19/10/2015
2 recensioniStrawberry.
Cielo argenteo quel giorno, l’odore d’acqua punzecchiava piacevolmente le narici del giovane mago che scrutava con attenzione la superficie del lago.
Era sicuro che di lì a poco sarebbe arrivata, poteva percepire la sua presenza, era convinto che dal giorno in cui le loro labbra si unirono per la prima volta molto tempo prima, fra loro si era creato un legame indissolubile che sarebbe durato per sempre.
Salii su una vecchia barchetta di legno che si era arenata chissà quanto tempo prima sulla riva nascosta dalla vegetazione che si appoggiava sull’acqua, facendola muovere lentamente verso il centro del lago con un incantesimo.
Dopo parecchi minuti gli occhi del mago iniziavano a bruciare talmente era ansioso di vederla, voleva notare anche il benchè minimo particolare, ogni pesce che nuotava a pelo dell’acqua, ogni foglia che si appoggiava, ogni goccia di pioggia che piano piano iniziava a cadere.
Chiuse gli occhi stanco perdendo quasi la speranza appoggiando i gomiti sulle ginocchia con le mani fra i corti capelli corvini. Quando un forte rumore lo riscosse.
Poco distante da lui spuntò una grande spada lucente con dettagli d’orati, la spada forgiata nel fuoco di un drago.
Merlino sorrise radioso facendo avvicinare la barca al punto dove si innalzava imponente l’arma, non appena guardò sull’acqua vide la druida uscirne con indosso il vestito viola che lui le procurò con tanto amore e fatica, una treccia che le ricadeva lungo la spalla sinistra legata con nastri neri.
Il mago recuperò la spada dalla druida senza staccare un’attimo gli occhi da lei, era bellissima nonostante fosse completamente bagnata.
“Freya”
“Sono qui Merlino”
La ragazza allungò una mano per accarezzare la guancia del suo amato, avvicinandosi al bordo della barca.
Merlino la afferò delicatamente come se fosse fatta di porcellana cominciando a baciarne le piccole e affusolate dita, prendendosi il tempo di imprimersi nel cervello quel profumo che tanto le era mancato, fragole e lillà.
“Freya...”
Continuava a ripetere all’infinito con gli occhi chiusi mentre sentiva le lacrime che premevano prepotenti per uscire fuori.
Freya si avvicinò ancora di più afferrando con entrambe le mani il viso di lui facendolo chinare verso di lei.
Si guardarono intesamente negli occhi e in un’attimo tutto il mondo sparì.
Oh Freya, mia Freya.
Grazie per questo dono.
Le tue labbra sono la fine di questo mondo per me.
Sento una lacrima scendermi lungo la guancia
andandosi a mischiare alle goccie d’acqua sulla tua mano.
Vorrei stapparti da questo lago a cui sei unita e portarti via con me.
Ma sappiamo entrambi che non è possibile.
Non resisto e anche io appoggio le mie mani sulle tue guance, anche tu piangi.
Mia piccola Freya.
Mi faccio coraggio e approfondisco questo nostro peccaminoso incontro con la lingua
assaporando il dolce sapore della tua morbida bocca bagnata.
Sono come vittima di un tuo incantesimo dal quale non voglio rimedio.
Vorrei poter rimanere così per sempre.
Quando senza neanche accorgermente tu non ci sei più.
Merlino rimase a fissare quel punto del lago per lungo tempo con lo sguardo perso nel vuoto come vano tentativo di cacciare via il suo dolore.
Si diresse nuovamente verso la riva scendendo dalla barca portando con se la spada.
Un’attimo prima di andarsene fece comparire dal suo palmo della mano una piccola fragola rossa come una rosa per poi gettarla in acqua versando un’ultima lacrima.
per scrivere questa storia mi sono ispirata a questa dolcissima fan art: http://img00.deviantart.net/dd1c/i/2012/335/7/d/lady_of_the_lake_by_artydesk-d5mq085.jpg