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Autore: Queen Elsa    17/10/2015    4 recensioni
[BADE]
“Era un amore fragile il nostro ed a un certo punto si è spezzato. Forse, se fossi stata diversa, sarei riuscita a salvarlo. Ma è questo che sono, un pericolo. Come una droga, all’inizio ti piaccio, poi mi ami, divento quasi un’ossessione e alla fine, lentamente ti uccido.” - sussurra.[…] “Perché sei così dura con te stessa e continui a rifilarmi tutte queste cazzate?”- Beck si porta i capelli all’indietro, stanco. Quasi esasperato. Lei non lo guarda, continua a fissare il vuoto. Poi lentamente risponde - “ Sono solo sincera. Tutti quelli che amo finiscono col farsi male. - alza le spalle come se non le importasse - “ Ci ho fatto l’abitudine”.
“Mi ami?”.
Genere: Comico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Cat Valentine, Jade West, Robbie Shapiro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO


L’avevano capito subito. Sin da quel mattino quando, appena atterrato, Beck non aveva visto Jade saltargli addosso come sempre. La ragazza si era limitata a venirgli incontro a braccia incrociate, fissarlo con i suoi occhi azzurri e baciarlo sussurrandoli un piccolo “Bentornato” a mezza voce. Lui le aveva sorriso e lei aveva notato che anche quel sorriso era diverso da tutti gli altri. Beck l’aveva presa per mano, cercava di ignorare, probabilmente senza successo, quello strano presentimento che si era fatto strada nella sua mente e nel suo cuore nelle ultime settimane. L’aveva vista rabbrividire al contatto con la sua pelle calda. Era la prima volta che lo faceva  da tanto tempo e adesso sussultava, come se si fosse dimenticata com’era sentirlo davvero. Aveva stretto la presa, mentre il ragazzo cercava di mascherare lo sconcerto, seguendola fuori dall’aeroporto, verso l’auto nera di Jade.
“Guido io?” – chiese Beck. Lei annuì, porgendogli le chiavi dell’auto e salendo a bordo sbattendo la portiera. Il ragazzo, dopo aver sistemato il piccolo borsone nel portabagagli la imitò. Mise in moto, osservando la sua ragazza. Aveva la fronte stranamente corrucciata, sembrava stesse riflettendo su qualcosa di importante. Nonostante questo però, non riuscì a non pensare a quanto fosse bella, anche con quella buffa espressione. Jade era un tipo impulsivo, diceva quello che le passava per la testa senza dare retta a nessuno. Questa volta però ci aveva pensato mesi. Quella situazione stava diventando insostenibile e lo sapeva anche lui. Se questa però sarebbe dovuta essere la sua ultima giornata con Beck, non la avrebbe certo sprecata tenendogli il muso.
“ Ehi ,qualcosa non va?” – domandò premuroso lui. 
“ Come? Oh- no, niente.- rispose la ragazza scuotendo la testa, sorrise - Dove ti va di andare?”
“Cioccolata?” – Jade annuì. Non era una cattiva idea, visto il freddo invernale. Il tragitto in macchina passo veloce tra stupide chiacchiere e timidi sorrisi. 
“Che fai?” – chiese Beck guardando per un attimo la ragazza seduta accanto a lui e notando che aveva in mano il suo cellulare.
“Spengo il telefono, ma prima avverto Cat. Non vorrei si preoccupasse.” – rispose atona – “ voglio dedicarmi a te oggi” – concluse posando il telefonino nella borsa. Se questo giorno sarà l’ultimo – pensò – non mi perderò neanche un attimo di te, dolcezza.
“Puoi spegnere anche il mio, è nella tasca della giacca”
Jade fece come le aveva detto, soffermandosi più del necessario vicino a lui.
“Jade …” 
“ Si?” – sussurrò.
“ Ti consiglio di non distrarmi mentre guido, o finiremo entrambi contro un muro” – La ragazza si allontanò facendogli la linguaccia. Lui rise - “Avrai tutto il tempo di provocarmi stasera.”
“E cosa le fa pensare, signor non-avvicinarti-che-mi-distrai-anche-solo-respirando che io ne avrò voglia?”
“  Uhm … - finse di pensarci un po’ su, poi disse – “beh sono sicuro di aver indovinato tre punti. Primo: sono due settimane che non ci vediamo. Secondo: sei terribilmente attratta da me e non sarò così modesto da negarlo e terzo … sono così sicuro di conoscerti bene, da sapere che mi ami.”
“ Presuntuoso!”
“Ti amo anch’io” – rispose impertinente, sorridendo soddisfatto notando le guance di Jade imporporarsi. Almeno questa reazione era la stessa di tutte le altre volte.
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“ Si, e tu sei così scemo da esserti macchiato con la cioccolata.” Stavano passeggiando mano nella mano al molo, poco lontano dalla casa di Jade. Il mare in tempesta li riempiva di spruzzi salati. Scuro e arrabbiato, si abbatteva contro gli scogli e le barche, come a sfogare la frustrazione causata da qualcosa di sconosciuto. Il cielo grigio di fine novembre che avvolgeva la città come un pesante piumone sembrava quasi voler ricordare ai cittadini che non era più tempo di stare fuori casa.
“Questo è successo solo perche mi hai fatto ridere, urlando contro quella poveraccia della cameriera!”
“Si dia il caso che quella povera e  innocente cameriera non ti togliesse gli occhi di dosso!” – rispose a tono Jade.
“Gelosa!”
“Bambino!”
“Ti amo.”
Anch’io”- il flebile suono della sua voce fu quasi sommerso dalle urla dell’oceano, ma a lui bastò. Era raro sentire dire una cosa del genere da lei. Le passo un braccio attorno le spalle e la strinse a se, in quel silenzio che valeva più di mille parole.
“ Andiamo a caasa?” – sarebbe quasi sembrata una bambina con quel tono petulante, se non fosse per il sorriso malizioso che le aveva increspato le labbra.
“Ma io ho faame!” – rispose Beck utilizzando il suo stesso tono. Lei lo guardò con un sopracciglio sollevato e le braccia incrociate.
“Okay okay” -  rispose il ragazzo alzando le braccia in segno di resa –“ andiamo a casa. Prima però mangiamo la pizza eh? La mangiamo sul divano mh?” - Lei acconsentì a malincuore, ma per quel giorno avrebbe fatto decidere lui.
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Avevano mangiato, si erano fatti le coccole, si erano presi in giro e come ogni volta erano finiti a fare l’amore. Si erano sussurrati i ti amo più sinceri, si erano uniti in una cosa sola. Erano rimasti così, abbracciati sotto le coperte, non si sa per quanto tempo, mentre Beck accarezzava i capelli corvini di Jade.
“Quando parti?” – la ragazza aveva rotto il silenzio con una flebile domanda. Era già consapevole della risposta, ma per un momento  -forse un po’ egoisticamente- sperò che quella fosse cambiata.
“Domani sera”
Dannata Vancouver. Doveva dirglielo o domai sarebbe stato troppo doloroso. Sarebbe suonato come un addio di quelli che si vedono nei film in bianco e nero dove lui parte e lei, sola e depressa lo saluta piangendo.
“Non possiamo continuare così.” 
La lontananza di Beck la stava piano piano mangiando. La paura che lì potesse trovare qualcuno di migliore la distruggeva. Il fatto di non trovarlo al suo fianco dopo un incubo la faceva sentire sola. L’ultima litigata era stata la più pesante, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Avevano cercato di ignorarla, ma era impossibile. Beck sarebbe ripartito e loro avrebbero litigato di nuovo. Erano due attori, non avevano nessuna certezza. Sarebbero stai sempre separati, per quanto si potessero amare.
“Lo so” – il sorriso giocoso del ragazzo era sparito, sostituito da un espressone stanca, sofferente.
“Dobbiamo”– s’interruppe per ingoiare il nodo che le bloccava la gola –“ dobbiamo rompere Beck, ci faremo solo del male”  - Dio solo sa quanto le costarono quelle parole. Beck era la cosa migliore che le fosse capitata e adesso anche lui se ne sarebbe andato. Lo avrebbe fatto, lei lo avrebbe costretto. Odiava vedere quella espressione di sofferenza sul suo volto. L’avrebbe fatta sparire, anche se quello sarebbe significato morire.  
“Io ti amo- 
“Cristo Beck , ma non lo capisci?! Tu non devi, non puoi! Quale futuro avremmo? Dimmelo! Quale? Non ci sarà una fottuta volta in cui non litigheremo per colpa mia. E non posso. Non ci riesco a smettere di essere gelosa.” – silenzio- “Non voglio litigare. Domani tu partirai e tra noi sarà finita. No!”- aveva esclamato Jade notando che Beck si era passato una mano sul viso, pronto a ribattere.- “stavolta non è un mio stupido capriccio. Io ci ho pensato sul serio. Non voglio vederti soffrire. Forse ti mancherò all’inizio, ma poi ti sentirai meglio senza le mie urla e il peso oh si non credere che non lo sappia, so che ti senti in colpa per dovermi lasciare sola qui per tutto l’anno. Andiamo avanti così da mesi ed è già insopportabile, come pensi che resisteremmo un anno. E poi? Se venissi chiamata io per un film o tu di nuovo? Dovremmo separarci e soffrire ancora. Non voglio questo per te. Per noi.”
“Vuoi rompere adesso?”
Un sospiro.
“No”- sussurrò poi la ragazza- “no perché non potrei resistere sapendo che sei qui. Perciò ti prego, ti prego ti chiedo solo questo. Per un ultima volta resta con me. Domani sera partirai, ma fino ad allora ti prego, godiamoci gli ultimi momenti che ci rimangono.”- si era voltata e aveva fissato negli occhi, per la prima volta in tutta quella discussione, il ragazzo –“ ti amo, lo farò sempre e per questo ti chiedo, ti supplico Beck non opporre resistenza, non costringermi a lasciarti. Voglio che sia una decisone che abbiamo preso insieme.”
Beck le aveva preso il viso tra le mani e l’aveva baciata, un bacio che sapeva tanto di addio. Si erano accucciati sotto le coperte, stretti stretti, combattendo le lacrime. L’indomani sarebbe cominciata una nuova vita.
“Teneva lo sguardo fisso sulle sue labbra 
come fossero le ultime righe di una lettera d’addio.”
 
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Salve^^
Sono una nuova autrice qui su EFP e questa è la prima storia che scrivo!
Ho deciso di scrivere su Jade(il mio personaggio preferito *-*) e Beck, una coppia che adoro. Il mio piccolo cuore di fangirl si è frantumato quando, leggendo la lettera di Victoria, ho scoperto che i miei piccioncini si sarebbero lasciati. Ho deciso, quindi (dopo che la mia pigrizia mi ha abbondonato), di raccontare la loro storia dopo questo fatidico evento. La frase finale sottolineata e in corsivo non è mia, ma l'ho presa da Tumbrl (The Dreamer In Wonderland è il mio account per chi lo volesse sapere uwu).Lasciate un commento per farmi sapere che ne pensate mio raccomando!
 Beh, con questo è tutto, ci si legge al prossimo capitolo. 
Ve
  
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