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Autore: catoptris    18/10/2015    0 recensioni
-Malfoy! Il figlio di Azure..-
-Che succede?-
-Ti somiglia.. e l’ha chiamato Draco.-
[capitoli aggiuntivi all'opera unmei.]
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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[CORRI, AZURE. – CAPITOLO 5.]

-Eri sempre tu, con qualcosa di troppo, ma eri pur sempre tu, ed ero sicura non fossi stato tu a sceglierlo, ti conosco. Li disprezzi perché non sei come loro. Me la sono presa solo perché non hai voluto dirmelo, ma poi ho capito perché, voglio dire lo sapevo anche prima, ma me la sono presa comunque, mi è sembrato di tornar..- la voce le morì tra le labbra. Straparlava. Stava straparlando. Stava straparlando e se n’era resa conto. Era nervosa, ora tesa come la corda di un violino. Draco si accigliò e chinò lo sguardo verso di lei: era ancora troppo distratto dalle sue prime affermazioni.
-Azure? Che stavi dicendo?- le chiese, facendole scuotere immediatamente la testa. La vide socchiudere gli occhi, ma colse naturalmente uno scintillio attraversarli. Dolore, o mancanza. In ogni caso, nulla di positivo.
-Non ha importanza.- constatò lei, accoccolandosi contro di lui. Chiuse gli occhi mentre il ragazzo la stringeva a sé,  sospirando lievemente. Gli ci volle poco per assopirsi, mentre la ragazza continuava a guardarsi attorno nella stanza, timorosa di chiudere le palpebre per le immagini che vi erano impresse dietro. Ma a poco a poco, queste si fecero pesanti, e la ragazza si ritrovò a rivivere il momento peggiore della sua vita. Forse.

-Mio zio? Non ho zii, io. Mamma è figlia unica, papà ha solo tre sorelle.- disse per l’ennesima volta piccata la piccola Azure. L’uomo le sorrise con dolcezza, una dolcezza quasi finta.
-La mamma non parla molto di me. Dai, fammi entrare, Azi, così rivedo la mamma.- ad Azure lui non piaceva. E non le piaceva che la chiamasse “Azi”. Era stupido. Chinò lo sguardo verso le braccia molle lungo i fianchi dell’uomo, ed intravide un lieve segno nero da un buco nella manica. Corrugò la fronte.
-Az, tesoro, chi è?- gridò la voce della mamma. La mano della piccola si serrò attorno la maniglia. Sentì dei passi alle sue spalle, e trattenne il fiato.
-Tesoro, tutto.. Jeremy?- balbettò alla fine. Le labbra dell’uomo si dischiusero in un ampio sorriso sornione mentre gli occhi della donna parevano dilatarsi. Le iridi le divennero rosse.
-Sorellina! Mia nipote non vuole farmi entrare, crede che le stia mentendo.- gongolò. Ad Azure il suo tono la faceva rabbrividire.
-Non dovresti essere qui e non dovresti parlare con mia figlia. Lei sa quello che fa.- le dita della donna corsero alla spalla della bambina e le si serrarono attorno. Azure rabbrividì nuovamente.
-Ma sono pur sempre suo zio, dovrebbe almeno conoscermi, non pensi, Bea?- Azure strinse maggiormente le dita attorno la maniglia, pronta a chiudere la porta, fino a che le nocche non le si sbiancarono.
-Tu non sei suo zio. Hai smesso di avere rapporti di sangue con me e con lei quando hai iniziato a macchiarti e a fare da valletto a Riddle.- sibilò la donna.
-Non dovresti dire queste cose davanti la bambina, potrebbe impressionarsi.- iniziò a rimboccarsi le maniche, ed il disegno sul suo avambraccio spuntò a poco a poco.
-Vattene, Jeremy, non hai motivo di star qui.- disse dura, spingendo la bambina indietro prima di far per chiudere la porta. Venne bloccata all’ultimo, dall’uomo che oltrepassava con il braccio e bloccava con il piede il legno, sporgendosi verso di loro, gli occhi cerchiati di rosso ed incavati sbarrati, le labbra tirate in un sorrisetto quasi divertito. Azure non capiva cosa ci fosse di divertente, ed indietreggiò spaventata.
-Lui tornerà, Beatrice, ed allora come farai a proteggere la tua figliola speciale? La terrai qui? Le insegnerai tu cosa c’è da sapere? Lui tornerà, e saprà di lei, e la vorrà con sé. Non è come te, lo si vede benissimo, lei ha un buon cuore, e cederà. Ed allora? Allora come farai a proteggerla?- dalla punta delle dita di Azure iniziarono a sfuggire alcune scintille violette, e l’attenzione dell’uomo cadde su di lei. Ghignò nuovamente.
-Sparisci, Jeremy.- ripeté la donna, spingendo la porta contro il suo piede.
-Ma io non sono qui.- sussurrò, e fece per materializzarti. Una scintilla però, partì dalle dita di Azure, colpendolo al centro del petto. L’uomo cadde a terra, senza fiato, scosso dagli spasmi. Vide le linee sul suo braccio chiaramente, ora. Il marchio nero. Lui era Voldemort. Riddle era Voldemort. Voldemort sarebbe tornato.
-Corri via Azure, corri, corri, corri.- le disse la donna, spingendola via. Ed Azure non seppe più nulla di suo zio.
   
 
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