Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Naomi Haruna Chan    18/10/2015    1 recensioni
{Rating=Verde|Friendship|Crossover-AU:HP e Naruto|1173 parole}
Hinata fu scelta per uno scambio culturale in Inghilterra per un mese ritrovandosi in classe con il piccolo Harry Potter.
PS: i due protagonisti hanno dieci anni.
[Storia partecipante al “Dichiarati a me, cross-over contest” indetto da graziaarena su forum di EFP]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Una dolce amicizia tra bambini



–Buon giorno!– il maestro salutò i suoi studenti entrando nell'aula, era un uomo piuttosto giovane con i capelli scuri legati dietro alla nuca in un codino.
–Buon giorno, maestro Iruka!– risposero tutti alzandosi in piedi.
–Sedetevi.– così si misero al proprio posto –I due alunni, che quest'anno, faranno lo scambio culturale di un mese saranno Uchiha Sasuke, che andrà negli Stati Uniti e Hyūga Hinata che andrà in Inghilterra. Partirete fra due giorni.– finì di parlare e iniziò la sua solita lezione.

Erano passati due giorni, tutto era pronto per la partenza di Hinata, tutto tranne che lei: era troppo nervosa.
Aveva paura di lasciare il villaggio in cui è nata e, inoltre, temeva di non essere ben accetta lì dove sarebbe andata.
Avrebbe volentieri ceduto la possibilità a qualcun altro, ma dubitava fortemente che il padre avrebbe accettato di buon grado la sua scelta, così fu costretta a partire.
Arrivò a destinazione il giorno dopo, fu subito accolta dalla vicepreside della scuola che la fece sistemare in una stanzetta dell'alloggio che fu costruita proprio per ospitare gli studenti venuti per uno scambio.
La cameretta non era grande, ma nemmeno tanto piccola: era perfetta per lei, ci entrava tutto ciò che aveva portato e questo le bastava.
Hinata prese in mano un foglietto che la vicepreside le aveva dato: era il suo orario scolastico. Ci giocò un po', con lo sguardo perso nel vuoto, per poi guardarsi intorno spaesata: si trovava a disagio in un luogo tanto sconosciuto per lei. Non conosceva nessuno e sicuramente non sarebbe riuscita a fare amicizia, questo era poco ma sicuro e poi, anche se avesse voluto, la sua timidezza l'avrebbe senz'altro frenata. Così cercò di convincersi che era solo per poco e sarebbe presto tornata a casa sua, dove veniva spesso ignorata, ma almeno era casa sua.
Il giorno dopo, quando arrivò in classe, la professoressa la presentò alla classe e le chiese di dire qualcosa su se stessa, ma lei si sentì talmente imbarazzata che le sue piccole guance diventarono rosse come due pomodori e non riuscì a dire niente. L'insegnante vedendola in difficoltà decise di lasciar perdere e la mandò a sedersi accanto a un bambino piuttosto mingherlino con i capelli neri tutti arruffati e gli occhiali. Hinata tentò di salutarlo, ma vedendolo girarsi dall'altra parte, quando gli si avvicinò, le parole le morirono in gola ancor prima di essere formulate. A quanto pare il bambino aveva deciso di ignorarla e non fu l'unico, tutti quanti erano della stessa idea e ciò le fece pensare che la sua ipotesi era giusta: in quel posto non avrebbe trovato amici.
I giorni passarono più velocemente di quanto lei immaginasse nonostante fosse stata isolata da tutti e ben presto capì che anche il suo compagno di banco veniva allontanato, ma per lui era diverso. Lui era stato isolato, perché era stato preso di mira da alcuni bulletti della scuola che nessuno osava sfidare. Cosa che le fece pensare che se ci fosse stato Naruto lo avrebbe sicuramente aiutato e sarebbe diventato suo amico.
Così, alla pausa pranzo, decise di andarlo a cercare. Lo trovò in cortile circondato dal gruppetto di bulletti, un ragazzo molto magro lo teneva fermo mentre gli altri lo picchiavano e uno di loro, il più grosso, gli fece cadere per terra gli occhiali.
Era troppo crudele, non poteva più restare lì ferma a non fare niente, doveva intervenire, come aveva fatto Naruto con lei qualche anno fa. –Per favore, basta! Gli fate male.– disse la ragazza con un filo di voce correndo verso di loro, ma a quanto pare non l'avevano sentita, perché continuarono a colpirlo.
–Basta, basta! Per favore basta!– chiese con tono supplichevole tirando la manica di uno dei ragazzi, che la scansò in malo modo facendola cadere con il sedere a terra.
–Levati di torno!– le disse con tono minaccioso.
–Finitela immediatamente!– tuonò una voce femminile molto autorevole –Tutti e cinque in punizione!– sentenziò e i bulletti, a questa voce, assunsero un'espressione indecifrabile forse per rabbia o magari per paura, fatto sta che erano nei guai e grossi, perché quella era la preside. Così i cinque bambini andarono dritti difilati in presidenza, mentre la donna si assicurava che le due vittime stessero bene e poi li mandò entrambi in infermeria.
–Perché l'hai fatto?– chiese Harry guardandola dopo che la preside se ne era andata via per dare la giusta punizione a quei piccoli delinquenti.
–E-ecco io...– iniziò balbettando –Io non potevo più vedere loro che ti facevano del male.– disse poi tutto d'un fiato con un tono quasi impercettibile.
–Grazie mille.– disse lui e per poi mettersi a cercare qualcosa.
–Eccoli, li ho presi io.– esclamò Hinata mostrando gli occhiali del bambino –Però la montatura si è rotta.– aggiunse.
–Fa niente basta metterci dello scotch.– allungò la mano per prenderli, ma fu fermato da lei.
–Aspetta, ci penso io a metterci lo scotch, vado e torno.– e detto ciò si fiondò fuori dall'infermeria, Harry suppose che fosse andata in classe. In quel momento, senza accorgersene, fece un sorriso, era contento perché finalmente aveva trovato qualcuno che non avesse cercato di allontanarlo nonostante sapesse che così si sarebbe messa contro il gruppo di suo cugino Dudley. Era molto contento di avere finalmente, ma sì, un'amica.

I due passarono il resto dei giorni, che la bambina poteva passare lì, insieme e si divertivano molto insieme nonostante la timidezza della bambina.
Il giorno del ritorno a casa di Hinata, però arrivò presto, troppo per i loro gusti: non avrebbero più voluto separarsi, erano ormai diventati l'uno per l'altra il proprio migliore amico/a anche se non lo hanno mai detto ad alta voce. Così quel giorno il bambino si ritrovò nella stanzetta di Hinata per salutarla.
–Allora alla fine è arrivato il momento che tu parta.– disse Harry a malincuore abbassando la testa e guardarsi le scarpe.
–Già, purtroppo, anche se vorrei poter rimanere ancora.– confessò la bambina abbassando, a sua volta, lo sguardo.
In quel momento il silenzio calò tra i due nessuno osava interromperlo o parlare per primo, emtrambi stavano aspettando che che l'altro dicesse qualcosa per rompere il ghiaccio, ma ninete. Passarono uno, due, anzi tre minuti interi e ancora nessuno fiatò quei pochi minuti a loro sembrarono lunghissimi, come non furono i giorni trascorsi insieme. A questo pensiero i due si accorsero che se nessuno dei due si decideva a parlare non ne avrebbero più avuto l'occasione.
–Ecco, io volevo dirti che non saprei cosa fare senza di te.– dissero all'unisono tutto d'un fiato alzando lo sguardo fino a fissarsi nei occhi, sentendo quelle parole entrambi accennarono a un sorriso e si rillassarono, era fantastico pensare che avessero lo stesso pensiero in testa.
–Hinata, è ora di andare.– le disse la vicepreside che era sulla soglia della porta che avevano lasciato aperta.
–Allora, ciao.– le disse con un sorriso –Vienimi a trovare qualche volta.–
–Sì, lo farà.– sorrise a sua volta e uscì da quella stanza, ormai spoglia delle cose di Hinata, lasciandolo solo, ma felice. La loro amicizia sarà anche stata breve, ma era un'amicizia meravigliosa che non avrebbe mai dimenticato, anzi forse la loro amicizia non era affatto terminata, era per sempre.

Best Friends Forever fu il loro pensiero comune.


   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Naomi Haruna Chan