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Autore: Broken    20/10/2015    0 recensioni
[Apocalypse GDR]
Vide Ariadne avvicinarsi, per davvero questa volta, e restò immobile ad osservare ogni suo gesto, ogni sua espressione, ogni suo sguardo. La guardò con fare interrogativo, mentre ella, delicatamente, gli scostava i capelli dal viso e prendeva a carezzargli la guancia, sentendo la barba di lui solleticarle la pelle.

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One shot su una delle mie coppie nell'Apocalypse Rpg, sempre sia lodato!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze!
Personaggi OC dell'Apocalypse Rpg.
Nonostante la fic sia dedicata ad un amato angolo del nostro quadrato (?),
spero piaccia a chiunque legga anche solo per caso :3



 
E così, erano tornati in quel parco, quello della prima uscita –quando ancora non sapevano di piacersi-, quello del primo gelato insieme, quello del primo bacio (rubato). Le loro labbra non si erano mai più sfiorate dopo allora, poiché chiari erano i patti: dimenticare e ricominciare da capo, come due normali persone che si piacciono e cercano di conoscersi. Ma nessuno di loro due era normale, non avevano bisogno di conoscersi, poiché sapevano già tutto l’uno dell’altra. Gli bastava guardarsi negli occhi per capirsi, restare in silenzio per confessarsi qualsiasi tipo di emozione, sfiorarsi per alleviare le sofferenze reciproche. Perché, sebbene Alan ed Ariadne non si fossero più baciati dopo quel pomeriggio, le loro mani non avevano fatto altro che toccarsi, incrociarsi, accarezzarsi, come se entrambi fossero tornati ad avere cinque anni. Ogni tanto, le labbra del ragazzo, contornate da quella ispida barba che a lei piacevano tanto, tentavano goffamente di posarsi su quelle guance puntellate di efelidi ed Ariadne lo lasciava fare, quasi incapace di sottrarsi a quel leggero e delicato contatto. Alan non era mai più stato troppo impulsivo con lei, al contrario, le aveva mostrato un rispetto che non credeva possibile. Non era mai stato particolarmente gentile con le ragazze che aveva frequentato, ma con lei era tutto un altro mondo; con lei, era come se non potesse comportarsi in altro modo, tanta era l’ammirazione che provava verso quella ragazza. Più il tempo passava, più Alan comprendeva che ella non fosse solo bella, ma che possedesse anche qualcosa che a lui mancava –non avrebbe saputo dire cosa, ma sapeva che era qualcosa di cui aveva un bisogno quasi vitale. Avevano cominciato a sedersi vicini a lezione, scambiandosi sguardi furtivi tra una parola e l’altra dell’insegnante; pranzavano spesso assieme, sempre l’uno di fronte all’altra, così che potessero guardarsi negli occhi –la paura di incrociare gli sguardi ormai dimenticata da tempo-; trascorrevano il tempo assieme nella sala comune, seduti sull’ampio divano in pelle bianca, ma sempre estremamente vicini fino a sfiorarsi. Divenivano sempre di più l’uno la ragion d’essere dell’altro. Ariadne non aveva mai provato niente del genere prima, che fosse amore od una semplice cotta non era importante, non finché la faceva sorridere per tutto il giorno. Non si era mai addormentata serena come da quando conosceva Alan, né forse aveva mai avuto la testa così oltre le nuvole come quando stava con lui. Ed il ragazzo, da canto suo, scopriva cosa volesse dire interessarsi ad una ragazza per la prima volta nella sua vita. Non gli importava se non aveva ancora potuto baciarla come la prima volta –nonostante il sapore di lei fosse ancora impresso sulle sue labbra-, non gli importava di non poterla toccare avidamente come aveva fatto con i corpi di altre, ragazze o donne che fossero, poiché era certo che, quando lei gli avrebbe concesso tale privilegio, nessuna carnalità lo avrebbe attraversato. I suoi tocchi non sarebbero stati decisi e sicuri, ma premurosi e tentennanti, nel tentativo di rendere tutto speciale per entrambi. Poiché lo sapeva, Alan, sentiva con tutto se stesso che sarebbe stato lui la prima volta di Ariadne, lo desiderava ed avrebbe dato tutto se stesso per non lasciare l’acerbo corpo di lei nelle mani di qualcun altro, mani che mai l’avrebbero toccata come faceva lui, persino adesso, su quel prato, mentre le sue dita callose ricercavano quelle incredibilmente morbide di lei. Erano stesi sull’erba, uno affianco all’altra, col naso apparentemente rivolto verso il cielo, sebbene fossero numerose le volte in cui si erano voltati a guardarsi. La gonna di Ariadne lasciava leggermente scoperte le sue cosce dall’epidermide estremamente chiara, ed i capelli ramati erano sparsi sul prato, baciati dal sole, creando giochi di luce che facevano impazzire Alan. Un giorno, si ripromise, sarebbe affondato il quei capelli, l’avrebbe stretta tanto forte a sé da impregnarsi di quel meraviglioso profumo di fragola che avvertiva ogni volta che lei gli era accanto. Strinse maggiormente le dita attorno a quelle di lei, sollevando le loro mani per osservare meglio come sembrassero create esattamente l’una per l’altra. Con l’indice della mano libera, prese a carezzarle la pelle delicata, notando come quelle efelidi che le contornavano il viso fossero sparse un po’ anche sul dorso della mano, sul polso, sul braccio, sulla spalla..
Non si era neppure accorto di essersi sdraiato su un fianco, troppo inebriato dalla sensazione che gli dava la sua pelle sotto i polpastrelli. Lasciò andare la sua piccola mano ed  usò il braccio per fare leva e sollevarsi a guardarla. La osservò per qualche istante, senza dire niente, ma continuando a sorridere. Ariadne sostenne quello sguardo per un po’, fino a che l’imbarazzo cominciò a farsi strada in lei, presentandosi sotto forma di rossore sulle guance. Si mise a sedere anche lei, avvicinandosi appena al corpo di Alan che pareva volesse creare un piccolo spazio, appositamente per quella ragazza. Si portò le ginocchia al petto, tentando tuttavia di non accogliere quel tacito invito ad avvicinarsi ancora di più a lui. Alan parve accorgersi di quella reticenza, poiché immediatamente cambiò posizione, distendendo le gambe e gettandosi all’indietro su entrambi i palmi.
-Volevo solo abbracciarti, non intendevo metterti a disagio..-
Ariadne voltò il capo a guardarlo, notando come quel solito riccio gli fosse finito nuovamente sugli occhi azzurri.
-Non sono a disagio, Alan, è che non volevo abbracciarti..-
L’espressione sul volto del ragazzo tradì tutto il dolore che aveva provato nell’udire quell’affermazione. Non credeva di poter fraintendere tanto le sue intenzioni, insomma, non così tanto. Gli era parso davvero che lei volesse avvicinarsi a lui, ma doveva essersi sbagliato; per fortuna non aveva tentato gesti azzardati, come la prima volta, altrimenti sarebbero finiti a discutere ancora in un’aula dell’accademia. Anch’egli alzò le ginocchia, cingendole con le proprie mani, quasi volesse chiudersi in quel dannato guscio in cui troppe volte Ariadne lo aveva visto. Non aveva il coraggio di dirle niente, e avrebbe continuato a stare in silenzio se solo non avesse avvertito quella stretta gentile sul suo braccio. Vide Ariadne avvicinarsi, per davvero questa volta, e restò immobile ad osservare ogni suo gesto, ogni sua espressione, ogni suo sguardo. La guardò con fare interrogativo, mentre ella, delicatamente, gli scostava i capelli dal viso e prendeva a carezzargli la guancia, sentendo la barba di lui solleticarle la pelle.
-Sai, non c’è nessuna coccinella questa volta..-
Alan non capì cosa ella intendesse, e non gli interessò neppure riflettere sul significato di quelle parole, poiché ella, inaspettatamente, lo attrasse a sé, posando le sue labbra carnose sulle sue. Rimase talmente pietrificato, davanti a quel gesto, che non ebbe neppure la forza di ricambiare. Ariadne si staccò, guardandolo con sguardo colpevole e mortificato, poiché egli non aveva mostrato alcun interesse verso qualcosa che a lei era costata un’enorme fatica.
-Io non..era tanto brutto?-
Chiese ingenuamente, quasi sull’orlo delle lacrime, fino a che la mano possente di Alan non andò a stringersi forte contro il suo fianco, costringendola di nuovo con la schiena a terra. La guardò, serio come non era mai stato.
-Era talmente bello che non mi sentivo degno di ricambiare..però possiamo riprovare, se ti va-
Gli bastò il sorriso divertito di Ariadne per convincersi a calarsi su di lei, per ricercare ancora quel dolce sapore di pesca. Solo adesso che le loro lingue giocavano l’una con l’altra e le braccia della ragazza gli circondavano il collo, capì cosa intendesse con la storia della coccinella.

N.d.a.
L'Apocalypse Rpg è un gioco di ruolo sulla mitologia greca su piattaforma forumfree. I personaggi in questione, Alan ed Ariadne, sono rispettivamente un discendente di Orione ed una semidea figlia di Athena :3
 
  
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