Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: linpa88    21/10/2015    2 recensioni
Mary è una ragazzina dispotica e decisamente poco femminile con un caratterino autoritario, Gabriel invece è il bello di turno che tutte vorrebbero avere per la vita ma a lui una notte basta e avanza. Sembrerebbe la solita storia piena di cliché se non fosse che con Mary non esistono cliché; riuscirà Gabriel a conquistarla?
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ci posso credere, sono tornata dopo quanti anni? Ebbene sì sono ancora qui a scrivere ma questa volta metto da aprte Harry Potter per presentarvi una mia storia originale basata su una delle mie ship migliori ultimamente. Troverete un sacco di errori, ma questa storia è stata scritta di getto e ho deciso di mantenere volutamente gli errori perché così come mi veniva l'ho scritta, è genuina quindi i grammar-nazi non me ne vogliano. Love -Amy-


Tre erano le cose che si potevano dire con certezza di Mary: La prima era che lei stessa si definiva una ragazza un po’ particolare, la seconda era che tutto il resto delle persone che a scuola avevano avuto a che fare con lei almeno una volta, la giudicavano un po’ inquietante e la terza era che chi la conosceva bene, la definiva come una persona tranquilla e pacata, almeno che non venisse provocata. E lì poi erano cazzi.

Bionda, occhi verdi, aria tenebrosa e modi da fare spicci, Mary era davvero un bel tipetto, di certo non la solita quindicenne presa a pensare solo ai trucchi, ai ragazzi e alla moda, ma più una ragazzina anticonformista e strafottente, sempre pronta a dire la sua, tanto per dimostrare che fosse una che valeva e che non ci teneva a venir messa in ombra dalle altre persone che la vedevano ancora come una bambina. Il motivo per cui la maggior parte dei ragazzi la definivano inquietante e strana, era primariamente per il modo in cui andava vestita, non si poteva dire che avesse un abbigliamento tipicamente da “dark”, semplicemente il suo campionario di colori non andava oltre il blu scuro o al massimo un celeste, ma doveva essere proprio di buon umore per indossare un colore così chiaro; inoltre jeans, felpe, tute e t-shirt non erano propriamente definiti abiti femminili ma lei li preferiva alle gonne e agli accessori sacrificando, volentieri, la moda per la praticità. Oltretutto quelle rare volte in cui Mary apriva la bocca, di certo non ne uscivano delle rose, non che fosse eccessivamente sboccata e non che tenesse sempre la bocca aperta, semplicemente succedeva che se per sbaglio la si urtava, lei si faceva sentire senza alcun problema. Il corollario di stranezze poi era anche più infinito, conosceva a memoria ogni battuta del film Frankenstein Jr e nonostante questo, riusciva a trovarlo lo stesso divertente ogni volta che lo vedeva e non mancava di estrapolare qualche citazione qualora se ne presentasse l’occasione; non faceva mistero del suo amore per la musica rock e metal e per i film, horror o splatter che fossero, l’importante era che venissero versati litri di sangue il resto era irrilevante.
Dal canto suo, Mary, riteneva che la normalità fosse un concetto troppo sopravvalutato. Il mondo e la percezione che si poteva avere di esso e delle persone, era tutto un fattore soggettivo: in sostanza, ciò che alcuni definivano strano, per altri poteva essere la normalità e viceversa e su questo principio Mary aveva basato tutta la sua vita. Totalmente disinteressata dal parere che le altre persone avevano di lei, a scuola e fuori, si era sempre concentrata su ciò che voleva e su come ottenerlo ma non per egocentrismo, semplicemente si riteneva libera di dire, fare e pensare ciò che voleva e se agli altri questo non stava bene, non erano problemi suoi; non le interessava se con le sue parole o con i suoi modi di fare si attirasse delle antipatie, lei faceva sempre quello che le diceva la testa e spesso le antipatie erano anche ricambiate. Non tollerava la maggior parte delle persone in quella scuola perché li vedeva come persone prive di senso, di tanto in tanto capitava qualcuno con cui fare amicizia, ma per il resto quel posto ospitava le classiche categorie di studenti tipiche di ogni liceo: bulli, secchioni, sportivi, minoranze etniche, coloro che vivevano solo per le attività extracurricolari e chi più ne ha più ne metta. Mary passava la maggior parte del tempo a guardarli tutti nelle loro patetiche vite, esprimendo raramente un commento a riguardo, perché non era mai stata una persona di molte parole; frequentava le lezioni e allontanava qualsiasi attività extra come la peste. Questo suo modo di fare, le permetteva di tenere a distanza persone felici e spensierate, bulli, affiliati a qualsiasi dottrina religiosa e idealistica e in generale tutti coloro che mal tolleravano il suo carattere lugubre e dispotico, e di selezionarsi una piccola schiera di fidati amici con cui sopravvivere insieme, agli anni terribili del liceo. Quando era “costretta”, si divertiva a disgustare le ragazzine della sua età descrivendo loro, con meticolosa cura, i particolari più ributtanti nelle scene di trapianti, orrende mutilazioni e amputazioni, abbondando sempre sulla quantità di sangue che fuoriusciva dalle vene e dalle arterie dei corpi che sgozzava personalmente. Se le malcapitate provavano a dubitare della veridicità delle sue parole, prontamente tirava fuori dallo zaino uno dei suoi libri preferiti che comprendeva migliaia di foto sugli interventi chirurgici non riusciti, da cui altrettanto prontamente tirava fuori foto di lei vicina a manichini ben attrezzati da sembrare cadaveri veri e propri, debitamente dissezionati dalla testa ai piedi. Gli sventurati, il più delle volte, correvano quanto più lontano possibile da lei e contribuivano ad aumentare le malelingue sul suo conto, che la vedevano invischiata alla ricerca di fantomatici cadaveri in girò per la città la notte di Halloween o le accreditavano il possesso di un bisturi con cui dissezionava personalmente i cadaveri con cui poi si faceva delle foto che mostrava tutta piena di orgoglio. Mary non lo faceva per diletto, non le andava di essere definita una bulla che tormentava gli altri ma, ovviamente, se le davano fastidio, aveva appreso che questo era il metodo migliore per togliersi le persone dalle scatole. Questa sua macabra passione era tutta colpa di Alex.
 
Alex era l’unica ragazza che Mary non era riuscita a far scappare via, perché era ben noto a molti, che era tanto strana quanto lei. L’aveva conosciuta dieci anni prima quando ancora aveva i capelli biondo cenere e con la sua famiglia si era trasferita nella casa di fronte a lei; la prima volta che la vide, Alex sfidò Mary a pronunciare per tre volte il nome di Maria la Sanguinaria davanti ad uno specchio: la legenda voleva che se il suo nome venisse pronunciato per tre volte in una determinata ora della notte, riflesso in uno specchio sarebbe apparso un fantasma che avrebbe strappato gli occhi all’evocatore; per nulla disturbata dal suo racconto, Mary chiese ad Alex di fare un tentativo quella stessa notte e da lì, tra loro, crebbe un forte legame. Qualche anno più tardi, Alex regalò a Mary una delle tante edizioni del Frankenstein di Mary Shelley, i genitori non ne furono molto contenti e tentarono di impedirle di leggere quel libro non propriamente adatto a una bambina; Mary, dal canto suo, non ammetteva che qualcosa potesse spaventarla o farla inorridire e sgattaiolava segretamente la notte per leggersi qualche pagina di quel libro “proibito”. Più che rimanere affascinata dagli esperimenti condotti dal dottor Viktor Frankenstein, Mary rimase colpita dalla parte anatomica della storia; dissezione e assembramento delle parti di cadavere divennero un argomento fondamentale delle sue future ricerche, con santa pace di Alex che cominciò ad assecondare le passioni della sua nuova amica, spesso fomentandole.
 
Adesso che gli anni erano passati, e Alex sfoggiava con orgoglio i suoi capelli neri con riflessi viola in pieno contrasto con la carnagione chiara, si ritrovavano ancora insieme, a ridere delle proprie battute macabre o a dividersi un hamburger nella mensa scolastica mentre leggevano un libro o si scambiavano pareri circa l'inutile vita che le circondava. A loro non interessava se in mezzo a quella moltitudine di adolescenti qualcuno le avesse viste ridere perché, in un certo senso, era bello mostrare agli altri che entrambe fossero dotate di senso dell’umorismo e di qualsiasi altro sentimento comune a un essere umano, semplicemente loro non dovevano ridere per l’approvazione di nessuno, né per guadagnare la stima di persone che in sostanza erano solo degli emeriti stupidi. Non era raro che una delle due, irrompesse con una fragorosa risata attirando su sé stessa le occhiate dubbiose degli altri studenti, anzi quello si era rivelato il loro passatempo preferito quando proprio si annoiavano durante le lezioni.



   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: linpa88