Titolo: Beneath you
Autore: Cinnamon
Traduttrice: Gilraen88
Rating: R
Categoria: slash
NOTA DELLA
TRADUTTRICE.
Ciao tutti !
Ecco a voi un’altra
fic.
L’originale è
inglese e vi premetto che non tiene conto dei fatti accaduti nel quinto libro.
Ho fatto il possibile
per renderla al meglio in italiano e spero ne sia uscito qualcosa di decente.
Vi lascio l’e-mail
di Cinnamon, l’autrice di questa fic, nel caso la voleste contattare
(ovviamente in inglese) : shadowmysts@hotmail.com
Ora non voglio
annoiarvi troppo, perciò vi auguro buona lettura
Beneath You
Cap.1, Parte I
I am not yours, not lost in you,
Not lost, although I long to be
Lost as a candle lit at noon,
Lost as a snowflake in the sea.
You love me, and I find you still
A spirit beautiful and bright,
Yet I am I, who long to be
Lost as a light is lost in light.
Oh plunge me deep in love -- put out
My senses, leave me deaf and blind,
Swept by the tempest of your love,
A taper in a rushing wind.
--‘I Am Not Yours’, Sarah Teasdale
“Bello” non era una
parola che Harry usasse spesso e certamente non era la parola che avrebbe usato
per descrivere l’autunno.
L’autunno non gli
piaceva: le foglie morte sul terreno che scricchiolavano quando le calpestavi,
gli alberi che giorno dopo giorno diventavano sempre più spogli e il denso
odore dell’umidità che aleggiava pesantemente nell’aria fredda, facevano sì che
quella stagione fosse per lui il peggior periodo dell’anno.
Solamente l’inizio
della stagione di Quidditch migliorava un po’ la situazione, soprattutto se i
primi risultati erano positivi, ed ovviamente lo erano.
La primavera era
più di suo gusto, poiché rappresentava più un inizio che una fine e tutto
rinasceva a nuova vita.
Harry amava l’odore
di trifoglio nell’aria, rendendosi conto che fosse proprio quello ciò che gli
piaceva maggiormente della primavera.
Gli piaceva
quell’odore, ma non voleva sprecare tempo per deciderne il perché; non c’era
abbastanza tempo nel mondo per trovare spiegazioni per tutto ed Harry aveva già
deciso che il profumo di trifoglio era una di quelle cose a cui non voleva
trovare una ragione. Era una cosa troppo futile a cui pensare.
Mentre camminava
nel buio verso il castello,Harry stava invece pensando al Quidditch.
La prima partita
della stagione era fra Grifondoro e Serpeverde ed era stata fissata per il
giorno seguente.
Era fermamente
determinato a non permettere alla casa avversaria di posizionarsi in cima alla
classifica vincendo questa partita.
L’unico suono era
lo scricchiolio delle foglie sotto le sue scarpe, mentre il vento stormiva fra
gli alberi.
Harry, per la prima
volta, pensò che rimanere lì fuori non fosse una brillante idea.
Era appena tornato
dalla gita ad Hogsmeade, dove lui, Ron ed Hermione erano andati ai Tre Manici
di Scopa a bere burrobirra, divertendosi parecchio.
C’era comunque il
Quidditch a cui pensare, perciò era tornato un po’ prima del tramonto,
lasciando i suoi amici per dirigersi al castello; dopotutto doveva essere ben
riposato per battere i Serpeverde.
Harry aveva appena
notato con sollievo di essere quasi in vista del castello, quando uno strano
rumore vicino a lui lo fece rimanere immobile, aguzzando la vista.
Suonava molto
simile al lamento di un animale ferito.
Harry afferò la
bacchetta, nel caso ne avesse bisogno, poi seguì il rumore, incamminandosi per
il sentiero fra gli alberi.
Quando la causa del
rumore si rivelò alla luce della luna, si bloccò bruscamente.
- Cosa diavolo stai
facendo qui ? – chiese con un tono di voce che denotava come in realtà non
fosse molto convinto di volerlo sapere.
Draco Malfoy
trasalì al suono della voce di Harry e lentamente tirò fuori la testa dal
tronco cavo di un albero, poi si girò, puntando con insolenza il suo sguardo
verso il nuovo venuto.
- Sono ubriaco –
disse, calcando ogni sillaba.
Harry sorrise
divertito: - Questo può spiegare perché tu abbia scambiato questo povero albero
per una persona e ti sia messo ad infastidirlo. Penso che tu l’abbia confuso
per un Serpeverde e posso anche immaginare come tu possa aver commesso
quest’errore: è disgustoso come voi Serpeverde. –
Gli occhi di
Malfoy, già appannati per aver bevuto troppo Whiskey Incendiario, si
restrinsero.
- No – disse con
voce impastata – sono ubriaco e tu sei soltanto un’illusione mandatami per
tormentarmi. –
Reprimendo una
risata, Harry sogghignò: -Dannazzione, Malfoy, riesci a sembrare un farabutto
effeminato anche quando sei ubriaco. –
Malfoy scosse la
testa, perse l’equilibrio e cadde appoggiato al tronco, poi infilò un braccio
nel cavo dell’albero e ricominciò a frugarci dentro.
- Vaffanculo,
Potter – disse con voce stanca, voltando le spalle ad Harry.
- Cosa stai facendo
? – chiese ancora il moretto.
- Sto cercando
altro Whiskey – borbottò Malfoy.
- Oh… - Harry per
un attimo pensò di dirgli che ovviamente ne aveva già bevuto abbastanza, ma
l’occasione di giocare la partita di Quidditch l’indomani contro un Draco assai
poco lucido per i postumi della sbornia era troppo bella per lasciarsela
sfuggire.
- Non vuoi sapere
perché ? – disse Malfoy da sopra la sua spalla, armeggiando con una bottiglia
che era troppo alta per passare attraverso il buco nel tronco – Perché ho
bevuto, intendo. –
- Non
particolarmente. – rispose Harry, ma Malfoy nemmeno da ubriaco aveva intenzione
di stare zitto.
- Mio padre ha
detto che devo stare ad Hogwarts per natale. –
Harry alzò gli
occhi al cielo: - Povero Malfoy ! Onestamente mi piange il cuore, sono davvero
preoccupato – disse in tono sarcastico.
- Non credere
Potter che siano tutti come te; il fatto che tu sia obbligato a passare qui le
vacanze non vuol dire che anche gli altri vogliano fare la stessa cosa. –
- Ci sono posti
peggiori.. – disse Harry con una scrollata di spalle, girandosi per andarsene.
- Hai ragione
Potter – disse Malfoy tristemente – ci sono posti peggiori, ma tu non sei
costretto a dividere la stanza con Tiger che praticamente ogni notte si porta a
letto Pansy, dimenticando che tu dormi nel letto a fianco – bevette un sorso di
Whiskey.
Harry si era
girato, osservando il Serpeverde in modo critico, leggermente divertito.
- Malfoy, per
favore risparmiami i dettagli. Non mi aspettavo che tu potessi essere così
patetico: tu ti ubriachi nella foresta, mentre il tuo compagno si scopa Pansy
nella tua stanza…brutta situazione. –
- Questo è il posto
segreto in cui lo nascondo – disse Malafoy con un cenno del capo, indicando il
buco nel tronco – nessuno lo conosce. –
Harry spostò lo
sguardo nel punto indicatogli dal biondo: - Io lo conosco. –
Il Serpeverde ci
pensò per un attimo, poi con arroganza si avvicinò di più ad Harry con un
sorrisetto furbo.
- Suppongo che ora non sia più così segreto.
Vorrà dire che diventerà il posto in cui metterò le cose che vorrò farti
trovare, ma certamente non ce ne saranno molte. – pensieroso inghiottì un altro
sorso di Whiskey - Troverò un’altro
posto, perché sono sicuro che qui verresti a rubare la mia scorta di liquore. –
Ora Draco era
talmente vicino ad Harry che quest’ultimo poteva sentire l’odore di Whiskey nel
suo respiro e sui vestiti, e, storcendo il naso, fece un passo indietro.
- Io non bevo
Whiskey, Malfoy, la tua scorta è al sicuro. –
- Ah, sì – rispose
questo con voce annoiata dalla quale traspariva però un triste divertimento –
il Modello di Bontà e Perfezione difficilmente si abbassa a bere Whiskey come
noi semplici mortali, ma d’altra parte un Grifondoro, per giunta Mezzosangue,
non riuscirebbe ad apprezzare un liquore di qualità superiore come questo,
quindi la tua ignoranza è perdonabile. –
L’intero discorso
fatto con quella voce impastata suonava molto ridicolo e faceva sembrare Malfoy
molto più piccolo, quasi un bambino.
- Va a farti
fottere, Malfoy ! – disse sprezzante Harry, persino stanco di vederlo ubriaco
umiliarsi in quel modo.
Si era appena
girato per andarsene, quando Malfoy gli afferrò un braccio.
- Tu pensi di
essere meglio di noi – sibilò Draco – tu e i tuoi piccoli amici, gli Eroi e i
Campioni della scuola. –
- Superiori a te ?
Oh andiamo, tu sei un Malfoy, chi mai potrebbe credere di essere migliore di te
? – disse Harry sarcastico.
- Tu, a quanto
pare, e sbagli a crederlo – disse con asprezza il biondino – non sei
migliore…sei come tutti gli altri. –
Harry lo fissò da
sopra la spalla e disse con freddezza: - Sono come tutti gli altri, Malfoy, ma
comunque sono molto migliore di te. – si liberò dalla sua stretta, sbattendolo
a terra con facilità, e si allontanò senza guardarsi indietro.
Malfoy lo maledisse
e gli urlò contro tutti gli insulti che gli vennero in mente, ma Harry, mentre
se ne andava, non gli prestò attenzione.
Alla fine Malfoy
tornò al castello e crollò sul letto, nel tentativo di farsi passare la
sbornia.
Harry , invece, non
si curò di ciò che era accaduto prima e spese un’ora, prima di andare a letto,
a studiare le varie tattiche che la squadra aveva elaborato durante gli
allenamenti, sperando di collaudarle contro i Serpeverde il giorno seguente.
Quando ebbe finito
aprì il diario che tenevano lui, Ron ed Hermione e annotò alcune righe
sull’incontro con Malfoy nella foresta; era sicuro che Ron l’avrebbe trovato
divertente.
Il diario era stato
un’idea di Hermione.
Quando ne avevano
voglia scrivevano messaggi, pensieri e a volte anche niente di più che
scarabocchi.
Era un modo per
sentirsi uniti, proprio quando il settimo anno minacciava di sopraffarli.
Dopo aver scritto
per un po’ avrebbe dovuto darlo ad uno dei suoi amici che avrebbe commentato
quello scritto da lui e avrebbe aggiunto qualcosa di suo se ne aveva voglia.
Per adesso il
diario era per la maggior parte pieno di barzellette, commenti su varie classi
e su professori, proteste sui compiti troppo abbondanti e persino alcune cose
serie come pronostici su quale sarebbe stata la prossima mossa di Voldemort e
discorsi su Sirius.
Harry smise di
scrivere, mise da parte la sua penna d’oca, poi si arrampicò sul letto.
Quando Ron entrò
nella stanza, il moretto si era già addormentato.
§§§§
Essendosi
alzato molto presto, Harry arrivò sul campo da Quidditch prima dell’alba ed
occupò le prime ore della mattinata volando pigramente in circolo per il campo,
cercando si farsi un’idea sulle condizioni atmosferiche, sul vento e sulla
visibilità.
Pensò
anche a cosa modificare negli schemi di gioco nel caso fosse stato necessario.
Era
una gelida giornata d’ottobre, con una coltre di nuvole abbastanza spessa da
bloccare i raggi del sole, ma non abbastanza scura di preannunciare pioggia:
condizioni perfette per il Quidditch.
Harry
arrivò in Sala Grande per la colazione, desideroso di vincere la partita, anzi,
sicuro che sarebbe stata una vittoria grifondoro.
-
Grande partita oggi,
vero Harry ? Massacrerete i Serpeverde ! – esordì allegramente Ron quando il
suo migliore amico entrò nella sala.
Davis
Connely, portiere grifondoro da ormai cinque anni, aveva sentito le parole del
rosso, così aggiunse sorridendo: - Certo che vinceremo, amico ! Dopotutto non
lo facciamo sempre ? –
-
Con Harry come
Cercatore – si vantò Seamus, che giocava nel ruolo di Cacciatore – non
perderemo mai ! –
Gli
altri Grifondoro applaudirono e l’intero tavolo serpeverde si girò per fissarli
con sguardo torvo.
-
Buona fortuna, Grifondoro
– augurarono alcuni Corvonero ed Harry gli rivolse un sorriso.
Era
solo un gioco dopotutto ed il Quidditch era sempre qualcosa per cui valeva la
pena sorridere, specialmente se si trattava di massacrare i Serpeverde come
facevano sempre.
§§§§
Tutta la scuola aveva preso posto nello stadio per assistere alla partita ed Harry si posizionò in campo.
Gridò
alcune parole d’incoraggiamento ai suoi compagni di squadra, poiché era
diventato Capitano dopo che Angelina aveva superato i M.A.G.O.
La
partita ebbe inizio e gli occhi di Harry iniziarono a scrutare il campo nel
tentativo di vedere il boccino, mentre osservava distrattamente la progressione
della pluffa.
Lanciò
occhiate divertite a Malfoy che sembrava stesse per crollare e cadere dalla
scopa: certamente non sembrava essere in grado di offrire una qualunque
competizione nel prendere il boccino.
In
ogni caso il moretto sapeva che era meglio non sottovalutarlo, perché quello
sarebbe potuto essere benissimo un perfetto comportamento serpeverde : mostrarsi
in pessime condizioni solo per dare l’illusione di una sicura vittoria, per poi
sconfiggerlo prendendo facilmente il boccino.
Un
bolide per poco non fece cadere Draco dalla scopa ed Harry rise.
Facendosi
scuro in volto il Serpeverde lo guardò con rabbia, ma un attimo dopo,
distogliendo lo sguardo dal suo avversario, vide uno scintillio dorato sopra di
lui.
Nello
stesso istante lo vide anche Harry ed entrambi salirono per raggiungerlo.
Malfoy
con risoluta determinazione fece di tutto per non cadere dalla scopa, in modo
da umiliare Harry battendolo proprio quando riusciva appena a tenere la
colazione nello stomaco; d’altro canto Harry con divertimento prese nota del
pessimo stato in cui si trovava Draco.
Il
boccino guizzò via ed il moretto
imprecò silenziosamente.
Grifondoro
e Serpeverde erano pari per punteggio ora ed Harry cominciò ad essere
irrequieto.
Stava
per alzarsi un po’ nella speranza di avere una visuale maggiore, quando Malfoy
improvvisamente si lanciò in picchiata ed egli lo seguì istintivamente.
La
sua scopa era più veloce e, data la condizione dell’avversario, anche la sua
tecnica era migliore.
Malfoy
infatti aveva cominciato ad oscillare, con le mani troppo tremanti per
stringere saldamente il manico di scopa.
Harry
lo raggiunse con facilità.
Adesso
stavano volando vicini, così vicini da rischiare una collisione, ma non gli
importava; i suoi occhi irrequieti scrutavano il campo in cerca del boccino.
Mancava
poco a terra, quando Harry si rese conto che Malfoy aveva finto di vedere il
boccino per seminarlo e si maledisse per non essersene accorto prima.
Malfoy,
sentendo le imprecazioni, sogghignò.
Ancora
pochi secondi e si sarebbero schiantati al suolo.
Harry
sterzò per interrompere la picchiata, ma era troppo vicino a Malfoy e questo
non accennava a spostarsi.
Il
moretto lo spinse, facendogli perdere l’equilibrio.
Il
Serpeverde, già in posizione precaria, scivolò lateralmente, gridando ed
aggrappandosi alla scopa.
Le
code si scontrarono.
Harry
cercò di correggere la traiettoria, ma non avrebbe fatto più in tempo.
Pochi
secondi più tardi entrambi precipitarono violentemente, sbattendo contro il
terreno con il crepitio di ossa e scope rotte.
Il
dolore dilaniò la mente di Harry che, prima di svenire, urlò.
Accanto
a lui, fratturato e sanguinante, Malfoy mormorò: - Sei debole, Potter. – poi
anche lui perse conoscenza.
§§§§
Draco
era tormentato da sogni dove ombra scure, fitte come ragnatele, si muovevano al
di sopra del suo viso, fredde e dure come ali di pipistrello.
Non
importava quanto duramente le combattesse, loro non se ne andavano.
Si
alzò, stropicciandosi il viso, e gli ci vollero alcuni secondi per rendersi
conto che quelle ombre non erano reali, poi il suo corpo dolorante gli ricordò
cos’era accaduto e dove si trovava.
Gemette
leggermente, facendo una smorfia.
Madama
Chips aveva aggiustato le sue ossa rotte e medicato i tagli e le abrasioni, ma
era ancora psicologicamente provato dall’incidente e quella era l’unica cosa
che l’infermiera non poteva curare.
Mettendosi
lentamente a sedere Draco si scostò i capelli dagl’occhi, stupendosi di quanto
si sentisse debole e sporco.
Stava
per chiamare Madama Chips per chiedere il permesso di tornare alla sua Sala
Comune, quando una voce vicino a lui lo spaventò.
Era
Potter che ancora incosciente parlava nel sonno.
-
Non toccarmi. –
mormorò confusamente questo.
Draco,
guardandolo, sorrise compiaciuto.
-
Non dirmi che il
Bambino Sopravvissuto ha gli incubi ! – sussurrò Draco a se stesso ed il suo
sorriso si allargò vedendo il Grifondoro agitarsi nel sonno.
-
Di che cosa ha paura
Potter, l’Esempio della Perfezione ? Voldemort ? Mio padre ? – lo schernì –
Faresti bene ad essere spaventato, Potter. –
Le
labbra di Harry erano strette in una linea sottile e la sua faccia era
diventata terribilmente pallida; era agitato e si muoveva, sempre più
irrequieto, mentre stringeva i pugni.
-
Non farlo –
piagnucolò – Ginny, non toccarmi. –
Draco
per poco non si strozzò con la propria saliva.
Uno
scoppio di risa eruppe dalla sua gola, echeggiando così forte nella stanza
vuota da rischiare di svegliare Harry.
Sebbene
questo non si fosse mosso, tuttavia il rumore era servito ad allontanare
l’incubo.
Infatti
il moretto aveva smesso di agitarsi, sospirando e rilassando i pugni.
Draco
si detestò per aver indirettamente aiutato Potter.
Prima
che Malfoy potesse gustarsi appieno il fatto che Harry avesse incubi in cui
Ginny lo toccava, piuttosto che assistere in sogno alla propria morte per mano
di Voldemort, la porta venne aperta ed una lama di luce illuminò la stanza in
penombra.
-
Harry ? – chiamò
Hermione preoccupata – Sei sveglio, Harry ? –
La Granger aprì un po’ di più la porta e
quando vide Draco strillò spaventata, poi fissò a sua volta il Serpeverde,
nonostante avesse l’aspetto di chi volesse girarsi e scappare.
-
Libri, Granger ? – disse
Draco con voce strascicata, spostando lo sguardo sulla pila di libri che la
ragazza teneva fra le braccia – Gli stai portando dei libri ? –
Hermione
lanciò un’occhiata nervosa ai volumi che aveva portato, poi di nuovo a lui –
Sì, sono i suoi compiti. – disse.
-
Oh, certamente…entra
e lasciali qui. I compiti sono veramente importanti, specialmente per una
persona priva di sensi. Gli hai davvero portato qualcosa con cui passarsi il
tempo, lo sai ? –
La
ragazza si fece scura in volto – Non ho paura di te. –
Draco
sorrise lentamente – Certo che no ! – la schernì.
Hermione
annuì, sebbene non fosse certa se Draco si stesse prendendo gioco di lei o
dicesse seriamente.
-
Lascerò i libri
qui…quando si sveglia digli… - non potè finire la frase perché Malfoy
l’interruppe – No. –
-
Non sai nemmeno cosa
stavo dicendo ! – protestò lei.
-
Non gli dirò nulla.
Perché dovrei dirgli qualcosa ? Io non lo sopporto, ricordi ? Lascia i libri e
vattene, mi stai facendo sentire peggio di come stavo prima e ti assicuro che
non è positivo. –
-
Sei sempre così
sgradevole quando ti svegli ? – disse lei con asprezza, sbattendo i libri sul
tavolo accanto al letto di Harry.
-
Non sono sgradevole,
Granger – replicò il biondino con noncuranza – Sono onesto. Ora sbrigati ! –
Lei
lo guardò con astio, poi si girò e si mise a rovistare nelle tasche della
tunica, tirandone fuori un libricino rilegato in pelle.
Lanciando
un’occhiata nervosa al Serpeverde, lo appoggiò sopra i compiti che aveva
portato e se ne andò.
Non
era passato nemmeno un minuto da quando Hermione era uscita che Draco si alzò
dal letto con circospezione, dirigendosi verso il tavolino, talmente curioso da
dimenticarsi le fitte che il muoversi gli procurava.
Afferrò
il libretto e si spostò accanto alla finestra, dove la luce era migliore, esaminando
attentamente la consunta copertina.
-
Un diario ? –
sussurrò, non tanto stupito che Potter tenesse un diario, anche se per la
verità era un’hobby piuttosto femminile, ma impressionato dal fatto che lui, il
figlio del braccio destro di Voldemort, fosse stato così fortunato da trovarlo
e di avere la possibilità di sbirciare nei pensieri più intimi del suo nemico.
-
Che carina, Potter,
la Granger ti ha portato il diario. –
-
Cosa ? – chiese
Harry, appena svegliatosi, barcollando giù dal letto.
Il
moretto guardò storto Malfoy.
Draco
fece scivolare velocemente il diario nei pantaloni e sorrise, un sorriso
affascinante nello stile Serpeverde, mentre pensava “il diario di Potter nei
miei pantaloni. Il diario di Potter nei miei pantaloni. Oh, merda ! Che cosa
sto facendo ?”
-
Niente – rispose
all’altro che continuava a fissarlo.
Potter
si guardò attorno, ancora sospettoso, cercando i suoi occhiali.
-
Che cosa è successo ?
– la sua voce suonava più roca e profonda del solito.
-
Un piccolo incidente
mentre giovavamo a Quidditch. – replicò Draco con leggerezza.
Potter si mise gli occhiali e i suoi occhi si
ridussero ad una fessura – Oh, certo, ora ricordo. Tu eri ubriaco e per poco
non mi hai ucciso. – lo accusò.
-
Potter se tu non
fossi stato così stupido da cadere nella mia finta non ci saremmo scontrati –
lo rimproverò Draco, poi aggiunse – Se per caso torna Madama Chips dille che mi
sentivo meglio e che me ne sono andato. –
-
Non porto i tuoi
messaggi a nessuno – disse con asprezza Harry.
Per
un attimo Draco ne fu profondamente contrariato, ma poi sorrise malizioso – Io
e te siamo più simili di quanto tu possa pensare, Potter, perché questo è
quello che ho appena risposto anch’io alla Granger. - .
Il
Serpeverde uscì dalla stanza prima che Harry potesse ribattere che l’incidente
non era avvenuto per colpa sua e non fece nemmeno in tempo a chiedergli cosa
Hermione volesse dirgli.
Draco
ridacchiò per l’intero tragitto fino alla Sala Comune dei Serpeverde.
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
Allora
vi è piaciuto ?
Malfoy
ha rubato il diario del trio ed immagino che si divertirà un casino a
leggerlo….probabilmente mi contorcerei dalla risate anch’io….e voi ?
Altra
questione piuttosto misteriosa: Harry ha davvero paura di farsi toccare da
Ginny ? Perché ?……bo……
Spremete
le meningi e fate qualche ipotesi se vi va. J
….lasciatemi
un commentino….please….