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Autore: Sundance    19/02/2009    9 recensioni
Scritta per il contest indetto da Dysfunctional Attraction.
Talvolta soltanto un sogno può insegnarci a lasciar andare chi amiamo. Strify questo non lo accetta, ma purtroppo non è più una sua scelta, non lo è mai stata. E così è Kiro a guidarlo, sulle note di una canzone che suona anche come una promessa, e a mostrargli che non esiste davvero la perdita di un amore, proprio perchè... è amore.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiro, Strify
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questa fic l'ho scritta per il contest indetto da Dysfunctional Attraction *_*
Ringrazio tantissimo Elsa per avermi permesso di partecipare e per avermi premiata!
Spero che piaccia anche a voi.
Ovviamente i Cinema Bizarre non mi appartengono e tutto quel che ho scritto fa parte della mia fantasia - e meno male, in questo caso ç_ç
Baciotti!
Jo










Non me ne voglio andare.

So che manca il tempo, sento il pavimento tremare sotto i miei piedi, ma non voglio andarmene.
Tu mi guardi con una scintilla implorante negli occhi, quasi a spiegarmi che anche tu vorresti restare e trattenermi, ma non è possibile, non più.
Schiudi le labbra fissandomi con occhi lucenti, e mi canti in un sussurro tutto quel che non vorrei sentire.

I'll sing it one last time for you
Then we really have to go
You've been the only thing that's right
In all I've done


Si infrange il mio petto in singhiozzi prepotenti e si infrange il mio sguardo tra lacrime di rabbiosa disperazione.
Faccio un passo in avanti tendendo le braccia come un cieco, barcollando quasi; tu mi stringi, forte, ed io mi aggrappo a te, che sei la mia anima, e non voglio vivere senza di essa, non voglio neppure pensare che di fatto la sto inesorabilmente perdendo.
Ti sto perdendo.

And I can barely look at you
But every single time I do
I know we'll make it anywhere
Away from here


Mi sussurri ancora e chiudo gli occhi, scuotendo il capo per scacciare le tue parole.
Non voglio ascoltarti. Non voglio che ogni tuo bisbiglio sia la cronaca della nostra separazione. Dovresti sussurrarmi che mi ami, che non mi lascerai andare, che potrò stringerti quanto voglio, non che il tempo sta scadendo e che dobbiamo andare, non che il mio cuore galoppa forsennatamente contro il tuo nella folle, ingenua speranza di riaverti, di fermarti qui, con me. Certo che ce la farò, in qualche modo, certo che lontano da qui sarà tutto più tremendo e più semplice, perché qui ti stringo ancora, mentre là dovrò fare i conti con la tua mancanza, e quindi questo stillicidio finirà, concludendosi in una ferita profonda e senza fine, ma capace di migliorare, di giorno in giorno, poco a poco, fino a restare una cicatrice dolorante ma chiusa. Certo che sarà così.
Ma non mi importa, lo capisci? Mi sta bene il dolore, pur di prolungare questo momento!
Pur di restare bloccato in questo spiraglio di tempo immobile, pur di... guardarti ancora... sfiorarti ancora...
Non sussurrarmi la verità.
Smettila!
Ti voglio qui, mi capisci? Ti voglio qui, dannazione! Ti voglio qui... Resta...

Light up, light up
As if you have a choice
Even if you cannot hear my voice
I'll be right beside you dear


E a che cosa mi servirebbe, allora?
Averti accanto e non vederti, non poterti ascoltare.
Passarti accanto come fossi un'ombra senza neppure accorgermene.
Che valore avrebbe il tuo sguardo luminoso su di me, se non potessi berne ogni brillio fino ad esserne ubriaco?
Quale calore mi darebbe l'abbraccio che mi riservi, se fossi incapace di sentirne la consistenza?
E come posso sapere che ci sarai, se non potrò averne prova?
Quando distrutto dal dolore annegherò nell'oblio della notte per la stanchezza ed il pianto, come potrò non sentirmi solo pensando che sei lì con me... Se tra le ombre, non sarò capace di vedere alcuna tenue sfumatura di luce? Della tua luce?

Louder, louder
And we'll run for our lives
I can hardly speak I understand
Why you can't raise your voice to say


Lo so che lo senti, lo so che capisci.
Ho sempre creduto di tenere più a te di quanto tu tenessi a me, e mi sbagliavo.
Solo, come potevi sapere che invece di scherzarci sopra, avresti dovuto assaporare ogni momento in cui potevamo stare assieme, visto che ero sempre così orgoglioso, così scostante talvolta... Mentre invece non cercavo altro che il modo di dirti che ti amavo?
Come potevamo crederci limitati, quando ci erano state aperte le porte del mondo, e noi eravamo pronti a conquistarlo?
Ti prego, ti prego, ritorna... Resta. Non andare.
Mi mancherà la voce per sempre, se non potrò adoperarla per te soltanto.
Non avrà uno scopo, parlare, senza rivolgermi a te.
Svegliarti in un bisbiglio la mattina, sfiorando le tue palpebre chiuse, il tuo viso chiaro e sereno.
Osservare le tue labbra tendersi in un sorriso accennato e poi vederti ruotare verso di me, sicuro di trovarmi. E intrecciare le nostre dita, restando nel silenzio dei nostri respiri quieti ancora un poco, mentre fuori nasce il giorno, e noi siamo insieme.

To think I might not see those eyes
Makes it so hard not to cry
And as we say our long goodbye
I nearly do


Non riesco neppure a finire di formulare il pensiero che precipito, aggrappandomi ancora più forte a te, alle tue spalle, al tuo petto.
Mi trattieni stringendomi ansioso, come se anche tu m'avessi sentito cadere, e tra il dolore atroce ed i pensieri crudeli che la mia mente non può impedirsi di comporre, mi domando chi lo farà quando non ci sarai tu ad impedirmelo.
A fermarmi, prima ch'io crolli al suolo, senza appiglio alcuno.
Non vedere più i tuoi occhi... Non vederli più illuminarsi di sole, di stelle, di neve.
Di malizia e sarcasmo, dispettoso come sei, di dolcezza, di gioia, di forza, di sfida, tu, anima gioiosa contro il mondo, tu che sei capriccioso e testardo, tu che per niente ti arrabbi e per nulla di plachi, tu che sorrideresti a qualsiasi costo, che prendi in giro te stesso e tutti quelli che ti giudicano, vincendo, ogni volta.
Una volta mi hai detto che non è vero. Che per tutti sei troppo dolce, troppo tenero perché le persone ti prendano sul serio. Io no. Anche quando non vinco, sbuffo teatralmente con l'aria di una primadonna, e ghignando resto convinto di aver condotto una lotta magistrale. E chissà come, anche tutti gli altri restano con questa impressione.
Se lo facessi tu, sembreresti un bambino bizzoso. Ed io ti strinsi forte dicendoti che no, non era così. Non è dal sorriso costante di qualcuno che si capisce se ha forza o no. E tu ne hai tanta. Anche solo per sopportarmi. E tu scoppiasti a ridere abbracciandomi e baciandomi i capelli.
"E' vero. E' dura, a volte."
Allora iniziai a farti il solletico, finché non ci fermammo entrambi ridenti e ansanti, ancora più vicini, ancora inseparabili. Le tue labbra chiare suggellarono una tregua posandosi sulle mie, le due dita sulla mia schiena, il tuo petto contro il mio.
E devo rinunciare a questo?
Ti conosco meglio di me stesso.
E devo davvero perderti? Lasciarti andare?
Che senso ha?
E' come... Avere appena imparato a muoversi nel buio di una stanza, riconoscendo poco a poco la sagoma degli oggetti, e subito essere catapultati in un'altra, ancor più buia, ancor più colma di pericoli.
Perché vuoi lasciarmi nel buio, nell'incertezza e tra i rischi?
Perché mi togli la vita portando via la tua, dove non posso intrecciare le nostre dita al mattino, sfiorarti il viso se dormi, ascoltare il tuo respiro e stringerti a me?
Che luogo privo di amore è mai quello, che ti vieta di avermi al tuo fianco?
Che impedisce a me di tenerti al mio?

Light up, light up
As if you have a choice
Even if you cannot hear my voice
I'll be right beside you dear


La luce si fa più forte, riflettendosi sul pavimento chiaro.
Tutto comincia a risplendere, intorno a noi.
Anche tu, ti bagni di una soffusa aura dorata.
E' il momento di andare.
Sento le tue braccia stringere di meno le mie e senza ch'io possa impedirlo il mio corpo fa lo stesso, rilassandosi, sfiorando il tuo in una carezza che si allontana, finché non mi ritrovo separato da te.
Mi guardi ed io ricambio il tuo sguardo.
Ora che sono staccato da te avverto l'enormità di quel che sta accadendo, ma sento anche una sorta di leggero sollievo.
E' strano. Sembra... Un ricordo.
Io, da bambino. Ho una scheggia conficcata in un dito, e fa male. Mamma deve toglierla e l'ago che usa fa anche peggio, però appena la scheggia esce, mi sento un po’ meglio, pur avendo il dito torturato dalla punta dell'ago.
Le nostre mani sono ancora unite.
Riemergo da queste memorie e ti guardo, sorpreso. Mi sorridi, piano.
Hai capito che io ho capito.
Devo lasciarti, per stare male come non sono mai stato, ma ho una speranza di migliorare.
Se invece mi trattenessi qui, se trattenessi te... Sarebbe solo un lento rigirare la lama.
Alzi una mano e mi sfiori la guancia con la stessa soffice carezza che ti riservavo io al mattino.

Louder, louder
And we'll run for our lives
I can hardly speak I understand
Why you can't raise your voice to say


Mi accorgo, sussurrandolo piano a me stesso, che va bene.
Ci sarai.
Non importa se non potrò vederti né toccarti. Né saperlo con sicurezza.
So che ci sarai, e mi basta.
Forse sapendolo, potrei anche cogliere di sfuggita un alone di te.
Una lieve traccia di luce.
Non riesco a dirtelo, ma il tuo sorriso si fa più sereno, e so che puoi cogliere ogni mio pensiero.
Va bene.
Posso lasciarti andare.
Devo, anche se non volessi. Anche se non voglio.
La luce si fa più accecante. La tua mano si abbassa lentamente, e l'altra lascia andare in un soffio le mie dita, un ultimo delicato tocco, prima che venga totalmente separato da te.
Ti guardo e le lacrime non mi impediscono di vederti, sorridente e sereno come sei sempre stato, e colgo anche un guizzo della tua ironia nello sguardo e nel sorriso che mi riservi, prima di essere sempre più reclamato dall'oro luminoso alle tue spalle.
Mi chiami, sussurrando il mio nome, ma non sei tu, è qualcun altro.
Il tempo ha ripreso a scorrere.
Ti sto perdendo.
Faccio un passo verso di te alzando una mano, colto da un panico improvviso.
Ti sto perdendo davvero.
Mi sorridi, nuovamente calmo, una rassegnazione serena e dolce.
Ti sto lasciando andare.
Abbasso la mano e mi fermo, inconsciamente annuendo.
Ancora risuona il mio nome.
Sorridi e svanisci, ricordandomi che non sarai mai troppo distante da me. Mi sarai proprio accanto.
La luce che emana intorno a me diventa una nebbia di sole e chiudo gli occhi, conservando il tuo sguardo nella mente, come un'ultima foto.

"Strify."
Mi volto piano, sbattendo le palpebre. Incrocio gli occhi grigioblu di Yu, che mi guarda angosciato, accarezzandomi il viso all'altezza della tempia.
"Stavi sognando, Strify" sussurra a fior di labbra. Non faccio altro che fissarlo, sbattendo ancora le palpebre, e poi alzo il capo, appena. Sono sul divano. La luce è accesa, tutto è silenzioso. Riporto lo sguardo su Yu e noto che ha la mano bagnata, la stessa con cui mi ha sfiorato il volto. Mi rendo conto che stavo piangendo nel sonno e questo mi provoca una crisi di singhiozzi laceranti, quando capisco che la realtà mi si presenta fredda e implacabile senza te. Yu subito si siede al mio fianco, stringendomi, preoccupato e dolce, chiedendomi rapidamente:
"Che cosa c'è? Cosa c'è, Seb?"
Lo abbraccio forte, chiudendo gli occhi, annientato. Ho tanta paura. Ho tanta paura di non farcela più.
"L'ho sognato ancora, Yu."
Mi stringe con una nota di disperazione in più nella forza delle sue braccia. Non parla, e questo mi distrugge completamente, perché conferma la tua assenza.
Non so da quanto tempo sei andato via. E' sempre troppo, eppure è ancora troppo poco perché io possa imparare a respirare nuovamente.
"Ma perché, perché non c'è più?" grido contro la sua spalla, chiudendo gli occhi e stringendo i denti per non esplodere di dolore.
Yu mi accarezza piano le spalle, tenendomi contro il suo petto, incurante delle mie lacrime che gli bagnano il collo.
"Non lo so, Strify. Talvolta entro d'improvviso in camera sua e mi sembra di vederlo, ai piedi del letto, mentre cerca i suoi vestiti, o davanti alla finestra, a fumare. Non è che un istante, ed ogni volta fa così male che mi giuro di non farlo più... Eppure la volta dopo entro nuovamente."
Mi allontana piano da sé e mi guarda fisso negli occhi, piangendo lacrime silenziose, così rare sul suo viso.
"Perché ne ho bisogno. Perché in quell'attimo è come se fosse ancora qui, capisci? E così... posso ancora salutarlo, e dirgli che gli voglio un bene infinito, anche se è un piccolo gnomo."
Sorride appena e sento le mie labbra fare lo stesso. Credo sia la prima volta che sorridiamo entrambi da quel giorno in cui ti abbiamo detto addio.
Stringo a me Yu e lascio che stavolta sia lui a piangere, mentre gli accarezzo i capelli. Non posso pensare per sempre a me stesso e alla mia sofferenza. Me lo hai insegnato tu poco fa. Siamo rimasti tutti colpiti: anche ai nostri amici manchi da impazzire, neppure loro riescono a fare i conti con la tua scomparsa. Ed io devo prendermi cura di chi ti ha amato, di chi è stato meno fortunato di me perché non ha potuto avere tutto l'amore di cui ho goduto io.
"C'è. Lo so che c'è. Non ci lascerà mai soli."
Lo sussurro appena e Yu annuisce contro la mia spalla, stringendomi. Io alzo lo sguardo per non far cadere le ultime lacrime dai miei occhi e in un istante, ti vedo. Appoggiato alla porta, con le braccia incrociate, sorridi quasi divertito, pur con uno sguardo incredibilmente dolce e pieno di amore.
Ho capito davvero, Kiro, vedi?
Sono veramente sicuro che sarai sempre qui.
Ti sorrido e in un secondo tu svanisci, lentamente, senza l'alone dorato del sogno, ma con la stessa promessa sussurrata a fior di labbra.
"Sarò proprio accanto a te, amore mio."

  
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