No
need to rush:
Di gesto in gesto
«
Sasuke ha bisogno dei suoi spazi. » dice Naruto convinto.
«
Sasuke ha bisogno dei suoi tempi. » puntualizza Kakashi.
Naruto annuisce ma in
realtà è rimasto della sua idea.
Sakura
li guarda e pensa che se quei due sono alcune delle migliori risorse
del mondo
ninja, allora è ovvio che stavano per perdere la guerra.
Si
alza e quando passa alle loro spalle da loro due schiaffi sulla nuca.
«
Ehi! » si lamenta Naruto, voltandosi.
Sakura
scuote la testa, divertita.
«
Quanto siete scemi. Sasuke ha bisogno dei suoi gesti. »
Sakura
crede di essere scesa a patti con la sua
fronte solamente grazie a lui, e del resto l’evidenza non
sembra darle torto. È
grande, sì. Non mostruosamente grande, come ha bisogno di
ripetersi di tanto in
tanto davanti allo specchio, ma giusto il necessario per non essere
un’angusta,
piccola fronte schiacciata tra attaccatura dei capelli e sopracciglia.
Ed è
contenta che il punto in cui tutto il suo chakra è
concentrato la metta in
risalto. Ed è contenta che Sasuke lo abbia colto quasi come
un invito.
°°°
La
prima volta che le tocca la fronte in quel modo,
riesce a vederlo solo come un allontanamento. Sono così
giovani, sono così
pieni di speranze e prospettive che tutti gli anni passati a
rincorrersi – che
nella sua testa suona meglio di corrergli
dietro – non sembrano poi così
importanti. Si chiede però se
dovrà ancora corrergli dietro a lungo
quando in realtà credeva di essere già arrivata.
Abbozza
e riesce a non seguirlo quando lo vede andar
via dal villaggio. La fronte le scotta. Quello è il primo
contatto che ha con
Sasuke da troppo tempo.
°°°
Naruto
un giorno le spiega che, da quel che ha
capito, – mentre Sasuke farfugliava nel sonno, a quanto le
dice - che quello
era il gesto con cui Itachi era
solito approcciarsi a Sasuke. Allora, si dice Sakura speranzosa, deve
essere
per forza qualcosa di dolce.
°°°
La
tranquillità inizia ad abbandonarla quando Sasuke
torna e le confessa, non senza qualche esitazione, che era il modo in
cui suo
fratello rimandava i loro impegni e lo rifiutava. Stanno seduti da
qualche
parte, le sembra su un prato ma non ne è sicura, la terra
sembra mancarle sotto
i piedi e sotto i palmi delle mani. Gioca con un filo d’erba
per non dare a
vedere la frustrazione. Sasuke sembrerebbe intenzionato a continuare a
raccontare, quindi mette da parte il prurito che le infastidisce la
fronte e
smette di giocare con il filo d’erba e si volta verso di lui.
Gli sorride e gli
dici “Dimmi di più”. Sasuke abbandona la
testa all’indietro e chiude gli occhi.
I capelli gli stanno crescendo a dismisura, ma lui non sembra
intenzionato a
tagliarseli.
« Itachi era solito farlo per frenare il mio entusiasmo.
» dice, in modo quasi
atono, se lei non avesse imparato a riconoscere le inflessioni della
sua voce.
« Era solito farlo quando oltrepassavo il limite. »
Si
chiede se sia una cosa bella o una cosa brutta, e
se il limite che lei sta cercando di oltrepassare sia davvero
invalicabile.
°°°
Sasuke
bussa alla sua porta e nota che ha in mano il
pacco del pranzo del giorno prima.
« Te lo sei dimenticato. » dice porgendoglielo. Gli
da un’occhiata furtiva e
vede che lo ha anche lavato e avvolto di nuovo nel fazzoletto. Vorrebbe
lasciarglielo e dirgli che può tenerlo, che se davvero non
c’è altro modo per
lei di far parte della sua vita, allora vale la pena iniziare a
disseminare oggetti
che possano farlo pensare a lei il più spesso possibile,
almeno per non essere
dimenticata in un angolo.
« Sei sbadata. » aggiunge poco dopo quando la vede
girarsi tra le mani il
contenitore.
È
costretta ad alzare gli occhi solamente quando le
sue due dita le alzano la fronte quel che basta per tornare ad avere un
contatto visivo.
«
Molto sbadata. » ribadisce, stavolta divertito.
Sakura
capisce che se se ne fosse accorta, se avesse
intravisto il braccio alzarsi e le sue dita avvicinarsi, forse non
avrebbe
apprezzato quel gesto tanto quanto lo apprezza in quel momento. Lui fa
ricadere
il braccio lungo il fianco e lei si premura di non distogliere lo
sguardo se
Sasuke ha davvero fatto tutto quello solo per guardarla negli occhi.
«
Grazie. »
Lui
fa un’alzata di spalle.
«
Scusami, che maleducata. Non ti ho nemmeno
invitato ad entrare. Vieni. »
Apre
di più la porta e fa un passo di lato. Lui entra
compostamente e in silenzio.
Sakura
ripensa un attimo al rapporto di Sasuke con
Itachi e si rende conto che quel gesto, forse, è solo il
modo di Sasuke di
invitarsi da solo nelle vite altrui. Un gesto per dimostrare affetto a
qualcuno
che crede di non meritarsi. L’unico modo per lasciare un
segno perché non si
sente capace di fare di meglio.
°°°
Non
c’è una vera e propria tomba per Itachi. Lei sa
a malapena qualcosa delle circostanze in cui è morto, Sasuke
ne parla mal
volentieri. Sa che si sono detti addio in modo degno, però.
Ma Sakura se lo
immagina seduto su un masso, se proprio deve immaginarselo, in un posto
rialzato, che scruta Sasuke da dietro il cappello e lascia che il vento
porti
al suo naso odori e intrusi pericolosi. Si volta a guardare il masso
accanto a
quello dove è seduta lei stessa, sospira pesantemente e
torna a osservare il
paesaggio.
«
Non vorrei fossimo destinati alla stessa sorte, io
e te. » dice ad alta voce, sorridendo un poco al vuoto che la
circonda.
«
A dover amare Sasuke da lontano. »
Si
gira verso il masso. Nessuna risposta, come era
prevedibile. Poco dopo però è il suo naso a
sentire un odore diverso.
«
Sakura. »
Lei
si volta. Lo aveva percepito, ma il cuore le
batte talmente forte e le guance sono così bollenti che
Sasuke sta
probabilmente pensando di averla presa alla sprovvista. Che pessima
ninja deve
sembrare ai suoi occhi.
«
Sas’ke-kun. Ciao. »
Le
si siede accanto, non troppo vicino. Giusto a
distanza di braccio, nota Sakura.
«
Stavo cercando un posto tranquillo per riflettere.
»
Gli
dice senza che lui glielo debba chiedere. Sakura
ha imparato ad anticipare i suoi bisogni, anche quelli più
impensati, come
quello di parlarle senza doversi esporre troppo.
«
Hai riflettuto? » le chiede.
Sakura
distende le gambe e lascia che i polpacci
penzolino nel vuoto. Vorrebbe dirgli di sì, ma la
verità è che Itachi non l’ha
aiutata un gran che, e lui, con la sua sola presenza, le impedisce di
riflettere. Sono ancora così giovani, sono ancora
così pieni di speranze. Ma se
adesso lui dovesse rifilarle ancora
quel gesto, non crede che ce la farebbe a nascondere la delusione.
Sakura
gli guarda le mani. Lui lo nota. Ovvio che lo
nota, si dice.
Lui
le muove, e sa che lo fa per vedere se gli sta
effettivamente guardando le mani o se si è solamente fissata
su un punto a
caso. Vorrebbe non essere così prevedibile, ma quando le
sposta il suo sguardo
le segue. Appena sa di essere stata scoperta inizia a chiedersi quale
delle due
mani lo farà. Se quella fasciata o la sua.
Lo
fa la sua.
Le
sue dita si poggiano sulla sua fronte e rimangono
lì per qualche secondo, medio e indice così
vicini da toccare quasi lo stesso
identico lembo di pelle. Sakura chiude gli occhi e respira
profondamente, e
solo in quel momento le viene alla mente che sono sempre le dita di
Sasuke a
fare quel gesto. Sempre quelle vere, sempre quelle che possono
riconoscere il
calore della pelle e la morbidezza. Quando riapre gli occhi lui non la
sta
guardando. Osserva le sue dita che indugiano sempre nello stesso punto.
Poi il
medio si allontana e l’indice rimane incollato lì,
e inizia a scivolare sul
ponte del naso, fino alla punta. Infine si stacca anche lui.
La
guarda come se con quel gesto avesse svelato il
più arcano dei segreti.
Sakura
si rende conto in quell’attimo che più che
averla allontanata, Sasuke si è sempre premurato di averla
sempre a portata di
braccio, e mai più lontana di un solo centimetro. Che
più di rifilarle quel
gesto, glielo dedica ogni santa
volta. Deglutisce a
fatica e non riesce a trattenere le lacrime, nonostante lui la guardi
perplesso.
Annuisce
con soddisfazione mentre riguadagna un po’
di autocontrollo.
«
Sì, sì ho riflettuto. »
°°°
Lui
è di nuovo lontano, e nonostante le promesse non
l’ha portata con sé. Non starà via a
lungo, glielo ha assicurato. Eppure la sua
fronte è tornata a sembrarle enorme, e tutto il chakra
accumulato un inutile
spreco di tempo. Intanto Naruto continua a rassicurarla sul fatto che
Sasuke
prova qualcosa per lei, ma che semplicemente non sa come esprimersi.
Sakura
scuote la testa in disapprovazione. Non che Sasuke non provi nulla per
lei, ma
Naruto sbaglia a pensare che Sasuke non sappia come esprimersi. Lo sa
benissimo, lo fa già da tempo.
Si
tocca la fronte e guarda quel punto nero sparire
al di fuori del villaggio.
°°°
È
diventato più costante, e sa che deve
approfittarne e goderne finché può,
perché di tanto in tanto lui guarda alle
porte del villaggio con aria interrogativa, chiedendosi se magari
c’è ancora
qualcosa che non ha ben capito del mondo, e se valga la pena scoprirla.
Sakura
sa che potrebbe essere lei stessa il grande
mistero da svelare per Sasuke Uchiha, se solo lui riuscisse ad
avvicinarsi di
un passo in più.
Ma
lui ha bisogno dei suoi gesti, ci è finalmente
arrivata dopo mesi. E non può togliergli la calma che le sue
dita sulla propria
fronte gli danno. Ma realizza che inizia ad averne bisogno anche lei
dei propri
gesti. E non sempre coincidono con quelli di Sasuke.
°°°
Lui
sa che lo sta guardando e lei non ha intenzione
di nasconderglielo. Sasuke guarda la sua tazza fumante di tè
e non oppone
resistenza. Sa che tra poco ha appuntamento con Naruto, e questo
significherà
vederli entrambi il giorno dopo con qualche ematoma mal nascosto dalle
maglie e
qualche taglio qua e là. Sakura spera davvero che non si
faccia male al
braccio, più per egoismo che per altro.
Lui
finisce il tè in un sorso e poi se ne esce con
un “Devo andare ora”. Si alza, e lei invece rimane
lì a guardarlo riporre la sedia
sotto al tavolo. Le
sorride a malapena e
le dita toccano di nuovo la sua fronte, e prima di allontanarsi del
tutto,
scostano anche una ciocca di capelli spostata troppo bruscamente dal
vento. Lui
fa per girarsi e andar via ma gli blocca il polso prima che possa
muovere anche
solo un passo.
Si
alza anche lei e sono stretti in quello che
potrebbe essere mezzo metro quadrato, ma non le importa calcolare
davvero
quanto poco spazio hanno a disposizione e quanto invece ancora li
separa, l’unica
cosa che le interessa è vedere Sasuke da vicino e avere la
possibilità di
iniziare le sue tradizioni, con la
speranza che lui possa condividerle un giorno.
«
Buona giornata, allora. »
Lo
tiene ancora stretto per il polso perché in fondo
ha paura che lui possa non capire.
Si
alza sulle ponte e gli sfiora le labbra con le
proprie, tiene chiusi gli occhi perché preferisce non sapere
cosa gli sta
passando per la mente in quel momento, e gli occhi di Sasuke sono
davvero
troppo facili da interpretare quando presi alla sprovvista. Si stacca
di un
millimetro e poi tende di nuovo le labbra in avanti. Si scontrano con
le sue,
sonoramente. Lascia il polso e torna con i piedi per terra. Osa
guardarlo solamente
quando si siede nuovamente, abbastanza lontana da non riuscire
più a decifrare
l’espressione di lui. È sicura che, nonostante si
sia persa il momento di
sbigottimento, se tutto andrà per il verso giusto, Sasuke
stesso un giorno avrà
voglia di raccontarle cosa ha provato durante il loro primo bacio.
«
Ognuno ha bisogno dei suoi gesti. » gli spiega.
°°°
Lo vede che è
in attesa, e stranamente non riesce a nasconderlo. Ha le mani in tasca
ed è
poggiato ad un albero, e potrebbe anche sembrare disinvolto.
“Da quando in qua
batti il piede a quel modo?” vorrebbe dirgli, quasi come
rimprovero, ma lui si
risentirebbe e metterebbe su una pantomima infinita che oramai non
inganna
quasi più nessuno se non lui stesso, e non è il
caso di distruggere i progressi
fatti in tutti quei mesi.
«
Sas’ke? » chiede, dubbiosa. Lui si stacca
dall’albero
e fa qualche passo nella sua direzione e questa volta si ferma ad un
paio di
metri di distanza. Un po’ troppo lontano per le
capacità di un braccio, si
dice.
Quindi
eccolo qui, pensa, il momento in cui Sasuke
si rende conto di aver concesso troppo spazio al mondo esterno e sente
di nuovo
il bisogno di tenerla costantemente a distanza. Magari quel giorno
aveva osato
troppo, magari avrebbe dovuto aspettare che Sasuke introducesse nuovi
gesti piuttosto
che proporli lei stessa. Vorrebbe mettere su una pantomima anche lei
adesso, ma
non ce la fa. Le mani iniziano a sudarle e poggia le buste della spesa
per
terra, struscia i palmi l’uno contro l’altro e poi
li passa velocemente sulle
cosce.
«
Ammetto che mi aspettavo di vederti qualche giorno
fa, dopo l’incontro con Naruto. » abbozza un
sorriso e riprende le buste della
spesa, « Si è presentato con qualche brutto
taglio. »
Sasuke
rimane in silenzio e si limita a scostare la
maglia che ha addosso in punti strategici, rivelando anche lui qualche
ematoma
ormai tendente al verdognolo e qualche taglio malamente rimarginato. Se
ne sta
lì davanti con le sue ammaccature e a Sakura sembra quasi
che le stia dicendo che
non ha bisogno di lei per guarire, e tantomeno Naruto. Naruto lo fa
solo –
ancora – per farla sentire partecipe.
Stringe
le labbra per non scoppiare a piangere e sa
che lui non le chiederà nulla, perché lascia quel
compito a lei di solito. Non si
sente abbastanza fiduciosa quella sera per osare tanto, ma tanto vale
provarci
se quella deve essere l’ultima volta che Sasuke glielo
concede.
La
sta esaminando, è palese. Lui osserva ogni suo
gesto ed ogni sua mossa e appena lei lo raggiunge il suo piede comincia
di
nuovo a battere per terra per il nervosismo.
«
Hai bisogno di essere curato? »
Lui
fa di no con la testa.
«
Va bene. » si sforza di dire, gli occhi lucidi che
promettono lacrime, « Buonanotte allora. »
Si
alza di nuovo sulle punte dei piedi e gli scocca
un bacio sulle labbra, perché se non potrà mai
più indugiarci vuole almeno che
sia rumoroso, per ricordarne almeno il suono se non la consistenza.
Quando fa
per girarsi lui le blocca un polso.
Hanno
meno di mezzo metro quadrato a disposizione
stavolta, le buste della spesa toccano sia le sue gambe che quelle di
Sasuke e
nonostante senta la punta del cartone del latte conficcata nel
ginocchio il
disagio più grande viene dallo sguardo interrogativo di lui.
“Sono
l’ultima cosa che ti rimane da scoprire del
mondo.” Vorrebbe dirgli.
«
Perché lo fai? » le chiede, mentre il pollice
della mano destra – ancora una volta la sua – passa
lentamente sul labbro
inferiore di Sakura. Potrebbe anche dirglielo il perché, se
non fosse già ovvio
da anni.
«
E tu perché lo fai? » chiede invece, mentre con il
pollice gli tocca la fronte e la tempia per far poi scivolare via la
mano sull’orecchio
e la mandibola, fino a farla riposare sulla curva tra collo e spalla.
Lui
emette un suono strano, un suono di ovvietà, come
se stesse cercando di soffocare una risata. Le bacia la fronte pochi
secondi
dopo senza aver proferito parola. Forse anche la sua risposta
è ovvia, si dice
Sakura.
Quando
lascia cadere le buste della spesa per terra
e bacia Sasuke con foga, mentre lui le circonda la schiena con le
braccia,
realizza che probabilmente le loro risposte sono entrambe molto ovvie
semplicemente
perché sono identiche.
°°°
Quando
Sasuke arriva lei si alza sulle punte e a malapena poggia le mani sulle
sue
spalle. Gli dedica un paio di baci fugaci perché sa che
Naruto e Kakashi li
stanno guardando e non è davvero il caso di scambiarsi i
loro gesti così, in
pubblico. Sasuke gliene dà un terzo non richiesto, quando
ormai è già tornata
con i piedi per terra, almeno letteralmente. Sorride e lascia che lui
le tocchi
la fronte. Le sue dita non hanno mai avuto un tocco così
delicato.
Eccoci
qua, è successo. Ho pubblicato un altro
scempio!
Non
c’è molto da dire, a parte che non me la
immaginavo così e che non mi soddisfa molto. Credo che la
riscriverò, e vedrò
di metterla in maniera diversa e magari, chissà, la
pubblicherò di nuovo. Per
ora però sta qui, e se vorrete darle un’occhiata e
farmi sapere cosa ne pensate
ne sarò molto felice. Ho messo spoiler per sicurezza
perché ho perso davvero
ogni contatto con il mondo esterno e non so davvero a che punto sia
arrivato il
fumetto in Italia, se è già stato tutto
pubblicato e se si è in attesa dei
capitoli finali, e questa storia si svolge tra il 699 e il 700, quindi
non si
sa mai!
A
presto!
umavez
P.s.
L’unica cosa di cui mi scuso è il titolo, ammetto
che non ci ho messo l’impegno
necessario e sto iniziando ad essere a corto di buone idee (per non
parlare
della fic in generale, che probabilmente è tutto un visto e
rivisto, ma
vabbè.). Solitamente non amo i titoli in inglese per quanto
io ami l’inglese, e
inoltre sembra una brutta copia di Di
anno in anno – del resto il concetto è
quello, a piccoli passi.
P.p.s
Ah! Ultima cosa! Un ringraziamento a Miyu92, perché mi ha
dato buone notizie e
almeno non ho smesso di scrivere questa scemata! Una piccola dedica :)