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Autore: Isuzu    21/10/2015    2 recensioni
La vita di Alyssa, ragazza pigra e svogliata, viene completamente stravolta.
Assieme al fratello Chord e all'amica Nora, si vedrà costretta a partire per un’avventura imprevista che la porterà a scoprire i grandi misteri di Paradox, una misteriosa entità che pare voglia creare un’essenza in grado di donare vita eterna e pieni poteri a chiunque la beva e Paradox non sembra affatto armato di buone intenzioni.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia cadeva leggera, incupendo dolcemente quella giornata autunnale. Dalla sua finestra, Alyssa vedeva le grandi distese verdi che circondavano Valiam, la sua città.
Abitare in quella zona era sia un vantaggio che uno svantaggio: si evitavano la calca e i rumori del mercato, ma si era anche esposti maggiormente ai piccoli furti, ma fortunatamente negli ultimi tempi la situazione era molto tranquilla.
Valiam era una piccola città pacifica, nella quale non era mai avvenuto nulla di particolare. Si trovava a nord-est della capitale del regno di Thorkir, Kooles. La sua economia era basata principalmente sul commercio e sull’agricoltura, visto che era una zona particolarmente fertile.
La sua peculiarità era però dovuta alla presenza di Bhuns, il druido: era un vecchio saggio, molto conosciuto in tutto il regno per le sue ricerche sull’utilizzo di erbe medicinali, in particolare i suoi studi si focalizzavano sui benefici del Fungo dal Cappuccio Blu e delle radici di Bardana in combinazione con il latte di Papavero. Grazie a lui, si erano trovate le cure per numerose malattie; ormai però era troppo vecchio per portare avanti i suoi progetti, così si era ritirato a vita privata in una piccola magione su una collinetta appena fuori Valiam.
Alyssa era diventata l’aiutante del druido, svolgeva per lui piccoli lavori e andava a recuperare le varie erbe che le richiedeva. All’inizio si era proposta perché credeva che sarebbe stato semplice come impiego e si era infatti stupita di esser la sola ad aver fatto domanda; si sbagliava ovviamente: aveva dovuto studiare molto per capire che cosa l’uomo le chiedesse di recuperare, o addirittura anche di fare. Alyssa, inoltre, era pigra di natura e il doversi alzare all’alba per occuparsi della magione di Bhuns era molto stancante e ancora non si capacitava del fatto che non avesse assunto nessuno, lei era la sola che l’anziano voleva attorno.
“Probabilmente vuole qualcuno che lavori per lui… gratis! Sono sempre la solita ingenua” pensò sconsolata stringendosi maggiormente nell’enorme coperta rossa che l’avvolgeva.
Sapeva che era la sua pigrizia a farla parlare, ma anche il druido non aveva di certo un carattere facile, era duro e spesso la rimproverava, ma grazie a lui aveva imparato molte cose importanti come la preparazione di numerose pozioni e di rimedi curativi.
La pioggia continuava a cadere ed Alyssa sospirò.
Non poteva rimanere oltre a poltrire. Il druido, il giorno precedente, le aveva chiesto diversi ingredienti e lei si era attardata fino a quella mattina, da sola non ce l’avrebbe mai fatta: doveva trovare una soluzione.
L’uomo le aveva detto di presentarsi verso mezzogiorno da lui e di portare assolutamente tutto, non voleva di certo deluderlo, inoltre non ci teneva a sentirlo borbottare tutto il tempo su “Alyssa miss pigrizia”.
Si lasciò, a malincuore, scivolare la coperta di dosso e cominciò a cambiarsi indossando abiti consoni al lavoro che si apprestava a fare: un paio di pantaloni scuri e una casacca a maniche lunghe di un tessuto abbastanza leggero, avrebbe portato dietro il suo mantello per proteggersi dalle avversità del clima che comunque sarebbe andato a scaldarsi sempre più.
Si guardò velocemente allo specchio, con il solo intento di legarsi i capelli castano chiaro e di controllare di essere appena presentabile, giusto per non far fuggire via le persone a gambe levate. Non era mai stata vanitosa come la sua grande amica Nora, forse era sempre troppo persa nel suo mondo per esserlo, per lei era già faticoso farsi una coda, figurarsi fare qualcosa di più.
Alyssa aveva circa vent’anni, era nel fiore dell’età eppure sembrava sempre svogliata nel far qualsiasi cosa. I suoi grandi occhi chiari avevano sempre un’aria leggermente assonnata.
Scosse la testa e indossò gli stivale, per poi scendere le scale per raggiungere la cucina.
Seduto a tavola, trovò Chord, suo fratello, intento a sfogliare un grosso manuale di legge. La loro famiglia non era particolarmente abbiente, quindi il ragazzo avrebbe dovuto affrontare un esame di ammissione per poter entrare nell’Accademia degli Alti della capitale. Ad Alyssa si stringeva il cuore pensando che suo fratello avrebbe presto lasciato casa, per tornare solo saltuariamente.
Sapeva che certamente Chord sarebbe stato ammesso, visto che era molto intelligente, diligente e soprattutto aveva sempre avuto un altro senso dell’onore.
- Alyssa, buongiorno! Mamma e papà sono già usciti per il lavoro. – la informò senza staccare lo sguardo dal libro, troppo preso dal suo studio.
Corinna, la madre, aveva un piccolo negozio di sartoria, mentre Andreas, il padre, si occupava della contabilità di un noto mercante della zona e tornava a casa solamente nei giorni festivi.
-Mangio qualcosa e vado anche io…- sospirò la giovane, mentre si stava preparando svogliatamente la colazione: una fetta di burro e miele e una bella mela matura tagliata a pezzetti, accompagnando il tutto con un buon tè caldo alle erbe.
Cominciò a mangiare in silenzio, fissando con insistenza il fratello che, sentendosi osservato, sollevò, quasi timoroso, lo sguardo, incontrando così gli occhi della sorella.
Chord era davvero un ragazzo dai capelli biondi, posato nei modi e nelle parole. Aveva i lineamenti delicati, a differenza di quelli di Alyssa che erano più marcati; si capiva però che i due erano fratello e sorella: avevano la stessa bocca carnosa e il medesimo sguardo.
Come al solito aveva legato i capelli in un codino, in modo che non gli fossero d’impiccio mentre studiava.
-Cosa vuoi, Alyssa? – chiese titubante.
-Verresti con me? – domandò la ragazza, unendo poi le mani in un gesto di supplica. – Sono molto indietro con la raccolta, Bhuns si arrabbierà tantissimo e non voglio deluderlo…
-Ma io devo studiare!
-Oh, andiamo! Sai già tutto, se avessi io metà della tua memoria e della tua voglia di lavorare… sarei a posto per la vita.
Il fratello sospirò, quasi esasperato: era già capitato in passato che Alyssa si trovasse con l’acqua alla gola per via della raccolta e nonostante tutti i rimproveri ricevuti, era migliorata davvero poco. Chord sapeva che Alyssa non lo faceva apposta, per questo non riusciva ad arrabbiarsi con lei. Inoltre sotto sotto, adorava aiutare la sua adorata sorellina.
-L’esame è tra dieci giorni e tra cinque parto…- le disse cercando di farle capire che non era proprio il caso di chiedere a lui, ma il suo tono non era affatto deciso, in fin dei conti quella poteva benissimo essere l’ultima occasione di passare del tempo assieme.
La ragazza vide lo sguardo del fratello e sorrise grata, mostrandogli poi la lista.
Chord sobbalzò.
-Sono tantissimi! E non hai ancora cominciato? Penso che non avresti finito neppure se avessi iniziato ieri. Come pensi che possiamo farcela in due? In… meno di cinque ore? – chiese perplesso Chord.
-Nora mi aiuterà di sicuro, è sempre contenta di darmi una mano…
-Nora ha una gran pazienza con te, questa è la verità. – concluse chiudendo il libro e alzandosi per andare a prepararsi. –Dammi cinque minuti, poi andiamo.
 
I due fratelli, coperti di tutto punto e armati di cesti, andarono nella via accanto dove viveva la loro amica.
Nora era una vivace e spigliata ragazza coetanea di Alyssa.
La trovarono proprio davanti al portone di casa sua; era riconoscibile anche da lontano: la carnagione lattea, i lunghi capelli scuri e i vestiti sgargianti erano questi i suoi segni distintivi. Era impossibile non notarla mentre indossava un semplice abito giallo canarino con una spessa fascia nera.
-Ragazzi! – disse sorpresa, sbattendo i suoi profondi occhi scuri. –Cosa fate qua?
Chord le sorrise e semplicemente indicò la sorella.
-Indovina chi ha bisogno di una mano? – chiese vago facendo alzare gli occhi al cielo alla ragazza, ma al tempo stesso sorrise. Adorava aiutare Alyssa nella raccolta. Le piaceva stare in mezzo alla natura e trarre ispirazione per i suoi dipinti, inoltre le due ragazze erano ottime amiche.
-Sei la solita pigrona! – affermò divertita. – Voglia di lavorare zero, eh? Devi fare più attenzione.
Alyssa sospirò abbassando lo sguardo con fare colpevole.
-Lo so, ma ieri ero stanca e le erbe sono tante da prendere… vi prometto che è l’ultima volta che vi costringo a fare qualcosa di simile…
Chord mise una mano sulla spalla della sorella.
-Lo diciamo per te, Aly…  Dai non pensarci. Per questa volta ti aiutiamo. Ora… Nora vatti a cambiare, non puoi certo venire con quel coso… in giro. – le disse Chord con un sorriso.
In tutta risposta, Nora alzò gli occhi al cielo e rientrò in casa borbottando qualcosa a proposito degli uomini, del fatto che Alyssa non si vestisse mai come una signorina e anche sui gatti.

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Angolo autrice
Spero che questo primo capitolo introduttivo vi sia piaciuto. I prossimi saranno decisamente più lunghi.
Alla prossima!

 
  
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