Bella&Edward
Una macchina passò veloce fuori dalla finestra. Appoggiai la testa sul
cuscino, senza fare caso all’ipod nelle orecchie che continuava a suonare le
canzoni preferite di mia madre. Mi soffermai sulle parole di una delle
canzoni…
La solitudine tra noi
Questo silenzio dentro me
È
l’inquietudine di vivere
La vita senza te…
Amore aspettami perché…
Non
posso stare senza te
Non è possibile dividere
La storia di noi
due…
Lacrime amare mi scesero lungo le guancie. Come mi rispecchiavano quelle
parole, eppure le ultime frasi, quelle che avevo pensato fossero vere, erano
proprio quelle che mi avevano scatenato il pianto.
Avevo creduto che fosse
impossibile dividerci, l’amore che provavo era troppo grande, forse per lui non
era così. Sentivo le guancie bruciare, e adesso che i pensieri si facevano più
fluidi capivo che era giusto in questo modo. Lui non voleva stare con me, non
ero mai stata abbastanza per lui, per il suo sguardo stupendo, per il suo
sorriso…
Di nuovo le lacrime scesero copiose mentre fuori pioveva forte e il
vento e la pioggia si abbattevano contro la mia finestra. Voltai leggermente la
testa.
L’angoscia si impadronì di me mentre il petto irradiava scosse
elettriche, dal punto dove prima c’era il mio cuore. Feci un respiro profondo
non curante del fatto che sentivo i polmoni bruciare, mi sembrava che perfino
l’aria fosse diversa senza di lui.
Come ogni qualvolta che non pensavo a
niente mi apparve il suo sorriso che mi sorrideva. Un squarcio che tagliava in
due il mio corpo mi fece sussultare. Avevo sempre pensato che sarei riuscita a
diventare più forte e a sopportare meglio il dolore, non era così.
Lo sentivo
forte come la prima sera dopo che mi aveva osservata con i suoi occhi pieni
d’odio, come quando lo sognavo tutte le notti e mi risvegliavo urlando sul
cuscino. Sbuffai. A volte non riuscivo a crederci. Com’era possibile che proprio
lui, quello che mi aveva dato una vita in cui sperare, adesso con uno strattone
la richiedeva indietro? D’altra parte era sempre stato troppo bello per essere
vero, la felicità non poteva durare per sempre, per l’eternità. Non ero stata
abbastanza pronta. Gli avevo donato il cuore, e adesso che non lo voleva nemmeno
lui dove era finito? Una parte di me lo sapeva, sapeva che non sarebbe tornato
mai più.
Un tuono risuonò nella stanzetta azzurrina e sembrò quasi che la
sedia a dondolo si muovesse. La canzone segnò gli ultimi accordi e le due frasi
di prima risuonarono:
Non è possibile dividere
La storia di noi
due
Era possibile invece, me l’aveva provato. Le parole che mi avevano ferita
mi tornarono in testa… come se fossero messe una dietro l’altra, un disco
all’infinito. Cercai di concentrarmi per disperderle ma riuscii solo a
nasconderle dentro la mia testa prima di sentire l’unica frase che mi aveva
veramente colpita:
Questo silenzio dentro me è l'inquietudine di vivere la
vita senza te
Lui credeva che avrei dimenticato tutto, adesso che se ne era
andato, adesso che avevo scoperto chi era e non riusciva a trattenersi… Come
poteva credere che l’avrei dimenticato? Ora che era andato via, per sempre,
nulla sarebbe stato più lo stesso.
Ci pensai un attimo. Mi sentivo come una
luna che orbita intorno al suo pianeta. Come si sarebbe sentita la Luna se
avesse perso la Terra? In cuor mio sapevo cosa avrebbe provato, il senso di
vuoto opprimente, l’angoscia, la nostalgia… di casa. Lui era la mia casa, la mia
vita adesso, era il sangue nelle vene, la luce dei miei occhi. Adesso non vedevo
perché non vivevo più.
Mi strinsi le gambe contro il petto cercando di
ricacciare indietro le lacrime, cercando di ricacciare indietro il suo volto, il
sorriso sghembo di cui mi ero innamorata.
Chiusi gli occhi e per un attimo
sperai di dimenticare tutto, ma il male che mi aveva fatto abbandonandomi
lasciava cicatrici troppo profonde, che andavano a scavare una fossa sempre più
grande al posto del mio cuore.
Un rumore di passi lenti e pesanti mi giunse
alle orecchie. Ero stata attenta a non farmi sfuggire nemmeno un singhiozzo ma
forse Charlie se ne era accorto. Sentii la maniglia della porta girare con uno
stridio e un filo di luce giunse dal corridoio. Rimasi immobile, cosa che mi
capitava troppo spesso ormai. Non mi mossi, anche quando sentii che la porta si
richiudeva.
Eliminai tutto il resto e non pensai più a niente. Rimasi ore ed
ore ferma così, fino a quando non fui certa che Charlie fosse andato a letto e
quel punto i singhiozzi mi invasero. Le lacrime macchiarono il cuscino e anche
l’ipod che tenevo in mano. Il dolore era talmente forte che mi costrinse a
piegarmi con la testa. Stavo cercando di lottare contro questa nuova forza ma la
mia volontà a quanto pareva, non era abbastanza.
Un flusso d’aria fredda mi
carezzò la guancia bagnata e mi fece rabbrividire. Mi voltai verso la finestra
ma era chiusa. Alzai gli occhi verso la sedia a dondolo posta nel angolo della
stanza e la vidi dondolare un po’. Impossibile. Sbattei due volte le
sopracciglia bagnate.
Mi sdrai sul letto, le lacrime non smettevano di
scendere e fuori i lampi e i tuoni squarciavano il cielo. L’ipod aveva finito le
canzoni e stava per ricominciare d’accapo. Premetti il pulsante per spegnerlo e
lo appoggiai sul comodino. Un’ombra veloce si posò sul mio letto.
Non avevo
il coraggio di alzare gli occhi, sapevo che non era altro che un sogno, lui non
poteva essere lì. Era stato chiaro in macchina, non sarebbe più venuto a
cercarmi e forse quella sera stessa sarebbe partito insieme alla sua famiglia
per andare in un nuovo posto. E tutto questo per colpa mia, una stupida mortale
a cui non sapeva resistere. Una stupida mortale innamorata di lui. Alzai gli
occhi consapevole che fosse solo un sogno, e incominciai a pensare quando mi
fossi addormentata. Non lo ricordavo.
Edward stava lì a fissarmi, aveva lo
sguardo basso, gli occhi d’ oro liquido erano angosciati. Alzò lo sguardo su di
me e con voce debole mi disse:
- scusami… non ci riesco, Bella. Non ce la
faccio.
Lo guardai, ero sconvolta. Che voleva dire?
- non ti capisco
Edward…-
- Bella non riesco a starti vicino, eppure non posso abbandonarti.
Sono solo uno stupido egoista Bella.-
Mi guardò con occhi amareggiati ma non
riuscivo ancora a credere a tutto quello che mi stesse dicendo, i miei sogni a
volte erano troppo reali. Una punta di dolore mi invase di nuovo.
- Ma così
non farai un peccato per la tua famiglia?- Utilizzai le medesime parole che
aveva usato lui poche ore prima e aggiunsi più amarezza del necessario.
Mi
ferii con le mie stesse parole. Sapevo che per lui doveva essere orribile, ma
per me?
Mi guardò ancora una volta e mi sorrise.
- L'ultima volta che ho
commesso un peccato è stato quando ti ho vista e non ti ho detto quanto sei
bella…Se il Botticelli ha inventato la Venere, io mi domando… Chi è
quell'artista dalla mano tanto esperta dall'aver saputo dipingere un volto
perfetto come il tuo?
Rimasi senza parole, a bocca aperta. Mi sorrise con
quel suo sorriso sghembo perfetto, si sedette sul letto accanto a me e mi
strinse forte sussurrandomi:
- Perdonami se puoi...Non so cosa mi sia preso
prima…Non avrei mai potuto farti del male lo sai. Sono così debole Bella, ma
l’amore che provo per te è la cosa più forte, più forte di qualsiasi altra cosa
dentro di me. Se dovessi feriti non saprei perdonarmelo.
E mi strinse ancora
più forte. Un’improvvisa certezza m’invase il cuore. E tutti i dubbi di poco
prima scomparvero d’incanto. Non m’importava più di niente, volevo solo
stringerlo, sentire il mio cuore battere di nuovo nel petto al contatto con il
marmo freddo del suo. Nuove lacrime mi scesero sulle guancie. Mi guardò e mi
strinse ancora più forte e gli sussurrai:
- Edward… ho paura che tu
scomparirai. Non abbandonarmi ti prego, io...
- No - m’interruppe -
ascoltami. -Non m ’importa quanto questo rapporto possa essere sbagliato, non
m’importa di quello che dicono gli altri. Te lo giuro, ce la sto mettendo tutta,
sto lottando con ogni grammo di volontà per sconfiggere il dolore e
dimenticarti. Ma a volte credo di non farcela. Perdonami. Non riuscirò mai a
spiegare l'amore che ho visto nascere dentro di me. Non riuscirò mai a dirti che
è morto con un addio. Ma posso dirti che è vissuto con me e che non morirà mai.
Nell’angolo più remoto del mio cuore, c’è una piccola parte che non riesce a
stare senza di te.-
Affondai il viso nel suo petto e sorridendo gli dissi
:
- Ti amo.
- Non è possibile divederci Bella, tu sei tutta la mia
esistenza adesso.
E le sue braccia mi cullarono finché il sonno non mi
avvolse nella sua coltre di nebulosa fantasia e per la prima volta da quando
avevo conosciuto Edward Cullen i miei sogni non si persero negli immensi oceani
dei silenzi che prima mi opprimevano. La luna aveva ritrovato la Terra, nulla le
avrebbe potute separare, mai più.
***Spazio
dell'autrice***
Piccolissimo raccontino per il
concorso di twilight della mia maestra Alice (princess hina) e sono arrivata al
6 posto! sono piuttosto felice, dato che era il mio primo concorso e faccio i
miei complimenti a tutte le altre partecipanti soprattutto a
Queen_of_sharingan_91 che ha creato veramente un racconto stupendo! Spero che
questo vi piaccia. Baciuzzoli, recensite!