai il tuo cervello non è più in grado di assimilare novità, tendendo a confonderle sempre più.
Invece i tuoi ragazzi sono sempre gli stessi. Sono quella parte che non morirà mai, con i loro problemi, i loro amori, le insicurezze, i successi e le sconfitte.
Ma mentre loro si godevano la vita, tu hai perso la tua a guardare loro vivere.
Buongiorno professore.