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Autore: Crateide    18/10/2015    1 recensioni
Dialoghi fra me e le Ossessioni.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Smettila di sogghignare.
Non guardarmi con quegli occhi di brace.
La tua espressione perversa mi disgusta.
Vuoi che ti dica che avevi ragione tu? Sai già di averla!

“Io e te siamo la stessa persona”, non sei stata tu a dirmelo?

 

Cosa odono le mie orecchie?
Stai forse proclamando la tua ennesima quanto ovvia sconfitta?
Certo che ho ragione. Io sto ridendo di te, ma petite.
Ci vuole davvero poco per demolirti, è fin troppo facile.
Vederti crollare come un castello di sabbia mi fa scompisciare!

 

Ti odio.
Sei lì, sul tuo Trono, senza fare nulla per aiutarmi.

Ti sembra giusto?

 

Non puoi prendertela con me per la tua indolenza... o perché ti sei illusa, di nuovo.
È un brutto vizio, lo sai? Di gran lunga peggiore del fumo.

 

Ciondola la testa, l’Ossessione, esprimendo tutto il suo dissenso.
Si blocca di colpo e l’espressione sornione che ha sul volto muta: i lineamenti s’increspano come onde, le labbra scoprono i denti e le palpebre divengono due piccole fessure dardeggianti.
L’Ossessione ha un aspetto ferino, ora.

 

Tu torni da me solo quando ti conviene.
Torni con la coda fra le gambe e le ginocchia sbucciate dopo l’ennesima caduta.
Divento la tua migliore amica quando arrivi alla sera che non ti reggi in piedi, quando ti specchi e vedi lo spazio fra le cosce e le costole sporgere sotto la pelle. Mi apprezzi solo quando indossi una taglia 34, quando puoi mettere di nuovo i pantaloni dei Giorni Gloriosi.
Non credi di essere immensamente stupida e pateticamente ridicola, bambina?

 

Non cercare d’ingannarmi.
In quei momenti tu mi esorti a continuare, mi riempi la testa di promesse che alla fine non mantieni.
Mi presti i tuoi maledetti occhi, che non mi permettono di vedere la realtà!
Il tuo è un giochetto subdolo e malvagio.

Sei sadica.

 

Ciò che vedo io è diverso da ciò che vedi tu e da ciò che vedono gli altri, cara.
Lo abbiamo imparato tanto tempo fa, non essere ingenua.

 

L’Ossessione scimmiotta medici e psicologi, amici e famigliari: semplicemente, tutti coloro che si sono riempiti la bocca di tali parole.

 

“Non vedi che sei magra?”.

“Anche se la taglia cambia da un modello di pantalone ad un altro, tu sei sempre uguale”.

“Non è grasso quello che hai addosso! Dove lo vedi?”.

Ah, aspetta! Aspetta!
La psicologia inversa adottata dal Centro-che-non-deve-essere-nominato rimarrà sempre la mia preferita: “Anoressia? Nessuno ha mai detto che tu ne soffra!”.
Ammetto di aver adorato anche la tua risposta, che meritava un sincero applauso: “E allora cosa ci faccio qui?”. Se non sbaglio, poi, ti sei alzata e te ne sei andata, vero?
È stato un bello spettacolo.

 

...
Avevano ragione, Ossessione.
Oh, se l’avevano!
Non conta il numero che compare sulla bilancia, se poi nella realtà non sembri nemmeno lontanamente magra.

Chi è che mente, qui?

 

L’Ossessione muta ancora, diventa innocente e spietata come una bambina.

 

Quello di ieri è stato un duro colpo da incassare, vero?
Stare in mezzo alla gente, dico. Camminare per il Centro della città e sentirsi goffa, grassa e brutta.
Suvvia, non c’è motivo di vergognarsi!
Tutte quelle belle ragazze sorridenti, ben vestite e magre, avrebbero fatto ingelosire chiunque come te.

Erano il tuo esatto opposto!
Tu, invece... eri lì, anonima e invisibile, con il tuo non-stile di cattivo gusto, il volto che vorresti nascondere sotto un sacchetto di cartone e il tuo rivoltante fisico.
Il confronto ti fa aprire gli occhi, ma petite.

 

Potevi risparmiarti quei sussurri maligni, Ossessione.
Non ne avevo alcun bisogno!

Mi fai male, lo capisci?

 

Ancora? Non sono io a farti male, ma la Verità.
Non sei in grado di contraddirmi, così come non lo è nemmeno la psicologa. A differenza di ciò che dice lei, io non ho mai assolutizzato nulla e ho sempre e solo constatato la realtà dei fatti.
Perché contemplare chi ha la pancia più prominente o le cosce più grosse delle tue? Non ti serve un misero palliativo o una scusa per farmi tacere. Non metterti il prosciutto sugli occhi!
Sei troppo intelligente, mi querida, per lasciarti ingannare da questi giochetti psicologici. Probabilmente, l’ha capito anche chi cerca di inculcarteli...

 

 

E cosa dovrei fare, allora?
Sto vivendo in un Limbo dove da una parte ci sei tu, irraggiungibile e agognata, mentre dall’altra... cosa c’è?

 

L’Ossessione sorride, torna a mostrare il suo perfido ghigno.
E tace.

 

 

 

 

Note:

Ieri e oggi sono state due giornate davvero pessime, piene di errori e dolore. Avevo bisogno di buttare giù qualcosa, anche se probabilmente questo è il dialogo più delirante che abbia mai avuto con me stessa.

   
 
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