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Autore: Legolas_97    18/10/2015    0 recensioni
"…tu dimostrerai che in questo mondo, non sono sempre i mostri a banchettare sui brandelli delle anime dei giusti."
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Thranduil
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Non ci sono eroi. Nella vita, vincono sempre i mostri.”

Superfluo sarebbe risultato immaginare come un fanciullo di qualche anno avrebbe recepito ed elaborato tali parole. Soprattutto se lo stesso bambino era appena rimasto orfano di madre.
A pochi giorni dalla disastrosa battaglia di Angmar, vinta dalla stirpe elfica, un giovane principe si apprestava a porgere l’ultimo saluto alla genitrice. A capo del lungo corteo ch’accompagnava i resti della prode sovrana, accanto all’imperiosa figura paterna, Legolas riuscì a non versare lacrima alcuna. In quei giorni, d’altronde, dove erano state la solitudine e la sofferenza a regnare sovrane nel suo cuore, il giovane elfo aveva pianto così tante lacrime che il suo fisico, oramai stremato, non avrebbe retto all’ennesima crisi. E come se non bastasse, erano giunte persino le parole del padre a rammentargli come avrebbe dovuto comportarsi. Distaccato, composto, incurante del dolore, sprezzante dell’oblio. Un atteggiamento forse un po’ troppo costrittivo e faticoso se a mantenerlo era un fanciullo di appena qualche anno.
Ad ogni modo, per non deludere le aspettative del padre, Legolas quel giorno si costrinse ad apparire così come gli era stato domandato /o meglio, imposto/.
Rigido, insofferente, a tratti apatico appariva il piccolo principe che accanto al padre non lasciava a intendere alcun segno di cedimento. Un mostro gliel’aveva portata via, un mostro aveva sottratto per sempre l’amore dalla sua vita.
“Ma i mostri esistono solo nelle leggende!” aveva prontamente ribattuto al genitore quand’egli tentò di spiegargli la dura legge della vita. E nella sua mente di giovine combattente, Legolas aveva già intravisto e delineato il proprio futuro. Avrebbe continuato gli addestramenti, senza più trovare scuse per saltare la lezione. Solo in quel modo, seguendo alla lettera gli insegnamenti del proprio tutore e i consigli del padre, sarebbe divenuto l’eroe della propria leggenda. Armato di arco e frecce, avrebbe sconfitto ogni mostro e li avrebbe costretti a ritornare all’interno di quelle pagine dove non avrebbero più arrecato dolore a nessuno. 
Forse era questo il destino che suo padre aveva in serbo per lui, forse era per un tale importante scopo ch’egli tanto insisteva affinché frequentasse con regolarità le lezioni.
Tuttavia, per quanto forte potesse sembrare, Legolas rimaneva comunque un bambino. Nel suo cuore, egli aveva ancora un estremo bisogno di amore, calore e fiducia. Per questo, al termine di quella logorante cerimonia, ch’aveva visto il sorriso della regina tramontare definitivamente, l’elfo attirò l’attenzione del genitore tirandogli la veste. Il suo sguardo lucido, le lacrime che ingrossavano il bordo inferiore dei suoi occhi azzurri lasciavano trapelare solo una minima parte del dolore che attanagliava la sua giovane anima.
Riconoscendo lo sforzo del figlioletto, comprendendo quanto duro dovesse essere per lui affrontare tutto ciò da solo, Thranduil infine si chinò e, abbracciandolo, lo strinse al proprio petto.
“Tu sarai il nostro eroe, Legolas; vincerai laddove quei mostri hanno sconfitto tuo padre, uccidendo la mamma.
…tu dimostrerai che in questo mondo, non sono sempre i mostri a banchettare sui brandelli delle anime dei giusti.”
   
 
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