Scritta per i Drabble Days indetti nel gruppo We are out for prompts.
In the dark
Il giardino era silenzioso, perfino gli animali sembravano intimoriti da quella notte senza luna e se ne stavano nelle loro tane, quieti.
Bruce cercava di rimettere ordine ai suoi pensieri sulla soglia del balcone della sua camera da letto. Erano settimane che si allenava con Alfred, eppure mancava ancora qualcosa. C'era un qualche particolare del suo allenamento che non coincideva con quello che si era aspettato, ma non riusciva a capire cosa, e continuava a fissare il giardino immerso nel buio in attesa di una risposta dal vento che scompigliava l'erba bassa.
All'inizio credette di esserselo immaginato, perché non credeva fosse possibile vedere un'ombra più nera del buio stesso. Si sporse in avanti sulla ringhiera, affilando lo sguardo per scrutare tra gli alberi, e la vide di nuovo, così rapida e flebile da sembrare una macchia informe.
“Selina?” Il suo sussurro, in quella profonda quiete, sembrò un urlo.
L'ombra non si fece rivedere.
“Selina?” ripeté, ancor più flebilmente.
“Bruce” si sentì sussurrare all'orecchio. Sussultò, voltandosi così bruscamente da rischiare di farla cadere dalla balaustra.
“Scusa!” si affrettò a dire, afferrandola per i fianchi e trascinandola all'interno del balcone per metterla al sicuro.
Selina lo guardò stralunata, come se il fatto che la stesse toccando fosse più scioccante del suo essere lì a quell'ora di notte, silenziosa e furtiva come un gatto.
“Cosa ci fai qui?” le domandò, aiutandola a raddrizzarsi, ma senza lasciarla andare.
“Controllavo la zona” rispose, le mani ancora sulle spalle di lui.
Si guardarono negli occhi per qualche secondo, lei confusa, lui finalmente sicuro.
“Ho bisogno che m'insegni” la pregò.
“Prego?” domandò lei, la testa in subbuglio.
“Ad essere silenzioso” spiegò Bruce. “Ho bisogno che mi insegni ad avvicinarmi indisturbato.”
Selina ponderò per un attimo l'offerta. “Potrei farlo,” concordò, “ma cosa ottengo in cambio?”
“Tutto ciò che vuoi” le assicurò. La determinazione gli faceva stringere forte i fianchi morbidi della ragazza.
Selina ingoiò a vuoto. “Voglio un posto sicuro dove nascondermi quando ne ho bisogno.”
Bruce annuì. “Hai vissuto qui, è come se fosse casa tua.”
Le sue dita gli strinsero le spalle magre. “Ne ho bisogno adesso” confessò.
Il ragazzo le sorrise. “Ti lascio il mio letto, se prometti di allenarmi già domani.”
“Se iniziamo adesso, prometti di dividere il letto con me?”
La sua voce era così bassa e rauca d'un tratto, che Bruce faticò a capirla.
“Adesso?” domandò stupito.
Selina sorrise. “Prova a prendermi.”
Gli scivolò tra le dita come acqua limpida, tuffandosi dal parapetto e sparendo nel buio.