Smettila
di sogghignare.
Non guardarmi con quegli occhi di
brace.
La tua espressione perversa mi
disgusta.
Vuoi che ti dica che avevi ragione
tu? Sai già di averla!
“Io
e te siamo la stessa persona”,
non sei stata tu a dirmelo?
Cosa
odono le mie orecchie?
Stai
forse proclamando la tua ennesima quanto ovvia sconfitta?
Certo
che ho ragione. Io sto ridendo di te, ma
petite.
Ci
vuole davvero poco per demolirti, è fin troppo facile.
Vederti
crollare come un castello di sabbia mi fa scompisciare!
Ti
odio.
Sei lì, sul tuo Trono, senza fare nulla per
aiutarmi.
Ti sembra
giusto?
Non
puoi prendertela con me per la tua indolenza... o perché ti
sei illusa, di
nuovo.
È
un brutto vizio, lo sai? Di gran lunga peggiore del fumo.
Ciondola la testa,
l’Ossessione,
esprimendo tutto il suo dissenso.
Si blocca di colpo
e l’espressione
sornione che ha sul volto muta: i lineamenti s’increspano
come onde, le labbra scoprono
i denti e le palpebre divengono due piccole fessure dardeggianti.
L’Ossessione
ha un aspetto ferino,
ora.
Tu torni da me solo quando ti
conviene.
Torni con la coda fra
le gambe e le ginocchia
sbucciate dopo l’ennesima caduta.
Divento la tua
migliore amica quando arrivi
alla sera che non ti reggi in piedi, quando ti specchi e vedi lo spazio
fra le
cosce e le costole sporgere sotto la pelle. Mi apprezzi solo quando
indossi una
taglia 34, quando puoi mettere di nuovo i pantaloni dei Giorni Gloriosi.
Non credi di essere
immensamente stupida e
pateticamente ridicola, bambina?
Non
cercare d’ingannarmi.
In quei momenti tu mi esorti a
continuare, mi riempi la testa di promesse che alla fine non mantieni.
Mi presti i tuoi maledetti occhi,
che non mi permettono di vedere la realtà!
Il tuo è un giochetto subdolo e
malvagio.
Sei
sadica.
Ciò
che vedo io è diverso da ciò che vedi tu e da
ciò che vedono gli altri, cara.
Lo
abbiamo imparato tanto tempo fa, non essere ingenua.
L’Ossessione
scimmiotta medici e
psicologi, amici e famigliari: semplicemente, tutti coloro che si sono
riempiti
la bocca di tali parole.
“Non
vedi che sei magra?”.
“Anche
se la taglia cambia da un modello di
pantalone ad un altro, tu sei sempre uguale”.
“Non
è grasso quello che hai addosso! Dove lo
vedi?”.
Ah, aspetta! Aspetta!
La psicologia inversa
adottata dal
Centro-che-non-deve-essere-nominato rimarrà sempre la mia
preferita: “Anoressia?
Nessuno ha mai detto che tu ne soffra!”.
Ammetto di aver
adorato anche la tua
risposta, che meritava un sincero applauso: “E allora cosa ci faccio qui?”. Se non sbaglio,
poi, ti sei alzata e
te ne sei andata, vero?
È stato un
bello spettacolo.
...
Avevano
ragione, Ossessione.
Oh, se l’avevano!
Non conta il numero che compare sulla
bilancia, se poi nella realtà non sembri nemmeno
lontanamente magra.
Chi
è che mente, qui?
L’Ossessione muta
ancora, diventa
innocente e spietata come una bambina.
Quello
di ieri è stato un duro colpo da incassare, vero?
Stare
in mezzo alla gente, dico. Camminare per il Centro della
città e sentirsi
goffa, grassa e brutta.
Suvvia,
non c’è motivo di vergognarsi!
Tutte
quelle belle ragazze sorridenti, ben vestite e magre,
avrebbero fatto ingelosire chiunque come te.
Erano il tuo
esatto opposto!
Tu,
invece... eri lì, anonima e invisibile, con il tuo non-stile
di cattivo gusto,
il volto che vorresti nascondere sotto un sacchetto di cartone e il tuo
rivoltante fisico.
Il
confronto ti fa aprire gli occhi, ma
petite.
Potevi
risparmiarti quei sussurri
maligni, Ossessione.
Non ne avevo alcun bisogno!
Mi fai
male, lo capisci?
Ancora?
Non sono io a farti male, ma la Verità.
Non
sei in grado di contraddirmi, così come non lo è
nemmeno la psicologa. A differenza
di ciò che dice lei, io non ho mai
assolutizzato nulla e ho sempre e solo constatato la realtà
dei fatti.
Perché
contemplare chi ha la pancia più prominente o le cosce
più grosse delle tue? Non
ti serve un misero palliativo o una scusa per farmi tacere. Non
metterti il
prosciutto sugli occhi!
Sei
troppo intelligente, mi
querida, per
lasciarti
ingannare da questi giochetti psicologici. Probabilmente,
l’ha capito anche chi
cerca di inculcarteli...
E
cosa dovrei fare, allora?
Sto
vivendo in un Limbo dove da una
parte ci sei tu, irraggiungibile e agognata, mentre
dall’altra... cosa
c’è?
L’Ossessione
sorride, torna a mostrare
il suo perfido ghigno.
E tace.
Note:
Ieri
e oggi sono state due giornate davvero pessime, piene di errori e
dolore. Avevo
bisogno di buttare giù qualcosa, anche se probabilmente
questo è il dialogo più
delirante che abbia mai avuto con me stessa.