Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: _cercasinome_    19/10/2015    2 recensioni
SPOILER!!! Fanfictionn ispirata completamente al capitolo 453
"-Qualsiasi cosa dovesse succedere, rimarremo insieme. Non sarai mai sola, Lucy. Io sono con te. Fairy Tail è con te. Quindi non devi avere paura. Una volta una persona mi disse che quando siamo insieme, tutto più divertente. Quindi devi stare tranquilla-"
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"-Cosa farete dopo?- chiese guardandolo negli occhi mentre lui si lasciava sfuggire una smorfia divertita.
-E’ bello che tu pensi al dopo, Erza-
La maga cercò di ignorare il battito che perse quando quelle labbra che una volta erano state così vicine alle sue pronunciarono il suo nome, di nuovo.
Chinò il capo e arrossì leggermente. Si, forse era stupido, ma non poteva fare altro che pensarci."
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"Ma quando aveva visto quelle lacrime…
Non erano come quelle che versava quando lui le diceva di smetterla di dargli fastidio, di seguirlo ecc…
No, erano lacrime diverse.
Lacrime di qualcuno che non ce la fa più. Di qualcuno stanco di aspettare. Di qualcuno che ha già dato così tanto amore senza riceverne in cambio."
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"-Mi dispiace per quello che ti ho fatto-
Levy lo guardò con gli occhi lucidi. Possibile che pensasse ancora a quel fatto?
-Non devi, Gajeel-"
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Wendy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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TOGETHER UNTIL THE END
Si mise la maglietta del pigiama e si sedette alla scrivania. Si legò i capelli in un’alta coda di cavallo e prese tra le dita la penna, iniziando a scrivere su un foglio di carta. Il tutto con una lentezza frustante.
La mente sempre lì. Ormai erano pensieri fissi. E non solo per lei, lo sapeva bene.
L’imminente guerra.
Alvarez.
Gli Spriggan 12.
E.N.D.
Zeref.
Dei nemici potentissimi ma di cui non sapevano praticamente nulla.
E poi, Fairy Heart.
Una magia tanto potete, quanto misteriosa.
Ma è anche, e soprattutto, il corpo del primo master di Fairy Tail, Mavis, che tutti loro erano pronti a proteggere con tutte le forze, anche a costo della vita!
Se non fosse stato per lei…” continuò a scrivere lentamente, con la sua calligrafia perfetta e ordinata, nonostante la mano le tremasse leggermente. Sul volto un’espressione preoccupata e triste.
…non ci saremmo mai conosciuti.”
-Oh! Ben detto!-
-Non mi aspettavo di meno da un’aspirante scrittrice!-
Iniziò a tremare sulla sedia e spalancò gli occhi, sentendo quelle voci fin troppo conosciute alle sue spalle.
-“Se non fosse stato per lei…”-
-“Non ci saremmo mai conosciuti.”-
Sentì il viso andarle in fiamme non appena i due ripeterono le parole che aveva scritto, cercando di imitare la sua voce.
Si alzò di colpo, facendo cadere la sedia per terra e colpendoli entrambi con uno dei suoi calci.
-Siete di nuovo in camera mia senza permesso!!!- sbraitò furente. Possibile che non le lasciassero neanche un momento di tranquillità?!
Era nervosa, preoccupata, agitata e aveva paura. Si, tanta paura. E loro che facevano? Entravano di soppiatto nella sua camera! Come sempre!!!
Si risedette sulla sedia, incrociando le braccia al petto, osservandoli arrabbiata.
Ma non riuscì a tenere il broncio a lungo. Come sempre…
Le sfuggì un sorriso mentre continuava ad osservarli e loro le mostravano tutti i giochi che avevano portato.
Si, sorrise perché QUELLO era ciò di cui aveva bisogno in quel  momento. 
Era preoccupata e nervosa, ma loro avevano la capacità di farla stare meglio. Sempre, in ogni occasione. Anche in quelle più disperate.
Aveva paura, ma solo loro potevano tranquillizzarla, aiutarla e soprattutto proteggerla. Proteggerla da tutto.
In fondo, erano i suoi migliori amici.
Per questo non li cacciò. Per questo si mise a parlare e a scherzare con loro. Come sempre…
Perché ciò  di cui aveva bisogno erano i suoi amici. Loro due. E soprattutto lui, Natsu.
-Natsu…-
Si mise seduta sul letto, staccando così gli occhi dal libro che fingeva di leggere da qualche minuto, mentre Natsu e Happy giocavano a strip poker.
-Che c’è, Lucy?-  chiese il rosato mentre si toglieva il gilet lungo, avendo perso il turno, che andò a fare compagnia alla sciarpa di Igneel.
-Tu credi… credi che Fairy Tail vincerà anche questa volta?-
Natsu si voltò verso di lei, capendo che si trattava di un discorso serio, troppo serio.
Lucy aveva uno sguardo quasi spento, così decise di alzarsi e sedersi accanto a lei, scambiandosi occhiate con Happy, sperando che lo aiutasse a trovare le parole giuste. Ma il gatto blu lo guardava triste, con le orecchie a punta afflosciate sul capo.
-Non so cosa succederà domani, Lucy. Nessuno lo sa. Ma, noi siamo Fairy Tail. Guarda la tua mano, Lucy. Quel simbolo è una promessa. Siamo una famiglia e ,dopo quest’anno di lontananza, siamo più forti e uniti di prima-
Prese un profondo respiro prima di continuare.
-Qualsiasi cosa dovesse succedere, rimarremo insieme. Non sarai mai sola, Lucy. Io sono con te. Fairy Tail è con te. Quindi non devi avere paura. Una volta una persona mi disse che quando siamo insieme, tutto  più divertente. Quindi devi stare tranquilla-
Natsu sfoggiò uno dei suoi più grandi e luminosi sorrisi, che mettevano in mostrai i suoi canini.
Lucy non riuscì a resistere. Occhi lucidi, gli sorrise pure lei, asciugandosi gli angoli degli occhi.
Ricordava perfettamente quella frase. E ricordava perfettamente che era stata lei a dirglielo, durante la battaglia contro Grimoire Heart.
Così alzo la mano al cielo, osservando Natsu, che capì immediatamente.
Batté la sua mano sul palmo aperto della maga, ma non si limitò a questo. Incastrò subito le sue dita tra quelle sottili di Lucy, stringendo la sua mano nella propria. Voleva tranquillizzarla ancora, farle capire che lui era vicino.
Lucy arrossì leggermente per quel gesto inaspettato, ma lo ricambiò con altrettanta forza e convinzione. In fondo, se era con Natsu, non aveva mai paura.
Continuarono a guardarsi per qualche secondo, dicendosi con gli occhi quello che non avevano detto a parole. Riuscivano a capirsi perfettamente.
-Vi piiiiiiacete!-
-Chiudi il becco baka di un gatto!-
-Ahahahahah Lucy se colpirai i nemici come hai fatto con Happy la vittoria è assic…AHI!!!-
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-Non vedo l’ora di fare un bel bagno caldo e rilassante!- esclamò stanca mentre camminava verso Fairy Hills, facendo tintinnare ad ogni passo l’armatura.
-Sono d’accordo Erza-san, ci vuole proprio- sorrise Wendy, esausta dopo la missione appena conclusa per salvare il master Makarov.
-Vi sembra il momento adatto per fare un bagno?- chiese severa Charle, stretta tra le braccia di Wendy.
-Certo! Per la battaglia di domani dobbiamo essere fresche e riposate, prima di dormire ci vuole proprio un bagno caldo- rispose sicura Erza, facendo sorridere Wendy e sbuffare l’Exceed.
Ormai il sole era tramontato completamente ed il buio aveva inghiottito la città. Erza non ricordava di aver mai visto Magnolia così deserta.
Ciò la rattristava, ricordandole che era stato necessario far allontanare i cittadini perché presto Magnolia sarebbe diventata lo scenario della guerra più grande e violenta a cui avrebbe mai partecipato.
Ma doveva essere forte, come sempre, nascondendo le sue emozioni dentro all’armatura e pensare ai suoi compagni.
Stavano già arrivando a Fairy Hills quando si accorse, dopo qualche minuto di totale silenzio, dell’umore di Wendy.
Teneva la testa chinata, gli occhi fissavano il vuoto e la sua bocca era incurvata all’ingiù.
-Sei preoccupata?- le chiese materna, facendosi scappare un sorriso quando la vide spalancare gli occhi, presa alla sprovvista dalla sua voce improvvisa.
-Co-come? Oh, no no… ero solo sovrappensiero!- rispose Wendy, arrossendo impacciata.
-E’ normale essere preoccupati e avere paura. Neanche io sono molto tranquilla- disse la maga sincera, guardando dritta davanti a sé.
Sapeva che Wendy aveva risposto in quel modo perché non voleva farsi vedere debole. Questo perché non riusciva a capire quanto fosse diventata forte. Ma lei lo sapeva. E anche tutti gli altri.
-Erza-san, tu pensi che…-
-Non lo so- disse sincera la rossa, intuendo ciò che voleva dire e interrompendola.
Wendy si incupì, chinando di nuovo il capo. Erza aveva confermato le sue preoccupazioni.
-Ma ricordati che Fairy tail è la gilda più forte di Fiore e ha già superato tantissime difficoltà. Insieme siamo imbattibili-
Wendy osservò con gli occhi scintillanti il sorriso splendente della compagna.
Aveva ragione. Insieme potevano farcela. Dovevano crederci! E lei doveva fidarsi dei suoi compagni.
In fondo, quando si era unita a Fairy Tail non conosceva neanche una magia offensiva e solo un anno fa aveva sconfitto uno dei nove cancelli dell’ade.
Ricambiò il sorriso di Erza, sentendosi più sicura ed accorgendosi che erano arrivate al dormitorio. Stava per entrare, quando si accorse che Erza non la stava più seguendo. Si girò verso di lei e la trovò ferma immobile a qualche metro di distanza da lei.
-Erza-san? Che succede?- seguì il suo sguardo stupito, notando così una figura incappucciata con un lungo mantello appoggiato all’albero accanto all’entrata.
Nonostante il buio lo riconobbe subito e così capì il perché della reazione della nakama.
-N-noi ti aspettiamo al bagno comune, Erza-san- disse, sicura però che la maga non la stesse ascoltando, sparendo dentro insieme a Charle.
-Erza…-
La maga non si mosse di un millimetro, anche se sentire il suo nome pronunciato da quella voce roca le procurava sempre una strana sensazione. E le era mancato tanto.
-Gerard…- riuscì a sussurrare.
Per qualche minuto nessuno dei due parlò o si mosse. Erano fermi come statue e continuavano a fissarsi a vicenda, cercando anche la più piccola differenza dell’altro dopo il loro ultimo incontro e cercando di trattenersi dalla voglia di stringersi forte.
-So che non sarei dovuto venire qui, ma devo parlarti. E poi non c’è più nessuno in città- fu lui a rompere il silenzio creatosi,  grattandosi il capo imbarazzato.
-Devi parlarmi?- ripeté curiosa, trovando il coraggio di avvicinarsi in modo da non dover alzare troppo la voce ed evitare che qualcuno li senta.
-Si. Ho saputo tutta la faccenda dell’Impero Alvarez, di Zeref e del Fairy Heart- disse, senza troppi giri di parole, facendole sgranare gli occhi.
-Come?-
-Ho parlato con Makarov- rispose, stupendo sempre di più la maga.
-Il master?! Perché?!-
-Si. Ha detto che il nemico è davvero forte e potrebbe servire aiuto-
-Così…-
-Crime Sorciere si unirà alla battaglia- la anticipò lui, guardandola serio e annuendo convinto.
Erza chinò il capo, riflettendo sulle informazioni appena ricevute. Ultimamente aveva avuto così tanto da fare che non ci aveva pensato per niente, ma doveva aspettarselo. Non che Makarov rivelasse tutto a Gerard, ma che quest’ultimo avrebbe partecipato alla battaglia.
In fondo, l’obiettivo di Crime Sorciere era sconfiggere il mago oscuro Zeref.
-Il vostro contributo sarà davvero importante, grazie- disse Erza dopo qualche secondo, lasciandosi scappare un sorriso.
Avrebbe combattuto al fianco di Gerard. Non come nemici, ma alleati. Come era successo durante la battaglia contro i draghi. Pensandoci, provava una strana sensazione.
-E’ il minimo che possiamo fare- rispose lui, incrociando le braccia al petto, non riuscendo a togliersi dalla testa quanto avesse fatto soffrire Fairy Tail e soprattutto Erza, purtroppo.
Ci fu un altro momento di silenzio, durante il quale Erza fu tormentata da un unico pensiero.
-Cosa farete dopo?- chiese guardandolo negli occhi mentre lui si lasciava sfuggire una smorfia divertita.
-E’ bello che tu pensi al dopo, Erza-
La maga cercò di ignorare il battito che perse quando quelle labbra che una volta erano state così vicine alle sue pronunciarono il suo nome, di nuovo.
Chinò il capo e arrossì leggermente. Si, forse era stupido, ma non poteva fare altro che pensarci.
-Crime Sorciere è nata con l’obiettivo di sconfiggere Zeref. Una volta sconfitto, cosa farete tutti voi?- insistette testardamente lei.
-Non lo so-
-Sai, penso che se parlaste con il master lui…cioè voi…-  deglutì più volte, non riuscendo a capire perché non riuscisse a dire quelle semplici parole.
-Erza, che…-
-Perché non vi unite a Fairy Tail? Il master sarà sicuramente d’accordo- disse alla fine, alzando il capo e sorridendogli dolce, come poche volte aveva fatto.
Gerard spalancò gli occhi, facendo scivolare le braccia lungo i fianchi.
Era seria? Stava parlando sul serio?! Dopo tutto quello che era successo? Dopo tutto quello che aveva fatto?!
-Erza non credo che noi…-
-Non rispondermi ora. Si vedrà dopo la battaglia, va bene?- si affrettò a dire la rossa.
Sapeva che in quel momento la sua risposta sarebbe stata negativa. Sapeva che le avrebbe detto che non era impossibile per loro unirsi a Fairy Tail perché Crime Soriciere camminava nell’oscurità per colpa dei loro peccati, a differenza di lei e dei suoi compagni. Sapeva tutto questo.
Ma sapeva anche che era stanca di stare lontano da lui, di non sapere mai se stava bene o no, di doversi incontrare di nascosto per così poco tempo.
In fondo, lottavano per la stessa causa. Era vero che lui aveva sbagliato in passato, ma era stato così tanto tempo fa! E poi lui aveva cercato di rimediare in tutti i modi ai suoi errori! Anche vivendo isolato da tutti, continuamente in viaggio. Senza un posto da chiamare casa e qualcuno da cui tornare.
Ma Fairy Tail poteva essere la sua casa. E lei la persona da cui tornare, la sua famiglia. Insieme a tutti gli altri, ovviamente.
Ma non avrebbe insistito. Non era nel suo stile. Sarebbe rimasta nascosta dietro la sua armatura di ferro e avrebbe accettato ogni sua decisione.
-Va bene- fu la sua risposta –Adesso però devo andare-
Erza annuì e si scambiarono un lungo sguardo, pieno di parole che nessuno dei due aveva avuto il coraggio di dire.
-A presto- disse semplicemente Gerard mettendosi le mani in tasca e allontanandosi verso la città, fino a quando non sparì dalla vista di Erza, investito dal buio della sera.
-A presto- disse lei quando non lo vide più.
 
-Anche Crime Sorciere ci darà una mano?-
-Si… pare che vogliano agire contro Zeref-
Come aveva detto, ci voleva proprio un bagno caldo. E poi la compagnia era d’avvero ottima. Ormai Wendy era come una sorella minore per lei. Fare due chiacchiere con lei era riuscito a tranquillizzarla.
Adesso era pronta. Pronta a scendere sul campo di battaglia e pronta a combattere e a difendere la sua famiglia. La sua famiglia e Gerard.
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Scartò la barretta di cioccolata, dando un piccolo morso e iniziando a masticare. Non aveva per niente fame, ma sapeva che sarebbe stato meglio mettere qualcosa sotto i denti prima della battaglia. Anche se una semplice barretta non gli avrebbe fatto guadagnare chissà quante forze.
Osservò la città buia e deserta che si estendeva sotto di lui, appoggiando le braccia sulla ringhiera.
Cercò di imprimersi nella mente ciò che vedeva.
Magnolia di sera era davvero affascinante e magica, anche se tutte le luci spente e l’assenza di ogni rumore mettevano un po’ di tristezza. Soprattutto a lui che viveva nella città fin da bambino.
Non doveva preoccuparsi. Avrebbe rivisto presto la Magnolia in cui era cresciuto, giusto?
Addentò nuovamente la barretta, cercando di scacciare i brutti pensieri.
-Gray-sama…-
-Juvia…- girò leggermente la testa, quel tanto che bastava per vederla avvicinarsi a lui, con ancora la cioccolata in bocca. L’aveva sentita arrivare.
-Ne vuoi un po’?- disse quando l’affiancò, porgendole la barretta di cioccolato che lei afferrò imbarazzata tutta rossa in volto.
-L…lo stava mangiando Gray-sama….- balbettò, iniziando a respirare pesantemente come se avesse appena corso per tutta Magnolia.
Si aspettava una reazione del genere, ormai la conosceva troppo bene.
-Grazie per essere qui- disse all’improvviso, avvertendo la compagna che le stava affianco prendere fuoco. Probabilmente, se ci fosse stato Natsu lì, l’avrebbe mangiata senza crearsi troppi problemi.
Ma, d’altronde, si aspettava anche quello e  non riuscì a nascondere un sorriso sia per la sua faccia buffa sia per ciò a cui ormai non faceva altro che pensare.
Ci pensava da tanto, tanto tempo. Dalla sua chiacchierata con Erza durante i Dai Matou Enbu. Aveva avuto tante occasioni per dirlo, ma non ce l’aveva mai fatta.
Né durante la battaglia contro i draghi, né durante la festa organizzata dal re di Fiore, né quando gli aveva regalato quella sciarpa per il loro strano anniversario, né quando lei l’aveva stretto forte svelandogli le sue preoccupazioni riguardo Tartaros, né quando era venuta a rivelargli che aveva ucciso il negromante che controllava suo padre, né quando avevano passato quei mesi insieme, da soli, né quando si erano ricongiunti.
Ora che le elencava tutte non riusciva a non darsi dello stupido. Lei le era sempre stata accanto e lui… Lui aveva dato tutto per scontato e non si era mai reso conto di ciò che provava.
-Per essere sempre stata con me…- aggiunse quindi.
-Ah… no… Juvia…-
E doveva davvero ringraziarla. Lui era diventato il mago che era anche grazie a lei. Soprattutto grazie a lei. Gli era sempre stata vicina, in ogni momento. Se voleva festeggiare per la riuscita di una missione, lei era lì con lui. Se voleva rimanere solo, lei si allontanava (ma non troppo, per essere pronta ad ogni evenienza). Se era arrabbiato lei riusciva a tranquillizzarlo. E lei riusciva a capire quand’era felice o triste, e a quel punto bastava una parola o un suo sorriso sincero per risollevargli il morale.
Tutte queste cose non gliele avrebbe mai dette (stava già parlando troppo!), né a lei né a nessun’altro.
Ma sapeva che non poteva continuare così, soprattutto adesso che aveva aperto gli occhi e si era accorto di tutto ciò che sentivano entrambi. Lei aveva già aspettato abbastanza, anche troppo. E spesso si chiedeva cosa la spingesse ancora a rimanere al suo fianco.
Quindi aveva deciso che doveva darle una risposta, una volta per tutte.
-Quando la battaglia sarà finita, ti darò la mia risposta- disse, tornando serio.
Però… non era quello il momento.
La vide sobbalzare e guardarlo stupita con le gote arrossate. Non se lo aspettava, glielo poteva leggere in faccia.
-Per il momento, lasciami solo concentrare..- aggiunse dopo.
Si, avevano entrambi bisogno di concentrarsi e prepararsi per domani. Non era il momento adatto per certe rivelazioni.
E poi… dopo averci pensato e ripensato giorno e notte, aveva fatto una promessa a se stesso.
Se fosse riuscito a vincere anche quella volta, a sconfiggere il nemico e  a difendere i suoi compagni, la sua famiglia, lei… se avesse avuto il coraggio di combattere contro Zeref ed E.N.D. allora avrebbe dato a Juvia la sua risposta. Sapeva che la meritava, ma lui si sarebbe sentito pronto solo quando Zeref e il suo demone più forte sarebbero stati sconfitti.
Era una promessa. E l’avrebbe mantenuta.
Per questo l’avrebbe difesa da tutto e da tutti durante la battaglia. Lei doveva vivere. Doveva sapere.
Un piccolo rumore attirò la sua attenzione, così si voltò verso Juvia.
Notò un pezzo di quella barretta di cioccolato che le aveva dato qualche minuto prima per terra. Il resto era nella mano di Juvia, stretta a pugno e tremante lungo il fianco, così come l’altra. Il viso era chino e nascosto dai capelli azzurri. Ma tutto il suo corpo era scosso, tremava.
Cosa le prendeva?!
Si staccò dalla ringhiera e le si avvicinò leggermente, ma lei fece un passo indietro. Ed in quel momento capì che tutto il suo corpo era scosso da singhiozzi.
Stava piangendo.
-Juvia ma che…?!-
-Perché Gray-sama?- la sua voce era quasi un sussurro, ma il mago riuscì a sentirla perfettamente. E continuò a guardarla confuso.
Perché cosa?!
-Perché Gray-sama?- ripeté, alzando il viso verso di lui e mostrandogli le lacrime che non intendevano fermarsi.
-Juvia, io…- tentò invano.
-Juvia ha aspettato così tanto. Juvia è stanca di aspettare. Juvia… Juvia ha paura di non riuscire a scoprire mai la risposta di Gray-sama. La battaglia di domani sarà…  questa volta i nemici sono…-
Gray la guardò in silenzio. Sapeva cosa stava cercando di dire e riusciva a capire perché non trovava le parole giuste da dire. Era dura parlare di sconfitta, morte…
-Insomma… se Fairy Tail non dovesse… Se Juvia… o Gray-sama…-
Si bloccò immediatamente quando avvertì le braccia di Gray cingerle forte la schiena, stringendola al petto.
Le sue braccia erano ancora distese lungo i fianchi e non riuscì a muoverle.
Gli occhi erano spalancati e sentiva ancora le lacrime scivolare sulle guance fino al mento, bagnandole le labbra.
Il suo viso era appoggiato alla spalla del mago e si rese subito conto di star bagnando la sua giacca, ma non riuscì a dire niente quando sentì la mano di Gray sul suo capo in modo da tenerla attaccata a sé.
Poteva sentire il suo respiro caldo solleticarle l’orecchio e questo non la fece arrossire, anzi! Si lasciò andare, rilassandosi contro di lui e chiudendo gli occhi.
-Sconfiggeremo Zeref ed E.N.D. Fairy Tail vincerà, farò in modo che succeda- le sussurrò Gray all’orecchio quando la sentì calmarsi.
Il cuore di Juvia iniziò a battere forte, così forte da fare male.
Deglutì, trattenendo gli ultimi singhiozzi.
Perché? Perché non riusciva ad avercela per Gray per più di due secondi? Perché lui aveva questo potere su di lei? E perché a lei andava bene così?
Perché si era innamorata di lui dalla prima volta che lo aveva visto?
Sentì con dispiacere il corpo di Gray allontanarsi, ma andava bene così. Non poteva pretendere troppo ed il mago aveva già fatto tanto.
-Quindi farai meglio a sconfiggere chiunque ti capiti davanti- gli sentì dire mentre la guardava negli occhi un’ultima volta, un sorriso a fior di labbra, e le lasciava un buffetto sul naso, prima di voltarsi di nuovo verso la città e appoggiarsi alla ringhiera.
Lei, ancora rossa in volto, chinò il capo sorridente. Si preoccupava per lei.
-Si- sussurrò , affiancandolo e poggiando le mani sulla ringhiera di ferro, ammirando il panorama.
Non poteva chiedere di più. Non riusciva neanche a credere che Gray avesse detto quelle cose.
Si vergognò della sua precedente reazione, davvero troppo esagerata.
Una vocina nella sua testa le disse che in quel modo si era guadagnata un abbraccio da parte del mago.
Arrossì ancora di più, fino alla punta dei capelli, cercando di nascondere una risolino.
Intanto Gray la guardava con la coda dell’occhio, non riuscendo a mettere fine al suo sorriso causato dal continuo cambiamento di colore della maga.
Non avrebbe dovuto.
Lo sapeva benissimo.
Non avrebbe dovuto spingersi così in là, abbracciandola.
Ma quando aveva visto quelle lacrime…
Non erano come quelle che versava quando lui le diceva di smetterla di dargli fastidio, di seguirlo ecc…
No, erano lacrime diverse.
Lacrime di qualcuno che non ce la fa più. Di qualcuno stanco di aspettare. Di qualcuno che ha già dato così tanto amore senza riceverne in cambio.
E quindi non era riuscito a trattenersi. Era colpa sua se piangeva. E voleva farla smettere a tutti i costi.
Tornò a guardare la città buia.
Cavolo, si stava proprio rammollendo. Non si riconosceva più!
Ma non era più il tempo di pensare a quelle cose.
Ciò che doveva dire a Juvia l’aveva detto. Adesso doveva pensare alla battaglia.
Natsu non era l’unico ad avere degli assi nella manica. Anche lui si era allenato duramente durante quell’anno.
Era pronto.
-Aspettatemi, Zeref… E.N.D…-
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Ripassò  nuovamente davanti alla gilda, trascinando lentamente il suo corpo stanco per le strade deserte di Magnolia. Sbirciò dentro l’edificio. Anche Fairy Tail era vuota, fatta eccezione per il master Makarov, Macao, Wakaba e Warren.
Li vide parlottare seri e tesi come corde di violino tra loro. Erano tutti davvero preoccupati per la battaglia contro Alvarez. E lei come loro, se non di più. Se la stava facendo sotto dalla paura.
Per questo era ancora in giro per Magnolia, da sola, con uno zaino sulle spalle che conteneva lo stretto necessario che le sarebbe servito per passare una notte fuori.
Infatti, dopo aver sentito il racconto del master e della Prima, aveva parlato con Lucy e avevano deciso che, per quella notte, l’avrebbe ospitata volentieri a casa sua.
Era stata l’unica con cui riuscì a sfogarsi. Le aveva detto, anche se con un po’ di paura, che aveva paura. Tanta paura. E non le andava di stare sola nella sua camera a Fairy Hills.
Lucy era stata più che gentile, rassicurandola e sorridendole incoraggiante, invitandola a casa sua.
Così lei era corsa al dormitorio femminile, riempiendo un piccolo zainetto con un pigiama, lo spazzolino e i vestiti che avrebbe indossato domani (compresa una fascia per capelli).
Si diresse verso la casa dell’amica, più tranquilla di prima, ma ciò che vide la fece bloccare: Natsu, trasportato da Happy, con un sorriso biricchino sul volto, si intrufolò dalla finestra aperta nell’appartamento di Lucy . Due secondi dopo sentì perfino le urla dell’amica.
Le scappò una risata che cercò di nascondere con la mano, realizzando solo dopo un po’ che la città era deserta e che quindi non l’avrebbe vista e sentita nessuno.
Rimase qualche minuto davanti all’appartamento della bionda, a non fare niente, a guardare la finestra con insistenza.
Dopo un po’ sbuffò, tornando sui suoi passi.
No, non era proprio il caso. Sapeva che Natsu avrebbe passato la notte là, come sempre, e lei non voleva fare da terzo in comodo. Sapeva perfettamente che c’era qualcosa tra i due, anche se entrambi erano troppo stupidi per capire i loro stessi sentimenti.
Così tornò indietro, con il capo chino e lo sguardo rivolto ai piedi che avanzavano insicuri.
Alla fine avrebbe dovuto dormire nella sua stanza, da sola.
Sperava che molti fossero rimasti alla gilda, aspettando notizie, per questo era passata da lì. Ma non voleva disturbare. Gli aveva visti così concentrati.
Era completamente immersa nei suoi pensieri che non si accorse che c’era qualcuno davanti a lei, fino a quando non andò a sbatterci contro.
L’impatto la fece indietreggiare di qualche passo, e le fece alzare lo sguardo spaventata. Chi mai poteva essere? La città era stata evacuata!
In effetti il cuore iniziò a batterle forte, ma non per la paura. Per qualcos’altro.
-Attenta a dove vai, shorty-
Davanti a lei, con le braccia muscolose incrociate al petto , il solito ghigno irritante per molti ma non per lei stampato sul volto, c’era proprio Gajeel.
-Ero sovrappensiero – si giustificò lei, ignorando il nomignolo con cui l’aveva chiamata. Ormai si era abituata e inoltre non era dell’umore giusto per rimproverarlo.
Infatti lo sorpassò lentamente, diretta a Fairy Hills, cercando di evitare le farfalle nello stomaco provocate dal suo sguardo rosso vivo puntato su di lei.
-Cosa ci fa una piccoletta come te in giro a quest’ora? E questo zaino?- Gajeel si voltò verso di lei afferrando il suo zaino e tirandola con facilità verso di sé, per poi farla girare. Aveva notato che ci fosse qualcosa di strano in lei e voleva scoprire cosa, quindi non poteva lasciarla andare così facilmente.
-Dovevo andare da Lucy, ma Natsu mi ha preceduta- disse lei, trattenendo uno sbadiglio, e girandosi nuovamente sperando che la conversazione finisse lì. Non voleva farsi scoprire da lui. Non voleva che capisse che stava morendo di paura. Non voleva farsi vedere debole.
Ma il Dragon Slayer del ferro, che tanto odiava fare conversazione con la gente, quella sera aveva tanta voglia di parlare. Troppa.
-Da Lucy? Perché?-
Levy sbuffò, voltandosi di nuovo verso di lui.
-Non avevamo voglia di stare sole- fece la vaga, spostando lo sguardo ai suoi piedi e arrossendo leggermente.
Il suono della particolare risata di Gajeel, che tanto le piaceva, le fece alzare il volto, solo leggermente. Arrossì ancora di più quando notò che si era avvicinato di qualche passo e le dava piccoli colpetti con la mano sulla testa, come faceva spesso.
-E così hai paura, nanetta?- la stava prendendo in giro. Lo capiva dal suo ghigno che si ritrovò ad amare e odiare allo stesso tempo.
-Dopo quello che è successo la scorsa volta è normale che io sia legg..!-
Si tappò la bocca con entrambe le mani, guardando triste e dispiaciuta il mago davanti a sé. Si maledì mentalmente. Ma come le saltava in mente?! Come poteva dire qualcosa del genere proprio davanti a lui?
 Gajeel aveva indietreggiato di un passo, in modo da poterla guardare meglio in viso, confuso.
-Devo andare adesso- disse in fretta Levy, dopo essersi ripresa dall’immenso errore che stava per commettere.
Fece per voltarsi, ma la voce dura e roca di Gajeel la bloccò di nuovo.
-Di cosa stai parlando?-
Si morse il labbro inferiore. No, non poteva.
-Niente, assolutamente niente, tranquillo- rispose, facendosi scappare una risata piuttosto finta e nervosa.
-Levy…- il tono di voce del moro si era fatto ancora più duro. E inoltre, l’aveva chiamata per nome. Voleva una risposta, vera.
Levy sospirò abbattuta. Non aveva via di scampo. Lo conosceva bene ormai e sapeva che sarebbero potuti rimanere anche tutta la notte lì immobili fino a quando Gajeel non avrebbe sentito ciò che voleva. E poi, era probabile che avesse già intuito qualcosa.
Si grattò la guancia imbarazzata con le punte delle dita, cercando le parole migliori da dire.
-Dopo che quella volta in cui ci siamo ritrovati in una situazione simile è successo… beh, ho paura a rimanere sola. Potrebbe succedere qualsiasi cosa- sussurrò sperando tanto che lui non la sentisse e che si aprisse un’enorme voragine sotto i suoi piedi che la risucchiasse immediatamente.
-Dopo quella volta? Ti riferisci forse a Tartaros?- chiese lui portandosi le mani ai fianchi e alzando il capo, cercando di ricordare qualcosa.
-No, prima…-
-Prima? Allora parli della battaglia contro i draghi? O di Tenroujima? O contro quell’idiota di Laxus?-
Levy negò con la testa, aspettando che il mago ci arrivasse da solo.
-Il gatto ti ha per caso mangiato la lingua, shorty?! Potresti anche collaborare!- le ghignò, ma non ricevette che un semplice borbottio in risposta, così provò a concentrarsi.
-Tsk, sicuramente si tratta di qualcosa successa mentre io facevo ancora parte di Phan…- si bloccò di scatto.
Levy lo osservò con la coda dell’occhio mentre sgranava impercettibilmente gli occhi per una manciata di secondi per poi chinare il capo, rabbuiandosi.
-Phantom Lord- aggiunse lui, quasi ringhiando quelle due parole appartenenti al suo passato che stava cercando di dimenticare, con le quali non voleva più averci a che fare. Ma doveva sapere che era impossibile cancellare i propri peccati.
Lui era stato un mago di Phantom Lord, uno dei più forti, e aveva commesso tanti errori. Si era macchiato le mani col sangue di tantissime persone innocenti, ridendo e godendo del loro dolore e della loro sofferenza. E quelle macchie erano impossibili da cancellare. Le sua mani non sarebbero mai tornate pulite. I suoi peccati erano segni indelebili sul suo corpo.
Aveva fatto del male, tanto, e una delle sue vittime si trovava proprio davanti a lui. E anche lei portava ancora i segni di ciò che le aveva fatto. Aveva paura, aveva ancora paura. Nonostante fosse passato già molto tempo, nonostante fossero ormai “nakama”.
Ma non la biasimava, come avrebbe potuto? Anzi, certe volte si chiedeva come lei riuscisse ad essere così sorridente, felice e gentile con lui. Perché non gli stava alla larga? Perché non lo odiava?
L’aveva tratta malissimo. A lei come a tutti i suoi compagni. Non aveva avuto problemi a torturarla per poi appenderla a quell’albero, incidendo sulla sua pelle il marchio di quella gilda maledetta. Ma doveva aspettarselo, presto o tardi avrebbe subito le conseguenze delle sue azioni
In questo caso doveva accettare che la persona a lui più vicina, a cui teneva maggiormente (oltre Lily) lo considerava un mostro. Un mostro di cui avere paura.
Lui aveva cercato in tutti i modi di farsi accettare, soprattutto da lei, fingendo che non gliene importasse nulla, e le cose mano a mano erano migliorate. Erano arrivati a passare un intero anno insieme al concilio. Ma si era illuso. Doveva saperlo. Doveva sapere che lei non avrebbe mai potuto dimenticare quello che le aveva fatto.
Strinse forte i pugni lungo i fianchi, facendosi sbiancare le nocche. Si morse la lingua, impedendosi di urlare di rabbia contro se stesso, contro il Gajeel del passato.
Levy si decise ad alzare il capo per guardarlo meglio. Riusciva a vederla. Riusciva a vedere la rabbia che stava provando nonostante avesse il viso parzialmente nascosto dai lunghi capelli scuri.
E i suoi occhi si rattristarono. Ecco perché non voleva parlargliene . Voleva evitare quella situazione. Non voleva che lui si sentisse in colpa per qualcosa che lei gli aveva perdonato e che aveva messo da parte, cancellato. Le aveva fatto del male, si, ma lui era cambiato. E anche tanto. Glielo dimostrava ogni volta che le salvava la vita. Ogni volta che la chiamava con quei nomignoli strani. Ogni volta che le ghignava senza malizia. Anzi, forse era meglio dire “sorrideva”. Si, aveva avuto l’occasione di vedere quei suoi sorrisi, rari quanto caldi e rassicuranti, che le facevano arrossare le guance.
Gajeel aveva semplicemente fatto delle scelte sbagliate nella vita che lo avevano portato su una strada buia e deserta. Tutti sbagliavano nella vita. Ma non tutti riuscivano a voltare pagina e cambiare vita. Lui invece si, e doveva andarne fiero.
Per questo lei l’aveva perdonato. E non aveva più paura di lui. Anzi! Una sua unica parola, il semplice stargli accanto, le infondeva tanta sicurezza che nessun altro era in grado di trasmetterle.
Però, aveva paura di Alvarez. Aveva paura di Zeref. Aveva paura di quella guerra perché non era come le altre. I nemici era troppo forti e perfino il master e la Prima  non erano sicuri della vittoria di Fairy Tail.
Si riconcentrò sul mago che stava di fronte a sé. Le sfuggì un sorriso dolce e intenerito. Il fatto che lui si sentisse in colpa, non faceva che far aumentare il profondo sentimento, a cui ancora non aveva saputo dare un nome, che nutriva nei suoi confronti.
Si avvicinò a lui, alzandogli il capo con le dita, in modo che lui potesse vedere con i suoi occhi che per lei era tutto passato.
A quel tocco inaspettato, Gajeel sgranò gli occhi e trattenne il fiato per qualche secondo, imbarazzato.
-Gajeel, dimentica Phantom Lord e dimentica tutto quello che hai fatto come mago di quella gilda. Adesso sei un mago di Fairy Tail!- gli disse, sperando di consolarlo in qualche modo.
-Io… ti ho perdonato. Ma adesso tocca a te perdonare te stesso- continuò, avvicinandosi ancora di più e guardandolo negli occhi.
Rimasero qualche secondo, o forse minuto, a fissarsi, fino a quando sul volto spigoloso di Gajeel spuntò uno dei suoi ghigni.
-Ti  preoccupi per me, eh nana?- la stuzzicò, premendole la testa con la mano e scompigliandole leggermente i capelli azzurri.
Levy gonfiò le guance, indispettita, colpendo con leggeri pugni il petto del mago, non facendogli manco il solletico.
Tuttavia era felice. Era felice che Gajeel avesse capito e deciso di voltare definitivamente pagina, una volta per tutte.
-Su, andiamo!- disse d’un tratto il mago, infilando le mani in tasca e incamminandosi in una stradina di Magnolia.
Levy lo guardò confusa.
-Andiamo dove?-
-Non avevi detto che non volevi stare sola? Adesso cosa aspetti, gamberetto?- le chiese ghignando, bloccandosi e voltandosi verso di lei.
Levy spalancò gli occhi. Aveva sentito bene? Lui le aveva detto…?! Cioè, la stava invitando a…?! SUL SERIO?!
Si riscosse, sbattendo più volte le palpebre, solo quando Gajeel aveva ripreso a camminare e lo raggiunse correndo. Arrivata da lui, rallentò, camminando al suo fianco, con la testa incassata tra le spalle in  modo da nascondere le sue guance rosse e il suo sorriso felice.
 
Si guardò un ultima volta in giro.
Non era mai stata nella “tana” del grande Gajeel Redfox. E non era mai stata nel suo bagno.
Era tutto davvero semplice. C’era solo l’essenziale. Un gabinetto, una vasca e un lavandino. Sopra di esso due semplici armadietti che “si erano aperti per caso”. Contenevano un paio di asciugamani, uno spazzolino, il dentifricio e un dopobarba. Scacciò dalla testa l’idea di prendere la bottiglietta e annusarla. Non era una pazza maniaca!
Però quella casa…  aveva dei continui brividi lungo la schiena e non riusciva a smettere di sorridere e le sue guance non volevano tornare del loro colore normale.
Oh santo cielo, sembrava una ragazzina!
-Ehi nana! Sei ancora là dentro o sei caduta nel gabinetto?!-
Saltò in aria, sentendo la sua voce roca, facendo cadere la bottiglietta di deodorante. Si portò le mani al viso, sperando che non si fosse spaccata.
-Ehi, che stai combinando?!- la voce di Gajeel si era fatta più vicina. Sicuramente era dietro la porta del bagno.
-N-niente!- rispose Levy troppo in fretta e con un tono davvero troppo alto.
Dopo qualche secondo uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle e ridendo nervosamente. Per fortuna non aveva rotto niente, ma si era davvero spaventata.
Ma si dimenticò subito del dopobarba e della brutta figura appena fatta non appena sentì lo sguardo penetrante del ragazzo su di sé.
Arrossì leggermente, vedendo Gajeel con gli occhi leggermente spalancati e la bocca semiaperta, mentre la squadrava da i suoi piedi nudi fino ai suoi capelli disordinati privi di fascetta.
Si maledì mentalmente per aver messo nello zaino quel pigiama.
In realtà consisteva in dei semplici pantaloncini arancioni e una canottiera dello stesso colore. Però…aveva tutte le gambe scoperte come le braccia. Per non parlare della scollatura sul petto.
Ammetteva che non le dispiaceva la reazione di Gajeel, anzi! Però…si sentiva al disagio.
-Smettila di fissarmi in quel modo!- lo rimproverò, incrociando le braccia al petto e sbattendo i piedi per terra.
-Oh non lamentarti. Tanto lo so che ti piace- ghignò lui, facendola arrossire ancora di più.
Levy stava per ribattere, anche se non sapeva bene come, ma Gajeel la interruppe.
-Shorty, sappi che ho solo un letto- l’avvisò mentre si toglieva le scarpe, lasciandole in giro per casa. Levy le guardò un po’ con disappunto, ma poi scosse la testa. Non poteva dire niente, in fondo lei era un “ospite”.
-Beh, se tu la smettessi di guardarmi in quel modo una volta per tutte non ci sarebbero problemi- disse lei.
Ok, non ci aveva pensato. Avrebbe dovuto farlo, ma era troppo felice dell’invito a sorpresa per pensare a quel piccolissimo dettaglio.
Si sedette sul bordo del letto. Gajeel era seduto dalla parte opposta, si davano la schiena.
Il cuore aveva iniziato a batterle freneticamente e lei aveva cercato di calmarsi respirando profondamente facendo il minimo rumore possibile.
Oh, che diamine! Perché si faceva tutti quei problemi?!
In fondo, avevano già dormito insieme. Cioè, non proprio insieme. Ma era capitato che durante l’anno trascorso al concilio passassero la notte nella stessa stanza.
Però non avevano mai condiviso il letto.
-Non ti salto mica addosso mentre dormi, nana. Su, muoviti-
Girò leggermente il viso, guardandolo da sopra la spalla e arrossendo immediatamente.
Gajeel si era sdraiato comodamente sul materasso, le braccia piegate sotto la testa, mentre la coperta gli copriva dalla vita in giù, lasciando poi scoperto il busto nudo. Per terra, ai piedi del letto, era ben visibile la maglietta che fino a qualche secondo prima il Dragon Slayers stava indossando.
Levy fece un altro respiro profondo e si distese sul letto, a debita distanza dal mago e coprendosi fino al mento con la coperta, facendo scappare un ghigno divertito al ragazzo.
Spenta la luce, nella casa calò il silenzio totale. Non perché entrambi si fossero addormentati, ma perché erano entrambi imbarazzati, non sapevano cosa dire.
Gajeel la guardava con la coda dell’occhio, nonostante la luce della luna permettesse di vedere davvero poco. Le dava le spalle, quindi non riusciva a vederla in viso. Non stava dormendo, lo capiva dai suoi respiri veloci. Troppo veloci. Forse…aveva paura?
-Mi dispiace-
Levy spalancò i grandi occhioni nel buio. Aveva sentito bene? Gajeel si stava scusando? Con lei? E per cosa poi.
Si girò di 180° sul posto, guardando il suo viso, appoggiato alle braccia, voltato verso la parete opposta.
Stava per parlare, ma la bloccò, spiazzandola di nuovo.
-Mi dispiace per quello che ti ho fatto-
Levy lo guardò con gli occhi lucidi. Possibile che pensasse ancora a quel fatto?
-Non devi, Gajeel- sussurrò, come spaventata da spezzare un qualche incantesimo con solo la voce.
-Non te l’ho mi detto. Ti ho fatto del male-
Levy avrebbe voluto aggiungere che il male che le aveva fatto non era minimamente paragonabile al bene che invece le ha fatto da quando si era unito a Fairy Tail. Ma il solo pensiero la fece arrossire fino alle punte delle orecchie. Si morse l’interno della guancia, cercando parole più “appropriate”.
-Gajeel, io ti ho già perdonato quando mi hai difesa dalla furia di Laxus-
-Ma…-
Il Dragon Slayer si ammutolì immediatamente non appena sentì le braccia e le piccole mani della maga sul  suo torace e il piccolo corpo attaccato al proprio.
Girò di scatto la testa, vedendo il capo azzurrino appoggiato al suo petto mentre le labbra si Levy si aprivano in un tenerissimo sorriso.
-L’unica cosa che devi fare è promettermi che domani andrà tutto bene-
Un piccolo ghigno, simile a un sorriso, increspò le labbra del mago, che accerchiò con un braccio le spalle nude della maga, stringendola maggiormente a sé. Affondò il viso nei suoi capelli arruffati, inspirando i dolce profumo di carta e di libri antichi.
-Farò del mio meglio- le sussurrò all’orecchio, facendola arrossire.
Purtroppo non poteva prometterglielo. Non conosceva i suoi nemici, la loro forza. Ma sapeva che il loro capo era Zeref, dunque non sarebbe stato poi così semplice. Non voleva illuderla e prometterle qualcosa che, c’era una possibilità, non potesse mantenere.
Ma si sarebbe impegnato, avrebbe fatto del suo meglio durane la battaglia, cercando di sconfiggere ogni nemico gli si parasse davanti. E soprattutto, avrebbe fatto in modo che a lei non sarebbe successo assolutamente niente. Questa volta, l’avrebbe difesa. Anche a costo della vita.
E poi, doveva ricambiare il suo favore di Tartaros.
E così, stretti l’uno al’altra, i respiri di Levy si facevano si facevano sempre più pesanti, fino a quando Morfeo l’accolse finalmente tra le sue braccia. Gajeel la stringeva forte, mentre guardava fuori dalla finestra, preoccupato come mai lo fu. Aveva un brutto presentimento…
Intanto, un gatto nero di nostra conoscenza, con una cicatrice sull’occhio sinistro, si accomodava su una cassa proprio fuori dalla porta della piccola casa di periferia, con le zampe incrociate. Non si aspettava visite, ma non gli dispiacque per niente. Anche se, non volendo disturbare, fu costretto a passare la notte lì fuori.
 
ANGOLO AUTRICE
Allora, come avrete capito questa fiction è completamente ispirata al capitolo 453 (capitolo che ho AMATO). Sono partita da frasi che dicono i personaggi nell capitolo per poi sbizzarrirmi con le mie fantasie (chiedo scusa master Mashi). Ho in mente questa fic da quando è uscito il capitolo, quindi da un po' di settimane. Ma tra scuola, influenza e impegni vari non riuscivo mai a finirla e pubblicarla. Ma eccomi, finalmente! La mia più grande preoccupazione è di aver reso i personaggi troppo OOC e il tutto troppo..tragico (?) Boo, è per questo che vorrei sentire le vostre opinioni. Comunque io penso che al posto loro me la sarei fatta addosso, quindi magari qualche lacrimuccia o frase disperata ci sta, no? Vabbe, ho anche detto troppo. Concludo dicendo che tengo molto a questa storia, nata come una Gruvia, con successiva aggiunta di Gale, per poi dar spazio anche alla Nalu e la Gerza (prima volta che scrivo su questa due coppie) e spero piaccia anche a voi e che mi lasciate qualche recensione. O magari sprechiate un po' de vostro tempo anche solo per leggerla.
Grazie tante, ciao ciao!

 
  
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