Brotherly

[You'll never feel like you're alone]

Harry chiuse la porta della stanza d’albergo con un colpo di tacco lasciandosi quindi cadere all’indietro sul morbido letto a due piazze, che occupava buona parte della camera. Il copriletto bordeaux con ricami dorati era in netto contrasto con il pallore del suo viso, tirato in una smorfia indecifrabile. Aveva gli occhi spenti, insolitamente stanchi. Portò le braccia incrociate dietro la nuca e osservò il soffitto percorso da crepe discontinue e segmentate. Gli sfuggì un sospiro, accompagnato da battiti irregolari che pulsavano contro il suo petto.  Fuori pioveva, una cappa di fumo grigio sembrava voler imprigionare la città in un vortice di umidità e aria pungente.
Harry non era malato, era solo nostalgico. Capitava, a volte. E, spesso, capitava a turno. Era normale sentire la mancanza di casa, talvolta. Quando ciò accadeva, però, sapevano sempre come tirarsi su di morale gli uni con gli altri. Sarebbe potuto essere diverso?
Niall entrò con passo leggero e si avvicinò all’amico, sedendosi sul trapuntino.  Il riccio sorrise con gli occhi chiusi, quasi a voler nascondere una tristezza che si vergognava a lasciar andare. Il biondo non si mosse, fece semplicemente vagare il suo sguardo cristallino da un angolo all’altro soffermandosi sui pochi mobili presenti e, solo qualche momento più tardi, tornò a rivolgere l’attenzione ad Harry. Il silenzio aleggiò in quella stanza d’albergo per venti minuti abbondanti: non era un silenzio pesante, era uno di quei silenzi che riempivano il vuoto e le mancanze. E tanto bastava.
Niall non parlò, nemmeno quando notò che Harry aveva finalmente riaperto gli occhi e, senza più preoccupazioni, lasciava intravedere un velo di sconforto. Si lanciavano occhiate e annuivano quasi impercettibilmente, accennando un leggero sorriso prima uno, poi l’altro. Dopo di che, il biondo si alzò e si avviò verso l’uscita. Indugiò qualche istante e sorrise, ancora, dandogli le spalle. «Siamo una famiglia, Hazza.», disse piano, rivolgendosi anche a sé stesso.  
Harry si mise a sedere, sentendo quel lieve fastidio allo stomaco sciogliersi come neve al sole.
«Siamo a casa anche a chilometri di distanza, quando siamo tutti insieme.»
Niall gli lanciò un’ultima, comprensiva e fraterna occhiata prima di lasciarlo solo. Il riccio si passò una mano tra i capelli, incapace di trattenere un sorriso commosso.

Non c’era niente di più vero.
Grazie, Nialler.

 
[I'll make this feel like home]

Fine

Note

Salve! :) Ho poco da dire, se non nulla, a dir la verità. Dopo aver ascoltato la nuova canzone ho semplicemente buttato giù due righe e... voilà! Una brevissima flashfic con Harry e Niall come protagonisti. :) Non so voi, ma io me lo vedo bene Niall che consola il nostro Harry con semplicità e tanta tenerezza :)

Spero via sia piaciuta almeno un po’, fatemi sapere :)

Le critiche costruttive son sempre ben accette, i pomodori no, grazie XD

Alla prossima,

Amelie :)

PS. Se vi va di dare un'occhiata, qui trovate il prologo della mia long "London's calling" :)