RIMPATRIATA INASPETTATA

Stiles tamburellava il piede contro il pavimento bianco ad un ritmo frenetico. Quando quella mattina aveva deciso di prendere la metropolitana non si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti Derek Hale in smoking. 
Cavolo, faticava a ricordare l’ultima volta che lo aveva visto… Alla partita di basket di fine anno, quando Stiles era ancora un junior e Derek già un senior. Aveva segnato il canestro decisivo alla vittoria mentre dagli spalti si sollevavano grida ed inni in suo onore. Sembrava un angelo vendicatore, splendente nella sua divisa sporca e sudata. Bellissimo ed implacabile. 
Okay, forse se la ricordava l’ultima volta che lo aveva visto… 
Derek si sciolse la cravatta e aprì i primi tre bottoni della sua camicia. Wow. Il cervello di Stiles si scollegò per un attimo. Era ancora bello da mozzare il fiato, anzi, con la barba era – se possibile – ancora più affascinante. E sexy. 
Stiles cercò di distogliere lo sguardo, ricordandosi mentalmente che Derek Hale era l’etero per eccellenza, ma non ci riuscì. 
Aveva immaginato così tante volte di rincontrarlo in quegli anni che, ora che ce l’aveva davanti, credeva di stare avendo un’allucinazione. 
Poi accadde l’impensabile: Derek si girò verso di lui e, nel riconoscerlo, sorrise. Il cuore di Stiles si fermò per un attimo, per poi iniziare a battere come un forsennato. Cosa. Diavolo. Era. Appena. Successo. 
Derek, sempre sorridendo, si alzò per andarglisi a sedere vicino. 
“Ciao” 
Stiles spalancò la bocca scioccato. Nel vedere la sua espressione sconcertata, l’Hale scoppiò a ridere. 
“Anche tu frequentavi la Beacon Hills High School, vero?” 
Derek gli stava parlando. Cioè non che non gli avesse mai parlato prima, solo che…che…Derek gli stava parlando, ecco. Di sua spontanea volontà e con un sorriso a trentadue denti stampato in volto per altro. Wow. 
“Cavolo…” sussurrò Stiles, dandosi poi del deficiente per averlo fatto. 
“Volevo dire, sì, cioè anche io andavo alla Beacon Hills High School, come te. Cioè non che io fossi come te, insomma tu eri popolare e giocavi a basket e tutti avevano una cotta per te e ti ammiravano e…”
“Anche tu?” Derek inclinò la testa di lato ed appoggiò un braccio sul bordo del sedile dietro a Stiles. Era girato di tre quarti verso di lui, gli occhi verdi concentrati a studiarlo minuziosamente. 
Il giovane Stilinski sbattè le palpebre perplesso. 
“Anche io cosa?” 
“Avevi una cotta per me?” Derek sfoderò nuovamente il suo sorriso più accattivante. Bastardo. 
“Io…cosa?” Per la prima volta in tutta la sua vita, Stiles rimase senza parole. Derek rise di nuovo e scosse la testa. 
“Allora…” 
“Stiles” si affrettò a specificare. Il moro annuì. 
“Allora, Stiles, cosa fai ora di bello? Fai ancora coppia fissa con quel ragazzo che ti portavi sempre appresso a scuola?” 
Il figlio dello sceriffo corrugò la fronte. 
“Dici Scott?” 
“Sì, il tuo ragazzo.” 
Stiles scosse la testa. 
“Scott non era il mio ragazzo, eravamo amici, solo amici.” 
Perché diavolo stava precisando una cosa del genere con Derek Hale?! 
“Davvero? Peccato, a saperlo prima…” Non finì la frase, perso nei suoi pensieri. Sembrava rimuginare su come l’avere una notizia del genere gli avrebbe potuto cambiare la vita. 
Stiles stava letteralmente avendo un infarto. Possibile che Derek avesse avuto una cotta per lui? No, come poteva anche solo sperarlo? 
“E tu?” chiese poi quando il maggiore tornò a fissarlo. 
“Come mai così elegante?” Con una mano indicò il completo d’alta sartoria sgualcito che lo fasciava così bene. 
“Oh questo? Vengo da un matrimonio…” rispose vago. 
“Davvero? Di chi? Se posso chiedere, ovviamente. So che Kate Argent si sposava stamattina, siete stati insieme al-“ 
“Il mio.” 
Quelle parole per Stiles furono una secchiata d’acqua gelata. Era sposato. Ovvio. Figurarsi se uno come Derek Hale rimaneva single a lungo. 
“Congratulazioni.” disse cupo. 
Ancora una volta Derek rise. Il giovane Stilinski si girò a guardarlo male. Cosa c’era di così divertente? Nello studiarlo attentamente però, notò che non portava la fede al dito. Derek seguì la traiettoria del suo sguardo. 
“Già, niente anello! Sai credo che le ragazze non facciano per me dopotutto…” 
Stiles quasi si strozzò con la sua saliva. Doveva essere un’allucinazione per forza. Derek Hale non poteva davvero essere seduto accanto a lui, in metro, il giorno delle sue suddette nozze – a quanto pare saltate – a confidargli di essere forse gay. Era troppo assurdo. 
“Mi stai dicendo che-“ le parole gli morirono in gola, uccise dall’emozione del vedere il moro sorridergli di nuovo. 
“Credo di starti invitando fuori a cena.” Asserì Derek. 
Stiles sgranò gli occhi sorpreso. La voce meccanica dell’altoparlante della metro annunciò la prossima fermata, ossia la sua. 
“Venerdì sera?” lo spronò Derek. 
“Venerdì sera” ripetè Stiles ancora stralunato prima di scendere dalla metro. 
Un sorriso si dipinse sulle labbra di entrambi questa volta.