Serie TV > Jonathan Strange & Mr Norrell
Ricorda la storia  |      
Autore: Ronnie the Fox    16/10/2015    0 recensioni
[JonathanStrange&Mr.Norrell]
Sembrava proprio che qualcuno o qualcosa avesse preso in antipatia il povero signor Segundus e di impedirgli di raggiungere qualsiasi obiettivo si mettesse in testa ne avesse fatto un fatto personale.
Il che, probabilmente, non era altro che una mera suggestione.
Se non che è assolutamente normale, in casi come questi, crearsi il proprio personale capro espiatorio.
E non c'era nessun candidato al ruolo che, nella mente di Segundus, avrebbe potuto competere con John Childermass.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fortunes and Misfortunes of Mr.John Segundus


John Segundus non si riteneva un uomo fortunato.
Il che è, ovviamente, un eufemismo per dire che John Segundus era davvero, davvero sfortunato.
Già il fatto che all'età di dodici anni, tra tutti gli interessi e i divertimenti che i suoi coetanei potevano desiderare, avesse scelto di appassionarsi proprio allo studio della Magia (la quale sappiamo non godeva di grande considerazione nella società del tempo) non era che la prima di una lunga serie di sventure che gli sarebbero immancabilmente piombate tra capo e collo nel corso dei successivi vent'anni.
Se la scoperta dell'esistenza di una società di maghi a York era stata accompagnata da grandi aspettative, tutto il suo entusiasmo era sfumato nello stesso istante in cui si era reso conto che il modo di occuparsi di magia in uso all'interno della società era purtroppo ben diverso da quello che lui aveva concepito con i suoi studi.
Ma ebbe appena il tempo di riprendersi dalla delusione, che ecco comparire sulla scena un mago -un vero mago- in grado di compiere incanti che si credevano dimenticati da secoli. E ancora il suo animo inguaribilmente ottimista lo aveva portato a sperare nella rinascita della Magia pratica, facendogli addirittura sfiorare con un dito il sogno di una vita, quello di aprire un'accademia per istruire nuove generazioni di giovani che, come lui, non desideravano altro che apprendere i segreti della Magia inglese. Un sogno a cui erano state tarpate le ali sul nascere, perchè a quanto pareva il meraviglioso Signor Norrell non desiderava affatto che esistessero altri maghi all'infuori di sè stesso.
Aveva così ripiegato sul meno ambizioso progetto di mettere su un ricovero che offrisse assistenza ai malati mentali; cosa che, benchè soddisfacesse la sua natura altruista, non era esattamente ciò che avrebbe sperato per il proprio futuro.
Insomma, sembrava proprio che qualcuno o qualcosa avesse preso in antipatia il povero signor Segundus e di impedirgli di raggiungere qualsiasi obiettivo si mettesse in testa ne avesse fatto un fatto personale.
Il che, probabilmente, non era altro che una mera suggestione.
Se non che è assolutamente normale, in casi come questi, crearsi il proprio personale capro espiatorio. 
E non c'era nessun candidato al ruolo che, nella mente di Segundus, avrebbe potuto competere con John Childermass.
Come biasimarlo? Era stato Childermass il portavoce di tutte le notizie spiacevoli che gli erano giunte negli ultimi anni e, per quanto si sforzasse di ricordare il famoso detto "ambasciator non porta pena", Segundus faticava a distinguere l'uomo dall'aura di sventura1 che si portava appreso ogni volta che bussava alla sua porta.
Non c'è da meravigliarsi dunque, se una mattina, avendo udito un distante rumore di zoccoli e scorto dalla finestra una figura familiare, il nostro protagonista fu tentato di serrare le imposte, far scattare i chiavistelli e fingere di non essere in casa.
Ma esitò un istante di troppo, quanto bastò al suo sguardo per incontrare quello dell'altro uomo, e a quel punto nascondersi sarebbe stato ridicolo e soprattutto inutile.
Sospirò esasperato, ripetendosi mentalmente di essere gentile e pacato e di difendere la propria posizione senza esagerare nei toni, mentre attraversava l'acciottolato che conduceva al cancello con un passo affrettato che tradiva il suo nervosismo. Lasciò a Childermass giusto il tempo di smontare da cavallo e affidare le redini al portiere, prima di prendere un profondo respiro e attaccare con la propria invettiva.
«Mi auguro che questa volta non abbiate qualcosa in contrario con la mia decisione di trasformare la casa in un ricovero, perchè nel caso fosse così devo informarvi che in quanto comproprietario dell'edificio è un mio inalienabile diritto quello di--»
«Buongiorno anche a voi, signor Segundus.» lo interruppe Childermass in tono sarcastico. 
Poi, dopo avergli lanciato un'occhiata perplessa aggiunse «Ho una proposta da farvi, ma...Forse preferite discuterne in un altro momento?»
Solo allora Segundus, con non poco imbarazzo, si accorse di essere ancora in maniche di camicia. Si rassettò alla bell'e meglio, chiudendo almeno i polsini e i bottoni del colletto nel tentativo di darsi un'aria presentabile.
Quando ebbe recuperato un minimo di contegno, il furore con cui aveva esordito era sfumato, lasciando il posto ad una malcelata curiosità.
Una proposta, non suonava male. Ma forse era troppo presto per dirlo.
«Non importa, Childermass, ormai siete qui. Posso sapere, allora, di cosa si tratta?»
«Come, non mi invitate ad entrare?»
Quest'ultima domanda mise a dura prova i nervi del signor Segundus, ma alla fine fu il buon senso ad avere il sopravvento.


Mezz'ora dopo i due uomini erano ancora seduti uno di fronte all'altro presso il caminetto, a dividerli un tavolino basso con una bottiglia di vino e due bicchieri. Quello del signor Segundus era ancora completamente pieno2.
«Dunque la signora Pole è davvero impazzita.» commentò con un certo rammarico
«Avevo sperato che fossero soltanto dicerie messe in giro per screditare il signor Norrell. Davvero lui non può fare nulla?»
Childermass scrollò le spalle «La Magia non può guarire la pazzia, signor Segundus. In quanto a provocarla...» prese una nuova sorsata di vino «Non sono nella posizione di esprimermi. In ogni caso ritengo che la signora abbia bisogno di un luogo tranquillo e sicuro dove alloggiare e soprattutto di qualcuno che si prenda cura di lei. Considerate le sue...particolari condizioni, sono dell'idea che voi siate la persona migliore a cui rivolgersi.»
Segundus alzò un sopracciglio «Voi credete, o è stato il vostro padrone a suggerirlo?»
«Sono venuto qui di mia personale iniziativa.»
John Segundus si portò una mano al mento, mentre il suo viso assumeva un'espressione pensierosa. Per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare un motivo per il quale Childermass -di sua iniziativa, per giunta!- lo stesse mettendo davanti ad una proposta del genere. Era sicuro che, da qualche parte, ci fosse una clinica ben più qualificata per accogliere il caso di lady Pole, eppure Childermass sembrava riporre in lui una fiducia inaspettata. 
Gli tornò alla mente l'episodio della cattedrale di York, dopo che Norrell aveva messo in atto il "miracolo" che lo aveva consacrato a fama immortale. In tale occasione Childermass lo aveva avvicinato e gli aveva domandato un favore. Un favore da nulla, quello di scrivere un articolo per il Times che dettagliasse gli avvenimenti di quella nottata, ma la tecnica che aveva utilizzato per convincerlo di essere la persona più adatta a quel compito era la stessa che stava utilizzando in quel momento.
«Non ne sono sicuro, Childermass.» sospirò «Non è che io non voglia assumermi una tale responsabilità, è solo che...Non comprendo il motivo per cui vi siate rivolto a me, ecco. Spero che non sia per riparare alla delusione del mio altro progetto, quello che grazie a voi e al vostro padrone non ha mai visto la luce, perchè davvero non è la stessa cosa. Mi spiace.»
A quel punto Segundus si sarebbe aspettato un commento sarcastico da parte del suo ospite, ma tutto ciò che ricevette fu un completo, inquietante silenzio.
Non avrebbe saputo dire quanti minuti fossero passati, ma già si era prepatato ad alzarsi per accompagnarlo alla porta, quando Childermass si protese in avanti, i gomiti poggiati sulle ginocchia, come per poter meglio osservare il suo interlocutore. Soltando dopo qualche altro istante si decise a parlare.
«Voi siete l'unico in grado di gestire questa situazione, signor Segundus, e lo sapete bene quanto me. Potrei girare l'intera Inghilterra e non troverei un solo medico che abbia la vostra conoscenza o anche soltanto la vostra passione nel campo della Magia. Potete capire benissimo il motivo per cui mi sono rivolto a voi.» a quel punto abbassò la voce, come se temesse che qualche orecchio invisibile potesse udire la loro conversazione «E, detto tra noi, sono fiducioso che la vostra determinazione vi porterà a studiare il suo caso con molta attenzione. Poi chissà...»
Il signor Segundus si trovava sospeso in un limbo.
Provava sentimenti contrastanti nei confronti di quell'uomo. Da una parte detestava l'idea di cedere così facilmente alla richiesta della stessa persona che più di una volta era arrivato a detestare a causa delle notizie di cui si era fatto portavoce, dall'altra si rendeva conto che non si poteva attribuirgli tutta la colpa (anche se continuava ad essere dell'idea che avrebbe dovuto imparare ad usare toni più rispettosi in sua presenza) e in qualche modo non desiderava altro che dimostrargli di essere degno della fiducia che voleva riporre in lui.
E poi c'era lady Pole. La povera lady Pole che aveva bisogno di aiuto e di qualcuno che sapesse trovare rimedio alla sua disperata condizione.
Segundus trasse un profondo sospiro, poi annuì.
«Mi occuperò io della signora. Studierò un modo per tenerla al sicuro e nel frattempo vedrò cos'altro posso fare per migliorare la situazione.»
 Mentre parlava gli parve di intravedere l'ombra di un sorriso comparire sul volto di Childermass, ma non potè esserne certo dal momento qualcos'altro richiamò immediatamente tutta la sua attenzione.
Tutto accadde in una frazione di secondo. 
Un attimo prima avvertì le labbra di Childermass premere  contro le sue, che con sua somma sorpresa assecondarono il gesto, quasi mosse da volontà propria.
Quello dopo la sedia di fronte a lui era vuota e la porta d'ingresso semi aperta.
Impiegò ancora diversi istanti prima di razionalizzare ciò che era appena accaduto e, in un riflesso automatico, balzare in piedi e gettarsi sulla porta nonostante fosse ben consapevole che, qualunque cosa avesse voluto fare, era ormai troppo tardi.
E cos'avrebbe voluto fare, poi? Inseguirlo fino al cancello per inveirgli contro finchè non si fosse sfogato e avesse ottenuto delle scuse?  La cosa preoccupante, era forse che c'era una parte di lui che avrebbe piuttosto preferito raggiungerlo, sì, ma soltanto per stringere tra le mani i lembi del suo cappotto e baciarlo di nuovo.
Fu così che John Segunus si trovò, ansimante, ad appoggiarsi contro lo stipite della porta mentre Childermass aveva già ripreso le redini del suo cavallo e si accingeva a montare in sella. 
«Come avete osato!» sibilò, ben conscio che Childermass non avrebbe potuto udirlo. 
 
***

John Segundus aveva appena trascorso le due settimane più intense della sua vita e non si sentiva ancora pronto a fare ritorno alla normalità.
La notizia della scomparsa di Jonathan Strange e di Gilbert Norrell era l'argomento di discussione più popolare nei salotti dei ricchi signori londinesi, ma non aveva suscitato scalpore quanto quella che annunciava che, secondo fonti attendibili e prove inconfutabili, la magia era tornata in Inghilterra.
Segundus, dal canto suo, non poteva esserne più entusiasta.
Una parte di lui, però, gli suggeriva che sebbene le porte di un nuovo mondo si fossero aperte davanti ai suoi occhi, qualcosa sarebbe sempre venuto a mancare. I libri di Magia, ad esempio. Scomparsi tutti insieme al loro proprietario, avevano lasciato il povero Segundus a bocca asciutta, in possesso unicamente di qualche incantesimo scribacchiato confusamemte su pezzi di carta. 
Era forse possibile che anche la pratica della Magia gli venisse a noia, dopo che avesse sperimentato una ad una le poche formule che aveva a disposizione?
Fortunatamente entro poco tempo gli sarebbe stata offerta l'occasione di intraprendere un progetto ambizioso quanto straordinario che lo avrebbe tenuto al sicuro, lontano dalla monotonia.
La suddetta occasione si presento sotto forma di John Childermass. 
E a quel punto il signor Segundus aveva cominciato a domandarsi se un qualche essere fatato fosse fuggito alla giurisdizione del Re Corvo e avesse deciso di tormentarlo con una serie di assurde coincidenze o se si trattasse soltanto della sua solita sfortuna che tornava a bussare alla porta.
Intendiamoci, Segundus aveva smesso di disprezzare Childermass nel momento in cui grazie al suo tempestivo intervento era stato convinto a realizzare con successo, per la prima volta dopo anni di tentativi, un vero e proprio incantesimo. Ma era anche vero che il solo pensiero di quell'uomo gli provocava tutta una serie di emozioni confuse e opposte.
E certo non era passato giorno in cui non avesse rimuginato sul gesto oltraggioso che l'uomo aveva compiuto nei suoi confronti e sul perchè nonostante tutto non riuscisse ad essere seriamente arrabbiato con lui.
Possiamo benissimo immaginare la sua sorpresa, dunque, quando Childermass si presentò ad una delle riunioni della restaurata Accademia dei maghi di York3, portando con sè un ospite decisamente singolare. 
Il nome di tale ospite era Vinculis, nome inusuale direte voi, ma non era certo questa la cosa più straordinaria che lo riguardava; questo bizzarro individuo, che a prima vista poteva facilmente essere scambiato per uno di quegli straccioni che per strada chiedono l'elemosona ai passanti, aveva il corpo ricamato di scritte incomprensibili che a detta di Childermass non erano altro che una nuova profezia vergata dal Re Corvo in persona.
Il trambusto che una tale rivelazione causò tra i presenti si protrasse per diverse ore (tanto più che dopo quindici minuti il bizzarro ospite aveva deciso di ritirarsi dichiarando che sarebbe stato a disposizione di chiundue fosse venuto a cercarlo alla taverna a due isolati di distanza), così che quando anche Childermass si congedò con l'annuncio che si sarebbe occupato personalmente della traduzione del testo, il sole era già tramontato da un pezzo e in compenso la neve aveva cominciato a fioccare dal cielo.
Il signor Segundus, che era rimasto assorto nei suoi pensieri per diverso tempo, quando un piccolo capannello di persone che gli si era riunito intorno lo riportò alla realtà, probabilmente chiedendogli di esprimere la propria opinione in merito, aveva preso la sua decisione.
«Vogliate scusarmi.»
Borbottò, scrollandosi la mano del dottor Foxcastle dalla spalla e infilando la porta prima che qualcun altro avesse modo di trattenerlo. 
Rabbrividì, quando una folata di aria gelida lo investì con prepotenza non appena ebbe messo piedie fuori dall'edificio. Ma non ebbe il tempo di rimpiangere di aver dimenticato il cappello, perchè la figura di Childermass si stava allontanando sempre di più sulla strada innevata e dovette mettersi a correre per poterlo raggiungere prima che fosse troppo tardi.
«Signor Childermass! Aspettate!»
 Fortuna volle che Childermass udì il suo richiamo e non appena scorse qualcuno avvicinarglisi in tutta fretta, si arrestò e attese che di essere raggiunto.
«Signor Segundus. Fareste meglio a rientrare, il tempo non è dei migliori.»
Segundus alzò gli occhi al cielo nell'udire quel rimprovero. Come si permetteva di  ostinarsi a dirgli cosa dovesse o non dovesse fare?
In ogni caso i suoi pensieri erano occupati da tutt'altra questione e probabilmente fu solo per questo che si astenne dal replicare a quelle parole con una rivendicazione dei propri diritti.
Così prese un profondo respiro e cominciò, in tono concitato: «Mi farebbe davvero molto piacere se voi accettaste il mio aiuto nell'impresa in cui state per imbarcarvi. So che non sarà facile ma -come si suol dire- due teste sono meglio di una e anche se so che ora che l'Accademia di York è di nuovo riunita avreste a disposizione un gran numero di nuovi maghi disposti ad aiutarvi ma, francamente, sono piuttosto sicuro che nessuno degli uomini che sono là dentro abbia l'approccio giusto per mettere mano a questo genere di cose, se sapete cosa intendo.»
Le parole vennero fuori da sole, tutte in una volta, così che il povero Segundus si trovò a pronunciare il proprio discorso tutto d'un fiato senza nemmeno fermarsi per respirare.
La cosa più sconcertante fu che Childermass non sembrasse affatto sorpreso da quel piccolo monologo, come se avesse previsto tutto con straordinaria precisione e per tutto il tempo non avesse aspettato altro che sentirsi rivolgersi quelle esatte parole.
«Devo ammettere, signore, che non sono del tutto stupito di ricevere una simile proposta da parte vostra e che sarei uno stupido a rifiutare. Quindi abbiamo un accordo?»
A posteriori avrebbe poi attribuito la colpa al freddo che gli intorpidiva non solo le membra, ma anche la mente, o magari alla stanchezza che negli ultimi tempi aveva accumulato insieme ad una dose non indifferente di stress, prima di giungere all'unica conclusione possibile, ossia quella che ciò che aveva fatto era assolutamente la cosa giusta da fare.
Fu prendendo il coraggio a due mani, che il signor Segundus si alzò sulle punte dei piedi e baciò John Childermass sulle labbra con tutta la forza che aveva in corpo.
Il suo gesto, scordinato e impacciato, tradiva in maniera innegabile l'inespierienza di Segundus in tale materia, ma nulla impedì ad un sorriso soddisfatto di dipingersi sul suo viso e rimanerci, nonstante il rossore che, ne era ben con sapevole, gli era salito alle guance.
Non disse una parola di più prima di girare i tacchi e tornare al caldo del salotto che non aveva smesso nemmeno per un secondo di essere riempito dal brusio delle discussioni.
I membri della società di York erano infatti troppo occupati in un acceso dibattito che opponeva la visione della Magia di Norrell a quella di Strange per fare caso al suo ritorno. Soltanto il signor Honeyfoot gli rivolse un'occhiata interrogativa, a cui Segundus rispose con un'alzata di spalle.

***

La luce del giorno filtrava debolmente dalla finestra socchiusa quando Segundus aprì gli occhi.
Si stiracchiò e si tirò a sedere, appoggiandosi sui gomiti. Subito una folata di vento freddo lo fece rabbrividire e lo costrinse a tiararsi il lenzuolo fin sul petto per schermirsi dall'aria pungente di fine autunno. Ancora mezzo addormentato, si fece l'appunto mentale di comprare una camicia da notte più pesante, la volta seguente che fosse sceso in città
Nel percepire uno spazio vuoto accanto a sè, diresse istintivamente lo sguardo all'altro capo della stanza.
Fu lì che trovò Childermass, chino e concentrato su una serie di carte ordinatamente disposte sul tavolo.
«Cosa dicono oggi le carte?» mugugnò con la voce ancora impastata dal sonno, ma con un inconfondibile sorriso stampato sul volto. Un sorriso che si allargò ulteriormente quando vide l'altro uomo sobbalzare e rilassarsi subito dopo quando i loro sguardi si incrociarono.
«Che John Segundus dovrà imparare a svegliarsi presto la mattina, altrimenti andrà incontro a un terribile destino.»
Segundus non riuscì a trattenere una risata, che a metà si tramutò in uno sbadiglio assonnato «Dovrei crederci?»
«Questo sta a te.»
Childermass si alzò dalla sua sedia, andando invece a prendere posto sul bordo del letto, cosa di cui Segundus approfittò per attirarlo a sè e premere un bacio casto sulla sua bocca. 
«Un giorno dovrai insegnarmi, sai? I tarocchi mi hanno sempre affascinato.»
«Come qualsiasi cosa che abbia la minima connessione con la Magia?»
«Touchè.»
Come abbiamo detto, John Segundus non si riteneva un uomo fortunato.
Ma stava cominciando a ricredersi.








1Si tratta, ovviamente, di una metafora; il Signor Segundus, forte della sua sensibilità magica, era perfettamente consapevole che l'aura di Childermass non era fatta di presagi spiacevoli, ma di un colore che ricordava piuttosto il grigio tortora.

2Un aneddoto divertente riguardante John Segundus: nonostante il nostro buon signore si curasse di tenere ben rifornita la cantina di Starecross con i liquori più pregiati che potesse permettersi, la sua riserva era a beneficio esclusivo degli ospiti (in particolare del signor Honeyfoot). Seppure il signor Segundus non si dichiarasse apertamente astemio, preferiva riservare il consumo di alcolici ad occasioni particolarmente festose, in quanto tendeva a non essere più responsabile delle proprie azioni dopo il terzo o quarto bicchiere di vino.

3Accademia di cui, per altro, John Segundus era stato eletto membro onorario per essere stato colui che, volontariamente o meno, aveva innescato il processo che aveva riportato la Magia a fiorire sul suolo inglese.



Note dell'autrice: 
Ed eccomi qui! 
Wow, la seconda fanfiction che pubblico in meno di un mese, deve essere un record!
In ogni caso, ringrazio chiunque si sia preso la briga di leggere questa...cosa, che è venuta fuori tutta in un colpo in un pomeriggio in cui mi annoiavo particolarmente e avevo la strana voglia di scrivere qualcosa. E chissà come sono riuscita perfino a scrivere qualcosa di vagamente fluff. E' una vera e propria conquista xD
Non posso che dedicare questa fanfiction alla Polly, che non solo mi ha trascinata nei meandri di questo fandom, ma che condivide il mio amore per tutti quei personaggi solitamente considerati odiosi e bistrattati dal fandom (Ogni riferimento ad Henry Lascelles è puramente casuale) e per quelle coppie che, ahimè, hanno un bellissimo potenziale ma davvero poche cose a loro dedicate.
Alla prossima!~

-Ronnie
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Jonathan Strange & Mr Norrell / Vai alla pagina dell'autore: Ronnie the Fox