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Autore: difficileignorarti    17/10/2015    2 recensioni
Tom rotolò velocemente al suo fianco, portandosela al petto, poco prima di vedere la porta della loro camera aprirsi: un piccolo bambino dai capelli biondi, gli occhi scuri, grandi e curiosi, con un sorriso a trentadue denti non appena si accorse che i suoi genitori erano svegli, una maglia troppo grande per il suo piccolo corpicino di soli tre anni.
«Mamma!» strillò, attirando la sua attenzione, prima di vederlo arrampicarsi sul letto e gettarsi addosso ai suoi genitori, contento. «Mamma, alzati! Dobbiamo aprire i regali!» Thaïs gli scompigliò i capelli, sorridendogli dolcemente: la parlantina l’aveva ereditata da suo zio Bill, così come l’entusiasmo nello scartare i regali di Natale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva cosa l’aveva svegliata precisamente, se l’odore del caffè proveniente dalla cucina al piano di sotto, l’intorpidimento causato dal peso del suo compagno, totalmente appoggiato su di lei, o il calore eccessivo che sentiva, sempre causato da Tom.

Sorrise dolcemente, aprendo gli occhi, passandosi la mano libera sul viso, cercando di svegliarsi del tutto.

Il braccio pesante di Tom circondava la sua vita, in una stretta forte e possessiva. Sentiva il suo respiro caldo e rilassato contro il collo, il suo leggero russare. I capelli di lui si univano a quelli di lei, altrettanto scuri e lunghi. Ogni tanto lo sentiva aumentare la stretta intorno alla sua vita, portandola più vicino a lui e al suo corpo bollente.

Si era accorta di non essere più nella sua parte di letto, era completamente dall’altra parte: quando dormivano, occupavano la metà di un letto matrimoniale, talmente erano pressati l’uno vicino all’altro, senza contare che certe volte Thaïs dormiva, praticamente, su di lui, anche se non era molto comodo. Non aveva un filo di grasso, tutti muscoli.

Cercò di liberarsi dalla sua stretta possessiva, ma con scarsi, scarsissimi risultati, provocandolo: portò la mano sotto il suo corpo caldo, circondandola del tutto, bloccandole ogni movimento possibile.

«Smettila di muoverti, piccola» grugnì sul suo collo, piuttosto infastidito, facendola ridere.

Portò la mano sul suo braccio, accarezzandolo piano, sentendolo rilassarsi di nuovo.

Si voltò tra le sue braccia, trovandolo sveglio, con gli occhi socchiusi e un broncio tenerissimo sulle labbra: Thaïs pensava che fosse una delle persone più dolci sul Pianeta, e lui lo era sempre, soprattutto la mattina.

Portò una mano sul suo viso e poi la passò tra i suoi capelli morbidi: Tom chiuse gli occhi, stringendola con entrambe le braccia, e nascondendo il viso nell’incavo del collo della sua ragazza, con l’intento di riaddormentarsi profondamente.

«Non ti azzardare a riaddormentarti» lo minacciò Thaïs, cercando di trattenere le risate, facendogli intensificare la stretta, avvicinandola il più possibile a lui, come se già non lo fosse.

«Sei meravigliosamente nuda» aprì gli occhi, scrutandola maliziosamente, spostando le mani su tutto il suo corpo, facendola squittire divertita, ma questo non la fermò a tirargli uno schiaffo sordo sul braccio.

Lui rise, ribaltando la situazione, bloccandola sotto di lui, mordendole scherzosamente una spalla: adorava quel lato scherzoso e giocherellone di Tom, non ci si annoiava mai. Le battute senza senso, le facce buffe, gli scherzi continui.

Spostò i baci sul suo collo, fino ad arrivare alla guancia, la mandibola, terminando il percorso sulle sue labbra, dove posò un bacio dolce: era la loro routine quella, ogni mattina la svegliava con un bacio dolce e intimo e loro. Certo, si baciavano anche nel resto della giornata, ma erano tutti frettolosi e senza passione o sentimento, non avevano tempo, dovevano lavorare: se cominciavano a baciarsi con passione, sarebbero finiti in camera da letto e non ne sarebbero più usciti.

«Buongiorno, amore mio» mormorò dolcemente sulle sue labbra, guardandola con amore: si fece leva con i gomiti, cercando di non pesarle troppo addosso, sfiorando il naso della ragazza con il suo, prima di baciarle la fronte teneramente.

«Buon Natale» sussurrò lei in risposta, cercando di nuovo le sue labbra, trovandole poco dopo, pronte ad accoglierla.

Sapeva bene che la loro tranquillità sarebbe durata poco e voleva godersela appieno.

Nel momento in cui si divisero, si guardarono intensamente negli occhi, prima di aggrottare le sopracciglia: dei piccoli passi, veloci e pesanti, salivano le scale.

Tom rotolò velocemente al suo fianco, portandosela al petto, poco prima di vedere la porta della loro camera aprirsi: un piccolo bambino dai capelli biondi, gli occhi scuri, grandi e curiosi, con un sorriso a trentadue denti non appena si accorse che i suoi genitori erano svegli, una maglia troppo grande per il suo piccolo corpicino di soli tre anni.

«Mamma!» strillò, attirando la sua attenzione, prima di vederlo arrampicarsi sul letto e gettarsi addosso ai suoi genitori, contento. «Mamma, alzati! Dobbiamo aprire i regali!» Thaïs gli scompigliò i capelli, sorridendogli dolcemente: la parlantina l’aveva ereditata da suo zio Bill, così come l’entusiasmo nello scartare i regali di Natale.

«Papà!» si voltò per osservare suo padre, che guardava il figlio con amore, gli baciò la fronte e gli accarezzò una guancia. «Dai papà!» si lamentò, facendo una smorfia, vedendo che nessuno dei due genitori aveva voglia di abbandonare quella fonte di calore.

Thaïs si stese di schiena, portando con sé le coperte, cercando di coprirsi, e sulla porta notò sia Scotty e sia Pumba, prima di vederli saltare sul letto: non voleva gridare e urlargli contro, era mattina, era Natale, e anche se non li sopportava sul letto, decise di rimanere in silenzio.

«Amore, lo zio è qui?» domandò, voltando la testa verso il suo angelo biondo, che annuì contento. «Allora, vai di sotto e fatti preparare la colazione, poi arriviamo anch’io e papà, okay?» chiese sorridendo, e lo sentì stringerle il collo, mormorandole un “ti voglio bene” all’orecchio.

Scese dal letto e velocemente uscì dalla stanza, così com’era entrato.

Tom allungò un braccio per riportare la ragazza al suo fianco: le posò un bacio sulla tempia e sorrise.

«Ti ho fatto leggere la lettera per Babbo Natale che mia madre ha scritto con Matt?» le domandò, ricordando quello che c’era scritto, non poteva dimenticare.

«No» mormorò semplicemente Thaïs, alzandosi per guardarlo negli occhi e lo vide sorriderle dolcemente, spostandole un paio di ciocche di capelli dietro le orecchie.

«A parte la miriade dei giocattoli, bè, citando testuali parole, “vorrei avere un fratellino al più presto, con cui poter giocare, parlare, condividere tutto, come papà e zio Bill”» sorrise, e la ragazza non poté fare a meno di imitarlo.

«Questa è una scusa per poter avere un’altra maratona di sesso? Sono ancora esausta da questa notte, se permetti» ridacchiò piano, poggiandosi sul petto del ragazzo, che le lanciò un’occhiataccia, senza che la ragazza lo vedesse. «Sto scherzando, amore» gli accarezzò piano il viso. «Mi piacerebbe tanto avere un altro figlio con te» annuì e lo vide sorriderle a trentadue denti, prima di baciarla con amore.


 
***


Non appena scesero le scale, il piccolo Matt corse incontro alla madre, contento di vederla con un maglione in tema natalizio: non vedeva l’ora di aprire i regali, Babbo Natale li aveva lasciati sotto l’albero, ce n’erano davvero tanti, ma non erano tutti per lui. Ovviamente.

«Guarda quanti regali!» disse la mora, osservando i numerosi pacchetti che erano sul pavimento. «Allora per Babbo Natale sei stato bravo quest’anno!» disse scherzosamente, mentre suo figlio la trascinava con sé, senza badare alla battuta ironica della madre. «E dimmi tesoro, i biscotti e il latte li hai presi tu?» chiese, osservando il piattino e il bicchiere vuoti: Matt li aveva convinti a lasciare qualcosa per Babbo Natale, per ringraziarlo.

«No, mamma!» sbuffò, negando energicamente, trascinandola sul pavimento, davanti ai pacchetti regalo.

La ragazza osservò il suo ragazzo e suo fratello arrivare e sedersi al loro fianco: Tom posò un bacio sulla fronte della donna che amava, sorridendole con un po’ di emozione, lasciandola stranita.

Fuori aveva nevicato, era tutto bianco ed era bellissimo: aveva sempre desiderato vedere la neve nel giorno di Natale, a Los Angeles non succedeva, ma lì ad Amburgo, era diverso.

Avevano preso una casa lì, nella madre patria dei gemelli, anche se ci andavano un paio di volte l’anno, e amavano passare le feste di Natale lì, vicini alla famiglia di Tom e di Bill.

«Non dovremmo aspettare i nonni e gli zii Georg e Gustav?» chiese Bill, ma si vedeva bene che era più emozionato del nipote e si stava trattenendo dallo scartare tutto.

Il nipote gli rivolse un’occhiataccia, rimproverandolo con lo sguardo, invitandolo a stare zitto.

Thaïs si sporse verso Tom, lasciandosi poi stringere dal suo braccio: amava stare tra le sue braccia, si sentiva protetta e amata.

«Hai mangiato i biscotti e bevuto il latte?» gli chiese sottovoce, evitando di farsi sentire dal piccolo Matthew, già impegnato a scartare i regali con l’aiuto prezioso dello zio Bill che aveva un berretto natalizio sulla testa.

«Un chiaro segno del passaggio di Babbo Natale» mormorò, squadrandola, sorridendo colpevole. «Ogni cosa per far felice il mio bambino» sussurrò, accarezzandole il labbro inferiore con un dito, prima di baciarla teneramente: l’eccezione di Natale.

La mora sorrise, scuotendo la testa divertita, tornando a guardare il suo bambino che scartava felice gli innumerevoli pacchetti con l’aiuto di Bill, e a ogni regalo lanciava un urletto felice. Vederlo sorridere, ridere, essere felice, le riempiva il cuore di gioia. Si riteneva una buona mamma, severa al punto giusto, giocherellona e dolce: era il suo bambino, ogni volta che sarebbe caduto, lei l’avrebbe aiutato ad alzarsi, ma solo nel momento in cui lui gliel’avrebbe chiesto. Non sarebbe stata una di quelle madri troppo presenti, troppo oppressive.

«Questo piccolo pacchetto è per te» mormorò Tom al suo fianco, risvegliandola dal suo stato di trance, porgendole una piccola scatola rossa di velluto. Si ritrovò a deglutire nervosamente, spostando lo sguardo sul ragazzo. Bill e Matthew li stavano osservando in silenzio, paurosi di rompere quella bolla che si era creata in salotto. Il piccolo biondo, uguale a Tom quando era piccino, guardava i suoi genitori con una strana emozione negli occhi ed era quasi più bello guardarli che giocare con tutto quello che gli avevano regalato. Bill sapeva tutto, come sempre, ed era riuscito, miracolosamente, a non rovinare quel momento, raccontando tutto! Era stato difficile però. Insomma, lui voleva condividere quella notizia con tutti e invece doveva stare in silenzio. Ancora per poco, fortunatamente per lui. Thaïs spostò gli occhi su Bill che alzò le sopracciglia, invitandola a posarli sul fratello, non su di lui. Tom la stava guardando dolcemente, esattamente di fronte a lei, aspettando che aprisse quella scatolina. Stava impazzendo. Da quando l’aveva comprato, non vedeva l’ora di darglielo, stanco di tenerlo sempre in tasca o di cercare di nasconderlo al meglio; non voleva che lei lo trovasse. Ma poi aveva realizzato che il momento migliore sarebbe stato il giorno di Natale. E Thaïs l’aveva capito.

«Tom…» soffiò, non sapendo cosa dire. Le tremava la mano, aveva il corpo ricoperto di brividi improvvisi, e sentiva caldo, molto caldo.

 «Aprilo» mormorò lui, continuando a sorriderle. La mora deglutì quello che doveva essere un masso, e aprì la scatolina firmata Cartier. Si portò una mano alle labbra, incredula: quel solitario era bellissimo e non voleva nemmeno sapere quanto gli fosse costato. Un diamante taglio cuore era inserito tra due cuori: un solitario che celebra la promessa d’amore in tutto e per tutto. «Questo anello si chiama “you’re mine” e tu lo sei, piccola, e io voglio renderlo ufficiale, voglio concretizzare questo nostro grande amore agli occhi di tutti» mormorò il ragazzo, emozionato come non lo era mai stato. «Vuoi sposarmi?» le chiese piano. Gli occhi della ragazza cominciarono a lacrimare di gioia. Si prese del tempo per pensare, anche se in realtà non aveva molto da pensare. Aveva perso la voce.

«Mamma, devi dire sì!» disse il piccolo Matt, attirando l’attenzione di tutti. «Non è difficile!» aggiunse spazientito, facendoli ridacchiare divertiti.

Thaïs si morse il labbro inferiore e riportò l’attenzione sull’uomo che amava.

«Sì, lo voglio» sussurrò, vedendolo sorridere apertamente, prima di metterle l’anello al dito. La strinse in un abbraccio caloroso, affondando il viso nell’incavo del suo collo. «Il più bel regalo di Natale, l’hai proprio pensato bene» mormorò al suo orecchio, facendolo ridacchiare. «Ti amo» aggiunse, prima di lasciarsi baciare dolcemente. Lui non le rispose a parole, ma glielo dimostrò attraverso quel bacio, attraverso quel gesto. Bill cominciò ad applaudire, lanciando fiocchi alla coppia, come se fosse riso.

«Mamma, papà, sta nevicando!» la gioia nella voce del loro bambino li fece sorridere in quel bacio. 





 
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Buonasera popolo di efp!
So di essere sparita dalle scene per un periodo lunghissimo. So che probabilmente molti di voi stanno aspettando gli ultimi capitoli di Invaded. Purtroppo ho perso l'ispirazione, e ogni volta che apro quel foglio di word mi sento male, perchè non riesco a buttare giù nemmeno una parola. Ho avuto un'estate impegnativa e col lavoro avevo davvero poco tempo per me stessa, figuratevi per scrivere una storia. Senza contare che mi sono innamorata e non avevo proprio la teta (purtroppo per me, è finita prima di cominciare, ma dettagli). 
Stasera sono a casa, non sono uscita (un pò perchè non avevo voglia, un pò perchè ho il terrore che la mia vecchia macchina mi lasci a piedi come la scorsa settimana) e ho trovato questa vecchia OS, scritta addirittura il giorno di Natale dello scorso anno e ho pensato di pubblicarla. Non ha molto senso, ma a me piace, c'è un pò di dolcezza, un pò di spirito natalizio. 
Se vi piace, potete lasciare anche un commento, ma va benissimo anche una semplicissima lettura. In fin dei conti volevo dirvi perchè sono sparita, ma voglio anche dirvi che probabilmente (ehi! non prometto niente) potrebbe arrivare una nuova storia più avanti, forse nell'anno nuovo. 
Okay, ho scritto anche troppo qua sotto.

Buona lettura e un bacio!
difficileignorarti
   
 
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